Ascoli

Ascoli

Club History

L’Ascoli Calcio 1898 FC S.p.A., meglio nota come Ascoli è una società calcistica italiana con sede nella città di Ascoli Piceno. Nella stagione 2019-20 il club milita in Serie B, seconda divisione del campionato italiano di calcio.

Fondato nel 1898, l’Ascoli è tra i club più antichi d’Italia. Vanta 16 stagioni in Serie A, conseguendo il suo miglior piazzamento con il quarto posto della stagione 1979-80, e 22 in Serie B, categoria dove nell’annata 1977-78 stabilì il record di punti (61) nei tornei italiani a 20 squadre e due punti a incontro. Il periodo più vittorioso dell’Ascoli è ascrivibile alla presidenza di Costantino Rozzi, che guidò la società dal 1968 al 1994. Il suo palmarès annovera, a livello nazionale, due campionati di seconda serie e due di terza serie, oltre a un Torneo di Capodanno e a una Supercoppa di Lega di Serie C; in ambito internazionale la formazione marchigiana vanta una Coppa Mitropa, assieme al raggiungimento di una finale di Coppa Anglo-Italiana.

La formazione picena si colloca al 29º posto nella classifica perpetua della Serie A e al 35º posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC.

I colori sociali sono il bianco e il nero.

Storia

Le origini

Il patriota Candido Augusto Vecchi (1814-1869), alla cui memoria fu intitolato in origine l’Ascoli Calcio.

La nascita della società, denominata in principio Candido Augusto Vecchi, avvenne il 1º novembre 1898, ma fu annunciata pubblicamente solo il 2 giugno 1901.[1] I dodici giovani ascolani che fondarono la compagine in Via delle Canterine la intitolarono alla memoria dell’omonimo colonnello garibaldino, nato a Fermo, ma adottato dalla città di Ascoli Piceno tramite il matrimonio con una donna della nobile famiglia ascolana dei Luciani. Il sodalizio, nei primi tempi, si occupò di varie discipline sportive, tra le quali il calcio e, in prevalenza, il ciclismo. Nel 1905, soprattutto per motivi politici, la società cambiò nome in Ascoli Vigor, ma fino al 1907 il gioco del calcio era praticato solo in gare amichevoli contro squadre semisconosciute.

In seguito all’interruzione del primo conflitto mondiale la passione per il calcio si riaccese nel 1919 e, dopo lunga gestazione, nel 1921 si costituì l’Unione Sportiva Ascolana, presieduta dal giornalista Giuseppe Secondo Squarcia. Nel 1922, per potenziare la società sportiva, la presidenza venne assunta dal Senatore Ing. Giovanni Tofani, pioniere dell’industrializzazione nel Piceno. Negli anni si succedettero alla presidenza il Marchese Piero Sacconi Natali ed il Dott. Carlo Vecchiotti. Nel 1925 fu costruito lo stadio comunale dei Giardini (poi intitolato a Ferruccio Corradino Squarcia). Nel 1926 l’impianto fu inaugurato con un’amichevole contro la Lazio.

Il primo vero campionato federale ufficiale di Terza Divisione fu disputato nel 1927, e l’Ascoli si classificò al 1º posto. Fu la prima di tante promozioni che videro la squadra salire gradualmente in serie C, raggiungendo in quegli anni il miglior piazzamento del 2º posto in tale categoria. Nel 1936 si pensò di rinnovare il fondo dello Squarcia, di dotarlo di manto erboso e di migliorare le piste di atletica leggera. Anche in questo caso all’inaugurazione partecipò la Lazio, ma a causa della pioggia il campo tornò nelle condizioni precedenti.

Negli anni 1930 e 1940 l’Ascoli disputò stagioni di serie C e serie D, giocando i primi derby con le altre principali società marchigiane: l’Anconitana, la Fermana, la Maceratese ,la Sambenedettese , la Vis Pesaro ed altre.

Il secondo dopoguerra

Dopo la seconda guerra mondiale, nel 194445 vi fu un primo timido tentativo di ripresa delle competizioni calcistiche con le squadre rionali, poi unificate nell’Associazione Sportiva Ascoli. Questa squadra riprese a giocare ereditando il livello occupato, prima del conflitto, dall’Unione Sportiva Ascolana (Lega Sud della serie C). Nel 1947-48 la Lega deliberò la riforma dei campionati italiani di serie B e C (al quale ultimo risultavano iscritte ben 286 società). Fu disposto il blocco delle promozioni e l’Ascoli, 12º nel girone F della Lega Centro, fu iscritto al nuovo campionato di Promozione, come tutte le squadre classificate dal 3º posto in poi.

Nel 1952 la Lega decise di suddividere il campionato di Promozione in due serie: le migliori classificate avrebbero dato vita al campionato di IV Serie, le altre avrebbero formato il campionato di Promozione regionale. L’Ascoli, 3º nel girone L, conquistò l’accesso al livello superiore.

L’interessamento di Cino Del Duca

Cino Del Duca (al centro col bicchiere in mano).

Nella stagione 1954-55 l’Ascoli toccò il punto più basso della sua storia retrocedendo in Promozione regionale, con la società preda di gravissimi problemi finanziari. Si legge sulla stampa quotidiana locale di quel periodo: «Davanti ad un passivo di oltre dodici milioni la situazione era talmente critica che il presidente Giammiro fece contattare Mario Benvenga, nipote dell’editore Cino Del Duca, per lanciare un SOS ad un uomo che, nato in provincia, a Montedinove, era divenuto uno degli editori più importanti a livello francese».

L’appello fu accolto. Deliberata la fusione con la Del Duca di Montedinove, l’editore e produttore cinematografico Cino Del Duca presentò ad Ascoli in anteprima mondiale il film Grisbì e consegnò un assegno di un milione di lire. La nuova società prese il nome di Del Duca Ascoli. Il mecenate divenne presidente onorario, e Benvenga fu nominato commissario con l’incarico di riorganizzare il sodalizio e risollevare economicamente la società. Già nella stagione 1956-1957 l’Ascoli, classificandosi al 1º posto, tornò in IV Serie.

Nella stagione 1958-59 il nuovo club risalì in serie C, pur essendosi classificato al 4º posto nel campionato vinto dalla Maceratese. La Lega, infatti, cambiò le regole dopo l’inizio del campionato, deliberando un nuovo allargamento della serie C. Ma ciò non era ancora sufficiente, e la promozione fu determinata da ripescaggio in extremis in seguito all’esclusione del Viareggio, afflitto da problemi economici e finanziari. Decisivo fu l’invervento del Ministro del turismo e dello spettacolo Umberto Tupini.

Anni sessanta e settanta

Carlo Mazzone: nove stagioni da giocatore e sette totali da allenatore dell’Ascoli, compresa quella della prima promozione in A.

Negli anni 1960 si posero le basi per il futuro sviluppo della società. L’iniziativa fu presa da un gruppo di giovani imprenditori e operatori economici che ritennero importante favorire l’affermazione di una forte società sportiva con i colori bianconeri.

Nel 1962 fu inaugurato il nuovo stadio, che l’amministrazione comunale avrebbe in seguito intitolato ai fratelli Cino e Lillo Del Duca. Durante la sua presidenza, Del Duca acquistò un intero piano del palazzo costruito dai fratelli Santori in corso Vittorio Emanuele, destinandolo a sede della società e a residenza degli atleti. Alla sua morte (1967) la presidenza onoraria passò alla vedova, la signora Simone, che donando cento milioni alle casse della società espresse il desiderio di rinunciare all’incarico quando la squadra avesse raggiunto la promozione.

Negli stessi anni l’Ascoli giocò in serie C numerosi derby con la Sambenedettese, tutti segnati dall’accesa rivalità delle due compagini. Quello giocato al Ballarin il 14 febbraio 1965 è ricordato però in modo particolare per il tragico episodio della morte del portiere bianconero Roberto Strulli. Strulli, in uscita bassa su Alfiero Caposciutti, venne colpito involontariamente al viso da una ginocchiata dell’attaccante, e riportò la frattura della mandibola. Morì all’ospedale di San Benedetto del Tronto dopo 14 ore di coma.

L’arrivo di Costantino Rozzi

L’Ascoli della prima promozione in Serie B, stagione 1971-1972

Alcuni giovani imprenditori ascolani, intanto, avevano cominciato ad interessarsi delle sorti dell’Ascoli Calcio. Il loro punto di ritrovo era il bar/ristorante “Trieste”. Si trattava di Bruno Loreti, commerciante, Carlo Sabatini, imprenditore edile, Giuliano Moricone, assicuratore, Iachino Pallotta, medico dentista, Roberto Benigni, imprenditore, Gino Regoli, imprenditore nel settore trasporti, Walter Panichi, imprenditore edile. Il loro obiettivo a questo punto era rilevare la società e rilanciarla. Innanzitutto era necessario avere un capitale iniziale e da questo punto di vista si diede molto da fare Giuliano Moricone che girava costantemente con un blocchetto di ricevute pronto ad accogliere ogni nuovo contributo. Poi serviva un Presidente. Nel corso di un incontro avvenuto presso la sede di Corso Vittorio Emanuele questi imprenditori riconobbero in Costantino Rozzi, figura emergente nell’economia locale, la persona giusta cui proporre l’incarico data la sua esuberanza, il suo entusiasmo, la grande capacità comunicativa. Si decise quindi di contattarlo.

Nel 1968 Costantino Rozzi, fino a quel momento digiuno di calcio, divenne il nuovo presidente con l’intento di rimanervi solo sei mesi, giusto il tempo di risanare il bilancio. La sua comparsa fu, invece, la svolta decisiva poiché il costruttore si appassionò al calcio ed alla sua squadra al punto che non solo non rinunciò all’incarico, ma si spinse a dichiarare che l’avrebbe portata fino alla serie A. Gino Regoli e Walter Panichi erano i veri “esperti” di calcio, e operavano come un direttore generale ed un direttore sportivo.

