La toccata e fuga a Trieste avviene in occasione del 62° anniversario del ricongiungimento di Trieste all’Italia. Quindi l’omaggio insieme al presidente sloveno Pahor ai morti sull’Isonzo, a cento anni dalla Grande Guerra!!!

TRIESTE Prima a Trieste, poi a Gorizia e infine a Doberdò. Sono le tre tappe della riconcliazione che hanno caratterizzato la giornata in Friuli Venezia Giulia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quella a Trieste è stata una vera e propria toccata e fuga: il Capo di Stato è arrivato puntuale ieri mattina alle 10 in piazza Unità in occasione del 62° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia: Mattarella ha assistito al solenne alzabandiera  insieme al presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, alla governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e ha poi passato in rassegna i Gonfaloni.
TRIESTE Prima a Trieste, poi a Gorizia e infine a Doberdò. Sono le tre tappe della riconcliazione che hanno caratterizzato la giornata in Friuli Venezia Giulia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quella a Trieste è stata una vera e propria toccata e fuga: il Capo di Stato è arrivato puntuale ieri mattina alle 10 in piazza Unità in occasione del 62° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia: Mattarella ha assistito al solenne alzabandiera  insieme al presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, alla governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e ha poi passato in rassegna i Gonfaloni.
Infine, facendo il giro a piedi della piazza, ha salutato le scolaresche e le persone presenti, intrattenendosi a parlare con cittadini e con studenti e a stringere loro le mani. Il Capo dello Stato ha anche accolto la richiesta di firmare autografi e ha accettato di fare un selfie (diventato virale) con due studentesse dell’Istituto nautico di Trieste, Jana e Beatrice, che hanno poi esultato e festeggiato insieme con i coetanei. «Gli abbiamo chiesto se potevamo farci un selfie con lui – hanno raccontato le due ragazze – e lui ha accettato sorridendo. Poi ci ha anche augurato buona fortuna»…
Subito dopo Mattarella è partito in direzione di Gorizia: alle 11 ha deposto una corona al Monumento ai Caduti e un’altra corona al Lapidario che ricorda i deportati goriziani. Presente sul posto anche una delegazone di persone che ha esposto gli striscioni per chiedere Verità per Giulio Regeni.
Alle 11.20 si è svolta la cerimonia ufficiale al teatro Verdi con interventi in successione del sindaco Romoli, del presidente della Regione Serracchiani, del professor Georg Meyr e dei Presidenti della Repubblica italiana Mattarella e slovena Borut Pahor: «L’Unione Europea, l’unione dei popoli europei, dei cittadini dei nostri Paesi, è un progetto di grande valore, che va coltivato giorno per giorno, anche per rimuoverne le imperfezioni, le contraddizioni, per migliorarlo sulla base di una critica anche severa ma costruttiva, attenta e, soprattutto, sulla base di spinte ideali all’altezza dei tempi e della storia – ha affermato Mattarella – Al compimento di questo progetto, al suo successo – ha aggiunto – è intimamente legata la possibilità per gli europei di essere collettivamente protagonisti in un mondo nel quale la globalizzazione ha reso vicini anche problemi e fenomeni un tempo considerati lontani».
«Slovenia e Italia possono ormai essere considerate, a giusto titolo, un modello di cooperazione per l’Europa e il mondo» ha aggiunto il Capo di Stato: Sono davvero lieto di poter constatare come la comunità slovena in Italia e quella italiana in Slovenia riescano a testimoniare l’orgoglio delle proprie radici, rappresentando, al contempo, un elemento di ancor più stretta unione fra i nostri Paesi».
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme al collega sloveno Borut Pahor e alle autorità locali, si poi spostato a Doberdò sul Lago, dove ha deposto una corona sul nuovo Monumento «In memoria dei Soldati sloveni sul fronte dell’Isonzo 1915-1917»

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