Il Parma Calcio 1913, meglio conosciuto come Parma, è una società calcistica italiana con sede nella città di Parma. Milita in Serie A.
Il sodalizio è erede del Parma Football Club, già Parma Associazione Calcio, sorto nel 1970; questi riprendeva la storia del Parma Associazione Sportiva, precedente club costituito nella città emiliana nel 1913 sotto l’originario nome di Parma Foot Ball Club — retaggio del Verdi Foot Ball Club brevemente attivo nello stesso anno —, e rifondato a cavallo della stagione 1969-1970 grazie al passaggio del titolo sportivo ai concittadini dell’Associazione Calcio Parmense, a loro volta sorti nel 1968. L’odierno club, nato nel 2015 come Società Sportiva Dilettantistica Parma Calcio 1913, si fa quindi portatore dell’intera tradizione sportiva parmigiana in ambito calcistico.
Nel suo palmarès figurano 3 Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e e 4 titoli internazionali: una Coppe delle Coppe , 2 Coppe UEFA una Supercoppa UEFA . Dopo Milan, Juventus e Inter, il Parma è il quarto club italiano e il sedicesimo europeo nella classifica generale delle coppe UEFA vinte. È inoltre l’unica squadra ad aver conseguito tre promozioni consecutive nei campionati nazionali di calcio organizzati sotto l’egida della FIGC, passando dalla Serie D alla Serie A in soli tre anni (2015-2018); è inoltre una delle quattro squadre europee ad avere conquistato titoli internazionali pur senza avere mai vinto il proprio campionato nazionale.
Il club si pone al ventunesimo posto come risultati e al quindicesimo posto come punteggi fra i 65 club che hanno militato in Serie A; sino alla stagione 2011-21 ha inoltre figurato nel ranking UEFA. In venticinque anni (dal 1990-91 al 2014-15) ha disputato ventiquattro campionati di massima serie (diciotto dei quali consecutivi) e quindici stagioni nelle coppe europee (quattordici delle quali consecutive, dal 1991-92 al 2004-05).
Il Parma Foot Ball Club nacque il 16 dicembre 1913. Il nucleo originario della squadra era costituito dagli uomini del Verdi Foot Ball Club, club formatosi il 27 luglio dello stesso anno e assorbito dalla nuova compagine. Dopo vari campionati disputati nelle categorie regionali e dopo che, nel 1922, l’avvocato Ennio Tardini dà avvio alla costruzione dello stadio (poi a lui intitolato, dopo la sua precoce morte), nel 1924-1925 arriva la prima promozione nella massima serie nazionale. Permanenza che dura solo un anno, per poi proseguire nella categoria cadetta. Nel 1930 la società assume un carattere polisportivo e viene denominata Parma Associazione Sportiva. Da qui in poi la squadra gareggerà tra Serie B e Serie C. Fino a che nella stagione 1953-1954, grazie anche alle 15 reti del bomber cecoslovacco Július Korostelev e alla guida del suo connazionale compagno (e poi allenatore) Čestmír Vycpálek, ottiene la prima promozione (sul campo) in Serie B, dove rimane negli undici anni successivi. Giocatori importanti di questo periodo sono stati il goleador Paolo Erba (che nella stagione 1956-1957 si laurea capocannoniere della serie cadetta con 16 reti) e Ivo Cocconi, che in quegli anni colleziona 308 presenze con la maglia crociata. Nella stagione 1964-1965 il Parma retrocede in Serie C e l’anno dopo in Serie D.
Il 2 gennaio 1968 il Tribunale di Parma mette in liquidazione il club e un manipolo di imprenditori parmigiani lo acquista e lo rinomina Parma Football Club. Novità che non sortisce effetti positivi: in una stagione da dimenticare, culminata nella sconfitta interna contro i cugini “provinciali” del San Secondo, il Parma si salva a stento, superato di un punto dal San Secondo stesso.
La Parmense della stagione 1968-1969, che proseguì la tradizione sportiva del vecchio Parma.
