F1 Messico: vince Max Verstappen, Hamilton secondo davanti a Perez

e fa il record: 14 vittorie in una stagione..

Il campione del mondo precede Hamilton e Perez. Ferrari anonime: Sainz quinto, Leclerc sesto

Via le nuvole, passa Max. Messico e Verstappen. L’olandese come nessun altro nella storia della F1: 14° successo dell’anno, record, neanche Michael Schumacher nel 2004 e Sebastian Vettel nel 2013 erano riusciti a vincere tanto (13 volte) in una sola stagione. Rabbia e malinconia andatevene via. Nel Paese che celebra i defunti con feste che onorano la vita, il già campione del mondo svuota il campo dalle ceneri lasciate sulla sua Red Bull dalla vicenda budget cap conclusa, almeno formalmente, proprio alla vigilia messicana con uno sconto di pena al team (7 milioni di multa e -10% in galleria del vento) per lo sforamento di oltre 2 milioni del tetto di spese nel 2021. Dispute di cui non si cura. È il più forte e la sua blu vola ovunque e comunque, non soffre niente: le gomme, l’altitudine, le chiacchiere. “Partenza la chiave? Mantenere la testa dopo curva 1 mi ha aiutato molto. Il passo molto positivo, poi abbiamo gestito. Finora è stata una stagione incredibile, ce la stiamo godendo e cercheremo di vincere ancora”.

Insaziabile. Senza rivali. Vola oltre i malumori e i sospetti, buca l’aria rarefatta di queste altitudini e si prende il Messico per la quarta volta in vita sua (2017, 2018, 2021), sfatando pure il tabù che nessun poleman da 5 edizioni era riuscito a mantenere la prima posizione sotto la bandiera a scacchi. Casco d’oro e posa da eroe prima del podio, si prende l’Hermanos Rodríguez, quasi 400 mila spettatori nel weekend, tutti vivacissimi, persino troppo secondo alcuni piloti che pur apprezzando il loro affetto caliente lo ritengono talvolta un po’ troppo invadente. Fischiano Lewis Hamilton, che lo sottolinea (“Dispiace, anche perché io amo questa gente”), però il 7 volte campione con una Mercedes tornata a respirare è l’unico che riesce a inquadrare Verstappen nella sua fuga e alla fine a chiudergli alle spalle seppur con un ritardo di 15”. Resiste anche alla folla e all’orgoglio dell’idolo locale, Sergio Perez, che prova a prenderlo nel finale: il messicano deve accontentarsi del 3° posto dopo una corsa di fame e testardaggine. Checo parte ispirato, supera la Mercedes di Russell per la terza piazza (l’inglese è infine 4° e col giro veloce) ma una sosta lunga lo costringe a ricostruirsi daccapo. “Ho fatto del mio meglio, purtroppo non sono riuscito a passare subito Lewis e standogli dietro è stato difficile”.

Però è sul podio e vince la battaglia per il secondo posto in classifica contro Charles Leclerc: supera di 5 punti il monegasco. Che celebra il suo 100° gp con un 6° posto dietro il compagno, Carlos Sainz, nella gara più complicata per lui e per la Ferrari. Dopo la peggior qualifica dell’anno (lo spagnolo 5° e lui 7°), le rosse si ingaggiano in un duello al via, poi contro gli altri fanno fatica a tenere il passo. Devono semplicemente difendersi, resistere. Sono le uniche a non finire doppiate. La Mercedes tra i costruttori riduce a -40 le lunghezze di distacco. Rosse azzoppate come in Belgio. Prova a spiegare il perché il team principal, Mattia Binotto, da Maranello: “Più complicato che in qualifica, non avevamo la velocità di quelli davanti, abbiamo sofferto nella power unit, in trazione e bilancio. Non sappiamo i motivi, dobbiamo analizzare, reagiremo. Parti motore nuovo per Carlos in Brasile? È un’ipotesi”. Max, una certezza.

 

 

 

 

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