Terremoto Juve, Agnelli lascia: con lui si dimette tutto il CdA

Andrea Agnelli abbandona il vertice del club bianconero dopo oltre 12 anni: decisive le contestazioni della Consob sulle plusvalenze

I terremoto arriva all’improvviso, in una tranquilla serata di fine novembre, un po’ come era accaduto un anno fa quando la Juventus era finita sotto inchiesta. Stavolta però la notizia è ancora più clamorosa: Andrea Agnelli non è più il presidente del club bianconero, e con lui lasciano anche Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene: 4576 giorni dopo il suo insediamento, il rampollo degli Agnelli, che in un decennio è diventato il presidente più vincente della storia bianconera, con 9 scudetti di fila (impresa mai riuscita a nessuno in Italia) e 19 trofei in totale, lascia il suo grande amore a un passo dal traguardo: non sarà lui il numero uno del club nel 2023, anno del centenario della proprietà della famiglia. La novità riguarda anche la nomina di un nuovo direttore generale, Maurizio Scanavino, per rafforzare il management del club. Sarà lui a ereditare pieni poteri dentro la società.

La notizia è diventata ufficiale poco prima delle 22 attraverso un comunicato ufficiale dopo una giornata impegnativa: il Cda si era riunito in via straordinaria per decidere il futuro di una società particolarmente scossa dagli eventi negli ultimi 12 mesi. L’ultima avvisaglia che qualcosa di grosso stesse accadendo era stato il secondo rinvio dell’assemblea degli azionisti, comunicato circa una settimana fa, che da fine ottobre era slittata a fine novembre e poi addirittura posticipata al 27 dicembre. La motivazione, secondo quanto è stato spiegato in un comunicato, era la necessità di recepire i rilievi fatti dalla Consob (l’organo di controllo della Borsa) legati all’ultimo bilancio, quello del 2021-22. La Juventus aveva annunciato di aver riscritto i bilanci sulla base delle contestazioni dell’organismo di vigilanza, continuando però a ritenere errati i rilievi sia della Consob sia della Procura di Torino sulla stesura dei bilanci degli ultimi anni. Stavolta invece ha imboccato un’altra strada, modificando il progetto di bilancio e bilancio consolidato al 30 giugno 2022, recependo le indicazioni della Consob e anche quelle della Procura. “Il Cda della Juventus — si legge nel comunicato —ha nuovamente esaminato le contestazioni della Procura di Torino”, rilevando che “si tratta di elementi di valutazione suscettibili di differenti interpretazioni e ha considerato i possibili trattamenti alternativi”. Le criticità riguardavano soprattutto le “manovre stipendi” messe in atto durante il Covid, che prevedevano la rinuncia di alcune mensilità da parte dei giocatori nelle stagioni 2019-20 e 2020-21 e la restituzione nelle stagioni successive. Per “un approccio più prudenziale”, la società alla fine ha deciso di contabilizzarli in maniera diversa, recependo di fatto gli appunti mossi dai magistrati che indagano sui conti della Juventus.

 

 

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