Udinese

Udinese

Fondato nel

1896

Presidente

G

Club History

L’Udinese Calcio, meglio conosciuta come Udinese, è una società calcistica italiana con sede nella città di Udine. È uno dei club più antichi d’Italia, essendo nato nel 1896; la sezione calcio viene creata ufficialmente nel 1911.

I suoi colori sociali sono il bianco e il nero, ossia quelli dello stemma comunale della città – che appare anche nello scudo della squadra e che, peraltro, riprende lo stemma della nobile famiglia Savorgnan –; da questi due colori derivano i principali soprannomi affibbiati alla squadra, ovvero bianconeri e zebrette. L’Udinese è il quinto club da più tempo in Serie A, dopo le quattro principali squadre di Milano e Roma. 

I migliori risultati della sua storia, per quanto concerne le competizioni nazionali, coincidono con i secondi posti maturati nella Coppa Italia 1922 e nella Serie A 1954-1955. Per quel che riguarda le coppe europee, l’Udinese annovera varie partecipazioni alla Champions League e alla Coppa UEFA/Europa League: il massimo risultato conseguito dalla formazione in campo internazionale è rappresentato dalla vittoria della Coppa Intertoto 2000.

Storia

Dalla fondazione agli anni cinquanta

La Società Udinese di Ginnastica e Scherma fu istituita nel 1896 (il giorno preciso fu, probabilmente, il 30 novembre). Il club era, tuttavia, attivo de facto già dal 1895. Il 18 settembre di quell’anno, per l’appunto, gli atleti bianconeri, davanti al re Umberto I, alla regina Margherita e a circa ventimila persone, parteciparono a Roma alla prima importante partita di calcio svoltasi nella Capitale d’Italia, disputata contro la Società Rodigina di Ginnastica Unione e Forza. Un anno dopo, la compagine friulana trionfò nel campionato interprovinciale FGNI di Treviso: la sfida romana e quest’altra competizione non furono organizzate dalla FIF (l’odierna FIGC, sorta due anni dopo), ma patrocinate dalla Federazione Ginnastica Nazionale Italiana, e non ebbero carattere ufficiale; i tornei, inoltre, non vennero disputati applicando le regole del gioco del calcio dell’FAB, bensì seguivano quelle della variante nostrana del calcio ginnastico (che comunque, al tempo, era de iure considerato football a tutti gli effetti).

 

L’Udinese in maglia bianca nel 1937

Il 5 luglio 1911 alcuni ginnasti, soci dell’Udinese, con a capo Luigi Dal Dan, costituiscono all’interno della polisportiva l’Associazione Calcio Udine che viene iscritta alla FIGC. Il debutto della nuova squadra avviene in un’amichevole contro la Juventus Palmanova vinta dagli udinesi per 6-0. La prima partecipazione in un campionato ufficiale FIGC risale però solamente al Campionato Promozione 1912-1913; in quell’anno l’Udinese si iscrive al Campionato Veneto di Promozione a tre squadre insieme al Padova e al Petrarca Padova; i friulani chiudono il torneo al secondo posto dietro al Petrarca e vengono promossi in Prima Categoria. In Prima Categoria l’Udinese non riesce mai a raggiungere la fase nazionale venendo sempre eliminata nell’Eliminatoria Veneta.

Il primo risultato importante dalla sua fondazione è, nel 1922, il raggiungimento della finale di Coppa Italia: i bianconeri vengono sconfitti 1-0 dal Vado. Quest’ottimo piazzamento è dovuto anche al fatto che le maggiori compagini dell’epoca erano iscritte al concorrente campionato C.C.I. 

Nel campionato 1922-1923 la squadra arriva ultima nel suo girone e retrocede in Seconda Divisione; la società rischia di fallire per debiti nell’estate 1923. Il 24 agosto l'”AS Udinese” si separa dalla “AC Udinese”, ovvero l’attuale Udinese Calcio, e quest’ultima viene costretta ad istituire un bilancio e un direttivo autonomi. Tutti i debiti vengono pagati dal presidente Alessandro Del Torso grazie alla vendita di alcuni suoi quadri e l’Udinese può così iscriversi al campionato di Seconda Divisione dove arriva quarta nel girone eliminatorio.

