Il 16 dicembre 1952 nasce a Subiaco Francesco Graziani, detto “Ciccio”, uno dei grandi protagonisti del calcio italiano. Attaccante talentuoso e grintoso, Graziani ha segnato un’epoca sia nei club che nella Nazionale, guadagnandosi il rispetto di tifosi e addetti ai lavori per la sua determinazione e il suo impegno in campo.
La sua carriera da professionista inizia giovanissimo nell’Arezzo, ma è con la maglia del Torino che esplode definitivamente, conquistando la Nazionale e diventando uno dei punti di riferimento offensivi. Grazie alla sua capacità di inserirsi negli spazi, alla velocità e all’instinto da goleador, Graziani si fa notare anche in un’epoca ricca di grandi bomber del calcio italiano. Con il Torino è Campione d’Italia nel 1976, facendo coppia con il suo gemello Pulici fa valanghe di reti.
Il culmine della carriera di Graziani arriva nel 1982, quando diventa uno degli eroi del Mondiale di Spagna. In quell’edizione del torneo, l’Italia conquista il quarto titolo mondiale della sua storia sotto la guida di Enzo Bearzot. Graziani non è uno degli attaccanti più celebrati di quella squadra, visto che la stella è Paolo Rossi, capocannoniere del torneo, ma il contributo di Ciccio è fondamentale per il successo della Nazionale. Graziani si rende protagonista con prestazioni di grande sacrificio, con il suo lavoro sporco in attacco che permette a Rossi di brillare. La sua intelligenza tattica e la sua capacità di fornire assist decisivi sono elementi chiave per il trionfo azzurro.
Il Mondiale di Spagna si conclude con la storica vittoria contro la Germania Ovest in finale (3-1), e Graziani si guadagna un posto nella storia del calcio italiano. Quel trionfo, che segna la consacrazione della Nazionale di Bearzot, è anche il punto di arrivo di una carriera che ha visto Graziani protagonista sui più grandi palcoscenici del calcio.
Dopo il Mondiale, “Ciccio” Graziani prosegue la sua carriera con diverse altre esperienze in Italia, tra cui un ritorno alla Fiorentina e un’ultima parentesi con la Roma, ma il suo nome rimarrà per sempre legato a quella squadra che nel 1982 conquistò il mondo, conferendogli una gloria che è andata ben oltre i suoi anni di gioco.