Juventus-Torino: Dybala dentro, terzini alti e il campo è bianconero

L’atteggiamento e la superiore tecnica della Juve obbligano il Toro ad arretrare

TORINO – «Di certo non dico che facendo gli schemi si vincono le partite – aveva spiegato Massimiliano Allegri alla vigilia del derby – L’importante è avere grandi giocatori e metterli nelle condizioni di rendere al meglio». Detto fatto, dopo i problemi incontrati con il Verona facendolo partire da destra, ha ripiazzato Dybala al centro, vincendo la partita sfruttando una chiave tattica forgiata nella superiorità tecnica dei giocatori bianconeri.

FASCE D’ASSALTO – La posizione centrale e avanzata assunta dalla Joya e da Mandzukic, mentre Douglas Costa pur accentrandosi pure lui partiva più arretrato e da destra, ha finito col far assomigliare spesso il 4-3-3 di partenza bianconero a un 4-4-2. Questo almeno nelle rare fasi di non possesso, perché spesso la Juventus ha finito con lo sviluppare la manovra disponendosi quasi con un 2-5-3: Rugani e Chiellini restavano i soli giocatori arretrati, con Sturaro e Asamoah che avanzavano fino alla linea dei centrocampisti e oltre. L’atteggiamento molto offensivo dei terzini bianconeri (non sempre accompagnato dalla necessaria qualità nelle giocate) ha costretto le ali del Torino, Iago Falque e Berenguer, ad arretrare spesso in ripiegamento, mentre Douglas Costa che entrava dentro al campo obbligava a sua volta Baselli ed Acquah a controllare Marchisio e Matuidi e ad aiutare Rincon sul brasiliano. Una reazione a catena che ha disinnescato la mossa attuata da Mihajlovic nei minuti iniziali, e riproposta ogni volta che il Torino è riuscito a rialzare il baricentro: ossia quella di far avanzare Baselli in pressione su Pjanic, sorgente primaria del gioco bianconero. Il bosniaco ha invece potuto così godere di una discreta libertà, così come Rugani e Chiellini, spesso contrastati dal solo Niang: tanto che il capitano bianconero nel primo tempo ha potuto esibirsi in un paio di lanci alla Bonucci.

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