 

Giocatori dell’Udinese nel 1944

Nella stagione 1924-1925  l’Udinese vince il Girone F di Seconda Divisione e arriva prima al Girone Finale venendo promossa insieme al Parma in Prima Divisione. La permanenza nella massima serie dura poco: l’Udinese conclude il tornio in ultima posizione. Avrebbe potuto comunque salvarsi; infatti vi è in quell’anno una riforma dei campionati, la cosiddetta Carta di Viareggio, e dei conseguenti spareggi per determinare chi sarebbe stato ammesso al nuovo campionato di Divisione Nazionale; la squadra friulana però non si presenta allo spareggio contro il Legnano perdendo la partita a tavolino e dando l’addio alla massima serie.

Nel campionato cadetto l’Udinese conclude all’ultimo posto in classifica ed evita la retrocessione in Seconda Divisione solo grazie all’allargamento dei quadri. Resta in Prima Divisione fino al termine della stagione 1928-1929 quando, in seguito alla creazione della Serie A e della Serie B, la Prima Divisione viene declassata a terzo livello. La stagione 1929-1930  è comunque trionfale e, vincendo il proprio girone, l’Udinese riesce a qualificarsi in Serie B.

La permanenza in B dura solo due anni. Al termine della stagione 1931-1932 la squadra friulana ritorna subito in Prima Divisione, poi ridenominata Serie C nel 1935. Nella stagione 1938-1939 arrivando seconda nel Girone Finale Nord di Serie C, viene promossa in Serie B.

Finita la seconda guerra mondiale, l’Udinese resta in Serie B fino alla stagione 1974-1948, quando retrocesse in Serie C a causa di una riforma dei campionati. A questa retrocessione seguono tuttavia due promozioni consecutive e i friulani ottengono una storica promozione in Serie A dopo la vittoria del campionato di Serie C e il secondo posto nel campionato di Serie B 1949-1950; la società era presieduta da Giuseppe Bertoli e Raimondo Mulinaris, entrambi industriali friulani, mentre sulla panchina sedeva Aldo Olivieri, campione del mondo nel 1938.

 

L’Udinese del 1954-1955 che, durante l’estate, passò in poche settimane dallo storico secondo posto in Serie A alla retrocessione d’ufficio tra i cadetti.

L’Udinese resta in Serie A per cinque anni sfiorando anche lo scudetto nella stagione 1954-1955, arrivando seconda dietro al Milan; è proprio al termine di quella stagione però che l’Udinese viene retrocessa in Serie B per illecito sportivo (confessione di Settembrino) commesso il 31 maggio 1953, ultima giornata di campionato, e smascherato due anni dopo. I friulani ritornano comunque in Serie A dopo una sola stagione in Serie B.  

Anni sessanta e settanta

Gli anni sessanta segnano un momento difficile nella storia dell’Udinese: i friulani vengono retrocessi prima in Serie B nella stagione 1961-1962 e poi in Serie C nella stagione 1963-1964. L’Udinese resta in Serie C per circa un quindicennio, sfiorando la promozione in Serie B in numerose occasioni (in particolare nel 1973, quando viene sconfitta 0-2 dal Parma nello spareggio di Vicenza), ma è solo al termine della stagione di Serie C 1977-1978 che i friulani, guidati dall’allenatore Massimo Giacomini, ritornano in Serie B vincendo il girone A di Serie C; nella stessa stagione, a coronamento di uno storico treble minore, la squadra bianconera conquista anche la Coppa Italia Semiprofessionisti  e la Coppa Anglo-Italiana, battendo rispettivamente la Reggina e il Bath City.  