L’Ascoli della prima promozione in Serie A, stagione 1973-1974

Nella stagione 1971-72 la squadra, affidata all’emergente Carlo Mazzone e trascinata dal marcatore Renato Campanini, vinse il campionato e approdò per la prima volta alla serie cadetta. Nel 1972 la società, affrancandosi dagli ultimi retaggi della Del Duca, prese il nome di Ascoli Calcio 1898. Già nel 1972-73 la matricola bianconera si classificò al 4º posto, mancando la promozione per un solo punto; ma il torneo successivo la vide totalizzare 51 punti e piazzarsi al 1º posto insieme al Varese. Era la prima squadra marchigiana a conquistare la massima serie: per questo motivo, e per le numerose partecipazioni al campionato di serie A, i tifosi rivendicano all’Ascoli il titolo di “Regina delle Marche“.

L’estate della promozione lo stesso Rozzi si occupò dei lavori di ampliamento dello stadio, aumentandone in tempi strettissimi la capienza fino a 36.000 posti (anni dopo essi sarebbero stati ridotti a 20.550). Nel campionato del debutto in serie A (stagione 1974-75) i bianconeri di Mazzone conquistarono la salvezza. La stagione successiva vide però la prima retrocessione, arrivata solo all’ultima giornata a causa della peggior differenza reti rispetto alla Lazio.

L’Ascoli dei record

L’Ascoli della seconda promozione in A nel 1977-1978

La società bianconera si riscattò ampiamente due anni dopo, nella stagione 1977-78, celebre come il Campionato dei record. Benché partisse senza i favori del pronostico, la squadra macinò punti su punti, distanziando di 17 lunghezze la seconda in classifica e battendo tutti i record (di punteggio, vittorie conquistate e reti segnate) della serie cadetta a 20 squadre. Ottenne infine 61 punti, con 26 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte, realizzando 73 gol e subendone 30. La formazione era guidata da Mimmo Renna. Capocannoniere dell’Ascoli 1977-78 fu il giovane Claudio Ambu (17 reti), seguito da Giovanni Quadri (14) e dal regista Adelio Moro (13, di cui 9 su rigore). La stagione è ricordata anche per i famosi cross alla Roccotelli (o rabona), già sperimentati dal centrocampista Giovanni Roccotelli nella sua precedente stagione a Cagliari.

Anni ottanta

Gli anni 1980 furono per l’Ascoli un vero e proprio periodo d’oro fin dall’inizio. E fu in questo periodo che il Presidente Costantino Rozzi prese con più decisione in mano le redini e la gestione della squadra. Nel 1979-80 i bianconeri guidati da Giovan Battista Fabbri raggiunsero il miglior risultato di sempre piazzandosi al 4º posto, che valse ai marchigiani il primato fra tutte le squadre del Centro-Sud, e sfiorando la qualificazione in Coppa UEFA. Quell’anno il Milan, che si era classificato terzo, fu retrocesso per illecito sportivo, ma la classifica finale restò invariata.

L’Ascoli della terza promozione in A nel 1985-1986

A fine campionato l’Ascoli fu invitato in Canada per rappresentare il calcio italiano nel torneo The Red Leaf Cup (la Coppa della Foglia Rossa), organizzato dalla Federazione canadese per promuovere questo sport nel Nordamerica. I giocatori erano riluttanti a partecipare, e dopo una stagione piena di soddisfazioni avrebbero preferito andare in vacanza, ma Costantino Rozzi li motivò rimarcando il significato di un torneo del genere per gli emigrati italiani e per il nome dell’Ascoli nel mondo. Il torneo, cui parteciparono anche squadre come BotafogoNancy e Rangers, fu vinto proprio dalla formazione marchigiana.

La stagione seguente (1980-81) vide il ritorno di Mazzone, che sarebbe restato al timone dell’Ascoli per tutta la prima metà degli anni 1980. Fu un campionato difficile e la squadra, pur essendo sostanzialmente immutata, si ritrovò di nuovo a lottare per la salvezza. Ma anche questa stagione riservò un successo: l’Ascoli si aggiudicò infatti il Torneo di Capodanno, organizzato dalla Lega a causa di un lungo stop del campionato in gennaio. Qualificatasi per la finale, in programma vari mesi dopo a fine campionato, la squadra si aggiudicò il trofeo battendo la blasonata Juventus.

Nel campionato 1981-82, dopo un inizio stentato, l’Ascoli disputò una grande stagione chiudendo al 6º posto e sfiorando di nuovo la qualificazione alla Coppa UEFA. In questo torneo si ricorda la contestazione del direttore di gara Barbaresco per aver arbitrato in modo discutibile l’incontro Ascoli-Roma alla fine vinto per 1-0 dai giallorossi.

Costantino Rozzi con la Coppa Mitropa 1986-1987 vinta dal club

 

La stagione 1981-82 fu l’ultimo campionato di vertice per l’Ascoli Calcio, che da quel momento avrebbe sempre rincorso l’obiettivo minimo della salvezza, fallendolo nelle stagioni 1984-85 e 1989-90 ma centrando ambo le volte una nuova promozione al primo tentativo. Un episodio singolare caratterizzò la stagione 1985-86. L’Ascoli ottenne la promozione matematica in serie A accontentandosi di un pareggio (0-0) in un incontro giocato piuttosto male. Si trattava però proprio del derby contro la Sambenedettese, e il particolare significato della partita scatenò i tifosi, che si spinsero fino ad assediare la squadra nello stadio proprio nel giorno del trionfo. Lo stesso tecnico Vujadin Boškov, presentatosi a fornire spiegazioni, rischiò l’aggressione e dovette ripararsi dentro l’impianto.

Nel decennio d’oro l’Ascoli si accreditò come “provinciale terribile”, battendo più volte in casa (e talora anche in trasferta) le formazioni più blasonate del calcio italiano e meritando al Del Duca una fama di campo difficile. Dalla seconda metà degli anni 1980 crebbe anche il prestigio del vivaio ascolano, che sfornava calciatori di buon livello. I vari AgostiniCarilloIachiniScarafoni furono i componenti di maggior rilievo di una prima squadra costruita in buona parte anche su atleti ascolani.

Nel 1987 l’Ascoli si aggiudicò anche una coppa europea, la Mitropa, sebbene la competizione fosse ormai decaduta e riservata alle vincitrici dei tornei di seconda divisione.

Anni novanta

L’Ascoli della quarta promozione in A nel 1990-1991

Gli anni 1990 sembrarono iniziare nel segno del decennio trascorso, con una nuova promozione in Serie A conquistata in extremis (all’ultimo minuto dell’ultima giornata). La squadra era guidata da Nedo Sonetti (subentrato a Ciccio Graziani prima ancora dell’inizio del campionato) e si valeva dell’apporto di uomini di spicco come l’attaccante brasiliano Walter Casagrande e il portiere Fabrizio Lorieri; qualcosa stava però cambiando e divenne evidente già nel campionato 1991-92, quando la formazione bianconera retrocesse per la prima volta alla fine della stagione successiva alla promozione posizionandosi all’ultimo posto in classifica. Il 1992 segnò anche le dimissioni da consiglieri di Walter Panichi e Roberto Benigni che rimasero tuttavia azionisti della società. Le due stagioni che seguirono videro l’Ascoli in corsa per il ritorno in A, anche grazie alle marcature di Oliver Bierhoff, che pure aveva deluso in massima serie. L’obiettivo però sfuggì entrambe le volte. Nel 1992-93, in particolare, i bianconeri si giocarono la promozione all’ultima giornata, in uno scontro diretto con il Padova che passò negli 11′ finali ribaltando il risultato da 1-2 a 3-2.

Per stagione 1994-1995 la dirigenza si affidò al tecnico Mario Colautti che ottenne risultati non positivi e il presidente Rozzi decise due esoneri in successione. Rimosso Colautti, sulla panchina ascolana arrivò Angelo Orazi, che tuttavia condivise la sorte del predecessore. La formazione fu infine assegnata ad Alberto Bigon. Il 18 dicembre 1994, poco dopo la vittoria per 3-0 contro il Pescara, muore Costantino Rozzi. I funerali si svolsero alla presenza di allenatori, calciatori e dirigenti convenuti da tutta Italia, del presidente federale Antonio Matarrese, dei lavoratori dipendenti dell’impresa Rozzi e di migliaia di tifosi che resero necessario il blocco del centro storico di Ascoli Piceno. In tutto si stimò una partecipazione di circa 20.000 persone. La squadra, già povera di risultati, entrò definitivamente in crisi. Bigon si dimise e al suo posto fu richiamato Colautti, ma la classifica finale condannò l’Ascoli dopo 23 anni alla retrocessione in Serie C1. I bianconeri conquistarono comunque un secondo posto nel Coppa Anglo-Italiana, battendo 2-1 in semifinale l’Ancona e uscendo sconfitti dalla finale di Wembley contro la formazione inglese del Notts County sempre per 2-1.

Gli anni della Serie C1 (1995-2002)

Nicolini, tecnico dell’Ascoli in C e suo ex giocatore.

La morte di Rozzi e la retrocessione segnarono la conclusione di un’era, e le circostanze concomitanti lasciavano presagire la fine dello stesso Ascoli, sommerso dai debiti e con una società allo sbando, sull’orlo del fallimento. Alla prima riunione del dopo-Rozzi parteciparono una trentina di persone e fu fatto il punto sulla situazione economica. Alla riunione successiva il numero di partecipanti si ridusse di due terzi, una decina in tutto.

