Carpi

Carpi

Fondato nel

1909

Presidente

Claudio Caliumi

Allenatore

Fabrizio Castori

Stadio

Alberto Braglia(21.151 spettatori)

Club History

Il Carpi Football Club 1909, noto più semplicemente come Carpi, è una società calcistica italiana con sede nella città di Carpi, in provincia di Modena.

Costituita nel 1909  con la denominazione di Società Calcistica Jucunditas Carpi nel 1919, dopo la guerra, assume il nome di Associazione Calcio Carpi. Il club viene rifondata nel 2000 con il nome Carpi Calcio, poi cambiato nel 2002  in Carpi Football Club 1909, attuale denominazione. Milita in Serie A, per la stagione 2015-2016. La squadra emiliana gioca le partite casalinghe allo stadio Alberto Braglia  di Modena, dopo aver in passato usufruito dello storico stadio Sandro Cabassi di Carpi, e, brevemente, dello stadio Città del Tricolore di Reggio Emilia. I colori sociali sono il bianco ed il rosso, da cui il soprannome Biancorossi. Altri soprannomi noti del club emiliano sono i Falconi e il Chèrp. Il simbolo della squadra è il carpino, che ha dato il nome anche alla città di Carpi.

In 106 anni di storia ha disputato 1 campionato di massima serie italiano, 2 di secondo livello, 32 di terzo, 26 di quarto e 16 di quinto. Al termine della stagione 2012-2013 ha conquistato la prima storica promozione in Serie B. Il 28 aprile 2015, i biancorossi ottengono la loro prima, storica, promozione in Serie A. Nella loro storia, a livello nazionale, gli emiliani hanno conquistato un campionato di Seconda Divisione, uno di Serie B, uno di Serie C, uno di Lega Pro Seconda Divisione e tre di Serie D; a livello regionale vantano invece un torneo di Promozione, uno di Prima Divisione e due di Prima Categoria. 

Storia

Dalle origini agli anni venti

Il Club è stato fondato nell’estate del 1909 dallo studente Adolfo Fanconi  come Jucunditas (dal latino= “felicità”) iniziando poi le attività ufficiali il 19 ottobre dell’anno stesso, per cambiare denominazione in Associazione Calcio Carpi dopo la fine della Prima guerra mondiale. La prima sede ufficiale fu il “Caffè degli Svizzeri”, in Piazza Vittorio Emanuele (attuale Piazza Martiri) nello stabile che il padre di Adolfo Fanconi, Riccardo, vendette qualche anno dopo a Dorando Pietri, rientrato dall’America.

Dopo alcuni anni di attività a carattere occasionale, nel 1913-1914 lo Jucunditas partecipò al suo primo campionato ufficiale, quello emiliano-veneto di Promozione, piazzandosi alle spalle dell’Audax Modena. L’anno successivo vinse il girone e perse la finale contro il Verona. La guerra sospese i campionati fino al 1919, ma quando i campionati ripresero, la società emiliana, che nel frattempo aveva assunto la denominazione di A.C. Carpi, venne ammessa al campionato di Prima Categoria,  la massima serie dell’epoca. A quell’epoca la Prima Categoria era strutturata in campionati regionali: le migliori due di ogni raggruppamento eliminatorio regionale si sarebbero qualificate alla fase nazionale che metteva in palio lo scudetto. A causa del dominio in campo regionale di società di alto valore quali Bologna e Modena, tuttavia, il Carpi non riuscì mai a superare la fase regionale, classificandosi 4º nel girone unico emiliano nel 1919-1920 e 5º e ultimo nel girone A emiliano nel 1920-1924.  Proprio in virtù dell’ultimo posto nel 1920-1921, avrebbe dovuto retrocedere in Promozione, ma fu successivamente ripescato.

Il Carpi della stagione 1922-1923, finalista per il titolo onorifico di Seconda Divisione.

