

Orgoglio e Passione è un blog di Davide Scuderi
Il 23 marzo 1990, nelle sale cinematografiche statunitensi, debutta Pretty Woman, una commedia romantica destinata a diventare un cult del cinema anni ’90 e a consolidare l’ascesa di Richard Gere e Julia Roberts come due delle stelle più luminose di Hollywood. Diretto da Garry Marshall, il film racconta la storia di un improbabile incontro tra Edward Lewis, un affascinante e ricco uomo d’affari interpretato da Gere, e Vivian Ward, una prostituta dalla personalità spumeggiante, interpretata dalla Roberts. L’ambientazione è Beverly Hills, il cuore del lusso e della superficialità, e l’intreccio si sviluppa attorno a una relazione che sfida le convenzioni sociali.
Il film, che gioca con il tema della “Cenerentola moderna”, mescola umorismo, romanticismo e un pizzico di critica sociale. La trama si concentra sulla trasformazione di Vivian, che da ragazza di strada diventa un elegante “compagno” di Edward, esplorando temi come l’amore, la redenzione e la possibilità di cambiamento. L’alchimia tra i protagonisti è palpabile, e la performance di Julia Roberts, che per questa interpretazione ottenne una nomination all’Oscar come miglior attrice, è stata un trionfo: la sua Vivian è dolce, ironica, vulnerabile e, al contempo, incredibilmente forte, un personaggio che ha conquistato il cuore del pubblico.
A livello di regia, Garry Marshall riesce a bilanciare la leggerezza della commedia con momenti più profondi, senza mai perdere di vista la componente romantica, quella che rende Pretty Woman un film senza tempo. La sceneggiatura di J.F. Lawton, seppur a tratti scontata, gioca con il concetto di “fiaba moderna” e ha il merito di regalare alcune delle scene più iconiche del cinema, come il famoso momento in cui Vivian, in un elegante negozio di abbigliamento, sbeffeggia il personale snob.
Oltre alla storia d’amore, Pretty Woman è una riflessione sull’auto-percezione e sulla possibilità di riscatto sociale, affrontata con una leggerezza che non scivola mai nel banale. Il film, seppur criticato da alcuni per la sua visione un po’ troppo idealizzata della realtà, ha segnato un’epoca e ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare.
La colonna sonora, con brani come “Oh, Pretty Woman” di Roy Orbison, è diventata anch’essa un simbolo di un’era e ha contribuito a dare al film una patina di fascino irresistibile. Pretty Woman è dunque un film che riesce a mescolare romanticismo e realtà, offrendo una storia di riscatto e amore che continua a emozionare generazioni di spettatori. Nel corso degli anni, il film è diventato un punto di riferimento per molte commedie romantiche, un vero e proprio modello di come si può raccontare una storia d’amore in modo elegante, coinvolgente e divertente.