Bari, salta l’iscrizione al campionato in B: addio al calcio professionistico dopo 110 anni

La salvezza era appesa all’ipotesi di investimento di Andrea Radrizzani e Ferdinando Napoli, ma la scoperta di nuovi debiti avrebbe spinto il proprietario del Leeds united e il fondatore di Edilportale a rinunciare

Tanti debiti e poco tempo. E’ saltata così la trattativa con la cordata italo-inglese che era pronta a ricapitalizzare l’Fc Bari 1908: la società biancorossa non è iscritta al campionato di serie B e dice addio al calcio professionistico dopo 110 anni di storia. Alle 15, a sole tre ore dalla scadenza  (fissata alle 18) per regolarizzare i pagamenti e presentare la documentazione per l’iscrizione gli investitori hanno fatto un passo indietro.

“Purtroppo il poco tempo disponibile per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita, consona a una operazione con un alto profilo di rischio, ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida. Auguriamo che la società possa essere salvata e restiamo disponibili a valutare future collaborazioni e investimenti” ha dichiarato il proprietario del Leeds United, Andrea Radrizzani che era pronto a versare 2,3 milioni di euro. Mentre l’imprenditore barese Ferdinando Napoli, presidente di Edilportale, aveva già disposto il bonifico di 700mila euro. Troppo tardi.

“Questo è un brutto giorno non solo per il calcio barese, ma per tutta la città – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro che si era speso come mediatore della trattativa – È il giorno di una sconfitta, che brucia mille volte di più di tutte le sconfitte sul campo. Ci abbiamo provato tutti a fare tutto quello che era possibile. Ho provato anche io, forse andando oltre le competenze di un sindaco. L’ho fatto da responsabile di una grande comunità, l’ho fatto da cittadino e anche da tifoso. Ora però non bisogna mollare. Dobbiamo continuare con tutte le nostre forze a lavorare perché a Bari il calcio non finisca in questo pomeriggio di luglio. Non lo merita la città, non lo meritano i suoi tifosi”.

In tarda mattinata Giancaspro aveva reso note le sue dimissioni, all’ordine del giorno nel cda convocato per il primo pomeriggio. Ma intorno alle 16 Radrizzani ha formalizzato la sua rinuncia. Scelta concordata con Napoli, che lo avrebbe accompagnato nell’avventura. “La ricapitalizzazione è saltata. Stamattina abbiamo richiesto a Giancaspro approfondimenti tecnici sulla situazione debitoria, richiesti dai consulenti inglesi: non abbiamo mai ricevuto al riguardo ulteriori informazioni – ha spiegato l’imprenditore – E abbiamo riscontrato problemi tecnici legati al bonifico dei nostri partner: non sarebbe arrivato in tempo per completare le operazioni necessarie all’acquisizione delle quote inoptate del Bari”.

Questa la ricostruzione del fallimento dell’acquisizione del 68 per cento delle quote del Bari, nelle parole  di Ferdinando Napoli, presidente di Edilportale e componente della cordata, con Andrea Radrizzani, che puntava a dare una nuova solidità al club pugliese. Radrizzani, Napoli e Giancaspro erano in contatto per definire le modalità di versamento dei 3 milioni previsti dalla procedura di ricapitalizzazione.

Domenica sera, dopo un lungo silenzio, si era sentita la voce ufficiale del presidente Giancaspro. Che aveva risposto all’invito del sindaco in Comune per la mattina di lunedì. “Sono da sabato – ha scritto Giancaspro – tra Roma Bologna e Milano per mettere a posto tutto il carteggio da presentare in FIGC entro domani (oggi, ndr) alle 19 ai fini del reclamo per l’iscrizione della F.C Bari”.

Reclamo che non è stato presentato. Davanti allo stadio San Nicola sono comparse scritte contro Giancaspro, mentre la figlia e il fidanzato sono usciti dalla struttura scortati dalla polizia.

Cesena, il fallimento è realtà: niente ricorso e addio serie B. Riparte dalla D.

Salta anche la Reggiana

Una brutta giornata per il calcio dell’Emilia-Romagna che perde due società storiche. Il primo ad arrendersi è il Cesena: il CdA ha aderito all’istanza di fallimento. Ripartirà dai Dilettanti. Stessa sorte per la Reggiana che non si iscriverà al prossimo campionato di serie C

Poche righe sul sito ufficiale cancellano 78 anni di storia del Cesena, tra cui 13 anni di Serie A. L’agonia della società del cavalluccio finisce oggi, con un comunicato del club guidato fino all’ultimo dal presidente Giorgio Lugaresi che ha tentato in ogni modo di salvare i bianconeri. La situazione era però drammatica: 73 milioni di euro il debito complessivo. Una cifra monstre che ha portato oggi al fallimento della società romagnola.

Il Cesena si arrende

Non presenterà ricorso (aveva tempo fino alle 19 di questa sera) per iscriversi alla serie B dopo che la Covisoc ne aveva bocciato la richiesta di iscrizione. La società ha comunicato infatti comunicato di aver aderito all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì. L’udienza del fallimento è fissata per il 9 agosto.

In mattinata la società ha cercato un ultimo disperato tentativo, servivano 6 milioni per rientrare in gioco per l’iscrizione, ci sono stati nuovi contatti anche con la banca d’affari inglese che da giovedì scorso, con una richiesta scritta, si era mostrata interessata a rilevare la società.

Finisce così un’avventura di glorioso calcio di provincia: nel giro di pochissimi giorni i giocatori saranno tutti svincolati, alcuni si stanno già allenando con formazioni dove potrebbero presto militare.

Il 20 luglio scade il bando indetto dal sindaco Paolo Lucchi per trovare gruppi disposti a fondare una nuova società che possa ripartire dalla serie D.

 

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