Intanto l’8 giugno 1976  si era ufficialmente sciolta l’Associazione Calcio Udinese e formata una società per azioni: la squadra fu quindi rinominata Udinese Calcio, attuale denominazione. Il presidente è Teofilo Sanson,  al quale nel 1978 viene in mente di sponsorizzare  la sua società (la Sanson Gelati) sulla divisa della squadra. Dato che all’epoca la pubblicità sulle maglie di calcio era ancora vietata dalla Federazione, il presidente friulano aggirò il divieto con una “particolare” interpretazione del regolamento, posizionando il marchio Sanson sui pantaloncini dei giocatori. Il fatto suscitò gran clamore: per la prima volta in Italia uno sponsor commerciale griffò una squadra di calcio. L’Udinese venne multata e costretta all’immediata rimozione del marchio pubblicitario, ma l’iniziativa friulana aprì un primo varco alla liberalizzazione delle sponsorizzazioni nel calcio italiano, completata nel giro di pochi anni.

 

L’Udinese artefice del piccolo treble della stagione 1977-1978, con la vittoria del campionato di Serie C, della Coppa Italia Semiprofessionisti e della Coppa Anglo-Italiana.

Nella stagione successiva l’Udinese, confermato in panchina Giacomini, vince il torneo cadetto e ritorna dopo oltre vent’anni in Serie A.

Anni ottanta

Nella stagione 1979-1980,  l’Udinese, neopromossa in massima serie, conclude il campionato al quindicesimo posto, retrocedendo in Serie B; solo lo scandalo del Totonero  con la retrocessione di Milan e Lazio evita alle zebrette un immediato ritorno in Serie B. In campo europeo  l’Udinese vince la Coppa Mitropa.

Nella stagione 1980-1981 sulla panchina bianconera siede il nuovo allenatore Enzo Ferrari il quale ottiene la salvezza.Teofilo Sanson  cede la società alla Zanussi di Pordenone, il nuovo presidente è Lamberto Mazza. Nella stagione 1981-1982 acquista dalla Juventus Franco Causio  e la squadra riesce a salvarsi senza particolari difficoltà. Nella stagione successiva, 1982-1983, coglie un sesto posto nel campionato.

Nell’estate del 1983  la società effettua un grande colpo di mercato: Arthur Antunes Coimbra, detto Zico, passa, dopo un’estate di grattacapi giurisdizionali, all’Udinese.Oltre a Zico la dirigenza dell’Udinese, capitanata dall’Amministratore delegato Franco Dal Cin, mette insieme una squadra con nomi importanti come Pietro Paolo Virdis ed il difensore nazionale brasiliano Edinho:i tifosi rispondono con la cifra di 26 661 abbonati, quota mai superata dalla società friulana. La stagione 1983-1984, che vede la squadra allenata sempre da Enzo Ferrari, termina con un 9º posto a soli due punti dalla zona UEFA mentre Zico mette a segno alla sua prima stagione in Italia 19 reti.

 

Il brasiliano Zico, fantasista friulano di metà anni ottanta.

Nella stagione 1984-1985  l’Udinese cede molti giocatori importanti, ma riesce a trattenere Zico. La squadra viene affidata al tecnico brasiliano Luis Vinicio. In questa stagione Zico, anche a causa di un infortunio, lascia l’Udinese e torna in Brasile per noie giudiziarie con lo Stato italiano. Nella stagione successiva 1985-1986 i friulani ottengono un 13º posto. Nel luglio 1986 Giampaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza come presidente dell’Udinese, ma la sua avventura come presidente della società inizia subito in salita: infatti l’Udinese è inizialmente retrocessa in Serie B per uno scandalo scommesse, pena poi rivista in appello e commutata in nove punti di penalizzazione per la stagione successiva; i friulani arrivano ultimi e retrocedono in Serie B; senza penalizzazione si sarebbero salvati.

Gli anni successivi sono tra Serie A e Serie B: la squadra viene promossa nella massima divisione nel campionato di Serie B 1988-1989 con alla guida Nedo Sonetti e grazie alle reti di Totò De Vitis. Nella stagione successiva i friulani, che in estate acquistarono i giovani talenti argentini Abel Balbo e Nestor Sensini, sotto la guida di Rino Marchesi subentrato a Bruno Mazzia cercano di mantenere la categoria, ma nonostante una lotta durata per tutto il campionato retrocedono all’ultima giornata. Nell’estate 1990 l’Udinese è di nuovo condannata per illecito sportivo: pena 5 punti di penalizzazione per la squadra e 5 anni di deferimento per il presidente Pozzo, accusato di aver contattato Gianmarco Calleri, allora presidente della Lazio, minacciandolo in caso di sconfitta. Pozzo lascia quindi la carica di presidente del club.