Fu così che alcuni imprenditori locali, guidati dall’industriale ascolano Roberto Benigni che elesse Presidente il notaio Nazzareno Cappelli, presero l’iniziativa di ripianare i debiti, iscrivendo la squadra al campionato di Serie C1 1995-1996. Nonostante gli sfavori del pronostico (la formazione era stata allestita in fretta e furia), l’Ascoli guidato da Enrico Nicolini giocò un campionato di vertice, anche grazie alle marcature di Walter Mirabelli. Disputato un girone di andata quasi sempre al comando della classifica, giunse infine la qualificazione ai play-off. In una nervosa semifinale i bianconeri superarono 1-0 la Nocerina, scesa al Del Duca con una moltitudine di tifosi, e ottennero poi un pareggio nella gara di ritorno. In finale trovarono il sorprendente Castel di Sangro che sbarrò loro la strada ai calci di rigore, con errore decisivo proprio di Mirabelli.

Il 3 agosto 1996 la nuova dirigenza rese omaggio al presidente scomparso nel 1° Memorial Costantino Rozzi, cui furono invitati il Milan e il Perugia. Il torneo, trasmesso in diretta da Italia 1, fu vinto proprio dall’Ascoli, e l’attaccante bianconero Stefano Pompini fu premiato come miglior giocatore. Nella stagione 1996/97 torna dopo 40 anni il derby con la Fermana, sia all’andata che al ritorno termina 2-2. L’Ascoli si piazza a 43 punti al 7º posto, sei punti fuori dai play-off. L’anno dopo piazzamento peggiore, a 41 punti (pari merito con la Fermana), con la salvezza conquistata a due giornate dalla fine.

Nell’anno del presunto centenario (1998/99) la dirigenza ritenne di compiere uno sforzo economico per riportare l’Ascoli in Serie B. Affidati a Massimo Cacciatori, i bianconeri puntavano soprattutto sulle prestazioni del cannoniere Sossio Aruta, prelevato dalla Fermana. La presentazione della squadra si accompagnò a una grande festa in Piazza del Popolo e per l’occasione furono confezionate divise speciali, con gagliardetto ricamato a mano e la scritta “cento” sulla manica. L’Ascoli del “centenario” fu però ampiamente sopravvalutato, al punto che uno degli attaccanti in forza alla squadra preferì risolvere il contratto dopo aver ricevuto una proposta di lavoro a tempo indeterminato come operaio. Cacciatori fu esonerato e sostituito da Enzo Ferrari, che chiuse la stagione all’8º posto mancando i play-off all’ultima giornata. In questa stagione tra l’altro l’Ascoli dopo 42 anni perde (1-0) il derby con la Fermana che sale in Serie B al suo posto.

Scaduto il mandato quadriennale di Cappelli, la società si diede un nuovo assetto e con il restante Benigni, la squadra fu rinforzata da nuovi acquisti, tra cui spiccava l’attaccante Eddy Baggio. Nel 1999-2000 l’Ascoli riprese a navigare nelle parti alte della classifica, concludendo il torneo al 3º posto. Ai play-off superò la Viterbese e approdò in finale, trovandovi la rivale Ancona. A differenza di quanto previsto nel 1995-96, un pareggio in finale avrebbe promosso la squadra con il miglior piazzamento in campionato, cioè la formazione dorica. Prevalse infatti l’Ancona con un pareggio ai tempi supplementari: dopo il momentaneo vantaggio siglato da Baggio, il giovane anconetano Mirko Ventura segnò la rete decisiva a 2′ dalla fine.

Anni duemila

L’era Benigni e il ritorno in Serie A

Nedo Sonetti, per tre volte alla guida dell’Ascoli e mister della quarta promozione in A.

Con Benigni insediatosi alla presidenza nel 2000, la società marchigiana fu protagonista di un’attenta gestione finanziaria tramite la quale estinse in breve tempo dei debiti pregressi dal vecchio millennio. Sul piano sportivo i bianconeri raggiunsero i play-off del campionato di C1, arrendendosi tuttavia al Messina. Nella stagione 2001-02 in panchina giunse Pillon, capace di centrare la promozione grazie anche alle decisive affermazioni casalinghe su Catania e Lodigiani. Al ritorno in seconda serie fece seguito una doppia salvezza, raggiunta dapprima con Pillon e successivamente con Ammazzalorso (subentrato a Dominissini nell’autunno 2003).

Il campionato 2004-05 vide l’Ascoli compiere una partenza stentata, salvo poi recuperare terreno grazie alla prolificità di una coppia offensiva composta da Bucchi e Colacone. Una vittoria contro il Modena all’ultima giornata permise la qualificazione ai play-off, ma in semifinale i piceni capitolarono contro il Torino. Nonostante la disfatta sul campo, la squadra venne poi ripescata in Serie A per il declassamento del Genoa e la precarietà economica del Perugia e degli stessi granata.

Il biennio in massima serie (2005-2007)

Il portiere Gianluca Pagliuca, estremo difensore ascolano nella stagione 2006-07.

La stagione del ritorno in massima serie dopo 13 anni annoverò l’Ascoli tra le sorprese del campionato, con i marchigiani capaci tra l’altro di imporre un pari casalingo al MilanPur incorrendo nella squalifica di Giampaolo — sedutosi in panchina senza aver conseguito la qualifica di allenatore —la formazione ottenne agevolmente la permanenza, resa matematica da un pari contro il già condannato Treviso. La posizione conclusiva fu un decimo posto, con 43 punti in classifica.

Subito dopo la fine del campionato, la dirigenza scelse Attilio Tesser come nuovo allenatore. Le operazioni di mercato videro, tra l’altro, l’ingaggio del quarantenne portiere Gianluca Pagliuca. A causa del difficile avvio in Serie A, nel mese di novembre Tesser fu rimpiazzato da Nedo Sonetti. L’avvicendamento alla guida non sortì un miglioramento significativo, coi bianconeri che conquistarono soltanto 9 punti nel girone d’andata. Confinati per gran parte del torneo in ultima posizione, i marchigiani conobbero la discesa a tre giornate dal termine. Soltanto la vittoria contro il Cagliari nel turno finale evitò la posizione di coda, toccata al Messina.

Il ritorno in B

Allenata da Ivo Iaconi, la compagine picena chiuse il successivo campionato cadetto all’ottavo posto. Il rapporto dell’allenatore abruzzese con i bianconeri si sciolse in estate, con Di Costanzo chiamato a sostituirlo.

La stagione seguente si aprì all’insegna dei risultati sfavorevoli, e il 20 ottobre lo stesso Di Costanzo fu sostituito dall’esordiente Vincenzo Chiarenza. Il cambio d’allenatore non recò benefici: l’Ascoli raggranellò due soli punti in cinque giornate, al Del Duca contro Rimini e Pisa, sprofondando all’ultimo posto. Anche Chiarenza fu esonerato (7 dicembre) e al suo posto arrivò Franco Colomba. La scelta si rivelò azzeccata: la squadra ottenne subito tre vittorie consecutive, e nel girone di ritorno proseguì altrettanto bene, inanellando sei risultati utili. A sei giornate dal termine, battuto 2-1 il Frosinone, l’Ascoli aveva quasi raggiunto la salvezza e si era avvicinato alla zona play-off, ma un inatteso crollo con quattro sconfitte di seguito riportò la squadra a ridosso dei play-out. Con un vantaggio di soli 3 punti, per la permanenza aritmetica in serie B occorreva una vittoria in trasferta contro il già retrocesso Treviso. Fu invece un pareggio (1-1), mentre all’ultima giornata i bianconeri furono sconfitti al Del Duca per 3-2 dal Livorno. La concomitanza di altri risultati fruttò ugualmente la salvezza, ottenuta con un 16º posto a 51 punti insieme a Modena e Salernitana.

Franco Colomba guidò l’Ascoli in Serie B alla salvezza nel 2008-2009

All’inizio della stagione 2009-10 Colomba fu svincolato e la presidenza si mise in cerca di un nuovo tecnico, con l’obiettivo di riconquistare la massima serie. Il 17 giugno 2009 fu ingaggiato Alessandro Pane, che aveva appena condotto la Reggiana ai play-off di Prima Divisione. La campagna acquisti estiva portò rinforzi come Mirco Antenucci e Marco Bernacci, tornato all’Ascoli dopo un anno di serie A con il Bologna. L’inizio di campionato fu favorevole ai bianconeri, imbattuti fino alla 7ª giornata, con 13 punti conquistati ed una posizione d’alta classifica. La netta sconfitta interna (1-5) contro il Sassuolo interruppe bruscamente la serie positiva, innescando una crisi che si prolungò per altre 7 giornate, che produssero solo due punti. La sconfitta interna per 1-3 nel derby contro l’Ancona (22 novembre) convinse Benigni a sostituire Pane richiamando Pillon. Dopo due sconfitte nelle prime partite, alla vigilia di Natale arrivò il primo punto da uno 0-0 al Via del Mare in casa del Lecce capolista, e subito dopo la vittoria con il Padova. Il 2010 si aprì all’insegna di una forte ripresa, con cinque vittorie consecutive, che riportò la squadra a metà classifica. Verso la fine del campionato, la squadra iniziò anche a nutrire qualche piccola speranza di poter agguantare un posizionamento play-off, ma non ci riuscì, chiudendo la stagione al nono posto, a quota 57 punti.

La stagione 2009-10 si caratterizzò anche per un episodio di fair play che ebbe per protagonista la compagine bianconera. Il 5 dicembre 2009, al Del Duca, su indicazione di Pillon la squadra lasciò pareggiare la Reggina dopo essere passata in vantaggio mentre un giocatore ospite era a terra. L’episodio contribuì alla sconfitta per 3-1 dei padroni di casa, ma destò scalpore e sfociò nella proposta, rivolta alla FIFA dallo Herald Tribune e dal The New York Times, di insignire la società marchigiana del premio Fair play 2009 al termine della stagione.

