Reggiana

Reggiana

Club History

La Reggio Audace Football Club, meglio nota come Reggiana, è una società calcistica italiana con sede nella città di Reggio nell’Emilia, in Emilia-Romagna. Milita in Serie C, il terzo livello del campionato italiano di calcio.

Fondata nell’agosto del 2018, eredita la tradizione sportiva della storica Associazione Calcio Reggiana, estromessa al termine del campionato di Serie C 2017-2018 per motivi finanziari e successivamente sciolta. La sua tradizione sportiva risale al 1919.

Anche nota col soprannome di “Regia”, ha per colore sociale il granata, gioca le partite casalinghe al Mapei Stadium-Città del Tricolore. Promossa per la prima volta nella massima serie italiana (a gironi) nella stagione 1920-1921, conta in questa categoria 7 apparizioni, l’ultima delle quali nella stagione 1996-1997, annoverando come miglior piazzamento il 14º posto della stagione 1993-1994; a livello nazionale, nel suo palmarès la società vanta un campionato di Serie B e uno di Serie C a girone unico, nonché una Supercoppa di Serie C2.

Storia

Dagli anni 1910 agli anni 1940: gli inizi e l’esperienza in massima serie

L’Associazione Calcio Reggiana venne fondata il 24 aprile 1919 a seguito della fusione tra il Reggio Foot-Ball & Cricket Club e l’Audace Reggio, ove tra i fondatori storici figura Severino Taddei.[1] Quest’ultimo, detto “Umberloun”, aveva già scelto il granata utilizzato dal 1913 dal Reggio FC come colore della maglia in onore del Torino. Tuttavia, la prima casacca indossata dalla Reggiana nel ’19 fu nera con bordi bianchi. Questa era stata ereditata dalla Juventus Reggio che si era fusa col Reggio FC, che sfoggiava la divisa granata in omaggio al club piemontese: si scelse quindi di giocare sul campo della seconda formazione, il Mirabello, ma coi colori della prima squadra, quella granata, che dal 1920 divenne quella principale.

Una formazione della Reggiana nel 1928, in Divisione Nazionale.

Appena nata, negli anni 1920 la squadra approdò subito dalla Serie C alla B. In questo decennio la Reggiana raggiunse poi, per la prima volta, la massima serie nel campionato 1923-1924, disputando due stagioni nelle allora principali categorie italiane a gironi plurimi, la Divisione Nazionale[1]. Nei primi due campionati di massima serie si segnalarono, oltre al grande Felice Romano, gli austriaci Powolny e Huber, quest’ultimo richiamato in patria dopo sole tre gare. Dopo la retrocessione del 1926, la Reggiana tornò subito in massima serie grazie al portiere e allenatore Vilmos Szisgmond, cecoslovacco, ma anche al goleador Stefano Aigotti, che passerà al Milan e sarà l’unico rossonero a segnare tre gol in un derby all’Inter. Poi due campionati deludenti, il primo con le retrocessioni bloccate e il secondo segnato dalla retrocessione in B. Per i successivi sessant’anni, rimarrà questo il massimo traguardo della storia granata. Proprio in quel periodo Felice Romano fu il primo, e finora unico, calciatore del club a vestire la maglia azzurra della Nazionale A.[1]. Nel 1930 la Reggiana conosce una nuova retrocessione in Serie C, dove la squadra granata rimarrà fino al 1940, quando sotto la guida di Vanicek e con Lusetti (Gatto magico) in porta, il terzino Duo, il mediano Malagoli (Scheggia), agguantò la cadetteria. Due anni di B, segnati dal ritorno di Cèna Violi, e poi nel 1942 ancora Serie C.

Anni 1950

La storia “moderna” della Reggiana incominciò nell’immediato periodo postbellico, nei primi anni 1950. Nel secondo dopoguerra la Reggiana milita per molti anni nel campionato di Serie B, sfiorando in varie occasioni la promozione nella massima categoria (che veniva sempre a mancare nelle battute conclusive) lanciando numerosi giovani calciatori e rivitalizzando “vecchie” glorie (ricordiamo fra gli altri Amleto Frignani e Guido Vincenzi (entrambi nazionali), Martiradonna e Greatti, che vinceranno lo scudetto col Cagliari, Dante Crippa, il dottore Lamberto BorangaFlaviano ZandoliRoberto MozziniFrancesco RomanoAndrea CarnevaleGiancarlo Corradini e Giovanni Francini).[2]

La vittoria della Reggiana nel derby dell’Enza contro i rivali del Parma, nella stagione 1958-1959.

Nella stagione 1952-1953 la Reggiana conoscerà il momento più buio della sua storia, fu infatti retrocessa in IV Serie per un presunto illecito sportivo denunciato dai dirigenti del Parma al termine di una sfida contro la squadra crociata vinto dalla Reggiana; non furono addotte mai prove convincenti, ma tanto bastò a un dirigente nazionale della Lega Calcio parmense per disporre la retrocessione dei granata.[2] Dall’episodio della retrocessione combinata nacque una forte rivalità tra i tifosi granata e quelli del Parma, ancora oggi molto sentita, che si acuisce anche nel secolare campanilismo che perdura tra le due città e che ha sua espressione nel derby dell’Enza. La squadra granata impiegherà ben tre anni per rimediare al torto subito e ritornare in III serie, collezionando anche magre figure nei campetti di provincia di mezza Italia.[2] Alla fine la squadra, capeggiata da un allenatore, per ironia della sorte parmense, Luigi Del Grosso ritornerà in Serie C nella stagione 1955-1956 dopo gli spareggi di Bolzano.[3] Luigi Del Grosso siederà in panchina ancora per qualche anno e diverrà anche direttore sportivo della Reggiana, contribuendo a rafforzare la squadra nel campionato di cadetteria da lui conquistata nella stagione 1957-1958.[3] La “vendetta” granata arriverà (sempre per mano di Del Grosso) nel campionato cadetto 1958-1959 con la vittoria dei granata in entrambi gli incontri disputati contro i crociati che costrinsero il Parma a un’affannosa lotta per la salvezza che giunse solo nel finale del torneo e ancora nella stagione 1959-1960 replicando i derby vittoriosi dell’anno precedente.[3]

Anni 1960 e 1970: mancate promozioni e sofferte salvezze

Gli anni 1960 e 1970 scivolarono via tra mancate promozioni in Serie A – una costante nella lunga storia granata – alternate da qualche retrocessione in C ma per lo più vissuti in buoni campionati di Serie B.[4] Rimarranno a lungo nei ricordi dei tifosi reggiani le promozioni in massima categoria mancate nelle stagioni 1960-1961, 1968-1969 e 1971-1972;[4] nel ’61 la Reggiana giunge quarta a tre punti al Palermo (quando vi era a pari merito a due giornate dal termine),[3] nel ’69 la compagine granata ripeté il piazzamento, stavolta a un solo punto dal Bari (complici tre pareggi nelle ultime quattro partite),[4] mentre nel ’72 sono due sconfitte alla terz’ultima e alla penultima di campionato a pregiudicare il sogno della promozione ai granata.[4]

Una formazione della Reggiana 1974-1975.

Da quell’annata dal triste epilogo la Reggiana non combatterà più per la Serie A per i successivi diciassette anni che vivrà tra salvezze sofferte in B e lotte per la promozione in Serie C. La Reggiana retrocede con largo anticipo dalla cadetteria nella stagione 1975-1976 dopo che nei due anni precedenti era giunta la salvezza all’ultima giornata ad Arezzo (1973-1974)[4] e nello spareggio contro l’Alessandria a San Siro (1974-1975).[4] Non riesce ai granata il ritorno immediato in Serie B sebbene nei primi tre anni di C, che nel frattempo si divide in C1 e C2, ci vada vicino per ben due volte nel 1978 e nel 1979, con un terzo e un quarto posto.

Anni 1980: la risalita

L’inizio degli anni 1980 coinciderà con una nuova promozione in Serie B. La Reggiana, guidata in panchina da Romano Fogli, vinse il campionato di C1 per poi salvarsi nella successiva stagione cadetta, grazie a un pareggio 0-0 ottenuto all’ultima giornata in casa del Pisa. In quella Reggiana si misero in luce molti giocatori di talento tra i quali Gianfranco Matteoli e Andrea Carnevale. Nel 1982 si verificò un cambio della guardia ai vertici società granata: a prendere le redini della Reggiana fu Giovanni Vandelli, imprenditore ceramico, che diverrà uno dei presidenti più amati dai tifosi, nonostante i suoi anni di presidenza coincidano con risultati non esaltanti. Vandelli non lesinò in passione e investimenti eppure la squadra retrocedette in C1 e iniziò a mettere in fila una serie di stagioni mediocri durante i restanti anni della sua presidenza.

Una formazione della Reggiana 1988-1989, vincitrice del girone A di Serie C1.

Il 1988 sarà l’anno di un nuovo cambio societario, con la nuova proprietà che guiderà la Reggiana tra la fine del decennio e i primi anni 1990, e che porterà alla scrittura della miglior pagina di storia granata. Quegli anni infatti coincideranno con il periodo più glorioso della lunga storia granata, il club, in cui militarono Fabrizio RavanelliMichele ZanuttaWalter De VecchiAndrea SilenziGiuseppe ScienzaFernando De NapoliDario MorelloFrancesco AntonioliEugenio Sgarbossa e Luca Bucci, prima ottenne una promozione dalla C1 alla B, per poi sfiorare per due campionati l’approdo in Serie A. Il ciclo che portò più lustro sportivo alla Reggiana ebbe inizio alla fine degli anni 1980 con l’acquisizione da Giovanni Vandelli della maggioranza della Reggiana da parte della finanziaria Finsport (creata dal senatore Walter Sacchetti e compartecipata dagli industriali Veroni e Morini) e con la presidenza di Ermete Fiaccadori e si concluse all’inizio del decennio successivo, a promozione in massima serie ottenuta, con la cessione della maggioranza azionaria agli imprenditori friulani Franco Dal Cin e ai fratelli Fantinel.