L’agonia del neonato Parma Football Club è presto conclusa: alla vigilia della stagione 1969-1970, la dirigenza rinuncia all’iscrizione, lasciando il testimone del calcio cittadino all’altra società di Parma, la Parmense che, mettendo mano al portafoglio, acquista per 20 milioni dal vecchio Parma titolo sportivo e alcuni giocatori. Nel 1969 infatti l’Associazione Calcio Parmense, nata l’anno prima dalla collaborazione tra l’imprenditore edile Ermes Foglia ed Ermes Ghidini, dirigente del Gruppo Sportivo Salvarani di Baganzola (evoluzione della squadra del Circolo Golese) che aveva sfiorato per quattro volte la promozione in Serie D, vince la Prima Categoria 1968-1969 e raggiunge il Parma in Serie D. La Parmense iniziò la stagione 1969-1970 con il proprio nome, ma dal 1º gennaio 1970, cambiò denominazione in Parma Associazione Calcio, vestendo la livrea delle divise crociate e il simbolo, proseguendo la tradizione sportiva del vecchio club, caro ai tifosi Parmigiani. Il ritorno in Serie C è immediato. Gli anni 1970 del nuovo Parma sono caratterizzati da continui saliscendi dalla terza divisione alla cadetteria con due promozioni risolte agli spareggi entrambi giocati a Vicenza: nel 1972-1973 contro l’Udinese (2-0), e nel 1978-1979 contro la Triestina (3-1, con doppietta di un giovane Carlo Ancelotti, che in quella stessa estate viene ceduto alla Roma)[10][11].
Anche negli anni 1980 il Parma coglie due promozioni dalla Serie C: la prima nel 1983-1984 grazie alle reti di un attaccante ancora oggi molto amato (Massimo Barbuti) e la seconda nel 1985-1986 con alla guida il giovane allenatore Arrigo Sacchi (voluto poi da Berlusconi al Milan due anni più tardi). Sono gli anni della presidenza dell’indimenticato Ernesto Ceresini che, dopo il nuovo contratto di sponsorizzazione con la Parmalat sperimenta, senza troppo successo, la guida tecnica del giovane allenatore boemo Zdeněk Zeman, ma che poi si affida al più pratico Giampiero Vitali, per ricavarne due salvezze.
Gli anni d’oro
Il capitano Lorenzo Minotti, il patronCalisto Tanzi, l’allenatore Nevio Scala e il presidente Giorgio Pedraneschi festeggiano la vittoria della Coppa Italia 1991-1992, primo importante trofeo vinto dal club e simbolico avvio dell’escalation parmense ai massimi livelli nel corso del decennio.
Ma è nel 1989 che Ceresini darà una svolta alla storia del Parma, chiamando in panchina in B il promettente tecnico Nevio Scala. Suo malgrado, è stato l’ultimo dei suoi colpi di mercato: il presidente muore improvvisamente, a stagione in corso, dopo un brillante avvio della squadra. Il contraccolpo dura qualche gara, ma la squadra rimonta e coglie nella partita più significativa (il derby contro la Reggiana, il 27 maggio 1990, vinto per 2-0) quel quarto posto, utile per la prima promozione in Serie A della sua storia, con una giornata di anticipo.
https://www.youtube.com/watch?v=cg-XKBKqU20
Dopo la promozione in serie A, la società diviene proprietà della multinazionale di Collecchio, la Parmalat di Calisto Tanzi. Alla presidenza della squadra viene chiamato Giorgio Pedraneschi. Da neopromosso, il Parma esordisce in Serie A con un sesto posto finale che gli consentirà di esordire in Europa nella Coppa UEFA. La stagione successiva conquista il primo trofeo nazionale della sua storia: la Coppa Italia: il 14 maggio 1992 batte in finale la Juventus per 2-0, (Melli e Osio), dopo aver perso all’andata per 1-0. L’anno dopo il Parma conquista il primo trofeo europeo: la Coppa delle Coppe, vincendo in finale per 3-1 contro l’Anversa a Wembley (reti di Minotti, Melli e Cuoghi).