Anni duemiladieci

La retrocessione in Lega Pro

Il 31 maggio 2010, all’indomani dell’ultima partita di campionato e congedando Pillon, la società ufficializzò l’ingaggio di Elio Gustinetti per la stagione successiva (contratto di un anno). Dopo 12 giornate, a causa degli scarsi risultati ottenuti (l’Ascoli si trovò ultimo con 10 punti, senza contare una penalizzazione di 3), il tecnico bergamasco venne sollevato dal proprio incarico e sostituito da Fabrizio Castori. Nel corso della stagione la società ricevette complessivamente 6 punti di penalizzazione, per irregolarità nella gestione amministrativa, e la situazione di classifica divenne sempre più difficile. Ma a pochi mesi dal termine del campionato la squadra iniziò ad infilare una notevole serie di risultati positivi, che la portò, il 29 maggio 2011, all’ultima giornata di campionato alla salvezza diretta. La squadra chiuse a 50 punti la stagione (56 effettivi escludendo la penalizzazione).

Per la stagione successiva, 20112012, la società confermò in panchina Fabrizio Castori. La stagione si aprì nuovamente all’insegna delle difficoltà: furono infatti assegnati ai marchigiani 7 (in origine erano 10, poi ridotti tramite vari ricorsi) punti di penalizzazione (1 per inadempienze di carattere amministrativo in relazione al versamento dei contributi Enpals e delle ritenute Irpef a beneficio di propri tesserati, 3 per violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, per responsabilità oggettiva nelle accuse mosse ai calciatori Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci nello scandalo scommesse e 3 per non aver provveduto nei termini previsti al deposito di una serie di attestazioni finanziarie). Dopo le prime 13 giornate di campionato sotto la guida Castori la squadra aveva ottenuto 2 vittorie e 3 pareggi, e all’indomani di una sconfitta con l’AlbinoLeffe, la società decise di cambiare tecnico, scegliendo di puntare su Massimo Silva, il quale 5 anni prima sedeva già sulla panchina dei bianconeri nell’avventura in serie A assieme a Marco Giampaolo. Piano piano, seppur nei primi tempi della nuova gestione il rendimento non fosse ancora così diverso dal precedente, la squadra trovò nuovamente la forza per conquistare quei punti necessari ad evitare non solo la retrocessione diretta, ma anche lo spareggio playout. Come avvenuto negli anni precedenti, infatti, la squadra racimolò molti punti nell’ultima fase della stagione, vincendo partite importantissime contro dirette concorrenti per la salvezza. La salvezza matematica fu ufficialmente sancita all’ultima giornata, quando i bianconeri si imposero 2-0 in casa del Padova, con reti di Lorenzo Pasqualini ed Andrea Soncin. I bianconeri chiusero pertanto il loro campionato al quindicesimo posto, avendo conquistato 49 punti (56 effettivi escludendo la penalizzazione).

La stagione 2012-2013 inizia tra alti e bassi, anche se verso la fine del girone d’andata l’Ascoli ottiene 13 punti in cinque partite avvicinandosi alla zona play-off ma dopo la sconfitta per 4-3 contro lo Spezia incomincia una serie di risultati negativi che porta i bianconeri a giocarsi il tutto per tutto all’ultima giornata (Cittadella-Ascoli) per disputare almeno i play-out. Invece, dopo aver sprecato diverse occasioni, al ’50 del s.t. il Cittadella segna il gol dell’1-0 decisivo con Baselli a pochi secondi dalla fine condannando di fatto l’Ascoli a retrocedere in Lega Pro, dopo 12 anni tra Serie A e Serie B.

La Lega Pro e il fallimento

La nuova stagione dell’Ascoli inizia nel peggiore dei modi. Prima dell’inizio del campionato, i tifosi marchigiani si ritrovano con il sito web della società sospeso e con una società in silenzio per varie settimane, con il mercato ormai aperto. Dopo una serie di avvertimenti degli ultras ascolani verso la dirigenza per impegni dichiarati e non mantenuti (presentazione del nuovo allenatore e direttore sportivo, e un mercato soddisfacente), viene presentato il nuovo tecnico dell’Ascoli, Rosario Pergolizzi; il 20 luglio viene poi ufficializzato Angelo Fabiani come nuovo direttore sportivo. Il 22 luglio viene organizzata dagli Ultras 1898 e tutti i tifosi una manifestazione al C.S. Città di Ascoli contro la dirigenza bianconera in occasione del raduno della squadra, con presenti circa 1000 persone.

Il 30 settembre 2013 tramite assemblea viene decretato il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo presidente Guido Manocchio[34] con l’ex presidente Benigni che lascia la carica dopo 18 anni.

Tuttavia dopo due mesi, Manocchio lascia la presidenza a Costantino Nicoletti nel mese di novembre tentando di risanare i conti della società che il 17 dicembre 2013 fallisce per bancarotta.

La rinascita con l’Ascoli Picchio

L’imprenditore italo-canadese Francesco Bellini, rifondatore del club nel 2014.

Dopo il fallimento, la società viene affidata ad una curatela fallimentare formata dai commissari Walter Gibellieri, Franco Zazzetta ed Emidio Verdecchia. Il 13 gennaio 2014 viene firmato il bando d’asta con i dettagli sul procedimento per l’acquisto della società, che fissa al 6 febbraio il termine per il pagamento della somma per rilevare il sodalizio.

Nel tardo pomeriggio del 6 febbraio viene aperta l’unica busta pervenuta, contenente l’offerta d’acquisto dell’imprenditore italo-canadese Francesco Bellini, che viene accettata, sancendo così la nascita dell’Ascoli Picchio F.C. 1898. Il 13 maggio 2014 la F.I.G.C. ha trasferito il titolo sportivo del fallito Ascoli Calcio 1898 S.p.A. al nuovo soggetto societario. Bellini nomina come direttore generale l’ex giornalista di Tuttosport, Gianni Lovato, affidandogli un piano triennale per riportare l’Ascoli in serie B.

Nella stagione 2014-2015 il club ha militato nel girone B della Lega Pro, classificandosi secondo alla conclusione del campionato e venendo successivamente eliminato al primo turno dei playoff dalla Reggiana. Alla vigilia della stagione calcistica 2015-2016 l’Ascoli richiede comunque l’ammissione al Campionato di campionato di Serie B, in seguito alla condanna della capolista Teramo alla retrocessione in Lega Pro per la combine attuata nella penultima partita di campionato, contro il Savona (ove la vittoria esterna per 0-2 aveva permesso proprio al Teramo di centrare la promozione in Serie B con una giornata di anticipo, rendendo inutile lo scontro diretto con l’Ascoli in programma allo Stadio Gaetano Bonolis all’ultima giornata della stagione regolare).

Il Teramo venne condannato e retrocesso all’ultimo posto in classifica; di conseguenza l’Ascoli risultò la squadra vincitrice della competizione con conseguente promozione in serie cadetta dopo due anni d’assenza. L’inizio di stagione, segnato da scarsi risultati, portò tuttavia all’esonero del tecnico Petrone in favore di Devis Mangia, che guidò i bianconeri fino al mese di maggio 2016, allorché si dimise per motivi di salute. La squadra venne guidata nel finale di stagione dai componenti rimasti dello staff tecnico, capeggiato da Paolo Cozzi, riuscendo a raggiungere l’obiettivo della salvezza diretta.

Il 13 giugno Francesco Bellini rinunciò alla carica di presidente (mantenendo comunque il controllo del club), carica che fu assegnata all’amministratore unico Andrea Cardinaletti, scelto dallo stesso Bellini; tre giorni dopo vennero ufficializzati gli ingaggi di Cristiano Giaretta come direttore sportivo e di Alfredo Aglietti come allenatore della prima squadra, che terminò la stagione con una salvezza maturata alla penultima giornata contro il Bari.

Dal 1º giugno 2017 l’Ascoli Picchio è guidato dal duo formato da Fulvio Fiorin ed Enzo Maresca. Il duo viene però esonerato a dicembre, con la squadra all’ultimo posto della classifica. Sotto la guida del nuovo tecnico Serse Cosmi la formazione ascolana si risolleva e consegue una serie di risultati positivi, che le consentono via via di scalare varie posizioni della graduatoria fino al raggiungimento del 18º posto finale, valido per i play-out contro la Virtus Entella. Nelle due partite pareggia per 0-0 e, a parità di punteggio e reti segnate, si salva per il miglior piazzamento in classifica.

Il ritorno all’Ascoli Calcio

Il 14 giugno 2018 Francesco Bellini, dopo aver dichiarato la messa in vendita della Società e aver ricevuto diverse offerte da differenti imprenditori e/o società, dichiara di aver accettato la proposta dell’imprenditore romano del gruppo Bricofer S.p.A. di Massimo Pulcinelli. Invece il 21 giugno 2018, viene emesso un comunicato ufficiale da parte della società romana Bricofer S.p.A. in cui si dichiara che la trattativa non sarebbe andata a buon fine causa di una mancata garanzia per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della società. Il Presidente Francesco Bellini dovrà cercare altre offerte. Qualche giorno dopo però, il 3 luglio 2018, la società Ascoli Picchio F.C. comunica l’avvenuta cessione a Massimo Pulcinelli; il 10 luglio 2018 viene convocata una conferenza stampa, tenutasi nella sede della società, nel corso della quale sono presentati i componenti amministrativi e dirigenziali. L’acquirente Pulcinelli incamera il 90% delle quote societarie, mentre il restante 10% va ai due soci Giuliano Tosti e Gianluca Ciccoianni. Alla presidenza del club viene nominato Giuliano Tosti.