Anni 1990: il ritorno in Serie A

L’appuntamento con la Serie A per la Reggiana arrivò finalmente nella primavera del 1993 al Manuzzi col Cesena, al termine di un campionato che si concluse con la vittoria della Serie B 1992-1993. Il vecchio Mirabello e tutta la città esplosero in una grande festa del popolo granata nella quale non furono lesinati grandi festeggiamenti e ovazioni ai propri beniamini per il ritorno nella massima serie nazionale, a ben sessantaquattro anni di distanza dall’ultima apparizione. Allenatore di quella storica compagine fu Giuseppe Marchioro il quale sedeva sulla panchina granata dalla Serie C1 1988-1989, e che scrisse con la promozione in Serie A dei granata una pagina gloriosa nella storia della Reggiana. Al termine di questa stagione così importante per la storia granata si verificò anche un clamoroso passaggio societario tra la finanziaria locale Finsport e il sodalizio imprenditoriale friulano composto da Franco Dal Cin e dai fratelli Fantinel. Dal Cin, personaggio discusso e inviso al tifo organizzato granata rimarrà a capo della Reggiana fino all’avvento di Cimurri e Foglia nei primi anni 2000.

All’esordio nel campionato di Serie A 1993-1994 a girone unico, la formazione della “Regia” schierò un gruppo affiatato di giocatori tra i quali spiccavano il fuoriclasse portoghese Paulo Futre e alcuni talentuosi giocatori quali Michele PadovanoMassimiliano Esposito, Gigi De Agostini nonché il giovane portiere Cláudio Taffarel (che alla fine della stagione si laureò campione del mondo con il Brasile). Fu proprio quest’ultimo a contribuire in modo determinante alla salvezza della squadra che avvenne il 1º maggio 1994 a San Siro contro il Milan di Fabio Capello: la Reggiana infatti si impose vincendo per la prima volta nella sua storia contro la compagine meneghina con il risultato di 0-1 (gol di Massimiliano Esposito). La squadra granata terminò quel campionato al tredicesimo posto, appaiata all’Inter, sia in termini di punti totali (31), che di punti e di reti negli scontri diretti (Inter-Reggiana 2-1, Reggiana-Inter 1-0), ma con una peggiore differenza reti complessiva, salvandosi a discapito del Piacenza. Da parte piacentina vi furono notevoli polemiche ma la Reggiana vinse con merito contro un Milan determinato a non perdere tra le mura amiche.

 

La rosa della Reggiana vincitrice del campionato di Serie B 1992-1993, e di nuovo in massima serie a 64 anni dalla precedente apparizione.

La Reggiana del 1994-1995 non emulò quella dell’anno precedente, complice anche l’infortunio occorso al suo bomber Padovano; alla settima giornata (dopo aver raccolto solo un punto contro la Fiorentina), dopo sette stagioni, viene esonerato l’allenatore Giuseppe Marchioro (in sella alla squadra granata dalla stagione 1988-1989) e viene chiamato Enzo Ferrari (che poi lascerà spazio all’allenatore della primavera Cesare Vitale). Nonostante gli acquisti estivi di Francesco Antonioli, Fernando De Napoli e Sunday Oliseh, nel primo campionato in cui si assegnavano i tre punti per la vittoria i granata ne raccolsero soltanto 18, finendo la stagione al penultimo posto (a sedici punti dal Foggia terzultimo, davanti solo al Brescia a 12 il quale stabilì il record negativo di punti in Serie A). Nello stesso anno fu inaugurato nella gara casalinga contro la Juventus il nuovo Stadio Giglio, primo impianto di proprietà di una società di calcio in Italia (il match terminò con la vittoria dei bianconeri per 2-1).

Dopo la retrocessione in Serie B 1995-1996, l’anno seguente sulla panchina della Reggiana fu posto un giovane allenatore reggiano, alla sua prima esperienza in una squadra di club, Carlo Ancelotti. Ancelotti, al termine di una lunga rimonta durante il campionato, riuscì a riportare immediatamente la Reggiana nella massima serie. La stagione cominciò davvero male per i granata, i quali alla 7ª giornata dopo la pesante sconfitta subita per 4-1 con il Pescara, si ritrovarono ultimi in classifica, la società però riconfermò la fiducia ad Ancelotti e la settimana successiva la squadra colse la sua prima vittoria stagionale in casa contro il Venezia dell’ex-allenatore Giuseppe Marchioro (col risultato di 3-0) e iniziò un lungo inseguimento che la portò, già al termine nel girone di andata, a conquistare la vetta della classifica. Nel girone di ritorno i risultati furono piuttosto altalenanti ma la Reggiana riuscì a conservare il 4º posto in classifica e conquistò la matematica promozione in Serie A 1996-1997 con una giornata di anticipo, vincendo per 1-0 al “Bentegodi” contro l’Hellas Verona, già promosso la settimana precedente e battendo la concorrenza della Salernitana. Il gol della promozione venne realizzato da un giovane Pietro Strada, protagonista assoluto di quella stagione insieme al centravanti russo Igor’ Simutenkov, al difensore Angelo Gregucci, all’esperto portiere Marco Ballotta e ai centrocampisti Leonardo Colucci e Marco Schenardi.

Una formazione della Reggiana 1993-1994, all’esordio nella Serie A a girone unico.

Nella stagione 1996-1997 Ancelotti passò ad allenare il Parma, sicché la società dovette così affidarsi al tecnico romeno Mircea Lucescu. La squadra che aveva ottenuto la promozione l’anno prima venne in gran parte smantellata e malamente ricostruita ingaggiando dall’estero elementi esperti ma a fine carriera, come Georges Grün e Dietmar Beiersdorfer, oppure calciatori che si rivelarono autentiche delusioni quali Michael HatzFranz Carr e Adolfo Valencia (quest’ultimo ex-Bayern Monaco, squadra con la quale aveva vinto la Bundesliga nella stagione 1993-1994, nonché centravanti della nazionale colombiana a USA ’94) che non riuscirono a incidere positivamente sulle sorti della Reggiana. Ad aggravare la situazione di questa stagione tribolata, nel mercato di novembre la società cedette anche il centravanti Sandro Tovalieri ai diretti concorrenti del Cagliari e il centrocampista Marco Schenardi al Bologna, senza sostituirli in maniera adeguata, completando così l’opera di smantellamento della squadra e avviando un rapido declino delle possibilità di permanenza in massima serie. L’avventura di Lucescu sulla panchina granata durò solo una decina di partite (solo 4 i punti conquistati), e venne poi sostituito da Francesco Oddo dopo la sconfitta per 0-2 contro il Vicenza. La Reggiana visse il momento migliore della stagione solo durante i primi mesi del 1997, a cavallo tra i due gironi, quando ottenne le uniche due vittorie della stagione (contro Perugia e Verona, entrambe fuori casa) e mantenne così vive, almeno virtualmente, le speranze di salvezza. La partita che decise definitivamente la stagione fu l’incontro casalingo con il Piacenza, che venne disputato su campo neutro a causa della squalifica del Giglio come diretta conseguenza degli scontri tra tifosi e del lancio di rubinetti in campo durante il derby con il Parma di qualche settimana prima: l’incontro si concluse sullo 0-0 e la Reggiana, che era obbligata a vincere, da quel momento restò inchiodata a fondo classifica, retrocedendo quindi mestamente e con largo anticipo sulla fine del campionato in Serie B.

Nel campionato di Serie B 1997-1998 confidando nella presenza di giocatori quotati tra i quali Filippo GalliAlberigo EvaniIgor’ Simoutenkov e Gianluca Berti l’obiettivo dichiarato da subito fu la promozione in Serie A. A inizio stagione la squadra ottenne invece risultati disastrosi e scivolò addirittura in zona retrocessione dopo la sconfitta per 1-0 in casa contro il Genoa (fino a quel momento ultimo in classifica) e quella per 2-1 con la Lucchese, che lasciò la Reggiana al penultimo posto in classifica. La società cercò di correre ai ripari sostituendo Francesco Oddo con Franco Varrella, la mossa sembrò funzionare difatti la squadra rimontò in classifica e, trascinata dai gol di Giacomo Banchelli, arrivò nei pressi della zona promozione già al termine del girone di andata. Alla ventiduesima giornata la Reggiana batté per 3-2 il Ravenna a domicilio e raggiunse il quarto posto in classifica, l’ultimo utile per la promozione, in compagnia del Torino. Tuttavia la squadra a questo punto, iniziò a perdere colpi e si staccò progressivamente dalla lotta per la promozione, perdendo gli scontri diretti del girone di ritorno contro Perugia e Torino (coi piemontesi la sconfitta fu decisiva, a sole quattro giornate dal termine), e addirittura subendo uno 0-2 casalingo dal Padova, fanalino di coda e che a fine stagione retrocederà in Serie C1. La Reggiana chiuse così la stagione con altre due sconfitte e un anonimo undicesimo posto in classifica.