Gli acquisti di Faustino Asprilla prima e di Gianfranco Zola poi, confermano la voglia di vincere del club e della proprietà. Il Parma conquista nel febbraio del 1994 la sua prima Supercoppa europea, battendo a San Siro il Milan 2-0, con gol vittoria nei tempi supplementari di Massimo Crippa, dopo aver perso all’andata 1-0 in casa. Fallisce però il bis in Coppa delle Coppe perdendo in finale 1-0 contro gli inglesi dell’Arsenal. La stagione 1994-1995 è caratterizzata dalla sfida infinita con la Juventus su tre fronti: in campionato e in Coppa Italia, appannaggio dei torinesi, e in Coppa UEFA vinta invece dal Parma nella doppia finale con Dino Baggio marcatore in entrambe le gare.
Festeggiamenti per la Coppa UEFA 1994-1995 conquistata nella doppia finale contro la Juventus.
La stagione 1999-2000 si apre con la vittoria in Supercoppa Italiana, 2-1 contro il Milan a San Siro (rete decisiva di Alain Boghossian). Tuttavia in Europa e in campionato la squadra delude le aspettative, mancando anche l’accesso ai preliminari di Champions League 2000-2001. Le due stagionisuccessive sono caratterizzate da un’alternanza continua di allenatori: da Malesani per Sacchi, da Renzo Ulivieri, a Daniel Passarella e infine al “traghettatore” Pietro Carmignani. Con lui il Parma vince la sua terza Coppa Italia, superando la Juventus in finale (a Torino sconfitta 1-2 e a Parma vittoria 1-0). L’anno dopo arriva in panchina Cesare Prandelli, coadiuvato da Sacchi, e la squadra gialloblù, con in campo Adriano e Mutu, si piazza al quinto posto.
Dal crac Parmalat al fallimento del 2015
La stagione successiva l’improvviso crac Parmalat, per il quale viene arrestato il patron Tanzi, segna la storia della squadra parmense. Tuttavia, nonostante il terremoto societario e il passaggio in amministrazione controllata, il club gialloblù riuscirà comunque a concludere il campionato al quinto posto, contendendo fino all’ultima giornata la qualificazione alla Champions League con l’Inter di Zaccheroni. Il 25 giugno 2004, per evitare la ripartenza dai dilettanti, nasce il Parma Football Club, che assume e mantiene vivi tutti i diritti del Parma AC, nonostante il fallimento della Parmalat da cui è svincolato. La nuova società, a cui sono stati trasferiti anche i debiti del Parma AC, temporaneamente proprietaria del nuovo club, viene posta in amministrazione straordinaria da parte di Enrico Bondi e della Parmalat e usufruisce della “Legge Marzano“, in attesa di un compratore. Il nuovo tecnico Silvio Baldini viene esonerato e la squadra è di nuovo affidata al “traghettatore” Pietro Carmignani che la condurrà alla salvezza nel doppio spareggio contro il Bologna (0-1 e 2-0, reti di Cardone e Gilardino). In quella stessa tormentata annata, i ducali arrivano fino alla semifinale di Coppa UEFA, venendo eliminati dal CSKA Mosca, 0-0 a Parma e 3-0 in Russia per i moscoviti, poi vincitori del trofeo. La guida di Mario Beretta (grazie anche ai verdetti di “Calciopoli“) porta nel 2005-06 il Parma alla qualificazione europea dopo una stagione di assenza.
Nella Serie A 2006-2007 arriva sulla panchina Stefano Pioli, mentre il 25 gennaio la società viene rilevata dall’industriale bresciano Tommaso Ghirardi. Pioli viene esonerato per Claudio Ranieri che salverà il Parma. L’anno successivo è sofferto: di nuovo l’allenatore Domenico Di Carlo viene sostituito da Héctor Cúper, che a sua volta lascia il posto al tecnico della “Primavera” Andrea Manzo. Il Parma perde contro l’Inter (2-0), che vince lo scudetto e, contemporaneamente, condanna la squadra alla prima retrocessione in Serie B della sua storia dopo diciotto stagioni consecutive in Serie A.
Alessandro Lucarelli, primatista di presenze in maglia ducale, e capitano della ripartenza in Serie D.
