Gli azzurri sbancano Budapest ed avanzano in Nations League

Gli azzurri sbancano Budapest ed avanzano in Nations League

Italia da applausi in Ungheria: vittoria per 2-0 e Final Four di Nations League!

Raspadori segna nel primo tempo, Dimarco raddoppia nella ripresa. Poi Donnarumma para tutto e la Nazionale di Mancini sorpassa quella di Rossi nel match decisivo per la qualificazione

Il mondo a testa in giù. Il Mondiale a testa in giù. L’Italia derelitta, in crisi, fuori dal Qatar, va a prendersi la Final Four di Nations League in Ungheria, contro i giustizieri di Germania e Inghilterra ma che contro di noi non riescono proprio a far punti. È l’Italia di Raspadori, ancora a segno, l’Italia di Dimarco che firma il meritato 2-0 con l’ennesima corsa inesauribile che gli vale la maglia di esterno sinistro senza “se” e senza “ma”. Soprattutto è l’Italia di Donnarumma che si oppone agli ungheresi con almeno tre parate disumane: un gol almeno la squadra di Marco Rossi l’avrebbe meritato, ma gli azzurri, oltre che visibilmente superiori finché il fisico ha retto, hanno giocato una gara giudiziosa, approfittando degli errori dei rivali (primo gol), colpendo in velocità negli spazi (il secondo) e difendendosi protetti da SuperGigio. Finals, teste di serie al sorteggio di Euro 2024, un passo avanti nel ranking Fifa (6°) e un’iniezione di fiducia da non sprecare. Non siamo al Mondiale, ma siamo da Mondiale. E forse Mancini, ispirato nelle scelte, ha ripreso in mano l’Italia.

Si capisce subito che gli azzurri possono prendersi anche la partita. L’Ungheria sente l’appuntamento con la storia, non si rende neanche conto di com’è arrivata a un punto dalle finali, e si fa prendere dall’emozione. L’Italia è messa bene, Mancini ha confermato il 3-5-2 di San Siro con un solo cambio, Gnonto per Scamacca: un attacco di piccoletti veloci che sarà la chiave per scardinare il risultato al 27’, approfittando di due errori gravi della difesa ungherese. Due retropassaggi sbagliati di Attila Szalai prima, e di Nagy, il peggiore, al portiere dopo: Gnonto si avventa sulla palla, impedisce che Gulacsi se ne impossessi, mentre Raspadori si muove in area con classe trovando lo spazio per l’1-0, il secondo gol in due partite, il quinto in azzurro. Sta diventando la sua Nazionale.

Idea Rossi

Rossi ci ha provato a scombussolare le carte, schierando in pratica due sistemi totalmente diversi che per un po’ sorprendono gli azzurri. Quando l’Ungheria si difende, si vede chiaramente il 3-4-2-1 marchio di fabbrica. Appena conquistata palla, però, si trasforma velocemente in 4-3-3, con i due esterni (Fiola e Kerkez) che diventano ali e uno dei due mediani, Schafer, che s’improvvisa secondo stopper, spostando a terzino sinistro lo stopper Attila Szalai.

Gnonto fatica

Ma di fronte c’è un’Italia decisamente più aggressiva e convincente. Cristante meglio accanto a Jorginho e soprattutto Di Lorenzo in condizione Napoli: un salvataggio in difesa e due grandi occasioni da gol. Una volta sotto, l’Ungheria torna all’antico, senza più variazioni sul tema, e si compatta difensivamente in neanche venti metri a centrocampo, sbarrando la strada agli azzurri che nel finale concedono due incursioni pericolose. Quello che convince di meno, aggressione sul gol a parte, è Gnonto che non trattiene una palla e non trova posizione.

Donnarumma super

Non c’è sosta neanche nel secondo tempo. Si gioca a ritmi pazzeschi perché l’Ungheria non vuole farsi sfuggire l’occasione a va all’attacco in massa, è molto diversa da quella solita. Qui si esalta Donnarumma che compie tre-quattro parate da fantascienza su Szoboszlai, Adam Szalai (una dopo l’altra) e due volte Styles, il nuovo entrato che cambia la mediana ungherese. Naturalmente questi attacchi aprono spazi di cui l’Italia approfitta al 7’ con una di quelle azioni vecchi tempi, verticalizzazione di Barella, entrata in area e cross dal fondo di Cristante da destra, e Dimarco che arriva da sinistra come un treno e infila il 2-0 (il gol numero 1500 della Nazionale). L’ultima mezzora è soltanto sofferenza, con un’Italia operaia che si chiude bene ma non riesce mai a ripartire, neanche con i nuovi Scamacca e Gabbiadini. Col trascorrere dei minuti anche l’assalto ungherese si affievolisce. Italia alle “finals”. Il mondo alla rovescia.

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