Ṣaddām Ḥusayn ʿAbd al-Majīd al-Tikrītī (Tikrit, 28 aprile 1937 – Baghdad, 30 dicembre 2006) è stato un politico e militare iracheno, leader assoluto dell’Iraq in un regime considerato dittatoriale dal 1979 al 2003, quando fu destituito durante la seconda guerra del Golfo  in seguito all’invasione anglo-americana.

La data di nascita è incerta: non fu registrata e quella riportata è la data di nascita “ufficiale” diffusa sotto il suo governo. È probabile che Ṣaddam Ḥusayn sia nato tra il 1935 e il 1939.

Durante il regime elaborò una genealogia che gli attribuiva la discendenza da al-Husayn b. Ali,  nipote più piccolo del profeta Maometto. La genealogia fu smentita il 18 dicembre 2003 dall’insieme degli Ashrāf, istituito dopo la caduta del regime, che facevano parte del Consiglio dei sayyid (lett. “signori”, ma in realtà ogni discendente di Maometto attraverso i suoi nipoti Hasan e Ḥusayn, termine esattamente equivalente ad Ashrāf, pl. di sharif), riconosciuto dai dignitari di tutte le tradizioni musulmane, compresa la Hawza sciita di Najaf. In seguito, nel 2004 fu respinta anche dall’Iraqi Genealogy Authority.

Fu giustiziato il 30 dicembre 2006, in esecuzione di una sentenza di condanna a morte pronunziata dal tribunale speciale iracheno e confermata in appello per crimini contro l’umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo.

Ṣaddam aveva tre figlie e due figli, Udayy Saddam Hussein e Qusayy Saddam Hussein, entrambi uccisi il 22 luglio del 2003 a Mosul, insieme al figlio quattordicenne di Qusayy, Muṣṭafā, dai militari statunitensi.

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