7 Gennaio 1978 – 47 anni fa ACCA LARENZIA

7 Gennaio 1978 – 47 anni fa ACCA LARENZIA

La sera del 7 gennaio 1978, un episodio di grande intensità e drammaticità segna la storia degli anni di piombo in Italia. A Acca Larentia, un quartiere di Roma, si verificò un agguato in cui persero la vita tre giovani militanti del Movimento Sociale Italiano (MSI): Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. L’attacco, che avrebbe scatenato un’ondata di violenza politica, rimane uno dei momenti più significativi e controversi di quel periodo turbolento.

Quel giorno, i tre ragazzi si trovavano in via Acca Larentia, dove avevano partecipato ad un incontro del MSI. Il movimento, espressione della destra radicale italiana, era da tempo al centro di tensioni politiche che sfociavano spesso in episodi di violenza tra gruppi di opposte ideologie. I militanti di destra si trovavano infatti a fronteggiare un clima di crescente ostilità da parte di frange della sinistra extraparlamentare, che vedevano nell’MSI un simbolo di continuità con il fascismo e l’ideologia della dittatura.

L’agguato avvenne attorno alle 22:00. Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni furono colpiti da colpi di pistola sparati da alcuni sconosciuti, e morirono poco dopo. Secondo alcune ricostruzioni, l’attacco sarebbe stato portato a termine da membri di gruppi di estrema sinistra, ma la verità su chi realmente fosse dietro l’agguato non è mai stata completamente accertata. Le versioni sono infatti molteplici e non esistono prove definitive che possano identificare gli autori in modo incontrovertibile.

Il fatto suscitò immediatamente una reazione di rabbia e dolore all’interno del MSI e dei suoi sostenitori. L’episodio venne visto come un attacco diretto alla destra e una manifestazione della crescente violenza politica che segnava quegli anni di conflitti. Gli ambienti neofascisti reagirono con manifestazioni di protesta, mentre molti esponenti politici della sinistra condannarono l’atto ma sottolinearono anche il clima di tensione alimentato da entrambe le fazioni.

A seguito dell’attentato, si generarono una serie di polemiche e speculazioni politiche. Da un lato, molti sostenitori dell’MSI cercarono di dare all’episodio un’interpretazione simbolica, sottolineando come l’attacco fosse parte di una strategia da parte di gruppi estremisti di sinistra per fermare il progresso della destra italiana. Dall’altro, la sinistra e i suoi sostenitori condannarono l’uso della violenza da parte di tutti i gruppi politici, anche se alcuni osservatori ritennero che la retorica di odio e le provocazioni di entrambe le fazioni contribuissero a intensificare il clima di violenza.

La morte dei tre giovani militanti divenne un punto di riferimento simbolico per la destra italiana, che ricordò il 7 gennaio come una data emblematica, legata al sacrificio e alla lotta contro l’intolleranza. Al contempo, l’episodio rimase uno degli eventi più discussi e controversi della storia italiana recente, segnando l’intensificarsi degli anni di piombo e contribuendo a rafforzare la polarizzazione politica.

Oggi, a distanza di oltre quattro decenni, Acca Larentia è ancora un luogo simbolo, e la morte di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni continua a suscitare riflessioni e dibattiti sulla violenza politica e sul difficile percorso di superamento delle divisioni ideologiche che segnarono la storia italiana del Novecento.

 

 

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