Nemmeno l’assenza delle 24 maggiori società italiane dal campionato FIGC 1921-1922 per protesta (cfr. Progetto Pozzo e Prima Divisione 1921-1922) portò giovamento alla società emiliana: nonostante l’assenza delle grandi regionali (Bologna, Modena e Mantova), che avevano deciso di disputare il campionato della C.C.I., il Carpi non riuscì a qualificarsi al girone finale emiliano, chiudendo al secondo posto nel girone B a pari merito con la SPAL e dietro alla Virtus Bologna, ma perdendo il conseguente spareggio qualificazione con la SPAL (a Bologna, 15 gennaio 1922: Spal-Carpi 3-1). Nel frattempo il Carpi partecipò alla prima edizione della Coppa Italia  ma fu eliminato al secondo turno. Il Compromesso Colombo, che portò alla riunificazione dei campionati (nel 1921-22 si disputarono infatti due campionati: quello FIGC e quello CCI), sancì la riduzione della Prima Divisione Nord a sole 36 squadre e la retrocessione a tavolino di diverse società, tra cui proprio il Carpi, nel nuovo campionato cadetto di Seconda Divisione. 

Retrocesso, il Carpi disputò nella stagione 1922-1923 un ottimo campionato: vincendo il girone D della Seconda Divisione Nord, si qualificò ai gironi di semifinali: vincendo anche la semifinale B disputata contro Atalanta ed Edera Pola, perse la finale per il titolo contro la Biellese (0-1 e 1-1). Nonostante il secondo posto assoluto nel campionato cadetto, non venne tuttavia promosso in massima serie per il blocco delle promozioni resosi necessario per la riduzione dei ranghi della Prima Divisione da 36 a 24 squadre per l’Italia Settentrionale. Nelle stagioni successive la società non riuscì più a trovare lo slancio giusto per lottare per la promozione, ma riuscì a rimanere nel campionato cadetto (ribattezzato Prima Divisione nel 1926) fino al 1928. Nel 1926-1927  prese parte alla seconda edizione della Coppa Italia, qualificandosi agli ottavi di finale eliminando al secondo turno l’Oderzo, al terzo turno l’U.S. Milanese e ai sedicesimi la Carrarese. Gli ottavi di finale non vennero però mai disputati perché la competizione fu annullata per mancanza di date disponibili.

Nel 1928-1929 la FIGC decise di attuare la riforma del girone unico: il torneo di massima serie a due gironi, la Divisione Nazionale, si sarebbe scisso a partire dalla stagione 1929-1930 in due serie: la Divisione Nazionale Serie A (o semplicemente Serie A) e la Divisione Nazionale Serie B (o semplicemente Serie B). Il campionato nazionale di Prima Divisione venne dunque declassato a terzo livello della scala dei valori federali.

Gli anni trenta e quaranta

Il Carpi disputò quindi diversi campionati di Prima Divisione, con piazzamenti incostanti: nel 1930-1931 e nel 1933-1934 arrivò addirittura la retrocessione sul campo in Seconda Divisione emiliana, anche se in entrambi i casi il Carpi fu successivamente riammesso in Prima Divisione per allargamento quadri. A partire dalla stagione 1935-1936 la FIGC decise di trasformare la Prima Divisione in Serie C (o per usare il nome completo Divisione Nazionale Serie C): solo le migliori sei di ogni girone di Prima Divisione 1934-1935 si sarebbero qualificate al nuovo campionato di Serie C, mentre le rimanenti sarebbero state declassate nel nuovo campionato di Prima Divisione Regionale: il Carpi non riuscì a salvarsi (ovvero a qualificarsi alla Serie C), retrocedendo in Prima Divisione emiliana.

Nella stagione 1935-1936 vinse tuttavia il campionato emiliano di Prima Divisione, venendo promosso in Serie C. Seguirono una serie di stagioni altalenanti nelle quali la squadra ottenne salvezze sofferte: nella stagione 1937-1939 arrivò addirittura la retrocessione in Prima Divisione sul campo, ma il Carpi fu successivamente ripescato. Nei medesimi anni il Carpi prese parte a diverse edizioni della Coppa Italia, non riuscendo però a superare i primi turni eliminatori.

I campionati migliori dell’anteguerra furono quello 1940-1941 e quello 1942-1943,  entrambi conclusisi con il 5º posto nel proprio girone di Serie C. I campionati continuarono fino alla stagione 1942-1943, anno in cui la guerra costrinse la FIGC alla necessaria sospensione dell’attività ufficiale.

