La guerra di Corea  fu il conflitto combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953. Essa determinò una delle fasi più acute della Guerra fredda, con il rischio di un conflitto globale e il possibile utilizzo di bombe nucleari.

La guerra scoppiò nel 1950 a causa dell’invasione della Corea del Sud, strettamente alleata degli Stati Uniti, da parte dell’esercito della Corea del Nord comunista. L’invasione determinò una rapida risposta dell’ONU: su mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU, gli Stati Uniti, affiancati da altri 17 Paesi, intervennero militarmente nella penisola per impedire una rapida vittoria delle forze comuniste. Dopo grandi difficoltà iniziali, le forze statunitensi, comandate dal generale Douglas MacArthur, respinsero l’invasione e proseguirono l’avanzata fino ad invadere gran parte della Corea del Nord. A questo punto però intervenne nel conflitto anche la Cina comunista, mentre l’Unione Sovietica inviò segretamente moderni reparti di aerei che contribuirono a contrastare l’aviazione nemica. Le truppe statunitensi, colte di sorpresa, vennero costrette a ripiegare in Corea del Sud, perdendo tutto il territorio conquistato.

La guerra quindi si arrestò sulla linea del 38° parallelo dove continuò con battaglie di posizione e sanguinose perdite per altri due anni fino al precario Armistizio di Panmunjeom  che stabilizzò la situazione e confermò la divisione della Corea.

Durante il conflitto coreano, la Guerra fredda raggiunse uno dei suoi momenti più critici, e sorsero anche gravi contrasti politici all’interno della dirigenza statunitense che culminarono nella destituzione da parte del presidente Harry Truman,  del generale MacArthur a causa delle idee eccessivamente bellicose e dei suoi propositi di utilizzare bombe atomiche contro il territorio cinese.

Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in 2 800 000 tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili.

Le stime tra i soldati della Korea del Sud parlano di 58.127 caduti, 40.000 quasi tra i Usa..

 

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