Prosegue l’ondata di sanguinose rivolte nelle prigioni del Paese. Il penitenziario può ospitare 620 persone, ma attualmente i carcerati nella struttura sono 1,083..

 

Non si ferma l’ondata di mattanze nelle carceri brasiliane che, dall’inizio di gennaio, conta già un centinaio di morti. Nella notte, nel penitenziario di Alcacuz, nello stato del Rio Grande del Nord, in una sommossa tra bande rivali sono morti 10 detenuti. Zemilton Silva, coordinatore del carcere, ha dichiarato: “Abbiamo visto le teste di tre detenuti strappate via”. La polizia ha circondato la prigione e bloccato le uscite, ma è in attesa di entrare, perché i detenuti sono armati.

L’ultima sommossa nel carcere di Alcacuz risale al novembre del 2015, quando in uno dei padiglioni fu scoperto un tunnel scavato dai detenuti. Il penitenziario può ospitare 620 persone, ma attualmente i carcerati nella struttura sono 1,083. Nella notte tra il primo e il 2 gennaio scorso nel carcere Anisio Jobim di Manaus, capitale amazzonica c’è stata una carneficina – con 60 morti, molti smembrati e decapitati – scatenata da una rissa tra gang rivali, la Familia do Norte e il Primeiro Comando da Capital. Solo quattro giorni dopo è avvenuta un’altra mattanza – 33 vittime – nel Penitenziario agricolo di Monte Cristo (Pamc), il maggior carcere dello Stato di Roraima, nel nord del Brasile. Secondo le autorita’ locali, l’eccidio potrebbe essere stato provocato dalla gang Primeiro Comando da Capital (Pcc) per vendicarsi del massacro di suoi membri nella prigione a Manaus.

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