28 Luglio 1985, cosa nostra uccide Beppe Montana
Commissario della mobile di Palermo nella sezione della squadra catturanti viene ucciso a Santa Flavia (Palermo) il 28 luglio del 1985. Nato ad Agrigento nel 1951 si trasferi a Catania dove ottenne la laurea in giurisprudenza e successivamente vinse il concorso per entrare nella polizia. Entrò a far parte della squadra mobile di Palermo ed in seno a questa fu posto alla testa della neonata sezione “Catturandi”, che si occupava della ricerca dei latitanti. n questa veste ottenne risultati di rilievo, scoprendo nel 1983 l’Arsenale di Michele Greco ed assicurando alle patrie galere nel 1984 Tommaso Spadaro (amico d’infanzia di Giovanni Falcone) divenuto boss del contrabbando di sigarette e del traffico di sigarette e di droga. Aveva collaborato al “maxi blitz di San Michele” del pool antimafia eseguendo parte dei 475 mandati di cattura. Con il pool avrebbe continuato a lavorare a stretto contatto fino all’ultimo suo giorno, consolidando con quella struttura un rapporto nato con il giudice Rocco Chinnici impegnato in prima linea nella “sfida” con la Cosa Nostra.
Proprio dopo l’uccisione di Chinnici, Montana aveva dichiarato:
«A Palermo siamo poco più d’una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà.» |
Tre giorni prima della morte di Montana, il 25 luglio 1985 la Catturandi aveva arrestato otto uomini di Michele Greco, che si era sottratto alla cattura.
Un altro Greco, Pino detto Scarpuzzedda, era a capo di una cosca che insieme a quella di del Prestifilippo controllava il territorio nella zona di Ciaculli n cui si nascondeva il latitante Salvatore Montalto Montana conosceva bene il soggetto perché stava provando a far costituire Scarpuzzedda e cercava anche di convincere la sua amante, Mimma Miceli a consegnarlo alla giustizia. L’agente Calogero Zucchetto nfiltrato nelle mafie di Ciaculli, fu ucciso il 14 novembre 1982 da Greco perché stava quasi per metter le mani sul Montalto; fra i mafiosi, non si sa con quanta fondatezza, si diffuse subito la voce che Montana ed il suo superiore Ninni Cassarà vrebbero ordinato ai loro uomini che Greco e Prestifilippo non sarebbero stati da prender vivi. Montana fu piuttosto l’ideatore ed il principale animatore del comitato in memoria di Zucchetto, in materia di legalità.
Lunga ed intensa fu la collaborazione, accompagnata da un rapporto umano profondo, con Cassarà, che sarebbe stato ucciso nove giorni dopo di lui. Di diverso tenore fu invece la “collaborazione” con un altro funzionario, Ignazio D’Antone, sospettato di collusioni con la criminalità organizzata ed in particolare con il boss Pietro Vernengo fratello di quell’ Antonio il cui arresto era stata la prima grande operazione di Montana.