In Serie B, dopo un negativo avvio con la guida di Gigi Cagni, arriva Francesco Guidolin che riporta la società nella Serie A 2009-2010, stagione che il Parma finirà all’ottavo posto. Il direttore generale Leonardi affida la squadra, per la stagione successiva, prima a Pasquale Marino e, visti gli scarsi risultati, a Franco Colomba che porterà il Parma alla salvezza. Lo stesso Colomba inizia la stagione 2011-2012 sulla panchina degli emiliani e vi resta fino al 10 gennaio 2012; paga la pesante sconfitta a Milano contro l’Inter per 5-0 e viene sostituito da Roberto Donadoni. Nella stessa stagione, grazie alla vittoria per 2-0 sull’Udinese del 20 novembre 2011, il Parma supera quota 1 000 punti nella classifica perpetua della massima serie a girone unico. Nell’ultima giornata della stagione 2011-2012, grazie alla vittoria per 1-0 sul Bologna del 13 maggio, i crociati vincono la loro settima partita consecutiva, stabilendo un nuovo primato. La stagione 2012-2013 vede il Parma ripartire dal ritorno di Amauri e nel girone d’andata, nella trasferta con l’Udinese terminata 2-2, Raffaele Palladino segna il millesimo gol in Serie A della storia gialloblù. Nel ritorno i crociati chiudono il torneo al decimo posto; da sottolineare nell’ultima sfida casalinga, il 12 maggio con il Bologna, la celebrazione del ventennale della conquista della Coppa delle Coppe a Wembley.
La stagione 2013-14, quella che vedrà il Parma festeggiare il suo centenario, il 16 dicembre 2013, si apre con l’arrivo di Antonio Cassano. Il 18 maggio 2014 i ducali chiudono il torneo al sesto posto, valevole per l’approdo al terzo turno preliminare dell’Europa League 2014-2015. La qualificazione europea però sfuma: il club, non in regola con alcuni pagamenti IRPEF, si vede negare la licenza UEFA. Si tratta del primo tassello di una serie di gravi problemi finanziari che si protrarranno per tutta la successiva stagione, segnata da continui cambi di proprietà e culminata il 19 marzo 2015 con il fallimento della società parmense.
La rinascita
Il 27 luglio 2015 una nuova società, la S.S.D. Parma Calcio 1913, viene affiliata alla FIGC e ammessa in sovrannumero in Serie D rappresentando così calcisticamente la città di Parma. La nuova squadra è posseduta da due società: Nuovo Inizio srl, composta da 7 imprenditori locali, che controlla la maggior parte del club, e da Parma Partecipazioni Calcistiche spa, formata da tutti quei tifosi che vogliono prendere parte alla storia della squadra. Dopo una sola stagione tra i dilettanti, il 17 aprile 2016, con la vittoria casalinga per 2-1 sul Delta Rovigo, i ducali festeggiano il ritorno tra i professionisti, al termine di un’annata da record sia per seguito di tifosi sia per punti in campionato; chiudendo poi l’intero campionato senza sconfitte, il Parma raggiunge il primato stagionale dell’unica squadra imbattuta nelle prime quattro serie italiane. L’annata 2016-2017 è anch’essa da ricordare per la società, che termina il campionato di Lega Pro al secondo posto: il 17 giugno 2017 completa il doppio salto e, vincendo 2-0 contro l’Alessandria nella finale dei play-off, conquista la promozione in Serie B.
Il Parma della stagione 2017-2018, alla sua terza promozione consecutiva, completa in appena un triennio la risalita dai dilettanti alla Serie A.
Quattro giorni dopo viene annunciato il cambio di proprietà del club, che a partire dal luglio seguente passa per il 60% delle quote nelle mani del gruppo cinese Desports (tramite la controllata Link International Sports, titolare anche di Granada, Chongqing Lifan e socia minoritaria dei Minnesota Timberwolves) presieduto da Jiang Lizhang; le restanti quote del 30% e del 10% della società emiliana rimangono nelle mani del gruppo imprenditoriale locale Nuovo Inizio e dell’azionariato popolare Parma Partecipazioni Calcistiche. Il nuovo organigramma vede Hernán Crespo e Giacomo Malmesi assumere l’incarico di vicepresidenti del club.
