Il leggendario portacolori della Ferrari, temerario, impetuoso, coraggioso ma sfortunato, è venuto a mancare troppo presto. Così lo ricorda Luca di Montezemolo

 

Avrebbe compiuto sessantotto anni oggi, 18 gennaio 2018, lo sfortunato ma indimenticato mito della Ferrari Gilles Villeneuve. Così ricorda il pilota canadese l’ex direttore sportivo negli anni ’70 e poi storico presidente della Rossa di Maranello, Luca di Montezemolo: «Villeneuve è stato uno dei grandi protagonisti della storia sportiva della nostra casa. Lo ricordo con le sue doti di coraggio che sfioravano la temerarietà. Le sue imprese sportive ed il suo modo di affrontare la vita anche fuori dai circuiti lo hanno reso un personaggio caro non soltanto ai ferraristi ma anche a tutti i veri appassionati di automobilismo. Non lo dimenticheremo mai».

Storia di un grande amore
Così Montezemolo racconta gli anni in cui sbocciarono la stima e l’affetto del fondatore Enzo Ferrari verso colui che sarebbe diventato il suo pupillo: «Villeneuve era straordinario come impeto. Poi il suo temperamento magari gli faceva perdere punti e quindi i risultati a fine stagione. Gilles dava al pubblico quello che gli veniva chiesto. E non correva per il campionato, correva per la gara. A lui ero per forza di cose meno legato che ai miei piloti, come Lauda, Regazzoni, Reutemann. Ricordo quando Enzo Ferrari mi disse di aver notato un giovane di grande temperamento e talento, che correva sulle motoslitte in Canada. Aveva un precontratto con la McLaren ma il Drake voleva portare aria fresca nella squadra. Era un pilota e un uomo straordinario. Non bisogna essere prigionieri del passato, ma se guardiamo al calcio, alla F1, alla politica, all’Italia di allora, si vede che c’erano rapporti umani diversi e migliori». Interrogato sulla possibilità di reclutare piloti magari indisciplinati ma di grande cuore, Montezemolo ha risposto: «Con la F1 di oggi un pilota indisciplinato non avrebbe spazio in Ferrari».

Lascia un commento