Anni novanta

Nella stagione di Serie B 1990-1991 le zebrette, guidate da Marchesi prima e da Adriano Buffoni poi, potrebbero riconquistare immediatamente la promozione in Serie A, ma subiscono 5 punti di penalizzazione prima dell’inizio della stagione; senza questo fardello, l’Udinese avrebbe totalizzato 43 punti piazzandosi comodamente nelle prime quattro, invece la squadra chiuse solo all’ottavo posto, nonostante in quella stagione Balbo fosse divenuto capocannoniere del torneo. L’argentino contribuisce attivamente al ritorno dei friulani nella massima serie nella stagione 1991-1992: la società esonerò il tecnico Franco Scoglio ed affidò la squadra ad Adriano Fedele, e dopo un lungo testa a testa con il Cosenza ottenne il quarto posto che valse la promozione. Sempre le reti di Abel Balbo consentirono la successiva permanenza in Serie A nella stagione 1992-1993, guadagnata sotto la guida esperta di Albertino Bigon dopo una lunga lotta con la Fiorentina ed il Brescia, quest’ultimo sconfitto solo dopo uno spareggio allo Stadio Dall’Ara di Bologna.

Nella stagione 1993-1994  i friulani cedono Balbo alla Roma e Francesco Dell’Anno all’Inter. La squadra è affidata ad Azeglio Vicini, il quale viene esonerato all’indomani della sconfitta a Napoli dopo alcune incomprensioni con il patron Pozzo. Al suo posto subentra Adriano Fedele. Il girone di andata viene chiuso al penultimo posto ma nel girone di ritorno, grazie anche all’exploit della punta Marco Branca (a cui venne affidato compito di sostituire Abel Balbo), rimontano senza successo la classifica retrocedendo nuovamente in Serie B all’ultima giornata. Già l’anno seguente però, con Giovanni Galeone  in panchina subentrato a Fedele, i friulani riconquistano la massima serie. Dalla stagione 1995-1996 l’Udinese torna in Serie A rimanendone presenza fissa fino ad oggi.

 

Il tedesco Oliver Bierhoff, bomber di fine Novecento.

Da qui in avanti l’Udinese ottiene diverse qualificazioni alla Coppa UEFA, la prima nella stagione 1996-1997  con in panchina Alberto Zaccheroni, ed un clamoroso terzo posto dietro Juventus e Inter nelal stagione 1997-1998, grazie ai 27 gol di Oliver Bierhoff, capocannoniere  di quella stagione. Nella stagione successiva sarà Marcio Amoroso a conquistare il titolo di capocannoniere, siglando 22 reti con la maglia della squadra friulana, condotta al sesto posto da Francesco Guidolin. 

Anni duemila

Nella stagione 1999-2000 l’Udinese è inizialmente allenata da Francesco Guidolin, ma il tecnico sarà poi esonerato a favore di Luigi De Canio: questi riesce a condurre i friulani all’ottavo posto finale, ottenendo l’accesso alla Coppa Intertoto. In estate l’Udinese si aggiudica la vittoria del torneo, qualificandosi per la Coppa UEFA. Il Campionato 2000-2001 inizia bene per i bianconeri, che dopo cinque giornate si trovano addirittura al comando solitario della classifica: la squadra però non manterrà a lungo il primo posto, e a marzo De Canio sarà addirittura licenziato e sostituito da Luciano Spalletti. L’allenatore toscano porta l’Udinese ad un dodicesimo posto al termine del campionato; in Coppa UEFA invece i friulani vengono eliminati al secondo turno dai greci del PAOK Salonicco.