Il 18 luglio 2018 la società comunica il cambio di denominazione da Ascoli Picchio ad Ascoli Calcio 1898 FC Spa. Il primo novembre ha inaugurato ad Ascoli il primo Ascoli Calcio store.

Cronistoria

Cronistoria dell’Ascoli Calcio 1898 FC
  • 1898: Fondazione della Società Sportiva Candido Augusto Vecchi.[1][44]
  • 1905: La società cambia denominazione in Circolo Sportivo Vigor.[44]
  • 1920: Il club cambia denominazione in Unione Sportiva Ascolana.[44]
  • 1926: Il sodalizio cambia denominazione in Circolo Sportivo Vigor.[44][45]
  • 1926-27: 1º nella Terza Divisione Marchigiana. Promosso in Seconda Divisione.
  • 1927-28: 3º nel girone A della Seconda Divisione Sud.
  • 1928-29: 8º nel girone B del Campionato Meridionale. Retrocesso in Seconda Divisione. La società cambia denominazione in Società Sportiva Ascoli.[44]
  • 1929-30: 1º nel girone B della Seconda Divisione Sud. Promosso in Prima Divisione.
  • 1930-31: 8º nel girone F della Prima Divisione.
  • 1931-32: 10º nel girone E della Prima Divisione.
  • 1932-33: 6º nel girone G della Prima Divisione. A fine campionato rinuncia alla categoria e riparte dalla Seconda Divisione regionale.
  • 1933-34: 6º nel girone unico (Marche) della Seconda Divisione.
  • 1934: Al termine della stagione, la società viene sciolta per motivi economici[44] e viene costituito il Fascio Giovanile di Combattimento (F.G.C.) di Ascoli.[44]
  • 1934-35: 10º nel girone unico (Marche) della Seconda Divisione. Ammesso nella nuova Prima Divisione. Il club cambia denominazione in Società Sportiva Ascoli.[44]
  • 1935-36: 7º nel girone unico (Marche – Abruzzi – Dalmazia) della Prima Divisione.
  • 1936-37: 4º nel girone unico (Marche) della Prima Divisione.
  • 1937-38: 3º nel girone unico (Marche) della Prima Divisione. Promosso in Serie Ca seguito dell’allargamento dei quadri.
  • 1938-39: 9º nel girone F della Serie C.
Qualificazioni di Coppa Italia.
  • 1939-40: 13º nel girone F della Serie C.
Qualificazioni di Coppa Italia.
  • 1940-41: 13º nel girone F della Serie C.
Qualificazioni di Coppa Italia.
  • 1941-42: 12º nel girone F della Serie C.
  • 1942-43: 2º nel girone H della Serie C.
  • 1943-1945: Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945: Alla ripresa delle attività agonistiche vengono riunite tutte le squadre rionali della città nella Società Sportiva Ascoli.[44]
  • 1945-46: 9º nel girone B della Serie C (Lega Naz. Centro-Sud).
  • 1946-47: 12º nel girone F della Serie C (Lega Interreg. Centro). Retrocesso dopo aver vinto lo spareggio e aver perso la semifinale salvezza e successivamente ripescato.
  • 1947-48: 12º nel girone Q della Serie C (Lega Interreg. Centro). Retrocesso in Promozione.
  • 1948-49: 11º nel girone L della Promozione (Lega Interreg. Centro).
  • 1949-50: 12º nel girone L della Promozione (Lega Interreg. Centro).
  • 1950-51: 10º nel girone L della Promozione (Lega Interreg. Centro).
  • 1951-52: 3º nel girone L della Promozione (Lega Interreg. Centro). Ammesso nella nuova IV Serie.
  • 1952-53: 2º nel girone E della IV Serie.
  • 1953-54: 4º nel girone F della IV Serie.
  • 1954-55: 15º nel girone G della IV Serie. Retrocesso in Promozione Regionale. A fine stagione, il club si fonde con la Società Sportiva Lillo Del Duca[44] e diventa Associazione Sportiva Del Duca Ascoli.
  • 1955-56: 2º nel girone unico della Promozione Marche.
  • 1956-57: 1º nel girone unico della Promozione Marche. Promosso nel Campionato Interregionale – Seconda Categoria.
  • 1957-58: 5º nel girone G del Campionato Interregionale – Seconda Categoria.
  • 1958-59: 4º nel girone G del Campionato Interregionale. Ammesso in Serie C dalla FIGC perché capoluogo di provincia.
  • 1959-60: 7º nel girone B della Serie C.
  • 1960-61: 6º nel girone B della Serie C.
  • 1961-62: 14º nel girone B della Serie C.
  • 1962-63: 13º nel girone C della Serie C.
  • 1963-64: 4º nel girone C della Serie C.
  • 1964-65: 4º nel girone C della Serie C.
  • 1965-66: 8º nel girone C della Serie C.
  • 1966-67: 10º nel girone C della Serie C.
  • 1967-68: 8º nel girone B della Serie C.
  • 1968-69: 3º nel girone B della Serie C.
  • 1969-70: 4º nel girone B della Serie C.
  • 1970-71: 4º nel girone B della Serie C.
  • 1971-72: 1º nel girone B della Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1972[3]: Il sodalizio assume la denominazione Ascoli Calcio 1898 rilevando, per continuità, la fondazione dello storico sodalizio Candido Augusto Vecchi.
  • 1972-73: 4º in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1973-74: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1975-76: 14º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1977-78: 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Vince la The Red Leaf Cup (1º titolo).
Primo turno di Coppa Italia.
Vince il Torneo di Capodanno (1º titolo).
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1984-85: 14º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1985-86: 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Mitropa Cup.svg Vince la Coppa Mitropa (1º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1989-90: 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
Gironi di qualificazione di Coppa Italia.
  • 1990-91: 4º in Serie B. Promosso in Serie A.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1991-92: 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 1994-95: 18º in Serie B. Retrocesso in Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Finalista del Torneo Anglo-Italiano.
  • 1995-96: 4º nel girone B della Serie C1. Perde la finale dei play-off.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia Serie C.
  • 1996-97: 8º nel girone B della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1997-98: 10º nel girone B della Serie C1.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 1998-99: 8º nel girone B della Serie C1.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 1999-00: 3º nel girone B della Serie C1. Perde la finale dei play-off.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 2000-01: 5º nel girone B della Serie C1. Perde la semifinale dei play-off.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2001-02: 1º nel girone B della Serie C1. Promosso in Serie B.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Vince la Supercoppa di Lega di Serie C (1º titolo).
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 2004-05: 6º in Serie B. Perde la semifinale dei play-off ma, per effetto della condanna sportiva del Genoa e per le mancate iscrizioni del Perugia e dello stesso Torino, diviene il club col 3º miglior titolo sportivo e viene promosso in Serie A.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 2006-07: 19º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
  • 2012-13: 20º in Serie B. Retrocesso in Lega Pro Prima Divisione.
Terzo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2014: Il 13 maggio, l’Ascoli Picchio F.C. 1898 rileva il titolo sportivo dell’Ascoli Calcio 1898 fallito per bancarotta mantenendo la categoria.
  • 2014-15: 2º nel girone B della Lega Pro. Perde il turno preliminare dei play-off, ma viene promosso in Serie B dopo la revoca della promozione al Teramo per illecito sportivo.
Ottavi di finale di Coppa Italia Lega Pro.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
  • 2018: Il club cambia denominazione in Ascoli Calcio 1898 FC.
  • 2018-19: 13º in Serie B.
Secondo turno di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Rozzi con i suoi celebri calzini rossi

I colori sociali dell’Ascoli sono il bianco e il nero. La divisa classica prevede una maglia a strisce verticali bianconere, abbinata a calzettoni e calzoncini bianchi. Una tradizione introdotta all’inizio degli anni 2000 prevede che ogni anno, in occasione del turno casalingo più vicino al 18 dicembre – anniversario della morte dello storico presidente Costantino Rozzi –, l’Ascoli scenda in campo con dei calzettoni rossi, in ricordo dei celebri calzini indossati per scaramanzia dal presidentissimo.[46]

Ecco di seguito una carrellata di alcuni dei template adottati nel corso della storia del club.

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa con i colori comunali
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa adottata in epoca fascista
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa classica
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Adidas 1986
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa UHL 2002-03
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Lotto 2005-06
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Legea 2006-07
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Legea 2007-08

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione dello stemma

(1/4)

Lo stemma utilizzato nelle divise da gioco degli anni ottanta

Negli anni ottanta il gagliardetto dell’Ascoli recava sul lato destro un castello in campo rosso (simbolo del comune) e sul sinistro una serie di strisce verticali bianconere. Alla fine degli anni novanta il giallo venne sostituito dall’oro, frapposto alle bande bianconere, e lo stemma tornò circolare – come negli anni settanta – contornato dalla scritta Ascoli Calcio 1898, sempre di color oro su sfondo bianco.

Lo stemma dell’Ascoli Picchio F.C. adottato nel 2014 (a seguito della decisione del nuovo sodalizio di non adottare nessuno degli emblemi di proprietà del disciolto Ascoli Calcio, acquistati all’asta fallimentare) è stato realizzato sotto la supervisione della moglie del presidente Francesco Bellini. Si presenta sotto forma di scudo svizzero palato bianco-nero (ricalcando in tal modo la forma dello stemma originale dell’A.S. Del Duca) con una fascia rossa centrale contenente il simbolo comunale di Ascoli Piceno. Una fascia trasversale bianca, posta a mezza altezza e incurvata verso il basso, contiene il nome del club, mentre la cuspide dello scudo contiene l’immagine di un picchio stilizzato a forma di lettera B, mutuato dal simbolo delle aziende del presidente Bellini (tale animale era già stato adottato nella simbologia del club – sebbene con una diversa veste grafica – negli anni ottanta, per rappresentare il territorio ascolano[47]).