Una formazione della Reggiana 1996-1997, l’ultima a calcare i campi della massima serie.

La stagione 1998-1999 che avrebbe dovuto essere quella del rilancio delle ambizioni di promozione in Serie A alla fine si concluderà addirittura con la retrocessione in Serie C1 dei granata, nonostante l’avvicendamento di tanti giocatori impiegati (fra cui atleti di rilievo come Angelo CarboneIgor Protti e Angelo Pagotto) e di ben tre allenatori durante l’anno. La stagione iniziò con in panchina il confermato Franco Varrella e la Reggiana alla terza giornata conquistò una bella vittoria per 5-2 contro l’Hellas Verona (poi vincitore del campionato) al Bentegodi. La squadra tuttavia entrò ben presto in un periodo negativo che portò all’esonero di Varrella, sostituito da Attilio Perotti. La Reggiana, nonostante qualche acuto (come il 3-0 ottenuto contro la Fidelis Andria), non riuscì mai a risalire dal fondo classifica, mancando la vittoria in alcune sfide-salvezza importanti (1-1 in casa con la Ternana e poi raccogliendo un misero 2-2 in casa della Cremonese, ultima in classifica), così la società decise di sollevare Perotti dall’incarico e richiamò Varrella. La Reggiana ebbe un sussulto e vinse 3-0 la gara casalinga con il Ravenna, ma già la domenica successiva incappò in una pesante sconfitta per 1-0 contro il Monza con la complicità dell’errore del portiere Pagotto sul gol dei brianzoli. Varrella venne esonerato per la seconda volta e per le ultime giornate la squadra fu affidata alla coppia formata da Fabiano Speggiorin e Angelo Gregucci (al suo esordio da allenatore) quando ormai il ritardo in classifica fu tale da rendere la salvezza una missione quasi impossibile. Le ultime quattro giornate coincisero con quattro vittorie, ma tutto ciò non bastò alla Reggiana per ottenere la salvezza: all’ultima giornata il Cosenza vinse con il Cesena, già salvo, e condannò di fatto la Reggiana alla retrocessione, la quale a soli tre anni dalla promozione in Serie A si ritrovò scaraventata in Serie C1.

Anni 2000: il fallimento e la rifondazione

Nella stagione 1999-2000 la società, oberata dal peso dei debiti contratti per la costruzione dello stadio, si ritrovò incapace nella realtà di investire adeguatamente per puntare al ritorno in Cadetteria e si salvò solo all’ultima giornata grazie alla vittoria casalinga contro il Siena. In questa stagione si svolse per la prima volta il derby col Brescello, che tra l’altro vinse il match di andata al Mirabello. La stagione 2000-2001 andò ancora peggio e la Reggiana chiuse al terzultimo posto, mantenendo la permanenza in Serie C1 solo attraverso la vittoria del doppio spareggio play-out contro l’Alzano Virescit. Tuttavia i bergamaschi furono ripescati e la stagione seguente si ripresentò la medesima sfida play-out. Un doppio 2-1 condannò nuovamente l’Alzano alla retrocessione, in virtù del miglior posizionamento in classifica dei reggiani.

Al termine del campionato la società passò di mano dall’imprenditore friulano Franco Dal Cin al duo formato dall’imprenditore parmense Ernesto Foglia, già proprietario del Brescello, e dal reggiano Chiarino Cimurri. In fase di calciomercato, furono numerosi i calciatori acquistati dallo stesso Brescello. La prima stagione, con Cadregari in panchina, fu anonima. Durante la stagione 2003-2004 Cadregari venne esonerato in virtù di Antonio Sala, per poi esser richiamato dalla società. Tali avvicendamenti condannarono nuovamente la Regia alla disputa dei play-out; fu chiamato in panchina Bruno Giordano, e i granata prevalsero sul Varese.

Nel campionato 2004-2005, grazie all’arrivo del direttore sportivo Marco Valentini, la squadra fu profondamente rinnovata con gli innesti di giocatori di qualità come Andrea DeflorioGabriele Paoletti e soprattutto Costantino Borneo, acquistato dalla Vis Pesaro, capocannoniere del girone B dell’anno precedente. La sua stagione fu però al di sotto delle aspettative a causa di un grave infortunio al capo. La squadra tuttavia si dimostrò competitiva e grazie al quinto posto in regular season accedette ai play-off. Nella doppia sfida contro l’Avellino maturarono un discusso 2-1 per gli irpini ed un pareggio, che estromisero la Reggiana dalla corsa alla B.

Il 13 luglio 2005 la società, gravata ormai da un insostenibile debito, venne dichiarata insolvente e fallì. In agosto, a seguito dell’intervento della neonata compagine societaria Iniziativa Tricolore, composta da realtà industriali e cooperative reggiane di primo piano e da alcuni soci fondatori privati, venne costituita una nuova società denominata “Reggio Emilia Football Club”, la quale aderì tramite Lodo Petrucci al campionato di Serie C2 2005-2006, garantendo la permanenza nel calcio professionistico di una associazione sportiva cittadina. Dopo breve tempo la società Reggio Emilia Football Club mutò il proprio nome nella storica denominazione Associazione Calcio Reggiana 1919, essendosi assicurata per 200.000 euro il vecchio marchio e il titolo sportivo dal curatore fallimentare. Lo Stadio “Giglio”, essendo di proprietà di una controllata della società fallita, fu coinvolto come cespite nella procedura fallimentare e dopo qualche anno fu messo all’asta[5].

Dopo la celere ricostituzione societaria si dovette affrontare il problema di riformare in tempi stretti un valido gruppo di calciatori professionisti visto che furono solamente due giocatori Antonio Foschini e il reggiano Fabio Caselli (che saranno nominati capitano e vice) ad accettare di sposare il progetto di rifondazione sportiva della Reggiana nella serie inferiore. Nel campionato 2005-2006 di Serie C2, inserita nel girone B, la nuova Reggiana allenata da Luciano Foschi disputò una buona stagione (se si considera quale fosse alla vigilia la situazione societaria e con una preparazione estiva partita in ritardo a causa del fallimento). Il primo match della “nuova” Reggiana fu giocato in casa il 18 settembre 2005 contro il Forlì e si chiuse sullo 0-0. Con il prosieguo del campionato la Reggiana diede l’impressione di poter anche agguantare la zona play-off, grazie a una serie positiva di dodici partite consecutive senza sconfitte inanellata nella fase centrale del campionato ma la stagione poi, complice un calo di risultati nel finale, si concluse con l’ottavo posto.

Nella stagione successiva 2006-2007 i granata partirono con l’obiettivo dichiarato di salire in Serie C1. I primi risultati non furono però quelli auspicati e dopo sole quattro partite la società esonerò il tecnico Foschi per far posto ad Alessandro Pane. Sotto la guida del nuovo mister toscano la squadra ritrovò le ambizioni dell’inizio e chiuse la stagione 2006-2007 al quinto posto, guadagnandosi il diritto di partecipare ai play-off validi per la promozione in Serie C1. La Reggiana nel primo turno ebbe quindi la meglio sulla Cisco Roma capitanata da Paolo Di Canio, imponendosi per 1-0 in entrambe le partite; con lo stesso risultato, grazie a un gol di Giuseppe Ingari, i granata vinsero anche il match di andata della doppia finale play-off giocato contro la Paganese allo Stadio Giglio. La promozione restò in mani granata fino a due minuti dal termine del match di ritorno allo stadio “Marcello Torre” di Pagani, dove la squadra locale riuscì a segnare un gol rocambolesco, mandando la partita ai tempi supplementari, e qui a realizzare il gol promozione del 2-0 nei minuti supplementari col nigeriano Francis Ibekwe.

La successiva stagione sportiva 2007-2008 si aprì con la conferma del tecnico Pane, con gli addii del giovane difensore Simone Gozzi (che venne ceduto in comproprietà al Modena) e di quello, molto discusso dalla piazza, del portiere Raffaele Nuzzo, vero e proprio idolo della tifoseria. A sostituirli arrivarono i pari ruolo Danilo Zini e Marco Ambrosio (quest’ultimo con alle spalle anche un anno di esperienza al Chelsea nel 2003-2004). La stagione vide da subito protagonisti nella sfida promozione gli uomini di Pane ed il Bassano del tecnico Glerean, con le due compagini che si contesero fino al termine la vetta per tutto il campionato. A Reggio Emilia, a cinque giornate dal termine, la sfida tra le due regine del girone terminò 1-1 quando la Reggiana, all’inseguimento dei veneti staccati di tre lunghezze, sembrò ormai destinata ai play-off, fu sorpresa dalla imponderabilità del calcio: nelle successive due partite difatti i granata continuarono a cogliere due importanti vittorie mentre il Bassano rimediò due sconfitte contro Prato (in casa) e Portogruaro in trasferta. I veneti finirono così per ritrovarsi da +3 a -3 dalla Reggiana nell’arco di sole due giornate. Per uno strano scherzo del destino, a segnare al ’94 il gol del 2-1 finale del Portogruaro sul Bassano fu proprio Ibekwe, il calciatore che, un anno prima, fece sfumare il sogno promozione della Reggiana a Pagani. Il 27 aprile 2008, con una giornata di anticipo sulla fine del girone B di C2, la Reggiana guadagnò la matematica certezza della promozione in Serie C1 grazie al pareggio sul campo di Castelnuovo Garfagnana per 1-1, (al vantaggio granata di Vito Grieco all’84’ rispose il gol di Micchi all’88’) ed alla contemporanea sconfitta casalinga dei diretti inseguitori del Bassano Virtus contro il Gubbio per 0-1. Grandi protagonisti di questa promozione furono il giovane attaccante reggiano Andrea Catellani, l’esperto capitano Vito Grieco, gli attaccanti Omar Martinetti e Matteo Pelatti, i difensori Mirko Stefani e Danilo Zini ed i centrocampisti Paolo Ponzo (motorino infaticabile, al rientro in granata dopo le esperienze in Serie B) e Antonio Maschio. Per la Reggiana questa promozione rappresentò il primo risultato positivo dall’ultima storica promozione in Serie A avvenuta dodici anni prima. Il 18 maggio 2008 la “Regia” conquistò anche la Supercoppa di Lega grazie alle due vittorie ottenute contro Benevento (vincitore del girone C), in casa per 2-1, e Pergocrema (primo nel girone A), in trasferta per 1-0.