Il primo campionato del dopoguerra vide il Carpi ancora in Serie C: nel 1945-1946  la società emiliana vinse il girone I gestito della Lega Nazionale Alta Italia, ma fu escluso dalle finali per la promozione in Serie B causa indisciplina. Nei campionati successivi il Carpi attraversò un periodo di crisi di risultati e a ciò si aggiunse la decisione della FIGC di ridurre la Serie C da 18 a 3 gironi (poi ampliati a 4) a partire dalla stagione 1948-49: ciò avrebbe significato che tra le partecipanti alla Serie C 1947-1948 solo le vincenti dei gironi si sarebbero salvate, quelle tra la 2ª e la 11ª posizione sarebbero state declassate nel neocostituito campionato interregionale di Promozione, mentre le peggio piazzate ancora sarebbero state retrocesse in Prima Divisione Regionale. Nel 1947-1948  il Carpi non fu mai in lotta né per confermarsi in Serie C, né tantomeno limitare i danni venendo ammessa alla Promozione: con un disastroso 16º posto nel girone A della Serie C, venne retrocesso direttamente in Prima Divisione emiliana.

Nei due campionati successivi il Carpi disputò il campionato di Prima Divisione emiliana, centrando la promozione in Promozione al termine della stagione 1949-1950.

 

Dagli anni cinquanta agli anni ottanta

 

Nei due campionati successivi ottenne due terzi posti consecutivi nel girone G di Promozione, lottando per la promozione in Serie C nel primo caso e riuscendo invece a qualificarsi al nuovo campionato di IV Serie nel secondo caso. Dopo tre stagioni in cui il Carpi chiuse a metà classifica in IV Serie, al termine della stagione 1955-1956  arrivò la retrocessione in Promozione emiliana, ma il Carpi venne poi ripescato in luogo di un club di Marano Vicentino.Tre anni dopo (1958-1959), tuttavia, il Carpi retrocedette di nuovo in Prima Categoria emiliana e questa volta non intervenne un ripescaggio a salvare il club dalla retrocessione. In Prima Categoria emiliana il Carpi rimase per tre stagioni, per poi tornare in Serie D al termine della stagione 1961-1962. Dopo un campionato di ambientamento (7º posto nel girone C della Serie D), nel 1963-1964 arrivò la promozione in Serie C, grazie alla vittoria del girone C della Serie D dopo vittoria nello spareggio promozione col Bolzano.

 

Il Carpi 1973-1974.

Tra il 1964 e il 1966 disputò il campionato di Serie C, salvo poi ritornare in Serie D. Per avere un ritorno nella terza serie nazionale si dovrà attendere il 1974-1975, ma il ventesimo posto finale coinciderà con una nuova retrocessione in D.

Le stagioni che vanno dall’1982-1983  all’1986-1987  vide il Carpi, militante in Serie D, sfiorare la promozione in serie C, uscendo sempre beffata da squadre come Sassuolo, Orceana, Suzzarae e Sarzanese.

Nella stagione 1986-1987 c’è la fusione con l’Athletic Carpi, un’altra squadra cittadina, in quel momento in Promozione. La stagione 1987-1988 vide il Carpi, allenato da mister Cresci, arrivare secondo in classifica dietro il Cecina, ma venne ripescata in serie C2 per meriti sportivi e solidità economica della società. La squadra fu affidata ad Ugo Tomeazzi e nella stagione 1988-1989 riuscì (anche grazie alla striscia di risultati utili consecutivi, 21) ad arrivare seconda dietro il Chievo Verona e ad essere promossa in Serie C1.

Gli anni novanta e duemila

Dal 1989 al 1999 il Carpi disputa il campionato di Serie C1. Dal 1989-1990 al 1991-1992  la squadra è allenata da Tomeazzi che la porta a tre salvezze (un ottavo, un tredicesimo e un nono posto). Nel 1992-1993 arriva sulla panchina biancorossa Ciaschini ma, dopo un buona partenza, la squadra retrocede. Nell’estate del 1993 però viene ripescata e inizia un nuovo ciclo con Gianni De Biasi  in panchina che vedrà il Carpi arrivare a metà classifica per tre anni di fila e mettere in mostra giocatori come Emanuele Cancellato e Luigi Beghetto. 

