20 Giugno 1976 – Il rigore di Panenka regala il titolo EUROPEO alla Cecoslovacchia

20 Giugno 1976 – Il rigore di Panenka regala il titolo EUROPEO alla Cecoslovacchia

La Cecoslovacchia trionfa con lo storico rigore di Panenka

Belgrado, 20 giugno 1976: è il giorno della finale, il pubblico, non troppo numeroso, sposa la causa ceca. E la Cecoslovacchia parte in quarta: in venticinque mi­nuti è già in vantaggio 2-0, grazie alle reti di Svehlik e Dobias. E sfiora il terzo gol con Masni. La Germania è all’angolo, ma il me­stiere l’aiuta a uscirne. Ancora una volta grazie a Dieter Müller che accorcia le distanze e riaccen­de la speranza. I tedeschi spingo­no, il portiere cecoslovacco Viktor alza un muro, il forcing si fa quasi disperato. A un solo minuto dalla fine arriva il pareggio, con un’azione del solito Müller fina­lizzata dal veterano Hölzenbein.

Tocca ai tempi supplementari mette­re a dura prova le capacità atleti­che dei ventidue su un campo in­fangato e lento, ma anche nell’overtime né i campioni tedeschi, né i sorprendenti ragazzi guidati in cabina di regia da Nehoda e Panenka, riescono a uscire dall’im­passe. La partita si fissa sul 2-2. Non è prevista la ripetizione: sa­ranno i rigori, per la prima volta, a decidere il campionato d’Europa.
Fotografie della memoria. I ri­gori realizzati da Masni, Nehoda, Ondrus e Jurkemik per i “rossi” di Jezek, quelli messi a segno da Bonhof, Flohe, Bongart per i tedeschi. L’ultima reci­ta spetta a Hoeness, secondo Schön. L’attaccante del Bayern è un fuoriclasse, ma appare più stanco e affaticato degli altri. La stanchezza, di lì a poco si tramu­ta in disperazione. È lui che sba­glia il rigore decisivo sparando il pallone oltre la traversa. La beffa finale è di Panenka, che sceglie un pallonetto per colorare l’ulti­mo atto di un successo che appa­re clamoroso.

La Cecoslovacchia esulta portando a casa un trofeo probabilmente inatteso, ma vinto con merito dopo una partita epica e infinita. In quella squadra c’è tutto il “miracolo” di Jezek: il virtuosismo dei giocatori dell’E­st, raramente sposato alla disci­plina tattica, questa volta è stato incanalato dentro schemi che dal punto di vista della razionalità appaiono decisamente “occiden­tali”. In più, c’è da mettere in conto la grande condizione fisica dimostrata dai cechi, in grado di tenere il campo per tutti i novanta minuti, e anche di più quando le sorti di un’incontro si allungano. Ritmo e talento, forza del gruppo e individualità spiccate: quelle della Cecoslovacchia campione d’Europa si identificano nel vecchio numero uno Viktor, nel gi­gantesco libero Ondrus, nel cer­vello (e polmone) di centrocam­po Pollak, nella punta fissa Nehoda che sa aprire spazi invi­tanti per i compagni che arrivano dalle fasce. Sul trono d’Europa, dunque, c’è una nuova regina. Che ha stravolto le previsioni, ma quel posto non l’ha certamente usurpato.

CECOSLOVACCHIA – GERMANIA OVEST 2-2 (7-5 d.c.r.)
Reti: 8′ Svehlik 1-0, 25′ Dobias 2-0, 28′ D. Müller 2-1, 89′ Hölzenbein 2-2
Sequenza rigori: Masny 1-0, Bonhof 1-1; Nehoda 2-1, Flohe 2-2; Ondrus 3-2, Bongarts 3-3; Jurkemik 4-3, U.Hoeness 4-3 (fallito); Panenka 5-3
Arbitro: Sergio Gonella (Italia)
Cecoslovacchia: Viktor, Dobias (Vesely 109′), Capkovic, Ondruš, Pivarnik, Panenka, Moder, Masny, Nehoda (Biros 80′), Gögh, Svehlik (Jurkemik 79′)
Germania Ovest: Maier, Vogts, Dietz, Schwarzenbeck, Beckenbauer, Wimmer (Flohe 46′), Bonhof, Hoeness, Dieter Müller, Beer (Bongartz 80′), Hölzenbein

https://www.youtube.com/watch?v=W8JbkWSx7Fs

https://www.youtube.com/watch?v=7zkBZP3ldM4

 

 

#FOLLOW US ON INSTAGRAM