La stagione 2001-2002 vede alternarsi in panchina Roy Hodgson e Giampiero Ventura (subentrato a metà stagione): l’Udinese centra la salvezza, con un quattordicesimo posto ottenuto in extremis. L’anno seguente torna in panchina Spalletti, che nelle stagioni 2002-03 e 2003-04 conduce l’Udinese a due settimi posti consecutivi centrando due qualificazioni alla Coppa UEFA. Nell’estate 2004  la società acquista dall’Empoli Antonio Di Natale, che alcuni anni dopo diventerà capitano e simbolo della squadra.

Il Campionato 2004-2005  vede l’Udinese conquistare uno storico quarto posto, davanti alla Sampdoria, centrando la prima qualificazione alla Champions League. Al termine di questa stagione, Spalletti rescinde il contratto che lo legava al club friulano: sarà sostituito da Serse Cosmi. La stagione 2005-2006 è molto sofferta per l’Udinese: Cosmi verrà esonerato e gli subentrerà Loris Dominissini,  a sua volta esonerato e rimpiazzato da Giovanni Galeone che porta la squadra a terminare il campionato con un undicesimo posto a pari punti con l’Ascoli. La prima partecipazione alla Champions League termina nella fase a gironi: l’Udinese perde 2-0 contro il Barcellona e viene eliminata, quando sarebbe stato sufficiente un punto per accedere agli ottavi di finale.

Il campionato 2006-2007, sotto la guida di Alberto Malesani,  termina con un decimo posto: l’Udinese è però l’unica squadra a non perdere contro i campioni d’Italia dell’Inter, pareggiando entrambe le gare (0-0 in casa, 1-1 in trasferta) ed interrompendo la striscia nerazzurra di 17 vittorie consecutive.

Nell’estate 2007  il nuovo tecnico diventa Pasquale Marino, mentre sul mercato la società si assicura le prestazioni degli attaccanti Fabio Quagliarella  e Antonio Floro Flores. Terminando il Campionato 2007-2008 con un settimo posto, l’Udinese accede ancora una volta alla Coppa UEFA. 

La stagione 2008-2009 è ricordata per il cammino in Coppa UEFA, che termina ai quarti di finale contro i tedeschi del Werder Brema: in tale annata, l’Udinese è la squadra italiana che ha raggiunto il miglior risultato nelle coppe europee. Il campionato si chiuderà invece con un altro settimo posto, ma stavolta la squadra non accede alla Coppa UEFA (al suo posto si qualifica la Lazio, vincitrice della Coppa Italia): l’Udinese stabilisce comunque un record personale, vincendo 6 partite consecutive. La fine della stagione coincide con le partenze del direttore generale Leonardi e di Quagliarella, che si accasano rispettivamente al Parma e al Napoli.

 

Antonio Di Natale, trascinatore dell’Udinese all’inizio del terzo millennio, è il detentore dei record di presenze e reti con i friulani, sia in Serie A sia in assoluto.

Il Campionato 2009-2010 non inizia bene per l’Udinese, così il 22 dicembre Marino viene esonerato per essere sostituito da Gianni De Biasi. La permanenza di De Biasi dura appena due mesi, infatti il 21 febbraio 2010 viene richiamato Marino: l’Udinese centra la salvezza con due giornate di anticipo, pareggiando 2-2 contro il Cagliari. L’annata è invece memorabile per Di Natale, che si laurea capocannoniere con 29 reti: per la terza volta un calciatore dell’Udinese è capocannoniere della Serie A (in precedenza ci erano riusciti Oliver Bierhoff nel 1998 e Marcio Amoroso nel 1999).

Anni duemiladieci

Per la stagione 2010-2011 l’Udinese ingaggia come allenatore Francesco Guidolin, mentre Fabrizio Larini va a ricoprire la carica di direttore sportivo. Da gennaio 2011 l’Udinese lancia inoltre sul digitale terrestre del Friuli-Venezia Giulia il proprio canale tematico Udinese Channel,  il primo del genere in Italia totalmente gratuito e visibile in chiaro.