Il 18 maggio 2018, vincendo in trasferta per 2-0 all’ultima giornata contro lo Spezia e grazie al pareggio interno del Frosinone contro il Foggia, si aggiudica la promozione diretta in Serie A, avendo raggiunto la seconda posizione in classifica alle spalle dell’Empoli. Con questo risultato, il Parma è in assoluto la prima squadra italiana ad aver conquistato tre promozioni consecutive dalla Serie D alla A.
Sul finire di ottobre 2018, non ritenendo più sufficientemente solida la gestione Desports, il gruppo Nuovo Inizio riassume il controllo del club col 60% delle azioni: i soci cinesi calano pertanto al 30%, mentre resta invariato il 10% nelle mani della public companyParma Partecipazioni Calcistiche. Il 9 novembre Pietro Pizzarotti, uno dei soci della cordata, passa dalla carica di vicepresidente a quella di presidente.
Cronistoria
Cronistoria del Parma Calcio 1913
16 dicembre 1913 – Fondazione del Parma Foot Ball Club, il quale assorbe il precedente Verdi Foot Ball Club.
1921-22 – 3º nella Prima Categoria Emiliana (FIGC). Retrocesso in Seconda Divisione per riforma dei tornei dopo aver perso lo spareggio contro il Treviso. Eliminata al primo turno di Coppa Italia.
1969 – Alla vigilia dell’inizio della stagione calcistica 1969-70, la società Parma Football Club si ritira definitivamente dalle competizioni, e la nuova società Associazione Calcio Parmense nata nel 1968 viene promossa in Serie D e va a rappresentare calcisticamente la città di Parma dando continuità alla storia sportiva.
1969-70 – 1º nel girone B della Serie D. Promosso in Serie C.
1970 – A campionato ancora in corso, il 1º gennaio 1970, l’A.C. Parmense assume il nome di Parma Associazione Calcio.
25 giugno 2004 – Nasce il Parma Football Club SpA, a cui vengono trasferiti tutti i diritti del Parma Associazione Calcio dichiarato insolvente. La nuova società, così svincolata dalla proprietà Parmalat, usufruisce infatti della “Legge Marzano“.
2014-15 – 20º in Serie A. Retrocesso in Serie B e successivamente non iscritto. Il sodalizio, dichiarato fallito il 19 marzo, subisce la revoca dell’affiliazione dalla FIGC.
27 luglio 2015 – La FIGC affilia la neonata Società Sportiva Dilettantistica Parma Calcio 1913 e la iscrive in sovrannumero al campionato di Serie D.[25]
2015-16 – 1º nel girone D della Serie D. Promosso in Lega Pro.
La maglia a righe verticali gialloblù utilizzata negli anni 1950.
I primi colori ufficiali della squadra parmense, nata nel 1913 con il nome di Verdi Foot Ball Club, sono quelli della città ovvero il giallo e il blu, disposti a quarti sulla divisa. Ugo Betti e Torquato Rossini in seguito creano una nuova divisa: una maglia bianca con una grande croce nera sul petto. La casacca crociata è quella che accompagna la storia del Parma fino al 1951 quando, per ragioni scaramantiche, viene decisa la sua sostituzione dapprima con una maglia palata gialloblù e poi con una divisa blu con maniche gialle. La “snaturazione” termina nel 1958 con il ripristino della vecchia maglia crociata bianconera.
Una tra le divise «bianco latte» dell’era Parmalat, sfoggiate nel quindicennio 1983-1998.
In seguito all’acquisizione di un Parma ormai fallito da parte dei concittadini della Parmense, questa ottiene il diritto di indossare la casacca crociata: il 1º gennaio 1970, il nuovo Parma sostituisce anche nei colori e nei simboli il vecchio Parma. L’uniforme crociata rimane in auge fino al 1983 allorché, più che altro per motivi commerciali, scompare la croce lasciando il petto completamente bianco, con dettagli gialloblù relegati a maniche, calzoncini e calzettoni. Cambia poco sulle divise del Parma fino al 1998, quando si adotta una nuova divisa fasciata gialloblù. Si deve attendere il 2004 affinché la maglia crociata bianconera torni definitivamente sulle spalle dei calciatori parmensi.