Nel 1996-1997 arriva sulla panchina del Carpi Luigi De Canio. Questa stagione si rivelerà la migliore stagione dei biancorossi: guidati da Marco Materazzi, autore di 7 gol nel girone d’andata, la squadra si trova prima in classifica ma il recupero del Treviso e la vendita da parte della società di due giocatori essenziali come Matteo Pivotto e lo stesso Marco Materazzi, porteranno ad un inevitabile calo. Alla fine della stagione regolamentare, grazie anche ai 13 gol di Cristiano Masitto, si classificò al terzo posto con conseguente possibilità di disputare i play-off. Dopo aver eliminato il Saronno nella doppia semifinale, gli emiliani si trovarono di fronte il Monza del migliore piazzamento in campionato e quindi con la possibilità di essere promossi in serie B anche in caso di pareggio alla fine dei tempi regolamentari. La finale fu giocata sul campo neutro di Ferrara e, nonostante la spinta di 5 000 tifosi carpigiani al seguito, vide la vittoria del Monza (nelle cui file militavano Antonino Asta, Christian Abbiati e Omar Milanetto) per 3-2.

 

Luigi De Canio,  allenatore del Carpi nella stagione 1996-1997.

Gli anni successivi videro un disimpegno economico da parte della società. Nel 1997-1998 la squadra, guidata da Walter De Vecchi  arrivò a metà classifica ma nella stagione 1998-1999 e in quella successiva, 1999-2000,  la squadra si classificò ultima, dapprima in C1 e poi in C2.

Nel 2000, dopo un’annata in Serie C2 culminata con la retrocessione nei Dilettanti, l’Associazione Calcio Carpi fallisce. Nasce così il Calcio Carpi, che verrà iscritto al campionato di Eccellenza. La prima stagione vide il Carpi giocare nel girone romagnolo e concludere la stagione al decimo posto.

La stagione successiva, 2001-2002, si svolgerà in pieno travaglio societario. La squadra disputa un campionato di vertice, ma la società rischia un nuovo fallimento in corso d’anno. Sarà un imprenditore della vicina Mirandola, Franco Cavicchioli, a rilevare l’attività sportiva del Carpi Calcio (assorbita dal nascente Carpi Fc 1909) ad inizio 2002 e a permettere così ai ragazzi guidati da Raffaello Papone di centrare il secondo posto nel girone emiliano dell’Eccellenza e, grazie alle vittorie negli spareggi nazionali contro Massalombarda e Sacilese, di tornare in Serie D.

 

Salvatore Bagni, cresciuto proprio nel Carpi, assume la presidenza nell’estate del 2001.
Da allora la nuova società, con Fausto Salami alla presidenza, milita in Serie D, disputando sempre campionati in cui arriva a metà classifica. Nell’estate del 2009, l’intera compagine proprietaria della seconda squadra cittadina, la Dorando Pietri (già Kennedy, neopromossa in Serie D), entra nel Carpi Fc 1909. Come negli anni ottanta, la fusione inaugura subito un nuovo ciclo vincente. Al termine del campionato successivo, 2009-2010, i carpigiani, sotto la guida di Giancarlo D’Astoli, giungono secondi nel girone D alle spalle del Pisa e maturano il diritto a disputare i play-off. L’avventura termina rocambolescamente a Pianura, dove i locali ribaltano il 5-0 dell’andata con un incredibile 8-2. Il risultato sportivo consente comunque, il 4 agosto 2010, il ripescaggio Lega Pro Seconda Divisione (la ex-C2). Il Carpi torna così a calcare i campi professionistici dopo dieci anni di assenza.

Gli anni duemiladieci

 

La stagione 2010-2011 in Seconda Divisione  si conclude con la vittoria del proprio girone e la promozione in Prima Divisione, dopo essere rimasti in testa alla classifica per 29 giornate su 30 e aver resistito alla tentata rimonta della Carrarese fino all’ultima giornata. Il Carpi arriva inoltre secondo in Coppa Italia Lega Pro perdendo entrambe le finali contro la Juve Stabia (a fine stagione promossa in Serie B dopo aver vinto i play-off di Prima Divisione), dopo aver vinto in semifinale sul campo della Nocerina, che al termine della stagione vincerà il campionato di Prima Divisione, ottenendo la promozione in Serie B.

A fine stagione, insieme a Tritium e Latina, vincitrici rispettivamente del girone A e del girone C, il Carpi ha preso parte alla Supercoppa di Lega di Seconda Divisione, come vincitrice del girone B. La prima sfida, tra Latina e Tritium, terminò col punteggio di 0-1. La seconda sfida vide impegnati allo Stadio Giglio di Reggio Emilia Carpi e Latina; il Carpi si impose per 1-0. Il 28 maggio la sfida decisiva tra Tritium e Carpi, disputata a Trezzo sull’Adda, si concluse a reti inviolate. La Supercoppa fu vinta dalla Tritium grazie alla differenza reti in gare esterne.