Dopo un inizio di campionato disastroso (4 sconfitte nelle prime 4 giornate), i friulani risalgono la classifica e raggiungono il quarto posto, valevole per i play-off di Champions League. Il 27 febbraio 2011 l’Udinese vince 7-0 in casa del Palermo (mai l’Udinese aveva realizzato 7 gol in una trasferta di Serie A, e ad oggi le più larghe vittorie esterne erano frutto di due 5-0 inflitti al Genoa nel torneo 1983-1984  ed al Perugia nel 1999-2000). Il 22 maggio con il pareggio contro il Milan i friulani stabiliscono a 66 punti il nuovo record in Serie A dopo il precedente record di 64 punti stabilito da Alberto Zaccheroni nel 1997-1998 (record ottenuto però in un campionato di sole 34 giornate anziché 38) e, arrivando al quarto posto, raggiungono i preliminari di Champions League (da disputarsi contro gli inglesi dell’Arsenal.) Inoltre Antonio Di Nalale si riconferma capocannoniere con 28 marcature ed il record di rigori parati in serie A spetta a Samir Handanovic (6 rigori parati).

La stagione 2011-2012  inizia con la sfida dei play-off di Champions League contro Arsenal, che in doppia sfida elimina i bianconeri. L’Udinese ottiene però il diritto di partecipare all’Europa League, dove viene sorteggiata nel girone con gli spagnoli dell’Atletico Madrid, i francesi del Rennes e gli scozzesi del Celtic, superando il turno. Dopo aver eliminato i greci del PAOK i friulani sono estromessi dagli olandesi dell’AZ Alkmaar  agli ottavi di finale. In campionato il rendimento segue fasi alterne: il girone di andata si chiude con ben 38 punti, a soli tre punti dalla Juventus capolista, mentre nel girone di ritorno, complici la preparazione anticipata e la stanchezza per gli impegni di coppa, l’Udinese stenta perdendo il vantaggio accumulato. A fine campionato comunque, grazie a una serie di quattro vittorie consecutive, l’Udinese riconquista con 64 punti la terza posizione, qualificandosi per la seconda volta consecutiva ai play-off di Champions League. Nel corso della stagione, il 29 novembre 2011 la società e l’intera squadra ricevono dal CONI il Collare d’Oro al Merito Sportivo, massima onorificenza dello sport italiano, concessa a club di calcio con più di 100 anni di storia.

La stagione successiva vede ancora i friulani uscire ai play-off di Champions League, stavolta contro i portoghesi del Braga. Dopo l’1-1 in Portogallo, in Friuli, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari, i bianconeri perdono ai rigori con errore decisivo del neo acquisto Maicosuel (cucchiaio bloccato dal portiere). In Europa League i friulani sorteggiati in un duro girone comprendente gli inglesi del Liverpool, gli svizzeri dello Young Boys e i russi dell’Anzhi, conquistano una storica vittoria (3-2) ad Anfield contro il Liverpool, ma chiudono il girone all’ultimo posto uscendo così dalla competizione. Il campionato non inizia bene, e i friulani navigano a metà classifica. Ma una serie di 8 vittorie consecutive nelle ultime 8 giornate proietta l’Udinese al 5º posto finale e alla qualificazione in Europa League.

Nella stagione successiva i friulani escono ai play-off di Europa League contro i cechi dello Slovan Liberec, perdendo 3-1 in casa e pareggiando 1-1 in Repubblica Ceca. Nel prosieguo dell’annata i bianconeri raggiungono, come quattro anni prima, le semifinali di Coppa Italia, perdendo stavolta contro la Fiorentina. Il campionato non porta grandi soddisfazioni all’Udinese, che staziona a metà classifica per gran parte della stagione e termina al 13º posto in classifica.

Dopo quattro anni, Guidolin lascia l’Udinese, la quale viene affidata ad Andrea Stramaccioni. I friulani vengono eliminati al terzo turno di Coppa Italia dal Napoli, mentre in campionato, dopo una discreta partenza, l’Udinese non va oltre il sedicesimo piazzamento in classifica, con il record negativo di punti conquistati (41) da quando la Serie A è a 20 squadre. Terminato il contratto annuale di Stramaccioni, il club sceglie come nuovo allenatore stefano Colantuono.