Al debutto della stagione della neonata Lega Pro Prima Divisione 2008-2009 la squadra fu composta quasi totalmente dalla quella che vinse nella stagione precedente il campionato di C2. Le partenze più importanti furono quelle di Martinetti verso il Gubbio, Catellani al Catania e Robert Anderson al Venezia. Alla corte di Pane giunsero l’attaccante Stefano Dall’Acqua dal Grosseto, Giovanni Bruno dal Potenza, il mediano Riccardo Nardini dall’Avellino ed i difensori Massimiliano Mei e Davide Scantamburlo dal Venezia. Il campionato vide i granata stazionare sempre nelle posizioni di vertice ed alla terza giornata di ritorno la Reggiana si ritrovò in solitaria in testa alla classifica dopo cinque vittorie consecutive tra le quali spuntarono quelle sulle dirette concorrenti Cesena e Pro Patria, entrambe battute per 1-0. Nel mercato di riparazione alla Reggiana giunse Marco Martini dal Frosinone e fu promosso in prima squadra il giovane talento Maxwell Acosty. Le speranze di salire direttamente in Serie B rimasero concrete fino alla terzultima giornata quando la Reggiana (in testa alla classifica a pari merito con Pro Patria e Cesena, ma prima nella classifica avulsa) perse sciaguratamente per 3-2 un rocambolesco match contro la Cremonese. La stagione regolare, dopo questa sconfitta, si chiuse quindi con la squadra in flessione con un pareggio contro la Sambenedettese per 0-0 che assicurò agli uomini di Pane il quinto posto, l’ultimo valido per entrare nella griglia dei play-off. Tuttavia i granata vennero eliminati già al primo turno perdendo ambedue gli scontri, finiti con il rocambolesco risultato di 4-5 e 3-2, con la Pro Patria (società che poi fallì di lì a poco).

Nella stagione successiva di Lega Pro Prima Divisione 2009-2010, mister Alessandro Pane passò ad allenare l’Ascoli e sulla panchina granata sedette il friulano Loris Dominissini, ex giocatore dagli importanti trascorsi in granata. Oltre all’abbandono dell’allenatore protagonista dell’ultima promozione, ci furono altre partenze importanti come quella del capitano Vito Grieco, del centrocampista Paolo Ponzo e quella del promettente attaccante Maxwell Acosty (ceduto alla Fiorentina). Sul fronte degli acquisti, la società puntò sul ringiovanimento della rosa con l’ingaggio del centravanti Umberto Eusepi, del terzino Matteo D’Alessandro, del centrocampista Marco Romizi e del portiere Nicolò Manfredini, ma si arricchì anche con l’esperienza di giocatori come il centrocampista Davide Saverino e degli attaccanti Paolo Rossi e Gianluca Temelin (il quale la stagione precedente fu giustiziere della Reggiana con la maglia della Cremonese). I primi risultati furono altalenanti ma col prosieguo del torneo la squadra si rilanciò con la vittoria casalinga contro il Pescara in novembre e risalì la china fino a conquistare anche vetta della classifica, grazie a ben sette vittorie consecutive. Tuttavia il serio infortunio patito da Saverino (che restò fuori per 3 mesi) causato da un rude intervento durante il match contro il Real Marcianise, fece inceppare il meccanismo della squadra che iniziò a perdere colpi su colpi, falcidiata anche da altri numerosi infortuni che costrinsero il tecnico Dominissini a schierare spesso formazioni molto rimaneggiate. La squadra riuscì comunque a guadagnare l’accesso ai play-off battendo per 1-0 la Ternana, grazie ad un gol di Riccardo Nardini, nelle ultime battute di campionato. La Reggiana arrivò ancora una volta in precarie condizioni fisiche al primo doppio confronto, questa volta contro il Pescara, e dopo essere riuscita a strappare un faticoso 0-0 casalingo, fu sconfitta per 2-0 nel match di ritorno allo Stadio Adriatico, chiudendo così stagione ed ambizioni di promozione.

Anni 2010

L’inizio del nuovo decennio vede un nuovo cambio societario per la Reggiana, all’esperienza ormai conclusa di Iniziativa Tricolore ed al presidente Clarfiorello Fontanesi che ne fu espressione, succedette Alessandro Barilli, professionista reggiano che rilevò la maggioranza del pacchetto societario della A.C. Reggiana 1919. La cessione si concretizzò anche grazie alle condizioni particolarmente vantaggiose predisposte per il disimpegno di Iniziativa Tricolore ed al placet politico assicurato dall’allora Amministrazione comunale di Reggio Emilia. Con la Reggiana militante in Lega Pro Prima Divisione 2010-2011 al posto del non confermato tecnico Dominissini venne scelto il lombardo Amedeo Mangone. Dalla rosa della Reggiana vennero ceduti alcuni importanti giocatori tra i quali Riccardo Nardini all’Empoli, il capitano Mirko Stefani che finì in comproprietà alla Cremonese[6] ed il portiere Luca Tomasig all’AlbinoLeffe. A settembre arrivarono gli svincolati Davide Saverino e Massimiliano Guidetti[7]. Il girone di andata non partì ancora una volta nel migliore dei modi: dopo le prime quattro giornate la Reggiana si ritrovò ad avere una delle peggiori difese del campionato. La situazione migliorò poi nelle domeniche successive ma non in modo sufficiente per garantire alla squadra di vivere un campionato ambizioso come i precedenti, i granata infatti stazionarono per tutto il torneo in una posizione interlocutoria di centro classifica, tra la zona play-off e quella play-out. Il periodo peggiore la Reggiana lo attraversò all’inizio del girone di ritorno quando, per ben quattro giornate consecutive, uscì sconfitta da tutte le partite che disputò ritrovandosi così infine invischiata in zona play-out. Solo una reazione d’orgoglio ed alcuni cambiamenti tattici condussero la Reggiana alla vittoria di Cremona alla quale seguiranno altre due vittorie con Ravenna ed Alessandria; coi nove punti raccolti i granata si riaffacceranno con prepotenza addirittura nella zona play-off. Alla penultima giornata va in scena al Giglio lo scontro diretto con la Salernitana per tentare alla Serie B; i granata però, resisi mai pericolosi sotto porta, furono costretti a soccombere con i campani che sbancarono Reggio Emilia grazie ad un gol di Altobello. La Reggiana concluse quindi il campionato con un ottavo posto in classifica, per la prima volta da cinque anni, non accedendo quindi agli spareggi promozione.

Il minuto di silenzio in ricordo di Helmut Haller prima dell’amichevole del 2012 col Bologna, celebrativa del 93º anniversario del club granata.

Nonostante la stagione deludente nella successiva stagione 2011-2012 la Reggiana, confermò Amedeo Mangone come allenatore, e fu costretta a partire con due punti di penalizzazione in classifica a causa della denuncia di una presunta combine (mai supportata da alcuna prova) tentata dai dirigenti del Ravenna con il giocatore granata Davide Saverino (il quale venne a sua volta squalificato per 3 anni[8]) durante la partita Reggiana-Ravenna del 10 aprile 2011[9]. La società ingaggiò l’attaccante Davide Matteini, calciatore con un trascorso in Serie A. La stagione fu caratterizzata anche da alcune sconfitte dal passivo pesante (da ricordare il 2-4 contro il Como in casa); la prima vittoria giunse alla quinta giornata contro il Foligno, compagine che chiuderà poi il campionato come ultima in classifica. La Reggiana si trovò quindi impelagata nella lotta per evitare i play-out. In dicembre il tecnico Mangone venne esonerato[10] ed al suo posto, dopo un breve periodo di transizione con la panchina affidata a Salvatore Lanna (che poi diventerà viceallenatore), subentrò Lamberto Zauli. La squadra ebbe un breve sussulto positivo all’inizio del girone di ritorno, per poi si stabilizzarsi nella parte medio-bassa della classifica mantenendo sempre un piccolo margine sulla zona play-out fino alla fine del campionato. Al termine dello stesso, la Reggiana chiuderà con un deludente nono posto in classifica.

