Partite indimenticabili: 3 Gennaio 1988, Milan – Napoli 4-1
Il 3 gennaio 1988 è una data da ricordare per i tifosi milanisti. Fu il giorno del largo successo contro il Napoli capolista che lanciò i rossoneri come principali avversari della squadra che aveva in Diego Armando Maradona l’assoluto protagonista. Nel Milan, Gullit è l’autentico trascinatore, già giustiziere dell’Inter, mercè la collaborazione (involontaria, ovviamente) di Riccardo Ferri (autorete). Allo scontro diretto d’inizio ’88 cinque punti separavano il Napoli capolista dalla squadra allenata da Arrigo Sacchi. Un ritardo che il Milan accusò soprattutto per vicende extrasportive: una rondella che a Pisa colpì il difensore partenopeo Renica (con conseguente vittoria a tavolino del Napoli) e un petardo che tramortì, a San Siro, il portiere romanista Tancredi, con sconfitta d’ufficio a carico dei rossoneri.
L’inizio del big-match fu di marca ospite: Maradona, nell’unica giocata degna della sua classe in quei 90 minuti, imbeccò alla perfezione Careca. Il brasiliano, dopo uno stop perfetto, scavalcò il portiere Galli con un elegante pallonetto. L’iniziale svantaggio non scoraggiò i padroni di casa che diedero avvio all’assalto alla porta di Garella. “E’ come se non ce l’avessero mai segnato quel gol, eravamo talmente determinati…”, ricordò Virdis qualche anno dopo quella sfida. Il pari di Colombo “il faticatore” fu il trampolino di lancio verso la vittoria. Dopo una clamorosa occasione sprecata d’un soffio, Virdis raddoppiò al termine di una caparbia azione in area napoletana, agevolata da un rimpallo fortunoso. Il primo tempo si concluse con un palo di Gullit e la netta impressione di una superiorità milanista in ogni reparto.
Nella ripresa, l’olandese continuò a furoreggiare dalle parti di Garella. Sfruttando un buco difensivo avversario, Gullit portò a tre le reti del Milan, scartando il portiere e depositando nella porta vuota. Il Napoli è ormai in barca. Il quarto gol di Donadoni fu favorito da un goffo intervento del frastornato estremo difensore campano. Il velo era stato scoperchiato: il Napoli non era invincibile e, soprattutto, il Milan aveva qualità e convinzione tali da poter lottare per il titolo. Lo scudetto arrivò, passando dallo scontro diretto.
Al San Paolo, nella gara di ritorno disputata il primo maggio del 1988, i rossoneri vinsero di misura (3-2) al termine di una delle più belle partite mai viste nel campionato italiano. In classifica vi fu il sorpasso, preludio alla vittoria finale dei rossoneri che nove anni dopo il titolo della stella si fregiarono nuovamente del tricolore sulle maglie.
Ma tutto partì da quel poker di gennaio. Il progetto di Sacchi, che avrebbe condotto il Milan sul tetto del mondo per due anni consecutivi, cominciava a delinearsi nella sua grandezza e spettacolarità. Lo quasi sconosciuto tecnico di Fusignano sarebbe presto diventare l’allenatore della “squadra perfetta”.