Nella stagione 2011-2012  il Carpi torna a giocare in terza serie, adesso Prima Divisione, dopo dodici anni dall’ultima presenza. A causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio Sandro Cabassi, i biancorossi devono giocare tutta la regular season allo stadio Giglio di Reggio Emilia. Il Carpi inizia il campionato vincendo le prime tre partite (compreso lo 0-3 a tavolino contro il Viareggio) e si ritrova in testa alla classifica. Ma dopo un pareggio e tre sconfitte consecutive che fanno perdere il primato al Carpi il tecnico Massimiliano Maddaloni viene esonerato. Al suo posto arriva Egidio Notaristefano che conduce il Carpi al terzo posto finale qualificandosi così per i play-off. Superato il Sorrento in semifinale (vittoria 1-0 in trasferta e sconfitta 0-1 in casa), il Carpi incontrerà in finale la Pro Vercelli. Lo 0-0 esterno dell’andata sembra favorire il Carpi, ma al ritorno i biancorossi perdono a sorpresa 3-1 al Braglia di Modena e vedono infrangere il sogno della Serie B.

La stagione 2012-2013  viene disputata davanti al pubblico del Cabassi,  restaurato e messo a norma per la categoria. Dopo la delusione dell’annata precedente, la panchina viene affidata alla coppia Tacchini-Cioffi e sorprendentemente il Carpi è primo alla fine del girone d’andata. Ma un solo punto nelle prime sei partite del girone di ritorno fa uscire i biancorossi addirittura dalla zona play-off. La coppia Tacchini-Cioffi viene così esonerata e al loro posto arriva l’esperto
Fabio Brini  che ridà identità e gioco al Carpi, che chiude il campionato al terzo posto qualificandosi per il secondo anno consecutivo ai play-off. In semifinale gli emiliani eliminano il Sudtirol, vincendo 2-1 in trasferta e pareggiando 2-2 in casa. La finale è contro il favoritissimo Lecce.La gara di andata è vinta 1-0 dal Carpi grazie al gol di Mehdi Kabine, mentre nella sfida di ritorno in Puglia  il Lecce si porta in vantaggio ma è raggiunto dal pareggio dello stesso Kabine al 74′ minuto, risultato che promuove i biancorossi emiliani in Serie B. 

 

Fabio Brini, allenatore della prima storica promozione in B.

La stagione 2013-2014  verrà ricordata come la prima storica in Serie B. Affidata la panchina a Stefano Vecchi, la squadra vede partire Perini e Arma, due pilastri della promozione, sostituiti da elementi quali Filippo Porcari e Alessandro Sgrigna, o giovani promesse come Simone Romagnoli e Jerry Mbakogu. Il debutto fra i cadetti, non felice, vede una sconfitta sul campo di Terni, mentre la prima vittoria stagionale arriva alla terza giornata, un 2-0 allo Spezia con reti di Concas e Inglese. I biancorossi chiudono il girone d’andata all’ottavo posto, ma a metà marzo arriva l’esonero di Vecchi dopo varie settimane contrassegnate da risultati interlocutori. Il nuovo allenatore, Giuseppe Pillon, porta il Carpi a una tranquilla salvezza, chiudendo il suo primo torneo di B al dodicesimo posto.

La stagione 2014-2015  vede quindi gli emiliani di nuovo ai nastri di partenza del campionato cadetto, stavolta sotto la guida di Fabrizio Castori. A sorpresa, la squadra chiude il girone di andata in testa con 9 punti di vantaggio sul Bologna (eguagliando il record del Palermo della stagione precedente), proseguendo la cavalcata solitaria in vetta per tutto il girone di ritorno; nel turno infrasettimanale del 28 aprile 2015,  con il pareggio casalingo per 0-0 contro il Bari, il Carpi conquista con quattro giornate di anticipo la sua prima, storica, promozione in Serie A. Nella stagione d’esordio in massima categoria, i biancorossi ottengono il loro primo punto il 13 settembre 2015, pareggiando 2-2 sul campo del Palermo, mentre devono attendere il 3 ottobre seguente per festeggiare la prima vittoria, superando a Modena il Torino per 2-1. Per la prima volta nella sua storia, il Carpi, ottiene la qualificazione ai Quarti di Finale in Coppa Italia battendo la Fiorentina 0-1

MIGLIOR POSIZIONAMENTO IN

Champion

SERIE B

2014-2015