Il 13 ottobre 2012, al ridenominato Stadio Città del Tricolore, la Reggiana disputò un’amichevole con il Bologna in occasione del 93º anniversario della nascita dei granata: la partita terminò in pareggio con gol di Robert Acquafresca al 36′ e di Paolo Rossi al 57′; prima del via all’incontro fu osservato un minuto di silenzio in ricordo del calciatore tedesco Helmut Haller, scomparso due giorni prima.[11]

La stagione 2012-2013 si apre con la conferma di Lamberto Zauli sulla panchina granata. Durante il mercato estivo venne tesserato il centrocampista Andrea Parola, con esperienze nella massima serie a cui seguirono altri arrivi tra i quali quelli di Alberto Cossentino e di Filippo Antonelli Agomeri. I risultati conseguiti in campionato, tuttavia, furono a dir poco fallimentari; il 22 dicembre 2012 dopo la sconfitta con il Treviso (ultimo in classifica) e concluso il girone d’andata con il misero bottino di 15 punti, il tecnico Lamberto Zauli fu esonerato a favore di Luigi Apolloni[12]. L’ex-difensore rimase sulla panchina granata per dieci partite, cogliendo solamente 7 punti prima di essere a sua volta sollevato dall’incarico il 19 marzo 2013 in seguito alla sconfitta per 0-3 in casa del Suedtirol; la società decise pertanto di richiamare nuovamente Lamberto Zauli[13]. La Reggiana rimase arenata al terz’ultimo posto della classifica davanti solamente a Tritium e Treviso, chiudendo la stagione regolare con appena 29 punti e fu costretta ad affrontare i play-out per evitare di finire in Seconda Divisione. Il doppio confronto vide i granata contrapposti al Cuneo. La gara di andata al Città del Tricolore finì 1-1 ed obbligò quindi i granata a cogliere una vittoria nel ritorno a Cuneo per centrare la salvezza. La partita di ritorno in Piemonte fu una sfida al cardiopalma: la Reggiana passò in vantaggio allo scadere del primo tempo con un contestato rigore trasformato dal capitano Giuseppe Alessi e difese strenuamente il gol di vantaggio, anche in inferiorità numerica, per tutto il secondo tempo da un vero e proprio assedio del Cuneo. I piemontesi finirono per colpire due traverse, creando e divorandosi molte opportunità soprattutto negli ultimi minuti di gioco, ma la Reggiana, stoicamente e fortunosamente resistette fino al termine riuscendo a cogliere quel successo che le permise di mantenere la categoria.

L’inizio della stagione 2013-2014, in seguito ai deludenti risultati dell’ultimo campionato, vide alcuni cambiamenti a livello societario, decidendo di affidare dapprima a Massimo Ienca il ruolo di direttore sportivo, il quale insieme alla società scelse per la panchina il tecnico Pier Francesco Battistini[14], ex allenatore del Perugia. Nel mercato estivo l’arrivo principale sembrò essere quello di Francesco Ruopolo, attaccante esperto con lunghi trascorsi in Serie B[15], ma durante la stagione si misero in mostra soprattutto i giovani Elio De Silvestro, Michele Cavion (in prestito dalla Juventus) e la punta Valerio Anastasi, acquistato in comproprietà dal Chievo, che sarà anche il capocannoniere della squadra con 7 gol mentre Ruopolo, fermato anche da numerosi guai fisici, realizzò soltanto una rete. In una stagione dove non furono previste retrocessioni (a causa della riforma che porterà alla costituzione del campionato unico di Serie C), l’obiettivo fu quello di arrivare almeno al 9º posto (su 16 partecipanti), ovvero l’ultimo piazzamento utile per disputare i play-off promozione. Il campionato, partito con risultati discreti, mostrò tuttavia ben presto il basso potenziale della squadra, che già prima dell’inverno iniziò ad inanellare una serie di risultati negativi. Il progressivo allontanamento dall’obiettivo di stagione indusse la società ad esonerare il tecnico Battistini[16] il 10 febbraio 2014, in seguito alla sconfitta casalinga contro la Pro Patria. Fu nominato suo successore Marcello Montanari[17] il quale non conseguì comunque particolari risultati di rilievo con la squadra estromessa dalla lotta per la zona play-off con diverse giornate di anticipo e che chiuse il campionato con un anonimo 12º posto. Durante tutta la stagione la tifoseria della “Regia”, indispettita verso la proprietà oltre che per i risultati anche dallo smacco dell’acquisto all’asta fallimentare dello stadio cittadino da parte della Mapei di Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo[18], mise in piedi diverse manifestazioni di protesta nei confronti della società granata, chiedendo a gran voce un cambio di proprietà[19].

La stagione 2014-2015 vide l’arrivo di un nuovo allenatore, il tecnico lombardo Alberto Colombo. La Reggiana, inserita nel girone B della nuova Lega Pro unica, alla vigilia del torneo non risultò accreditata dei favori del pronostico. La squadra partì invece molto bene giocando un calcio piacevole ed efficace, con i risultati che non tardarono ad arrivare, portandosi così nelle posizioni di testa della classifica fin dalla metà del girone di andata. Alla fine del torneo si piazzò in terza posizione (complice anche qualche punto di troppo buttato via contro le squadre più deboli del girone), partecipando così dopo un’attesa di cinque anni ai play-off validi per la promozione in serie B. La Reggiana vinse i quarti di finale in gara unica in trasferta (4-2 dopo i tempi supplementari sul campo dell’Ascoli, che venne poi ripescato in serie B in virtù del secondo posto in classifica a seguito di un illecito sportivo del Teramo) ma il cammino per raggiungere la cadetteria s’interruppe purtroppo ancora, questa volta in semifinale nella doppia sfida col Bassano Virtus, a causa di una sconfitta ai calci di rigore patita nella gara di ritorno in Veneto, dopo l’1-1 maturato al termine dei tempi supplementari (la gara di andata a Reggio Emilia terminò col risultato di 0-0 davanti ad una cornice di oltre 12.000 spettatori).

Nella stagione 2015-2016 la Reggiana venne rilevata da una nuova compagine societaria, guidata dall’industriale reggiano Stefano Compagni, e da subito l’ossatura della squadra che tanto bene fece l’anno prima fu potenziata con alcuni acquisti di rilievo per la categoria, quali quelli degli attaccanti Rachid Arma ed Angelo Raffaele Nolé. In virtù del mercato di rafforzamento di una rosa già competitiva, la Reggiana fu indicata tra le favorite per la promozione ed i granata partirono bene tanto che a fine ottobre, dopo la vittoria casalinga contro la Cremonese, si ritrovarono al primo posto solitario; ciò nonostante, una successiva serie di deludenti pareggi spense di fatto già in gennaio le speranze per il salto di categoria, pur a fronte di una tardiva rimonta nella fase conclusiva del campionato. La stagione sportiva che vide peraltro il definitivo addio della bandiera granata d’inizio millennio, Giuseppe Alessi,[20]andò in archivio con un anonimo e deludente settimo posto finale.

Nella stagione 2016-2017 Stefano Compagni cedette il 60% della A.C. Reggiana 1919 allo sportivo ed asso del baseball americano Mike Piazza, che dopo essersi avvicinato all’acquisto di diverse formazioni calcistiche italiane, rivolse le proprie attenzioni verso i granata. Nel giugno del 2016 si celebrò, nella centralissima Piazza Prampolini, davanti a 3.000 supporters l’arrivo a Reggio di Mike Piazza il quale, pur scevro da ogni esperienza in ambito calcistico, fra grandi proclami ed investimenti riuscì fin da subito ad infiammare la passione dei tifosi granata. Un mercato importante e le ritrovate ambizioni, anche in virtù di un campionato affascinante che dopo tanti anni avrebbe riportato la Reggiana a giocarsi il derby dell’Enza con i rivali di sempre del Parma, vide ai blocchi di partenza una società ed una squadra costruite per ben figurare e tentare l’assalto alla Serie B. La panchina granata fu affidata al tecnico pugliese Leonardo Colucci, e fino al termine del girone d’andata la Reggiana si mostrò competitiva e vincente, pur con alcune incertezze e passi falsi dentro e fuori dal campo, riuscendo anche ad issarsi per qualche turno (dalla 15ª alla 17ª giornata) al primo posto della classifica. Poco dopo la metà del mese di dicembre 2016 ed ormai al termine del girone d’andata, la Reggiana giunse in una netta posizione di vantaggio di classifica (6 punti) e con il morale alle stelle all’appuntamento del derby casalingo con il Parma (alla 19ª giornata), quest’ultimo alle prese con qualche difficoltà di troppo; ciononostante, davanti a 14.000 propri sostenitori la squadra perse per 0-2 e giocando in un modo irriconoscibile la partita più sentita dell’anno, gli strascichi morali che seguirono alla sconfitta vanificarono poi in un solo mese tutto quanto di buono fatto fino ad allora e la squadra perse posizioni in classifica e sicurezza nei propri mezzi. Da quel momento infatti, il passo delle due rivali s’invertì, con la Reggiana che incappò in pareggi e sconfitte che culminarono con le dimissioni (poi ritirate) del tecnico pugliese ed infine con l’esonero dello stesso a fine dicembre e l’affidamento della panchina all’esperto trainer pisano Leonardo Menichini. La squadra, anche a seguito di un mercato di riparazione in cui non riuscì a tenere il passo dei faraonici investimenti delle rivali (Venezia e Parma su tutte) e che vide diversi giocatori allontanati per motivazioni extra calcistiche, chiuse la stagione regolamentare -pur in affanno- con un quinto posto, l’ultimo valido per la qualificazione ai play-off. Eliminò poi, in doppia sfida, FeralpisalòJuve Stabia e Livorno ed approdò dunque alla semifinale a turno unico giocata sul neutro di Firenze ma davanti a 2.500 tifosi granata, dove fu sconfitta di misura dalla quotata Alessandria, venendo così eliminata dagli spareggi promozione, vinti alla fine proprio dai rivali del Parma. Nell’estate seguente, a causa di rapporti umani e professionali ormai logori e di alcuni pesanti screzi prodottisi sia tra i componenti della compagine societaria che nei confronti di alcuni dipendenti e dirigenti, i coniugi Piazza, nel frattempo divenuti i proprietari unici della società, operarono drastiche e discusse modifiche all’organigramma societario pur confermando gli investimenti e le ambizioni sportive anche per la successiva stagione.