Simboli ufficiali
Stemma
Di stemmi ufficiali da apporre sulle divise, fino agli anni 1940 il Parma non ne fa uso in quanto, per i dirigenti della squadra, la maglia crociata stessa, è già un simbolo. Nell’immediato dopoguerra e ancor maggiormente dopo l’abbandono temporaneo della croce negli anni 1950, fa la sua comparsa uno stemma molto simile all’attuale, poi abbandonato nuovamente al ritorno delle maglie crociate fino al fallimento del 1969.
La Parmense applica, sulle nuove divise del 1968, uno stemma a cerchi concentrici bianchi-gialloblù, mentre dopo il fallimento del Parma FC, vi è l’aggiunta di una piccola croce nera su fondo bianco. Questo fino al 1º gennaio 1970, quando unitamente alla maglia crociata la Parmense (diventando Parma AC) adotta lo scudetto con la croce nera in campo bianco e le strisce verticali giallo-blu, utilizzato fino agli anni 2000 (che prima del 1983 raramente viene apposto sulla maglia). Nel 2000-01 per un’operazione di marketing della società, lo stemma viene pesantemente modificato: alla parte sinistra, una croce azzurra su fondo “giallo-parma” e, alla parte destra, un toro “giallo-parma” in campo azzurro, per ricordare il podestà di Parma del XIII secolo, Torello de Strada. La novità non piace ai tifosi e, già dalla stagione successiva, si torna alla versione classica. Nel 2004, il logo cambia aspetto solo nell’acronimo (da AC a FC) per il cambio di denominazione sociale in Parma FC SpA.
In occasione del centenario del Parma Calcio, il progetto “Parma Brand” del Parma dà vita a un nuovo logo che richiama il classico stemma, coronato dalla cifra “100”, per ricordare l’importante ricorrenza, mentre nella stagione successiva viene adottato un nuovo stemma, che differisce da quello classico per alcuni dettagli (l’apice in capo, la punta affusolata e un diverso carattere tipografico).
Con il fallimento e la rifondazione del club, nel 2015, viene indetto un sondaggio popolare tra i tifosi per scegliere il nuovo emblema societario. La soluzione prescelta è costituita da uno scudo bianco con croce nera, bordato di giallo e azzurro, con in capo una fascia recante il nome del club e l’anno di fondazione iscritto nel vertice inferiore. Già nel 2016 tuttavia, a seguito dell’acquisizione dei diritti d’uso dalla curatela fallimentare del Parma F.C., viene riadottato lo scudetto con croce e strisce, aggiornato con la nuova denominazione sociale.
Lo stemma dell’A.C. Parmense nata nel 1968
Lo stemma del Parma A.C. dal 1970 al 2000, e di nuovo dal 2001 al 2004
Lo stemma del Parma A.C. nel 2000-2001
Lo stemma del Parma F.C. dal 2004 al 2013
Lo stemma del centenario, nella stagione 2013-2014
Lo stemma del Parma F.C. nella stagione 2014-2015
Lo stemma del Parma Calcio 1913 per la stagione 2015-2016
Lo stemma del Parma Calcio 1913 dalla stagione 2016-2017
Inno
L’inno ufficiale del Parma è Il grido di battaglia di Gigi Stok e i suoi Cadetti, brano poi ripreso in chiave moderna dalla Antonio Benassi Band; tuttavia, nelle partite interne giocate all’Ennio Tardini, durante l’ingresso delle squadre in campo risuona la marcia trionfale dell’Aida del compositore parmense Giuseppe Verdi, simbolo della città nonché della stessa formazione ducale, nata in origine nel 1913 in suo nome come Verdi Foot Ball Club.
Lo stadio Ennio Tardini è il più grande impianto sportivo di Parma: lì il Parma si trasferisce nel 1923, dopo aver disputato le prime partite nella cosiddetta “Piazza d’armi”, ricavata dai lavori per il “Lungoparma a Sud”. Nasce come “Stadio Comunale” ma viene intitolato postumo al costruttore ed ex presidente del club Ennio Tardini, che non vede mai terminata la propria opera. Progettato dall’architetto Ettore Leoni (compreso l’arco trionfale d’ingresso ancora esistente, in stile Art Nouveau) è il terzo stadio più antico d’Italia dopo il Ferraris di Genova e l’Arena Garibaldi di Pisa.