Col ritorno della denominazione Ascoli Calcio, nel 2018 lo stemma ha ricuperato la storica foggia partita tra il castello su fondo rosso e la palatura bianco-nera, inserita nella parte medio bassa di un ancile, il cui terzo superiore è invece bianco e contiene la ragione sociale, intervallata dalla bandiera italiana.

Mascotte[modifica | modifica wikitesto]

La mascotte dell’Ascoli è il picchio stilizzato, riferito all’uccello totemico degli antichi Piceni. Questo simbolo è l’unico utilizzato nelle maglie indossate dall’Ascoli della gestione Rozzi, ma è stato anche in uso in alcune divise sociali adottate durante le gestioni Cappelli/Benigni ove spesso si urla il nome del Lanfranco. Secondo un’antichissima tradizione greco-romana, il popolo dei Sabini attraversò l’Appennino seguendo un totem, un animale guida identificato nel “picchio”, di cui venivano interpretati i movimenti e i comportamenti per trarne indicazioni sulla direzione del viaggio. Inoltre, si narra che il Picchio si posò sul loro vessillo guidandoli nel Piceno. Nelle figurine Panini, la mascotte attribuita all’Ascoli è raffigurata spesso come una torre merlata antropomorfizzata.

Inno[modifica | modifica wikitesto]

L’Ascoli Calcio ha avuto diversi inni, tutti composti da artisti ascolani. Il primo fu scritto in occasione dell’esordio della squadra in serie A da Enzo Titta, insegnante di scienze del liceo classico di Ascoli Piceno, musicista polistrumentista. I versi iniziali sono:

«Ascoli, Ascoli, Ascoli, del calcio l’università.
Ascoli, Ascoli, Ascoli, il vanto sei della città.»

Si sono poi succeduti altri due inni. Negli anni 1980 è stata la volta di Ascoli sei grande dei Well’s Fargo, comunemente intonato dalla Curva Sud. Suggestivo nella sua semplicità, “Ascoli sei grande” è l’inno che accompagna i giocatori in campo all’inizio della partita.

Negli anni 2000 è apparso Cuore bianconero del gruppo ascolano dei Nerkias. In linea con la vocazione satirica della band, quest’inno non è scevro di elementi goliardici:

«Se il Picchio sta in vetta me ne freche de la ciuetta.[48]»

Anche questo inno è eseguito al Del Duca a inizio partita, ma il suo incedere umoristico ha maggior presa nelle piazze (ove viene cantato a squarciagola) piuttosto che nella curva. Rimane il fatto che l’inno storico del maestro Titta è ancora diffuso al termine dell’incontro in caso di vittoria.

Negli ultimi anni il cantante ascolano Claudio Zucchetti ha inciso alcune canzoni che hanno ottenuto un ottimo gradimento tra i tifosi bianconeri, fra le quali “Sono Ascolano”, “Un sogno in bianco e nero”, “L’ultimo grido di libertà” e “Ciao presidente” (dedicata al Presidentissimo Rozzi).

«Ascoli, favola unica, mi fai cantare e soffrire anche senza un perché.
Sarò matto ma questa canzone d’amore è per te.
(Un sogno in bianco e nero)»

L’ultima canzone di Zucchetti dedicata all’Ascoli è uscita nell’agosto 2012, dal titolo “La Regina delle Marche”.

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Ferruccio Corradino Squarcia e Stadio Cino e Lillo Del Duca.

L’Ascoli Calcio disputa gli incontri casalinghi allo stadio Cino e Lillo Del Duca in via delle Zeppelle. Fino al 1962 l’Ascoli Calcio disputava gli incontri casalinghi allo Stadio Ferruccio Corradino Squarcia, ora adibito alla disputa del torneo cavalleresco della Quintana di Ascoli Piceno.

Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]

Dalla stagione 2017-2018 gli allenamenti della prima squadra e di quelle giovanili (e le loro partite di campionato) si svolgono nel centro sportivo “Picchio Village”[49], sorto dalle ceneri del centro sportivo “Città di Ascoli” che la società aveva abbandonato dalla stagione 2014-2015, diventato di proprietà della Banca Marche dopo il fallimento[50] e riacquistato dopo una lunga trattativa nell’agosto 2016, iniziando subito dopo i lavori di ristrutturazione[51].

Il Centro è composto da 2 campi in erba naturale di dimensioni 105×62 m, 1 campo in erba naturale 90×55 m, 1 campo da calciotto, 1 campo sintetico di vecchia generazione 100×60 m, 1 campo sintetico professional 105×62 m, 1000 metri quadrati di spogliatoi (suddivisi fra prima squadra e settore giovanile), illuminazione, tribune e parcheggi. In particolare la prima squadra è dotata di una palestra, una sala video, uffici per lo staff tecnico, spogliatoi per calciatori e staff tecnico, ufficio medico, infermeria/fisioterapia, magazzini e lavanderia. Il settore giovanile può contare su 11 spogliatoi, di cui 4 destinati ad eventuale terna arbitrale e all’antidoping, uffici per lo staff, stanza fisioterapia e una palestra.

Per tre stagioni la società si era è allenata presso il centro “Ecoservices” di Campolungo di Ascoli. Le squadre giovanili invece si dividevano tra il centro “F.lli Agostini”, situato in zona basso Marino, e il campo “Tony Stipa” di Piattoni di Castel di Lama.

Il 19 agosto 2015 la società aveva annunciato l’acquisto del centro “F.lli Agostini” con un piano di ristrutturazione che prevedeva per l’inizio della stagione 2016-2017 il completamento del nuovo “Punto Calcio Picchiarello”[52]. Dopo numerosi problemi e lungaggini la società ha rinunciato all’acquisto dei terreni.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Dirigenti dell’Ascoli Calcio 1898 FC

Il maggiore azionista dell’Ascoli Calcio è l’imprenditore romano Massimo Pulcinelli che detiene il 90% del pacchetto azionario societario.

Organigramma societario[modifica | modifica wikitesto]

Dal sito Internet ufficiale della società.[53]

Ascoli Calcio FC 1898.png

Staff dell’area amministrativa
  • Italia Massimo Pulcinelli – Patron
  • Italia Giuliano Tosti – Presidente
  • Italia Gianluca Ciccoianni – Consigliere
  • Italia Maria Cristina Celani – Ufficio legale
  • Italia Marco Arturo Costantini – Responsabile finanziario e amministrativo
  • Italia Valeria Lolli – Ufficio stampa
  • Italia Marco Maria Marcolini – Segreteria generale e biglietteria
  • Italia Mirko Evangelista – Segreteria sportiva
  • Italia Gaia Gaspari e Grazia Maria Di Silvestre – Ufficio amministrazione
  • Italia Cetteo Di Mascio – Responsabile tecnico settore giovanile
  • Italia Gianmarco Marucchi – Coordinatore settore giovanile
  • Italia Susi Galanti – Responsabile marketing e comunicazione
  • Italia Mauro Cesari – Delegato alla sicurezza
  • Italia Orietta Contisciani – Vice delegato alla sicurezza
  • Italia Top Security Guard – Servizio stewarding
  • Italia Giuseppe Cinti – SLO (Supporters Liaison Officer)

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Ascoli Calcio FC 1898.png

Cronologia degli sponsor tecnici

Ascoli Calcio FC 1898.png

Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1981-1984 POP84
  • 1984-1985 Olio San Giorgio
  • 1985-1987 Norditalia Assicurazioni
  • 1987-1989 Micromax
  • 1989-1991 Cocif
  • 1991-1992 Imesa
  • 1992-1994 Cocif
  • 1995-2005 Carisap
  • 2005-2006 Gaudì
  • 2006-2007 Pompea
  • 2007-2009 Cult
  • 2009-2013 Carisap
  • 2014-2016 Fainplast Ciam e Brosway (sul retro delle maglie)[54][55]
  • 2016-2017 alla 1ª giornata AmatriceAccumoliArquata #SOSAAA, poi Fainplast, Ciam e Brosway (sul retro delle maglie)
  • 2017-2018 nel precampionato AmatriceAccumoliArquata #SOSAAA, poi Fainplast, Ciam e Brosway
  • 2018-2019 AIR Fire, Bricofer e Fainplast
  • 2019- Fainplast, Moretti Design, Green Network, AIR Fire.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori dell’Ascoli Calcio 1898 FC e Categoria:Presidenti dell’Ascoli Calcio 1898 FC

Di seguito la cronologia degli allenatori e dei presidenti.[56]