La stagione 2017-2018, al cui avvio venne confermato come tecnico Menichini, fu segnata da un mercato vivace ed ambizioso, seppur complicato dal clima prodotto dalle succitate vicende. Arrivarono a Reggio, fra gli altri, l’attaccante Christian Altinier dal Padova, il portiere Davide Facchin dal Venezia, l’esperto difensore Alessandro Bastrini i quali affiancarono i top players dell’anno precedente: il fantasista Alessandro Cesarini, i centrocampisti Massimiliano CarliniAndrea Bovo ed il difensore Luca Ghiringhelli su tutti. Con un avvio di stagione però non consono alle ambizioni iniziali ed agli investimenti effettuati giunse presto al termine l’esperienza del tecnico Menichini, il quale fu sostituito alla guida della Reggiana dal terzetto Sergio Eberini, Massimiliano La Rosa, Andrea Tedeschi (questi ultimi promossi dalle giovanili granata) e si classificò quarta, al termine di un torneo ben più alla portata del precedente e nel corso del quale in diverse occasioni i granata fallirono ripetutamente l’opportunità di porsi stabilmente al comando, accedendo così nuovamente, con diversi rimpianti per i passi falsi fatti, ai play-off. Agli spareggi la Reggiana eliminò prima il Bassano e poi la Juve Stabia, prima di essere eliminata, a causa di un contestatissimo rigore per un presunto fallo di mano assegnato al 97º minuto di gioco al Siena, appena dopo il pareggio che avrebbe valso la semifinale per i granata, nella gara di ritorno quarto di finale giocato in Toscana (all’andata a Reggio la Reggiana si era imposta per 2-1)[21].

Il 12 giugno 2018, dopo soli due anni dall’arrivo a Reggio Emilia e dopo pochi mesi dall’aver rilevato il 100% delle quote societarie, con le celebrazioni del centenario societario alle porte, i coniugi Piazza attraverso uno stringato comunicato stampa[22] informano la città di non voler provvedere all’iscrizione entro la fine mese della squadra al campionato di Serie C 2018-2019, mettendo in vendita la società, di fatto concedendo però pochissimo tempo ad eventuali soggetti interessati ad acquisire la maggioranza della stessa. Il giorno 29 giugno, nell’ultimo giorno utile e solo dopo le richieste di alcuni rappresentanti dei tifosi e del Sindaco di Reggio Emilia, i due coniugi americani decidono di provvedere all’iscrizione della società, pur non presentando alcuna delle necessarie garanzie economiche richieste a corredo ma definendosi fiduciosi di poter giungere, a breve, alla cessione della società a soggetti che siano successivamente in grado di iscrivere la squadra, tramite ricorso contro l’esclusione provvisoria dal campionato (motivata dall’assenza, a corredo della presentazione della domanda di iscrizione, delle necessarie garanzie economiche) alla Serie C. Il giorno 16 luglio 2018 la società dichiara però che, essendo tramontata ogni ipotesi di cessione, non farà ricorso contro l’esclusione dal campionato di Serie C,[23] rinunciando quindi a parteciparvi. Come ultimo atto, il giorno 24 luglio la FIGC scioglie l’affiliazione della squadra al campionato di competenza, svincolando d’ufficio tutti i tesserati e cancellando la società A.C. Reggiana 1919 dal calcio italiano.[24]

Il 31 luglio 2018 nasce la nuova società denominata Reggio Audace Football Club S.r.l. di cui l’imprenditore reggiano Luca Quintavalli è il nuovo presidente. Il 1º agosto 2018 il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, scioglie le riserve sulla manifestazione di interesse del titolo sportivo comunicando l’assegnazione dello stesso alla nuova società, che di lì a breve si appresta, disputando il campionato di Serie D, a raccogliere l’eredità della Reggiana Calcio.[25]. La Reggio Audace campionato di quarta serie al terzo posto del girone D ma nel luglio 2019 viene ripescata, a completamento organici, in Serie C. Il 18 luglio 2019 la società si aggiudica all’asta di liquidazione del vecchio club i diritti dello storico marchio A.C. Reggiana 1919, che torna pertanto ad adottare, pur senza inizialmente modificare la propria ragione sociale.[26]

Cronistoria

Cronistoria della Reggio Audace Football Club
  • 1919 – Fondazione dell’Associazione Calcio Reggiana.
  • 1919-1920 – 3ª nel campionato emiliano di Promozione. Ammessa d’ufficio nella nuova Prima Categoria.

  • 1920-1921 – 4ª nel girone A della sezione emiliana-romagnola di Prima Categoria.
  • 1921-1922 – 4ª nel girone A della sezione emiliana-romagnola di Prima Categoria. Retrocessa in Seconda Divisione.
  • 1922-1923 – 4ª nel girone F della Seconda Divisione.
  • 1923-1924 – 1ª nel girone F della Seconda Divisione. 2ª nel girone finale Nord dopo aver vinto lo spareggio. Promossa in Prima Divisione.
  • 1924-1925 – 8ª nel girone A della Prima Divisione.
  • 1925-1926 – 9ª nel girone B della Prima Divisione. Retrocessa nella nuova Prima Divisione declassata dalla Carta di Viareggio.
  • 1926-1927 – 1ª nel girone C della Prima Divisione. 3ª nel girone finale. Promossa in Divisione Nazionale.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1927-1928 – 11ª nel girone A della Divisione Nazionale. Retrocessa in Prima Divisione e successivamente riammessa.
  • 1928-1929 – 14ª nel girone B della Divisione Nazionale. Retrocessa in Serie B.
  • 1929-1930 – 16ª in Serie B. Retrocessa in Prima Divisione.

  • 1930-1931 – 4ª nel girone finale A della Prima Divisione.
  • 1931-1932 – 4ª nel girone B della Prima Divisione.
  • 1932-1933 – 2ª nel girone E della Prima Divisione.
  • 1933-1934 – 1ª nel girone D della Prima Divisione. 4ª nel girone finale D.
  • 1934-1935 – 1ª nel girone E della Prima Divisione. 2ª nel girone finale B dopo aver perso lo spareggio. Ammessa nella nuova Serie C.
  • 1935-1936 – 2ª nel girone B della Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1936-1937 – 5ª nel girone B della Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1937-1938 – 3ª nel girone B della Serie C.
Terzo turno eliminatorio di Coppa Italia.
  • 1938-1939 – 1ª nel girone B della Serie C. 3ª nel girone finale A.
Secondo turno eliminatorio di Coppa Italia.
  • 1939-1940 – 1ª nel girone B della Serie C. 1ª nel girone finale A. Promossa in Serie B.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Qualificazioni squadre Serie B di Coppa Italia.
  • 1941-1942 – 16ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
Quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1942-1943 – 2ª nel girone G della Prima fase di Serie C.
  • 1943-1945 – Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945-1946 – 2ª nel girone C della Serie B-C Alta Italia. 4ª nel girone finale. Promossa in Serie B.
  • 1946-1947 – 12ª nel girone B della Serie B.
  • 1947-1948 – 5ª nel girone B della Serie B.
  • 1948-1949 – 16ª in Serie B.
  • 1949-1950 – 17ª in Serie B.

  • 1950-1951 – 13ª in Serie B.
  • 1951-1952 – 19ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
  • 1952-1953 – 18ª in Serie C. Retrocessa in IV Serie.
  • 1953-1954 – 3ª nel girone C della IV Serie.
  • 1954-1955 – 7ª nel girone C della IV Serie.
  • 1955-1956 – 1ª nel girone C della IV Serie. Promossa in Serie C.
  • 1956-1957 – 4ª in Serie C.
  • 1957-1958 – 1ª in Serie C. Promossa in Serie B.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Vince la Coppa delle Alpi in rappresentanza dell’Italia.
  • 1961-1962 – 19ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1962-1963 – 5ª nel girone B della Serie C.
  • 1963-1964 – 1ª nel girone A della Serie C. Promossa in Serie B.
  • 1964-1965 – 11ª in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1969-1970 – 18ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.

  • 1970-1971 – 1ª nel girone A della Serie C. Promossa in Serie B.
  • 1971-1972 – 5ª in Serie B.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1974-1975 – 17ª in Serie B dopo aver vinto lo spareggio.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1975-1976 – 20ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1976-1977 – 6ª nel girone B della Serie C.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
  • 1978-1979 – 4ª nel girone A della Serie C1.
Semifinalista di Coppa Italia Semiprofessionisti.
  • 1979-1980 – 11ª nel girone A della Serie C1.
Ottavi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.

  • 1980-1981 – 1ª nel girone A della Serie C1. Promossa in Serie B.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1983-1984 – 9ª nel girone A della Serie C1.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Qualificazione ai sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1984-1985 – 5ª nel girone A della Serie C1.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 1985-1986 – 4ª nel girone A della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1986-1987 – 3ª nel girone A della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1987-1988 – 10ª nel girone A della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1988-1989 – 1ª nel girone A della Serie C1. Promossa in Serie B.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
Primo turno eliminatorio di Coppa Italia.

Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1992-1993 – 1ª in Serie B. Promossa in Serie A.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1994-1995 – 17ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1995-1996 – 3ª in Serie B. Promossa in Serie A.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1996-1997 – 18ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1998-1999 – 17ª in Serie B. Retrocessa in Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1999-2000 – 13ª nel girone A della Serie C1.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.

  • 2000-2001 – 16ª nel girone A della Serie C1. Salva dopo aver vinto i play-out.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 2001-2002 – 14ª nel girone A della Serie C1. Salva dopo aver vinto i play-out.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 2002-2003 – 12ª nel girone A della Serie C1.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 2003-2004 – 15ª nel girone A della Serie C1. Salva dopo aver vinto i play-out.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2004-2005 – 5ª nel girone B della Serie C1. Perde la semifinale dei play-off.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 2005 – A fine campionato, viene estromessa per irregolarità di bilancio e riparte dalla Serie C2 aderendo al Lodo Petrucci con il nome di Reggio Emilia Football Club S.p.A.. Dopo breve tempo, la società cambia la denominazione in Associazione Calcio Reggiana 1919 S.p.A..[27]
  • 2005-2006 – 8ª nel girone B della Serie C2.
Non partecipa alla Coppa Italia Serie C.
  • 2006-2007 – 5ª nel girone B della Serie C2. Perde la finale dei play-off.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Serie C.
Semifinalista di Coppa Italia Serie C.
Vince la Supercoppa di Lega di Serie C2 (1º titolo).
  • 2008-2009 – 5ª nel girone A della Lega Pro Prima Divisione. Perde la semifinale dei play-off.
Terzo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2009-2010 – 5ª nel girone B della Lega Pro Prima Divisione. Perde la semifinale dei play-off.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia Lega Pro.

  • 2010-2011 – 8ª nel girone A della Lega Pro Prima Divisione.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2011-2012 – 9ª nel girone A della Lega Pro Prima Divisione.
Primo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2012-2013 – 15ª nel girone A della Lega Pro Prima Divisione. Salva dopo aver vinto i play-out.
Primo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia Lega Pro.
Primo turno di Coppa Italia Lega Pro.
Fase a gironi di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2017-2018 – 4ª nel girone B della Serie C. Perde i quarti di finale dei play-off.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2018 – A fine campionato, la società viene estromessa per motivi finanziari e viene sciolta. Successivamente, il titolo sportivo viene assegnato alla neonata Reggio Audace Football Club S.r.l. che si iscrive al campionato di Serie D.
  • 2018-2019 – 3ª nel girone D della Serie D. Perde la finale dei play-off, ma viene ripescata in Serie C a completamento organici.
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.

Colori e simboli

Colori

Il colore originario della Reggiana fu il nero.[28] L’origine della scelta dei pionieri del calcio reggiano è incerta, tuttavia si suppone che la tonalità fu ripresa dalle divise della Juventus Reggio, una delle due compagini che partecipò alla fusione.[28] Dunque, la divisa era inizialmente nera con dettagli bianchi.[28] Dopo pochi anni però si passò al granata, colore del Reggio Football Club, che l’aveva scelto come omaggio al Torino, la prima squadra di Severino Taddei, uno dei fondatori dell’attuale sodalizio.[28]

La divisa della Reggiana è dunque granata con pantaloncini blu.[28] Tuttavia i sostenitori della Regia rimangono affezionati al completo interamente granata, che fu indossato dagli emiliani a cavallo tra gli anni 1980 e 1990, l’epoca d’oro, caratterizzata da fugaci apparizioni in massima serie.[28]

Simboli ufficiali

Stemma

Il logo utilizzato nella stagione 2018-2019 dalla rifondata Reggio Audace è una rivisitazione degli stemmi utilizzati tra gli anni ’80 e ’90: la lettera “R” che sovrasta la grafica del logo, si allinea nella parte sinistra (schiena lettera) parallelamente al tricolore, vero simbolo quadricromico del logo, posto con un posizionamento verticale che enfatizza il tricolore della Repubblica Cisalpina, nato proprio a Reggio Emilia, da cui deriva l’attuale bandiera della Repubblica Italiana. L’inclinazione del tricolore si mantiene inalterata rispetto alla storica “R” del simbolo di A.C. REGGIANA utilizzato nelle gloriose stagioni degli anni ’80.

A partire dalla stagione 2019-2020 la società è tornata ad utilizzare il logo storico, nella versione in uso dal 2005, dopo aver acquistato all’asta fallimentare il marchio e la denominazione AC Reggiana 1919[29]

Strutture

Stadio

Risultato immagini per stadio mirabello

Gli ultras della Regia gremiscono la curva dello stadio Mirabello nel corso della stagione 1981-1982.

Dal 1919 e per i successivi settantasei anni, lo storico campo da gioco della Reggiana è stato il Mirabello, impianto abbandonato a metà degli anni 1990 vista l’ormai inadeguatezza per le esigenze della squadra nonché per sopraggiunti problemi logistici e di ordine pubblico; infatti tale stadio, costruito all’inizio del XX secolo sopra quello che era al tempo il margine tra la città e la campagna, durante gli anni del boom economico venne di fatto inglobato dalla proliferante edilizia popolare.

Per tali motivi, nel 1995 il club si spostò in un nuovo e più moderno campo di gioco, l’allora Giglio, oggi noto col nome di Mapei Stadium-Città del Tricolore. Con una capienza di 23.717 posti,[30] l’impianto di Reggio nell’Emilia è caratterizzato da un’architettura abbastanza significativa. Sotto le sue tribune è inoltre presente un moderno parco commerciale.

Alla sua inaugurazione divenne il primo stadio d’Italia posseduto, nel senso moderno del termine, direttamente da una società sportiva, la stessa Reggiana.[31][32]

Veduta esterna dello stadio Città del Tricolore, già Giglio.

Con il fallimento del club granata avvenuto nel luglio del 2005, l’impianto è passato in mano a un curatore fallimentare; la squadra ha quindi disputato le sue partite al Giglio grazie a una deroga concessa dall’osservatorio del Viminale, scaduta nel giugno del 2008. Nel 2013, lo stadio viene proditoriamente acquistato dalla Mapei[33][34] di Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo.

Centro di allenamento

La storica sede degli allenamenti della prima squadra e di tutto il settore giovanile granata è il Centro Sportivo di via Agosti e via Mogadiscio “Don Bosco”, situato nei pressi dell’aeroporto cittadino.[35]

Società

Organigramma societario

Staff dell’area amministrativa
Area direttiva
  • Italia Luca Quintavalli – Presidente
  • Italia Romano Amadei – Presidente onorario
  • Italia Mauro Rondanini – Vice-presidente
  • Italia Doriano Tosi – Direttore Sportivo
  • Italia Mauro Carretti – Amministratore delegato
  • Italia Andrea Montanari – Addetto stampa
  • Italia Vittorio Cattani – Responsabile settore giovanile
  • Italia Michele Malpeli – Team manager
  • Italia Nicola Simonelli – Segretario Generale
  • Italia Matteo Ferri – Roberto Tarrachini Magazzinieri
  • Italia Giuseppe Romeo – Segretario Sportivo
  • Italia Simone Rossi – Responsabile e Coordinatore Scouting dell’Attività di Base
  • Italia Andrea Menozzi – Coordinatore Attività di Base
  • Italia Davide Cocchi – Responsabile Scouting
  • Italia Sergio Balia – Referente dirigenti accompagnatori

Di seguito l’elenco dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1981-1984 Zendar
  • 1984-1986 Unieco
  • 1986-1988 Asso Salumificio
  • 1988-1990 Integra
  • 1990-1992 Arquati
  • 1992-1993 Grissin Bon
  • 1993-1999 Latteria Giglio
  • 1999-2000 non presente
  • 2000-2001 Righi Gastronomia
  • 2001-2002 Forever Pipe
  • 2002-2005 Credito Emiliano
  • 2005-2007 Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza
  • 2007-2009 Alberti&Tagliazucchi
  • 2009-2011 Fortlan-Dibi
  • 2012-2013 I Petali Shopping Center
  • 2013-2015 Mectiles Italia
  • 2015-2016 EEFA Ceram, Macao Cafe e Maglificio Gottardi
  • 2016-2018 Macao Cafe, Nuova Castelli e Olmedo

Allenatori e presidenti

Di seguito l’elenco degli allenatori e dei presidenti.