Panoramica dello stadio Ennio Tardini, sede degli incontri casalinghi del Parma dal 1923.
Utilizzato fino agli anni 1960 sia per il rugby, che per le partite casalinghe del Parma, nel 1968 diventa anche il campo della Parmense. Lo stadio, negli anni 1970 e 1980, subisce continuamente delle modifiche: le curve, da legno a cemento, e i distinti, da scoperti a coperti. Dopo la promozione in Serie A del 1990, si prospetta la progettazione di un nuovo stadio nei pressi di Baganzola, tuttavia alla fine viene deciso di modificare lo stadio esistente, dapprima con un incremento temporaneo della capienza con strutture elevate in tubi Innocenti, e dal 1991 cambiando radicalmente forma (da quella ovale a quella rettangolare) e con una nuova e più capiente “Tribuna Centrale Petitot”. Oggi lo stadio può contenere 27 906 spettatori, ma dopo l’incidente mortale occorso al diciannovenne vicentino Eugenio Bortolon precipitato dagli spalti, parte della curva Sud è resa inagibile, riducendo la capienza a 22 885 spettatori.
Centro di allenamento
Il centro di allenamento del club parmense è il Centro sportivo di Collecchio: lì si allenano la prima squadra e le giovanili. Ha un’estensione di 85 903 m², presenta una tribuna per le partite della Primavera e le amichevoli della Prima squadra. Sono presenti in totale 7 campi, 5 in erba naturale, uno in erba sintetica e uno con manto sintetico coperto da pallone pressostatico. Un’area è adibita all’allenamento portieri, mentre una pista circolare è usata per le sessioni di corsa e il lavoro con salite. Il centro è diviso in due aree: la prima ha una palazzina che ospita lo spogliatoio della prima squadra, sale mediche, palestra attrezzata, magazzini e uffici, l’altra area è usata dal settore giovanile e contiene gli spogliatoi (anche per gli ospiti), una sala medica, una palestra e un magazzino.[36]
Società
A gennaio 2020 il Parma Calcio 1913 è una società a responsabilità limitata il cui socio maggioritario (intestatario del 99% delle azioni) è Nuovo Inizio s.r.l., società costituita nel 2015 da Guido Barilla, Gian Paolo Dallara, Mauro Del Rio, Marco Ferrari, Angelo Gandolfi, Giacomo Malmesi e Paolo Pizzarotti al fine di rifondare il club, appena fallito. Partecipa in modo minoritario la public companyParma Partecipazioni Calcistiche s.p.a., che rappresenta l’azionariato popolare (con l’1% delle quote).
Fra gli anni 2000 e 2010 il Parma è stato uno dei membri dell’European Club Association, organizzazione erede del soppresso G-14 e composta dai principali club calcistici internazionali, riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.
La formazione Primavera parmense nel 1988, terza classificata al Torneo di Viareggio.
Il settore giovanile del Parma è formato da tre squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali 1998 e Giovanissimi Nazionali 2000), due partecipanti a livello regionale (Allievi B 1999 e Giovanissimi Regionali 2001) e una a livello provinciale (Giovanissimi Fascia B 2002), oltre a una rappresentativa di Esordienti 2003 e due di Pulcini (2004 e 2005).
Nella categoria Allievi il Parma vanta la vittoria di due campionati italiani, quello Nazionale del 2003-04 e quello Professionisti del 2012-13, nonché la conquista di una Supercoppa di categoria nel 2013; a ciò si aggiungono i due titoli nei tornei semiprofessionisti, fatti loro in sequenza dai ragazzi gialloblù nelle stagioni 1976-77 e 1977-78. In ambito giovanile, la società ducale ha avviato delle partnership sportive con altre squadre, sia italiane che internazionali, come il Nova Gorica, il Gubbio e la Giada Maccarese.