Ascoli Calcio FC 1898.png

Allenatori

Ascoli Calcio FC 1898.png

Presidenti
  • 1898-1901 Italia Giuseppe Celani
  • 1901-1905 Italia L. Fortis
  • 1905-1915 Italia Antonio Silvestri
  • 1919-1922 Italia Giuseppe Secondo Squarcia
  • 1922-1923 Italia Giovanni Tofani
  • 1923-1924 Italia Piero Sacconi Natali
  • 1924-1925 Italia Carlo Vecchiotti
  • 1925-1927 Italia Giovanni Poli
  • 1927-1929 Italia Vincenzo De Scrilli
  • 1929-1931 Italia Vasco Bruno Sgariglia
  • 1931-1932 Italia Domenico Sassaroli
  • 1932-1933 Italia Enrico Priori
  • 1933-1934 Italia Emidio Angelini
  • 1934-1935 Italia Ugo Liberi
  • 1935-1936 Italia Aldo Tarlazzi
  • 1936-1941 Italia Giuseppe Mazzocchi
  • 1941-1942 Italia Ezio Pallotta
  • 1942-1946 Italia Carlo Bartoli
  • 1946-1947 Italia Giuseppe Silva
  • 1947-1948 Italia Ernestina Panichi Seghetti
  • 1948-1949 Italia Serafino Barbieri
  • 1949-1951 Italia Silvio del Duca Giugni
  • 1951-1952 Italia Agostino Tabani
  • 1952-1954 Italia Augusto Giammiro
  • 1954-1955 Italia Mario Benvenga
  • 1955-1956 Italia Cino Del Duca
  • 1956-1962 Italia Pacifico Saldari
  • 1962-1968 Italia Leone Cicchi
  • 1968-1994 Italia Costantino Rozzi
  • 1994-1995 Italia Elio Rozzi
  • 1995-1999 Italia Nazzareno Cappelli
  • 1999-2013 Italia Roberto Benigni
  • 2013-2014 Italia Guido Manocchio[57]
    Italia Costantino Nicoletti[58]
    Italia Walter Gibellieri, Italia Emidio Verdecchia, Italia Franco Zazzetta (curatori fallimentari)[59]
  • 2014-2016 Italia Francesco Bellini
  • 2016-2017 Italia Andrea Cardinaletti (amministratore unico)
  • 2017-2018 Italia Francesco Bellini
  • 2018-2019 Italia Giuliano Tosti
  • 2019- Italia Carlo Neri

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori dell’Ascoli Calcio 1898 FC

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1986-1987
1980

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Ascoli Calcio FC 1898.png

Torneo di Capodanno – Finale

Ascoli Piceno, 14 giugno 1981, Stadio Del Duca
600px vertical White Black Gold HEX-E5EB44 Red HEX-FF0000.svg Ascoli – Juventus Nero e Bianco (Strisce).svg
2 – 1


  • Ascoli: F. Pulici, Anzivino, Boldini, Bellotto, Gasparini, Perico, C.Trevisanello, Moro, Anastasi (Gibellieri), Scanziani, Torrisi (Mancini).
  • Allenatore: Carlo Mazzone

  • Juventus: Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Marocchino (Causio), Tardelli, Bettega, Brady, Fanna.
  • Allenatore: Giovanni Trapattoni

  • Arbitro: Tonolini.
  • MarcatoriGol 50’ Trevisanello (A), Gol 70’ Tardelli (J), Gol 82’ (rig.) Moro (A).
1977-19781985-1986
2002
1980-1981

Competizioni interregionali[modifica | modifica wikitesto]

2001-2002 (girone B)

Competizioni regionali[modifica | modifica wikitesto]

1926-1927, 1937-1938, 1956-1957

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Secondo posto: 1973-1974
Terzo posto: 1968-1969 (girone B)
Terzo posto: 1999-2000 (girone B)
Secondo posto: 2014-2015 (girone B)
Finalista: 1994-1995

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record dell’Ascoli Picchio F.C. 1898.

Partecipazione ai campionati[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie A 16 1974-1975 2006-2007 16
Serie B 23 1972-1973 2019-2020 23
Prima Divisione 6 1927-1928 1945-1946 35
Serie C 20 1938-1939 1971-1972
Serie C1 8 1995-1996 2013-2014
Lega Pro 1 2014-2015
Seconda Divisione 3 1929-1930 1934-1935 12
Promozione 4 1948-1949 1951-1952
IV Serie 3 1952-1953 1954-1955
Campionato Interregionale – Seconda Categoria 1 1957-1958
Campionato Interregionale 1 1958-1959

In 86 stagioni sportive disputate a livello nazionale, compresi 4 tornei di terzo livello (C) e 1 di quarto livello (D) organizzati dal Direttorio Meridionale. Sono esclusi il periodo fra il 1935 e il 1938, e quello fra il 1955 e il 1957, in cui l’Ascoli decadde a livello locale nelle competenze del Comitato Regionale Marchigiano (E).

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

L’Ascoli della stagione 1979-1980, quarto classificato in Serie A.

Ascoli Calcio FC 1898.png

Serie A
  • Numero di stagioni in Serie A: 16
  • Numero di retrocessioni in Serie B: 5
  • Maggior numero di stagioni consecutive in Serie A: 7 (dal 1978-79 al 1984-85)
  • Miglior piazzamento: 4º posto (1979-80)
  • Peggior piazzamento:
14° su 16: 1975-76 e 1984-85
18° su 18: 1989-90 e 1991-92
19° su 20: 2006-07
  • Maggior numero di punti realizzati in una stagione:
34 (1979-80, 30 partite, 2 punti a vittoria)
29 (1988-89, 34 partite, 2 punti a vittoria)
43 (2005-06, 38 partite, 3 punti a vittoria)
  • Minor numero di punti realizzati in una stagione:
22 (1984-85, 30 partite, 2 punti a vittoria)
14 (1991-92, 34 partite, 2 punti a vittoria)
27 (2006-07, 38 partite, 3 punti a vittoria)
  • Maggior numero di reti realizzate in una stagione:
35 (1979-80, 30 partite)
30 (1988-89, 34 partite)
43 (2005-06, 38 partite)
  • Minor numero di reti realizzate in una stagione:
14 (1974-75, 30 partite)
20 (1989-90, 34 partite)
36 (2006-07, 38 partite)
  • Maggior numero di reti subite in una stagione:
40 (1984-85, 30 partite)
68 (1991-92, 34 partite)
67 (2006-07, 38 partite)
  • Minor numero di reti subite in una stagione:
21 (1981-82, 30 partite)
41 (1988-89, 34 partite)
53 (2005-06, 38 partite)
  • Maggior numero di vittorie in una stagione:
11 (1979-80, 30 partite)
9 (1988-89, 34 partite)
9 (2005-06, 38 partite)
  • Minor numero di vittorie in una stagione:
4 (1975-76 e 1984-85, 30 partite)
4 (1989-90 e 1991-92, 34 partite)
5 (2006-07, 38 partite)
  • Maggior numero di sconfitte in una stagione:
13 (1986-87, 30 partite)
24 (1991-92, 34 partite)
21 (2006-07, 38 partite)
  • Minor numero di sconfitte in una stagione:
7 (1979-80 e 1981-82, 30 partite)
14 (1988-89, 34 partite)
13 (2005-06, 38 partite)
  • Maggior numero di pareggi in una stagione:
15 (1975-76, 30 partite)
13 (1989-90, 34 partite)
16 (2005-06, 38 partite)
  • Minor numero di pareggi in una stagione:
9 (1982-83, 30 partite)
6 (1991-92, 34 partite)
12 (2006-07, 38 partite)
  • Maggior numero di vittorie consecutive: 3 (1980-81 e 1988-89)
  • Maggior numero di pareggi consecutivi: 5 (1974-751975-76 e 1984-85)
  • Maggior numero di sconfitte consecutive: 5 (1991-92)
  • Maggior numero di risultati utili consecutivi: 12 (1981-82)
  • Maggior numero di partite consecutive senza vittoria: 18 (1989-90)
  • Vittoria più larga in casa:
Ascoli-Torino 3-0 (1978-79 e 1987-88)
Ascoli-Roma 3-0 (1979-80)
Ascoli-Udinese 3-0 (1979-801981-82 e 1982-83)
Ascoli-Avellino 4-1 (1983-84)
Ascoli-Fiorentina 3-0 (1987-88)
Ascoli-Verona 3-0 (1988-89)
Ascoli-Chievo 3-0 (2006-07)
  • Vittoria più larga in trasferta:
Inter-Ascoli 2-4 (1979-80)
Udinese-Ascoli 0-2 (1981-82)
Torino-Ascoli 0-2 (1986-87)
  • Sconfitta più larga in casa:
Ascoli-Juventus 0-5 (1986-87)
Ascoli-Verona 0-5 (2012-13)
  • Sconfitta più larga in trasferta:
Juventus-Ascoli 7-0 (1983-84)
  • Partita con più reti in casa:
Ascoli-Milan 2-5 (2006-07)
  • Partita con più reti in trasferta:
Juventus-Ascoli 7-0 (1983-84)
Torino-Ascoli 5-2 (1991-92)

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Walter Casagrande e Giuseppe Greco, migliori marcatori in A del Picchio.
Francesco Scorsa, recordman di presenze in A dell’Ascoli.
Hugo Maradona fratello di Diego, una stagione ad Ascoli senza lasciare il segno.
Migliori marcatori in Serie A
Migliori marcatori in assoluto
Giocatori più presenti in A
Giocatori più presenti in assoluto

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza dei tifosi bianconeri proviene da Ascoli Piceno e dai comuni limitrofi: nella provincia è sostanzioso il seguito dai comuni dell’entroterra; fuori dai confini provinciali il tifo bianconero è molto radicato in parte del fermano e in parte nel maceratese. Numerosi anche i tifosi bianconeri provenienti dalla Val Vibrata (territorio settentrionale della provincia di Teramo ma storicamente e culturalmente legato ad Ascoli). Va ricordato che l’Ascoli, essendo la prima squadra marchigiana a raggiungere la serie A nel 1974 e capace di disputarvi 16 campionati, ha conquistato un numero ragguardevole di tifosi in varie altre zone della regione. Anche per questo motivo l’Ascoli negli anni d’oro riusciva a riempire uno stadio di 34.000 posti (oggi ridotto a 20.000), nonostante le modeste dimensioni della città[4]. Fuori dai confini regionali e del vicino Abruzzo sono presenti nuclei di tifosi nel bolognese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rozzi (al centro) nella sala trofei della società

I primi gruppi della tifoseria organizzata ascolana emersero all’inizio degli anni 1970. Nel 1974, con la promozione in Serie A e l’ampliamento dello stadio Del Duca, la curva sud divenne il settore dei sostenitori bianconeri mentre in precedenza i più caldi si concentravano piuttosto in curva nord e negli altri settori. Nello stesso anno si formò il Settembre Bianconero (SBN), nel quale confluirono i gruppi preesistenti. I primi anni di militanza del Settembre si contraddistinsero, soprattutto al Del Duca, per una serie di gravi scontri con le tifoserie avversarie, soprattutto quelle della Fiorentina, del Torino, della Roma e della Ternana. I viola in particolare furono al centro di violenti scontri in Curva Sud alla prima trasferta. Verso la fine degli anni settanta si formano in curva i Commandos che nel 1983 ampliarono la denominazione in Commandos Army.

