1 Gennaio 1933 – La prima telecronaca di Nicolò Carosio in nazionale

1 Gennaio 1933 – La prima telecronaca di Nicolò Carosio in nazionale

Nel 1933 Capodanno viene di domenica. E la Federazione decide di organizzare a Bologna un’amichevole contro la Germania. Si gioca nell’attuale stadio Dall’Ara, allora Littoriale, i prezzi vanno da 4 a 30 lire (da 5 a 38 euro rivalutati ad oggi), l’inizio è fissato per le 14.30 e accorrono 25.000 spettatori.
La grande novità è per chi allo stadio non può esserci. L’Eiar, la Rai di allora, trasmette per la prima volta la radiocronaca dell’incontro. Al microfono un venticinquenne impiegato della Shell di Venezia, figlio di un ispettore delle dogane palermitano e di una pianista inglese. Ha superato brillantemente un provino qualche mese prima inventandosi la narrazione radiofonica di un pirotecnico derby tra Juventus e Torino. Si chiama Nicolò Carosio e trasmette questa prima partita dalla Torre di Maratona dell’impianto bolognese. Esordisce al microfono con “Qui è Nicolò Carosio che vi parla e vi saluta”. Lo farà per altri 39 anni.
La formazione messa in campo da Vittorio Pozzo fa ampie concessioni alla geopolitica, ci sono quattro giocatori del Bologna negli undici. Il trio juventino Combi-Rosetta-Caligaris cede il passo a Gianni-Monzeglio-Gasperi. Ma è la presenza del rossoblu Angelo Schiavio al centro dell’attacco a stabilire il tema della giornata. Giuseppe Meazza viene provato come mezzala avanzata alle spalle di Schiavio. Risultato? Meazza mette piede in tutti e tre i gol, ne segna uno e serve due assist, uno allo stesso Schiavio. La cosa funziona benissimo. Sarà la soluzione con cui gli azzurri vinceranno i Mondiali del 1934. Nelle ultime tre stagioni Anzolèn Schiavio aveva giocato una sola volta in Nazionale. L’esplosione di Meazza come centravanti lo aveva tolto praticamente di squadra. La brillante idea di Pozzo di arretrare come interno il fuoriclasse dell’Ambrosiana rimette in corsa Schiavio e il Capodanno 1933 diventa per lui un nuovo inizio celebrato nella sua Bologna. Neppure i fotografi si lasciano sfuggire la grande novità della giornata.
Nel ranking di fine 1932 la Nazionale tedesca è dodicesima. Per ora è un avversario di seconda fascia. Quando l’arbitro belga Baert fischia l’inizio con sette minuti di ritardo, l’Italia viene subito aggredita e dopo due minuti si trova sotto. Segna il centravanti tedesco Oskar Rohr del Bayern Monaco chiudendo un’azione nata sulla fascia sinistra. Mario Gianni deve impegnarsi in un paio di parate non semplici per evitare il secondo gol. Poi dopo un quarto d’ora l’Italia comincia a giocare. L’intesa più produttiva è quella tra Meazza e Raffaele Costantino sul lato destro. L’ala della Roma mette al centro un bel pallone su cui Meazza giunge col tempo giusto e pareggia al 24’. Nemmeno tre minuti e Meazza restituisce il favore premiando un taglio in area di Costantino che realizza il sorpasso. Gli azzurri ora dominano e creano altre occasioni. Prima del quarto d’ora della ripresa un altro appoggio di Meazza trova Schiavio e il centravanti bolognese fa centro al 58’ per il 3-1 finale in mezzo al tripudio della sua gente.
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