Seconda promozione consecutiva per i ragazzi di D’Aversa. Apre Scavone nel primo tempo, chiude nella ripresa Nocciolini. Per i grigi un’altra delusione…

E’ un viaggio che è cominciato il 5 settembre 2015, ad Arzignano. In quell’inferno del calcio dilettantesco e con una Serie D da affrontare, ma con una promessa: tornare grandi, alla svelta. Meno di due anni dopo, il Parma brinda alla conquista di una Serie B voluta, sognata, aspettata. Due, come le stagioni di agonia. Due, come le reti realizzate all’Alessandria. Due, come le promozione consecutive. Con l’ultima che rappresenta il trampolino di lancio per tornare a guardare in alto senza complessi di inferiorità. Per l’Alessandria, nella finale playoff, l’ennesima beffa atroce. L’amara abitudine di chi è a un passo dal traguardo che non taglia mai. Prima il campionato, dominato per quasi l’intero corso (34 giornate su 38 in testa) e poi sprecato nel finale di stagione. Poi la cavalcata playoff che si spegne nel bollente pomeriggio del Franchi, di fronte a una squadra, quella ducale, che semplicemente ne ha di più: fisicamente e mentalmente. Il 2-0 finale, firmato Scavone e Nocciolini, non è che il verdetto corretto (e quasi mai in discussione) di una partita dove la voglia, la fame e la cattiveria prevalgono su tutto il resto.

SLIDING DOORS — Quella fame che manca a Gonzalez al 10′, quando Alessandro Lucarelli si addormenta facendosi soffiare il pallone. L’occasione è ghiotta per il “Puci”, che regala incredibilmente la sfera a Di Cesare, mancando sia la conclusione in porta che l’assist a Fischnaller, libero all’altezza del dischetto. 50″ dopo, la sceneggiatura la completa Calaiò: dribbling delizioso di tacco su Gozzi e gioiello-regalo per Scavone, che in area scarta e insacca. E’ il minuto chiave. Da una parte la disperazione grigia (rossa per l’occasione), dall’altra l’urlo liberatorio di capitan Lucarelli. Il destino sembra già aver emesso il suo verdetto.

volte si è vista, fa poco per cambiare. Tanti errori, ritmi lenti e il 2-0 subito nell’unico abbozzo di reazione, intorno alla metà della ripresa. Nocciolini, dopo un’azione convulsa, si ritrova a tu per tu con Vannucchi, che respinge proprio sulla faccia dell’esterno, con il pallone che lentamente varca la linea di porta. E’ la parola fine sulla partita e sulla testa dell’Alessandria, troppo appesantita dal ripetersi di una copione che lascia sempre quel senso di incompiuto. Vince il Parma: più cattivo, più bello e più motivato. Vincono i 6.000 tifosi ducali del Franchi: gli stessi che ci sono sempre stati, dalla D alla A. Vince Alessandro Lucarelli, capitano che non si è arreso, è ripartito e a quasi 40 anni guida l’approdo in B. Vince quella che si è mostrata la squadra più forte, senza se e senza ma.

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