Nei primi ’80 nasce Club Rambo che affianca il Settembre Bianconero come asse portante della tifoseria organizzata.
Nel 1983 si formarono i Black Warriors, gruppo proveniente dal comune limitrofe di Castel di Lama, il Monticelli Bianconero che prese il nome del suo quartiere e la Gioventù Bianconera (nata da una scissione del Club Rambo). Nel 1985, si formano gli Strà Kaos Ascoli gruppo coreografico e originale del quartiere di Campo Parignano e nel 1987 e gli Swing Out Group.

Il 9 ottobre 1988 il Del Duca fu teatro di un evento luttuoso. Nel dopopartita di Ascoli-Inter il pullman di un gruppo di skinhead nerazzurri fu fatto transitare sotto la curva ascolana. Ne scaturì una grave colluttazione, e uno dei capi storici del Settembre, Nazzareno (Reno) Filippini, venne violentemente percosso. Morì dopo tre settimane. Il fatto destò scalpore e la Lega Calcio fu indotta, d’accordo con le forze dell’ordine, a predisporre una serie di accorgimenti per limitare il rischio di scontri tra le tifoserie, inasprendo i controlli all’ingresso ed eliminando i settori misti da tutti gli stadi; in ricordo di Filippini è stata apposta una targa sul ponte che collega la città allo stadio.

La morte dello storico Presidente Costantino Rozzi avvenuta il 18 dicembre 1994 suscitò sconforto negli ambienti della tifoseria e degli sportivi ascolani. In seguito la Curva Sud venne intitolata al suo nome.[60]

Nel 1994 nasce il gruppo dei Boys e un anno dopo quello della Guardia di Ferro che si ispirava al movimento legionario rumeno degli anni trenta. Nel 1999 arriva quello degli Arditi, gruppo rappresentativo del nord della provincia (Comunanza) e quello Monte Urano che univa giovani ultras dell’omonimo comune. Nel 2002 fu il turno del gruppo Squadraccia, proveniente da Porto Sant’Elpidio.

Nel 2003 la cessione alla Fiorentina di Gaetano Fontana, ritenuto una bandiera dai tifosi, determinò in questi ultimi la convinzione che le motivazioni economiche prevalessero ormai costantemente sull’attaccamento ai colori sociali, e li risolse a non dedicare più cori ai singoli calciatori.

Il primo campionato dopo l’ultimo ritorno in serie A portò nuovamente il Del Duca alla ribalta per un episodio di violenza, che tuttavia non ebbe conseguenze fatali e fu isolato dalla tifoseria di casa. Al termine dell’incontro Ascoli-Sampdoria un sedicenne ascolano, approfittando della confusione, si introdusse in Curva Sud Rozzi con una pistola di segnalazione navale ed esplose un razzo verso il settore degli ospiti. Fu colpita una cinquantasettenne tifosa doriana di Fano. Il giudice sportivo sanzionò la società per responsabilità oggettiva, infliggendo due turni di squalifica al campo con l’obbligo di giocare a porte chiuse e una multa di 10.000 euro.

Nel 2005 parte del Settembre Bianconero uscì dal gruppo per costituire gli Ascoli Piceno Ultras, che si dimostrarono sufficientemente organizzati anche quanto alle capacità coreografiche; di qui la scelta del Settembre di cedere il comando della curva. Nonostante il ritorno in massima serie si verificò un disaffezionamento della tifoseria e si acuirono le divisioni tra gli ultrà e i tifosi non organizzati, specialmente in seguito allo sfociare della contestazione aperta verso la dirigenza. I mesi che seguirono videro anche un alto numero di diffidati tra i tifosi ascolani.

Nel marzo 2006 nacque, per iniziativa di giovani studenti e lavoratori emigrati nel capoluogo emiliano, il gruppo Esiliati Bologna, votato a seguire le trasferte dell’Ascoli specialmente in Italia settentrionale. Sul finire dell’anno si sciolsero i Black Warriors, con un comunicato ufficiale che criticava apertamente il calcio moderno, deprecava lo scandalo di Calciopoli (cui riconduceva il disamoramento dei tifosi) e lamentava disparità di trattamento fra gli ultrà e i condannati alla pena carceraria per effetto della Legge Pisanu e del concomitante indulto. Altri gruppi invece hanno preferito togliere le loro insegne senza un comunicato ufficiale.

Negli anni successivi il tifo bianconero verrà guidato dagli Ascoli Piceno Ultras affiancati dall’Estremo Sostegno, formazione giovanile nata nel 2006 e scioltasi nel 2010. Nel 2007 il gruppo Arditi si scioglie; tra le cause il mancato ricambio generazionale ed incomprensioni interne.

L’inizio del campionato 2010-2011 è contraddistinto da una spaccatura in seno alla tifoseria. Alcuni ragazzi degli Ascoli Piceno Ultras decidono di abbandonare il gruppo per diversità di vedute ed insieme ad altri giovanissimi danno vita alla formazione Curva Sud Rozzi. Il gruppo prenderà le redini della curva per tutta l’annata 2010-2011, dando alla tifoseria nuova carica e linfa vitale. All’inizio della stagione successiva, anche quest’ultimo, decide di ritirare la propria insegna. In seguito a questo evento, molti componenti dei gruppi ritirati negli ultimi anni, decidono di unirsi dando vita nel gennaio del 2012 ad una nuova formazione ultras: gli Ultras 1898.

Nel febbraio del 2014, l’imprenditore italo-canadese Bellini fonda l’Ascoli Picchio FC 1898 che si aggiudica all’asta fallimentare il marchio e la posizione sportiva della vecchia Ascoli Calcio 1898. Il nuovo Ascoli riaccese gli entusiasmi della tifoseria che aveva vissuto fino a quel momento anni deludenti, culminati dalla retrocessione in Lega pro nel campionato 2012-2013.

Dal 2014, i principali gruppi in attività della tifoseria bianconera sono Ultras 1898 (gruppo più numeroso e rappresentativo che coordina il tifo bianconero), E meno numerosi ma sempre presenti sono Ultras 1999Monte UranoLapedona BianconeraZona MarinoA Modo NostroBoysGuerrieri Piceni e Strà Kaos Ascoli, fondato nel 1985. Presenti inoltre, nuclei provenienti dalla città picena e da fuori di essa e della sua provincia.
Durante il campionato 2013-14 viene fondata l’associazione Solo x l’Ascoli, con sede nel quartiere di Porta Romana[61]. Nel settore dei distinti, sono presenti vari club, tra cui Vienna Bianconera[62]Piceni e Distinti Bianconeri. Dal 2016, in curva sud, è presente il gruppo Avanguardia.

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici nelle Marche.

L’unico gemellaggio ufficiale è quello con gli Ultras Monaco 1994 del Monaco; con gli ultras monegaschi vi è uno stretto rapporto che vede gli ultras delle due squadre presenti insieme sia nel Principato sia nel Piceno in occasione delle partite delle due squadre o in altre occasioni come nel 23 luglio 2013, per il torneo di calcio a 5 organizzato dagli Ultras 1898 in memoria dei tifosi bianconeri scomparsi, in cui hanno partecipato gli Ultras del Principato di Monaco[63].

Esiste una sentita amicizia con la tifoseria del Napoli, rafforzato negli anni ’70 ad oggi con gli Curva B. Altra amicizia di vecchia data è quella con gli ultras della Lazio. Con entrambe le tifoserie c’erano gemellaggi sorti negli anni ottanta. Esistono amicizie recenti con le tifoserie di Padova CalcioBari e Salernitana. In passato c’è stata una amicizia con gli ultras del Como 1907, poi diventata rivalità.

C’erano poi rapporti, ormai terminati a livello di gruppi e mantenuti solo a livello personale con i Granata Korps del Torino, con la tifoseria della Triestina e con quella della Vis Pesaro (Ultras Vis Boys) con cui negli anni novanta e duemila c’era un solido gemellaggio.

Negli anni ottanta la curva ascolana ne strinse uno con i tifosi del Verona, ma esso si sciolse in capo a soli cinque anni: una frangia della tifoseria veronese non aveva accettato di buon grado l’amicizia, spingendosi a levare cori da stadio ostili verso gli ascolani, al grido di “terroni[64].

Le maggiori rivalità sono con le tifoserie di Sambenedettese e Ancona. Il derby Ascoli-Samb è il più sentito per ovvie ragioni di continuità geografica, sebbene manchi nei campionati da oltre trent’anni. Lo storico attrito tra le due tifoserie è stato anche all’origine di un episodio tragico nel 1986, quando all’uscita di un noto locale due gruppi di tifosi vennero pesantemente a contatto; a farne le spese fu un giovane ultrà rossoblu che morì per i postumi di una coltellata all’addome. Altre rivalità considerevoli sono con l’Inter (dopo l’omicidio Filippini avvenuto nel 1988), VeronaLivornoPescaraTernanaPerugiaRomaFiorentinaTeramo,Rimini e Pisa.