Sezione femminile
Nel 2018 la società ha costituito la propria sezione femminile. Partito dal campionato di Eccellenza Emilia-Romagna, con la vittoria dello stesso il Parma Femminile viene promosso, dalla stagione 2019-2020, nel campionato di Serie C dove milita tuttora.
Il Parma nella cultura di massa
In quanto squadra rappresentativa della città ducale, il Parma si è spesso trovato presente in varie opere della cultura italiana. Ad esempio ne L’allenatore nel pallone (1984) il Parma è l’ultima squadra (di Serie B) che Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi, allena prima di approdare alla “Longobarda” di Borlotti, mentre nel film Tifosi (1999) il personaggio interpretato da Diego Abatantuono, juventino, nel suo episodio è alle prese con una trasferta sul campo del Parma.
Allenatori e presidenti
Di seguito l’elenco di allenatori e presidenti del Parma dall’anno di fondazione a oggi.
Allenatori
1913-1919 …
1919-1920 Commissione tecnica formata da Violi, Porcelli e Spaggiari
Numero 12: «solitamente una squadra ritira una maglia quando smette di giocare un calciatore che è stato una bandiera; noi l’abbiamo ritirata per assegnarla a chi è sempre con noi; i tifosi», così Stefano Tanzi ha motivato il ritiro della suddetta maglia, a testimoniare di come il tifo parmense sia il dodicesimo uomo in campo. La maglia è stata consegnata ad alcuni tifosi, e invece del nome del giocatore sulla schiena c’è scritto: “Sempre con voi”.
Numero 6: il 27 maggio 2018 è stato ritirato il numero 6, indossato da Alessandro Lucarelli, primatista di presenze con il club crociato.
Dal suo ingresso nel sistema delle leghe calcistiche italiane nel 1922 in seguito al Compromesso Colombo, il Parma si è sempre mantenuto a livello nazionale, conoscendo il campionato di Serie D come il peggiore in cui abbia militato. Fra i 97 campionati cui ha preso parte, 90 sono stati proto o a pieno titolo professionistici, di cui 52 a girone unico, e 26 di Serie A.[58] La squadra ha ottenuto nella stagione 1996-1997 il suo miglior piazzamento finale di sempre, il secondo posto in Serie A, che gli valse una storica partecipazione alla Champions League.
Il giocatore del Parma che ha totalizzato più presenze in gare ufficiali è Luigi Apolloni: il difensore giocò 385 partite in tutte le competizioni tra il 1987 e il 1999.[60] Limitatamente alla Serie A, il ducale più presente è Antonio Benarrivo: il terzino infatti ha giocato tra il 1991 e il 2004, partecipando a 258 partite nel campionato maggiore.[61]
Il giocatore che ha realizzato più reti in campionato è invece Hernán Crespo, che tra il 1996-00 e il 2010-12, segna 72 gol.[62]
Il 30 dicembre 2016, Alessandro Lucarelli entra nella storia del Parma, diventando l’unico giocatore del club ad aver segnato nei quattro massimi campionati nazionali (dalla D alla A) con la stessa maglia.[63] Il 4 novembre 2017, sempre Lucarelli, supera Ermes Polli e, con 311 presenze, diventa il giocatore del Parma con più presenze in campionato.[64]
Sostenitori gialloblù gremiscono la curva Nord del Tardini, 2009 circa.
La tifoseria del Parma è composta da varie associazioni: il Centro di Coordinamento dei Parma Club (che riunisce la maggior parte dei club) e l’Associazione Petitot. Il gruppo ultras locale è denominato Boys Parma 1977, fondato nel 1977, inoltre pur essendo una squadra di provincia vanta numerosi tifosi in tutta Italia.[66] Allo stadio Ennio Tardini gli ultras e i sostenitori più caldi del tifo gialloblù occupano la curva Nord, che gli stessi hanno intitolato dal 4 maggio 2008 a Matteo Bagnaresi, ultrà appartenente ai Boys e deceduto il precedente 30 marzo in un autogrill sull’autostrada A21, mentre si recava a Torino per assistere a Juventus-Parma, durante uno scontro tra tifoserie.[67]
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