21 Dicembre 1968, addio a Vittorio Pozzo

21 Dicembre 1968, addio a Vittorio Pozzo

Il 21 dicembre 1968 si spegneva Vittorio Pozzo, una delle figure più emblematiche della storia del calcio italiano e mondiale. Nato a Torino nel 1886, Pozzo ha scritto pagine indimenticabili nella storia del nostro sport, diventando un simbolo della nazionale italiana e del calcio internazionale.

La sua carriera è legata in modo indissolubile ai successi della Nazionale durante gli anni Trenta, quando la squadra azzurra vinse due Coppe del Mondo consecutive, nel 1934 in Italia e nel 1938 in Francia nel mezzo (1936) vinse l’oro olimpico a Berlino. Pozzo è l’unico allenatore nella storia ad aver conquistato due Mondiali, un traguardo che ha consacrato il suo metodo innovativo e il suo talento nel gestire la squadra, unendo rigore tattico e una grande capacità di motivare i suoi giocatori.

Pozzo, che inizia la sua carriera come calciatore, passò poi ad allenare, divenendo commissario tecnico della Nazionale nel 1929. La sua visione del gioco era quella di un calcio dinamico, capace di adattarsi alle sfide internazionali, e sotto la sua guida l’Italia divenne una delle potenze calcistiche mondiali. Non solo allenatore della Nazionale, ma anche tecnico di squadre di club, Pozzo ha influenzato anche la crescita del calcio in Italia, introducendo un calcio più tecnico e strutturato.

L’anniversario della sua morte è una occasione per ricordare non solo l’uomo e il tecnico, ma anche l’eredità che ha lasciato al calcio italiano e mondiale. Il suo stile di allenamento e la sua gestione della Nazionale rimangono un modello per le generazioni successive di allenatori. Un ricordo che, a oltre mezzo secolo dalla sua morte, continua a essere vivo nell’immaginario collettivo del calcio azzurro, che lo considera uno dei suoi più grandi artefici.

 

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