Esame su ballottaggio, premio, capilista, multicandidature..

La Corte Costituzionale si prende ancora qualche ora sull’Italicum. Dopo una mattinata di udienza per le arringhe dei legali che hanno impugnato la legge e un’ora nel pomeriggio per l’avvocatura dello Stato, che ha chiesto invece di confermare la legittimità dell’Italicum, la Corte ha fatto sapere che si aggiornerà domani, 25 gennaio, fornendo una deadline: alle 13-13.30 ci sarà la decisione.

La Consulta deve valutare la legittimità del ballottaggio, del premio di maggioranza, dei capilista bloccati, delle multicandidature con l’opzione del candidato di scegliere in quale collegio essere eletto. I rilievi su questi aspetti sono contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.

 

 COME FUNZIONA L’ITALICUM 

A promuovere i ricorsi un pool di avvocati: tra loro Felice Besostri, che fu già al centro dell’azione contro il Porcellum, poi dichiarato incostituzionale. Tredici i giudici presenti nell’aula della Consulta: relatore è Nicolò Zanon, che ha illustrato la causa. Poi hanno parlato gli avvocati anti-Italicum e a seguire l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che ha il compito di difendere l’Italicum per conto della Presidenza del Consiglio. La decisione sarà presa dopo la camera di consiglio a porte chiuse dei giudici.

Inammissibile l’intervento del Codacons – L’udienza a Palazzo della Consulta procede speditamente. Dopo una breve camera di consiglio, i giudici hanno escluso le istanze di costituzione nel giudizio di legittimità costituzionale dell’Italicum avanzate dal Codacons e da altri cittadini elettori. La giornata è infatti iniziata con gli interventi dei legali che chiedevano di essere ammessi come parti del giudizio perché intervenienti in cause simili a quelle che hanno portato all’invio degli atti sull’Italicum alla Corte Costituzionale.

Il presidente chiede ‘brevità’ – Tutti gli interventi sono stati punteggiati dalle raccomandazioni del presidente della Corte, Paolo Grossi, che ha più volte suggerito “brevità” e di “attenersi ai ricorsi”. Dopo la relazione del relatore Nicolò Zanon, la parola è passata agli avvocati anti-Italicum. Alle telecamere e ai fotografi assiepati è stato chiesto di lasciare l’udienza e trovare posto nella sala predisposta per accogliere la stampa. Prima l’invito alla brevità, poi la preghiera di concludere per “non esasperare la Corte”, infine il rimprovero: “sta abusando della nostra pazienza”. Così il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, in un acceso scambio con il primo degli avvocati anti-Italicum, Vincenzo Palumbo, ha ammonito anche gli altri legali che si apprestano a prendere la parola nell’udienza pubblica. Grossi ha fatto due raccomandazioni: essere sintetici nelle esposizioni delle ragioni di ricorso e non riproporre le stesse argomentazioni già esposte. “Tenete conto che la Corte deve lavorare non solo in udienza. Auspichiamo di poter lavorare presto anche in camera di consiglio”, ha concluso il presidente della Consulta.

 Avvocato Stato, Costituzione non vieta ballottaggio – “Non ho rinvenuto nessuna norma della Costituzione che vieta il ballottaggio: è legittimo, lo Stato deve saper scegliere”. Lo ha detto questo pomeriggio nel corso della seconda parte dell’udienza pubblica sull’Italicum in Consulta, l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri. “Il ballottaggio – ha affermato – è stato molto criticato dai ricorrenti, ma questa forma elettorale è già presente nel nostro ordinamento e molti altri Paesi lo prevedono”. L’avvocato dello Stato ha difeso anche il premio di maggioranza, spiegando che “la sentenza del 2014 sul Porcellum lo aveva dichiarato illegittimo perché in quella legge elettorale non era connesso a una soglia ragionevole di voti minimi. Nell’Italicum invece la soglia è del 40%: mi sembra arduo definirla irragionevole”. Prima dell’avvocato generale, ha parlato Paolo Grasso, anch’egli avvocato dello Stato, che si è soffermato soprattutto sui motivi per cui l’Avvocatura chiede l’inammissibilità di tutte le questioni, tra cui quella relativa al fatto che l’Italicum non è mai stato utilizzato al voto e nessun diritto risulta leso, secondo quest’interpretazione. La parola è poi passata all’avvocato generale, che ha esplorato le questioni di merito, parlando per una ventina di minuti. Oltre a ballottaggio e premio, Massella Ducci Teri ha toccato il tema dei capilista: “Non ho trovato – ha detto – nessun canone in Costituzione che impedisca a un candidato di essere presentato in più collegi: è una norma che non è nata adesso, l’abbiamo dal 1945. Con i collegi di ridotte dimensioni, il mix tra candidati bloccati e le preferenze e le multicandidature limitate sono rispettati i canoni di ragionevolezza e proporzionalità richiesti dalla sentenza 1/2014 sul Porcellum”. “Chiedo che venga confermata la legittimità costituzionale della legge – ha concluso l’avvocato generale – e che siano dichiarate inammissibili le questioni sollevate dai ricorrenti”.

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