16 Marzo 1968 – My Lai (Vietnam), il peggio della guerra il peggio dell’uomo

16 Marzo 1968 – My Lai (Vietnam), il peggio della guerra il peggio dell’uomo

Il massacro di My Lai, avvenuto il 16 marzo 1968 durante la Guerra del Vietnam, rappresenta uno degli episodi più atroci e controversi dell’intero conflitto. In quella mattina, un’unità dell’esercito americano, il Charlie Company, appartenente alla 11ª Divisione di Cavalleria, compì un attacco brutale contro la popolazione civile del villaggio di My Lai, situato nella provincia di Quang Ngai, nel sud del Vietnam.

Gli Stati Uniti, coinvolti nella guerra contro le forze comuniste nordvietnamite e i guerriglieri del Viet Cong, avevano avviato l’operazione “Cung Le”, volta a eliminare presunti combattenti del Viet Cong nascosti tra la popolazione civile. Tuttavia, quel giorno, la compagnia americana si abbatté su civili inermi, in gran parte donne, bambini e anziani, con una violenza inaudita.

Secondo i rapporti ufficiali, i soldati americani uccisero almeno 504 persone, ma le stime variano. Le vittime furono massacrate senza pietà: fucilate a bruciapelo, stupri, torture e mutilazioni. Intere famiglie furono annientate in un clima di feroce indiscriminato assalto, con le case del villaggio incendiate e le coltivazioni distrutte. I soldati, alcuni dei quali parlavano di “divertimento”, si impegnarono in atti di crudeltà senza alcun freno morale.

Il massacro sarebbe rimasto un segreto per oltre un anno, coperto da un’ombra di silenzio. Fu solo grazie alla testimonianza del soldato Ron Ridenhour, che aveva assistito ai fatti, che l’orrore di My Lai venne portato alla luce. Ridenhour scrisse una lettera, che inviò a diverse autorità e giornalisti, denunciando l’accaduto. L’indagine che ne seguì portò ad alcuni procedimenti legali, ma solo un soldato, il tenente William Calley, fu processato e condannato per l’omicidio di 22 civili, ricevendo una condanna a vita, ma poi ridotta a tre anni di detenzione.

Il massacro di My Lai scosse profondamente l’opinione pubblica sia negli Stati Uniti che nel mondo intero. Per molti, rappresentò la disumanizzazione dei soldati americani durante un conflitto che già suscitava polemiche e divisioni all’interno della società americana. Le immagini della brutalità inflitta ai civili vietnamiti divennero un simbolo delle atrocità commesse durante la guerra del Vietnam e contribuirono a intensificare le proteste contro l’intervento americano in Indocina. My Lai rimane una ferita nella memoria storica della guerra del Vietnam

 

 

 

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