Migranti, Hollande in visita a Calais: “I britannici facciano la propria parte”

 

ROMA – Hollande nella sua prima visita ufficiale a Calais ha esortato la Gran Bretagna a prendersi le sue responsabilità nella gestione del centro profughi più grande d’Europa, che assicura il presidente, sarà chiuso. Il capo di Stato francese usa parole che evidenziano ancora una volta lo scontro all’interno dei Paesi membri dell’UE sul tema migranti.

Lo smantellamento del campo di Calais è l’argomento principe della campagna elettorale francese. Nella cittadina e in tutta la regione del Nord Passo c’è un clima teso. La vita dei residenti e dei commercianti è diventata difficile a causa della mal gestione dei profughi.

Hollande ha iniziato la visita dalla gendarmeria e continuerà incontrando i rappresentanti politici, dell’imprenditoria e delle associazioni. Non è prevista una visita all’interno del campo per motivi di sicurezza dovuti agli attentati dell’estate a Nizza e a Saint-Etienne- du-Rouvray.

La Giungla – così è chiamato il campo profughi più grande d’Europa – sorge su una vecchia discarica dismessa. È delimitato da barriere, cancelli, reti di ogni sorta. Tutto volto a impedire che gli “ospiti”  non abbiano accesso alle stradine circostanti, all’autostrada vicina, a binari dei treni diretti in Gran Bretagna che si trovano a pochi passi.  Affinché sia preclusa ogni via di fuga. I militari che circondano l’area lo fanno assomigliare ad un penitenziario. Nel centro vivono seimila persone, di cui 600 donne e almeno 300 minori, secondo quanto riportano le Ong che vi operano. Oltre alle intollerabili condizioni igieniche, alla scarsità di beni alimentari, i “residenti” sono spesso oggetto di ronde razziste da parte degli abitanti della zona. All’interno del centro, stupri e furti sono all’ordine del giorno.

Ogni tanto qualcuno riesce ad eludere sorveglianza e barriere e a scappare, spesso per trovare la morte durante la fuga, come è successo domenica 18 settembre ad un quattordicenne di origine afgana ansioso di raggiungere la Gran Bretagna, investito mentre camminava in autostrada. Francia e Regno Unito – che tanto hanno criticato il vertice Visegrad in cui è stato fatto del respingimento dei migranti (con muri e non solo) una bandiera – stanno per costruire un muro da 1,9 milioni di sterline (2,7 milioni di euro all’incirca).

Il muro sarà realizzato in due sezioni per impedire ai migranti l’accesso ai due lati della strada vicino il campo. In passato, sono stai moltissimi i profughi che hanno tentato di assaltare i tir diretti in Inghilterra, non di rado fiondandosi in strada con dei sassi e oggetti di ogni tipo, nel tentativo di fermare i conducenti e obbligarli a “dargli un passaggio nel Regno Unito”. Il muro sarà costruito in calcestruzzo, e avrà una superficie liscia, affinché non possa essere scavalcato con facilità. Oltre alle proteste delle ONG che vorrebbero invece una maggiore protezione della vita dei migranti e una migliore condizione di vita all’interno del campo, ci sono le lamentele delle aziende.

L’ impresa di trasporti Road haulage association ha fatto sapere tramite un portavoce che “si tratta di un pessimo modo di usare il denaro dei contribuenti”. Secondo l’azienda dovrebbero essere migliorate la sorveglianza e la sicurezza nelle strade che portano a Calais. “La gente continua a oltrepassare le recinzioni. L’unica soluzione è costruire un muro”, ha dichiarato una settimana fa Robert Goodwill, ministro britannico dell’immigrazione. Lungo un chilometro, il muro sarà dipinto con dei fiori da un lato per sembrare meno austero.

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