Allenatori
Presidenti
  • 1919-1923 Italia Giuseppe Cassoli
  • 1923-1924 Italia Vittorino Palazzi Trivelli
  • 1924-1925 Italia Vittorino Palazzi Trivelli
    Italia Giuseppe Cassoli
  • 1925-1928 Italia Giovanni Bonini
  • 1928-1929 Italia Renato Bertolini e Italia Pietranera-Barchi
  • 1929-1930 Italia Renato Bertolini
  • 1930-1931 Italia Mario Muzzarini
    Italia Franco Fontanili
  • 1931-1932 Italia Enrico Bottazzi
  • 1932-1936 Italia Marcello Bofondi
  • 1937-1938 Italia Eugenio Bolondi
  • 1938-1939 Italia Giovanni Marzi
  • 1939-1941 Italia Giovanni Robba
  • 1941-1942 Italia Alberto Ferrari
  • 1942-1943 Italia Antonio Alessio
  • 1944 Italia Regolo Ferretti (commissario)
  • 1945-1946 Italia Mario Curti
    Italia Carlo Visconti
  • 1946-1947 Italia Carlo Visconti
  • 1947-1948 Italia Mario Dall’Aglio (commissario)
  • 1948-1951 Italia Renato Simonini
  • 1951-1954 Italia Enzo Del Conte
  • 1956-1966 Italia Carlo Visconti, Italia Gino Lari e Italia Giorgio Degola
  • 1966-1979 Italia Carlo Visconti
  • 1979-1981 Italia Franco Vacondio
  • 1981-1982 Italia Franco Vacondio
    Italia Giovanni Vandelli
  • 1982-1988 Italia Giovanni Vandelli
  • 1988-1993 Italia Ermete Fiaccadori
  • 1993-1994 Italia Gianfranco Morini
  • 1994-1995 Italia Luciano Fantinel
  • 1995-1996 Italia Loris Fantinel
  • 1996-2001 Italia Luciano Ferrarini
  • 2001-2002 Italia Federico Spallanzani
  • 2002-2004 Italia Federico Spallanzani e Italia Chiarino Cimurri
  • 2004-2005 Italia Federico Spallanzani
  • 2005-2010 Italia Vando Veroni
  • 2010-2015 Italia Alessandro Barilli
  • 2015-2016 Italia Stefano Compagni
  • 2016-2018 Stati Uniti Mike Piazza
  • 2018- Italia Luca Quintavalli

Calciatori

Vincitori di titoli

Cláudio Taffarel

Campioni del mondo

La Reggiana e le Nazionali di calcio

Sono 24 i calciatori reggiani convocati nelle rappresentative azzurre.

Sono 5 i calciatori reggiani convocati nelle altre nazionali maggiori europee.[65]

Palmarès

Competizioni nazionali

1992-1993
1957-1958
2008

Competizioni interregionali

1939-1940 (girone B, girone finale A)1963-1964 (girone A)1970-1971 (girone A)
1980-1981 (girone A)1988-1989 (girone A)
2007-2008 (girone B)

Competizioni giovanili

2002-2003
1970, 1971, 1974, 1997, 2003

Altri piazzamenti

Terzo posto: 1966-19671995-1996
Secondo posto: 1935-1936 (girone B)
Terzo posto: 1937-1938 (girone B)1977-1978 (girone B)
Terzo posto: 1986-1987 (girone A)
Terzo posto: 2014-2015 (girone B)
Terzo posto: 1953-1954 (girone C)
Terzo posto: 2018-2019 (girone D)>
Semifinalista: 1978-19792007-2008
Finalista: 1955-1956

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Divisione 2 1924-1925 1925-1926 7
Divisione Nazionale 2 1927-1928 1928-1929
Serie A 3 1993-1994 1996-1997
Seconda Divisione 2 1922-1923 1923-1924 37
Prima Divisione 1 1926-1927
Serie B-C Alta Italia 1 1945-1946
Serie B 33 1929-1930 1998-1999
Prima Divisione 5 1930-1931 1934-1935 45
Serie C 16 1935-1936 2019-2020
Serie C1 15 1978-1979 2004-2005
Lega Pro Prima Divisione 6 2008-2009 2013-2014
Lega Pro 3 2014-2015 2016-2017
Serie C2 3 2005-2006 2007-2008 7
IV Serie 3 1953-1954 1955-1956
Serie D 1 2018-2019

In 96 stagioni sportive disputate a livello nazionale a partire dall’esordio nel campionato di Seconda Divisione nel 1922, compresi 4 tornei di Prima Divisione e Divisione Nazionale (A), 4 tornei fra Seconda Divisione e Cadetteria Mista Alta Italia (B), e 3 tornei di Serie C2. In precedenza la Reggiana afferiva al Comitato Regionale Emiliano.

Statistiche di squadra

La Reggiana è, col Taranto, la squadra che ha subito il maggior numero di retrocessioni dalla Serie B (8). Inoltre con solo due partite vinte nella stagione 1996/97 è insieme al Varese (1965/66), al Brescia (1994/95), al Napoli (1997/98) e all’Ancona (2003/04) la squadra che ha realizzato il minor numero di vittorie nella Serie A a 18 squadre. La sua tradizione sportiva è la 40ª del paese.

Statistiche individuali

Il calciatore più presente di sempre in campionato è Athos Panciroli (307 presenze) mentre il più prolifico è Alcide Ivan Violi (107 gol).[71] In Coppa Italia i primati sono detenuti rispettivamente da Fabio Caselli (31 presenze) e Flaviano Zandoli (9 gol).[72] Per quanto concerne gli altri tornei disputati dalla Regia, in Coppa CONI, il primato di presenze (10) è detenuto da 6 giocatori mentre Oreste Benatti è il miglior marcatore (4 gol);[73] nella Coppa dell’Amicizia italo-francese 8 calciatori detengono il record di presenze (2) e Agostino De Nardi è il cannoniere (2 gol);[73] in Coppa delle Alpi il cannoniere è Giandomenico Dazzi con 2 reti, mentre nella Coppa Anglo-Italiana il record di reti è di Gian Piero Gasperini (3).[73]

Il calciatore ad aver realizzato il maggior numero di reti in un solo campionato è Gianni Cappi (29) nel 1953-1954.[74] Colui ad aver realizzato più calci di rigore è invece Alcide Ivan Violi (17).[75] Il portiere più presente di sempre è Nico Facciolo (179),[76] mentre il giocatore straniero più presente è il brasiliano André Viapiana (136).[77] Di seguito i primatisti di presenze e reti.[71]

Record di presenze
Record di reti

Tifoseria

Storia

I tifosi della Regia invadono gioiosi il campo di San Siro al termine dello spareggio contro l’Alessandria del giugno 1975, che valse la permanenza in Serie B.

Il tifo organizzato a Reggio Emilia, come in molte altre città d’Italia, nasce negli anni 1970. Sono sparsi tra le province di Reggio Emilia e Modena i circa trenta Granata Clubs affiliati al centro coordinamento. Nella curva sud dello Stadio Città del Tricolore il principale gruppo ultras è quello delle Teste Quadre.[78]

I primi club organizzati sorsero nella seconda metà degli anni 1960 mentre i primi gruppi ultras videro la luce a metà del decennio successivo. Nel 1977 nacquero gli Ultras Ghetto, il gruppo che per circa vent’anni avrebbe trainato le redini del tifo nella curva sud dello stadio Mirabello. Successivamente si formarono anche gruppi minori, provenienti per lo più dalla provincia, come FedelissimiFrontArmata GranataModsInferno GranataSouth CommandosScomodi GranataLe bestie e Vecchia Guardia.[78]

Nel 1995 il Ghetto si sciolse e poco alla volta gli altri gruppi scomparvero dalla curva. Dopo un periodo di transizione, dai superstiti del Ghetto, dei Fedelissimi e Front, nel 1999 nacquero le Teste Quadre, che divennero il gruppo trainante della tifoseria più accesa e che sono dislocati nella Curva Sud dello Stadio “Città del Tricolore”.[78] Altro importante gruppo, anche se non più posizionato in Curva Sud ma nei Distinti Centrali, è il Gruppo Vandelli. Nato come piccolo sottogruppo all’interno del Ghetto, dopo il suo scioglimento il Vandelli divenne uno dei gruppi più importanti nella curva sud.[78] Le origini del Gruppo risalgono, circa, alla metà degli anni 1980, periodo in cui la Reggiana, allora militante nel campionato di Serie B, fu acquistata dal giovane imprenditore Giovanni Vandelli. Nonostante i buoni propositi e le iniziative per i tifosi, le annate dalla sua gestione videro la Reggiana precipitare in Serie C e disputarvi campionati anonimi. Il grande amore per la maglia e per la società dimostrato da Vandelli sancì però un legame molto forte con la tifoseria, che gli dedicò un gruppo organizzato di tifosi.

I tifosi reggiani furono protagonisti di importanti trasferte, che raggiunsero l’apice nella stagione 1993-1994 in corrispondenza del primo anno di Serie A. Furono infatti seimila i tifosi granata in trasferta all’esordio assoluto contro l’Internazionale, quattromila a Torino contro la Juventus e diecimila nell’ultima decisiva partita, giocata al Meazza contro il Milan,[78] partita che vide la Reggiana vincere e salvarsi.

Gemellaggi e rivalità

 

La curva Sud dello stadio Giglio nel 1997, durante un derby dell’Enza tra la Reggiana e il Parma.

Gli ultras granata sono storicamente gemellati con quelli del Vicenza e della Cremonese, mentre un rapporto di amicizia è stato instaurato con la curva del Genoa. Le rivalità più sentite e storiche sono quelle con le tifoserie corregionali del Parma – le cui squadre danno vita al derby dell’Enza – e del Modena, due storiche rivalità non solo sportive ma anche campanilistiche che travalicano l’ambito sportivo. Rivalità invece limitate all’ambito calcistico si hanno coi gruppi organizzati del Piacenza, del Cesena, dello Spezia, della Lucchese, del Mantova e della SPAL, quest’ultima conseguente a un precedente gemellaggio sciolto.[78] Un caso simile, ma con risvolti differenti, è quello del Pisa con cui era in essere un gemellaggio durato dal 1982 al 2007 quando, a causa di divergenze di vedute riguardo alla nuova legge sugli stadi (decreto Amato), il legame fu rotto: da allora, tra le due tifoserie c’è un semplice rapporto di rispetto reciproco.[79][80] Nell’estate del 2015, in seguito alla decisione da parte della Curva Sud reggiana di aderire alla Tessera del Tifoso, è stato interrotto lo storico gemellaggio in essere coi tifosi della Carrarese.[81]