Chelsea

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Club History

Il Chelsea Football Club, meglio noto come Chelsea F.C. o semplicemente Chelsea (pron. ‘tʃɛlsi), è unasocietà calcistica inglese con sede a Londra e rappresentante il quartiere di Chelsea. Fondata nel 1905, è la squadra londinese che vanta il maggior numero di successi a livello internazionale, ed è l’unica ad aver vinto una UEFA Europa League e una UEFA Champions League. Dalla stagione 1989-1990 milita nella prima divisione del campionato inglese (denominata, dal 1992, Premier League), dove ha trascorso la maggior parte della propria storia. Sin dalla fondazione disputa le partite casalinghe nello stadio Stamford Bridge (41 837 posti), situato nel quartiere di Fulham, West London.[1] Nel 2009 la rivista Forbes ha indicato il club come l’ottavo più ricco al mondo, con un patrimonio stimato in 800 milioni di dollari.[2]

Ha conosciuto due epoche di successi: la prima dagli anni sessanta ai primi anni settanta e la seconda dalla fine degli anni novanta ai giorni nostri. Nel suo palmarès figurano cinque titoli inglesi, sette FA Cup, cinqueCoppe di Lega inglesi, nonché cinque titoli internazionali: una UEFA Champions League, una UEFA Europa League, due Coppe delle Coppe e una Supercoppa europea.[3] Insieme alla Juventus, all’Ajax e al Bayern Monaco, è uno dei quattro club che sono riusciti a vincere tutti e tre i maggiori tornei europei di calcio per club, ed è, inoltre, insieme alle medesime squadre, uno dei club europei che ha vinto tutte le competizioni UEFA a cui ha partecipato.[4] È il primo club londinese per numero di trofei vinti a livello internazionale, ed il terzo inglese dopo Liverpool e Manchester United.

Nonostante il nome, il club non ha sede nell’omonimo quartiere di Londra, bensì nel vicino borough diHammersmith e Fulham. I giocatori vengono soprannominati The Blues (I Blu) per via dei colori sociali, o, più anticamente, The Pensioners (I Pensionati), per via del vecchio stemma. Il completo tradizionale del club è una maglietta di colore blu reale con abbinati dei pantaloncini ancora blu. Il simbolo è stato quasi sempre, invece, un leone cerimoniale con un bastone, che nel 2005 ha subito un restyling.[5]

Il Chelsea è quinto nella classifica dell’affluenza media di tifosi negli stadi inglesi.[6] I suoi sostenitori non vivono rivalità accesissime: la maggiore è quella con i vicini dell’Arsenal, seguita da quelle con gli altri concittadini del Fulham e del Tottenham Hotspur; a livello nazionale, invece, le sfide più sentite sono quelle con Leeds United, Liverpool e Manchester United.[7]

Storia

La prima squadra del Chelsea nel settembre 1905

Il Chelsea fu fondato il 10 marzo 1905 nel pub “The Rising Sun” (odierno The Butcher’s Hook), situato di fronte all’attuale ingresso principale dello stadio di Fulham Road e, poco dopo, venne ammesso alla Football League. Nei primi anni di vita non conseguì successi, tanto che il miglior risultato fu il raggiungimento della finale di FA Cup nel 1915, vinta dallo Sheffield United.[8] Il Chelsea accrebbe la sua popolarità mettendo sotto contratto calciatori di grande nome,[9] ma negli anni tra le due guerre mondiali il suo impatto sul calcio inglese fu di scarso rilievo.

Negli anni successivi alla ripresa delle competizioni dopo la prima guerra mondiale, il Chelsea alternò anni di prestazioni soddisfacenti (come il terzo posto in campionato e la semifinale di FA Cup del 1919-1920) ad altri di delusioni (come la retrocessione del 1923-1924). Nella stagione 1929-1930, il club tornò in First Division, dove rimase per i successivi trentadue anni. Nonostante i risultati non positivi e le molte sterline spese per giocatori rivelatisi al di sotto delle aspettative, fin dalla sua fondazione la formazione londinese era stata comunque una delle più tifate d’Inghilterra.[10] Durante il secondo conflitto mondiale, la squadra disputò ancora alcune partite nella War Cup, arrivando a giocarsi la finale nel 19441945.

Nel 1952 fu nominato allenatore l’ex centravanti della Nazionale ingleseTed Drake, il quale iniziò un processo di profonda modernizzazione del club, sia dentro che fuori dal campo. Uno dei suoi primi provvedimenti fu il miglioramento delle modalità di allenamento, al quale partecipava attivamente lui stesso (pratica rara nell’Inghilterra dell’epoca), e condusse il club alla prima vittoria del campionato nazionale, nel 1954-1955.[11] La stagione seguente vide la nascita della Coppa dei Campioni d’Europa ad opera della UEFA, ma il Chelsea fu convinto dalla Football League e dalla FA a ritirarsi dalla competizione ancor prima del suo inizio.

Durante gli anni sessanta l’ascesa di Tommy Docherty sulla panchina del Chelsea significò un nuovo periodo di risultati positivi per il club. Infatti, i londinesi si batterono per gli allori più importanti nel corso di tutto il decennio, pur andando incontro a numerose sconfitte al momento di tagliare il traguardo. Nella stagione1964-1965, infatti, benché fossero in corsa per il treble, League, FA Cup e League Cup, vinsero soltanto quest’ultimo trofeo.[12] Nelle tre successive stagioni la squadra fu battuta in altrettante semifinali, arrivando solamente una volta in fondo alla FA Cup, senza però riuscire ad ottenerla. Il Chelsea fu in grado di vincerla solo nel 1970, sconfiggendo per 2-1 il Leeds United. Grazie a tale trionfo si qualificò per la Coppa delle Coppe dell’anno seguente, che conquistò ad Atenesuperando per 2 – 1 nella ripetizione della partita il pluriblasonato Real Madrid, aggiudicandosi così il suo primo trofeo internazionale.

Grafico che riporta i risultati del Chelsea dalla fondazione alla stagione 2007-2008

I tardi anni settanta e gli anni ottanta si rivelarono un periodo ricco di eventi per il Chelsea. Un ambizioso progetto di ristrutturazione dello Stamford Bridge mise a repentaglio la stabilità finanziaria della società,[13] costringendola a cedere le sue stelle e provocandone così la retrocessione. Ulteriori problemi furono causati dalla piaga degli hooligan, la cui presenza in seno alle schiere della tifoseria segnò tutto il decennio.[14] Il Chelsea fu quindi acquistato da Ken Bates per la cifra nominale di 1£, nonostante la proprietà fondiaria assoluta di Stamford Bridge fosse stata venduta ai promotori immobiliari, con il rischio concreto per il club di dover lasciare il proprio stadio.[15] Sul campo la squadra non si comportò molto meglio, andando vicina per la prima volta alla retrocessione nella Third Division: per sua fortuna, nel 1983 l’allenatore John Neal fu in grado di assemblare una formazione di buon livello con un esborso minimo, permettendo al Chelsea di aggiudicarsi laSecond Division nel 19831984. Dopo essere rimasto alcune stagioni nella massima serie, il club retrocesse di nuovo nel1988, per poi tornare immediatamente in First Division con la vittoria del campionato di seconda divisione nel 19881989.

Dopo una lunga battaglia legale, Bates fuse la proprietà fondiaria assoluta con il club nel 1992, raggiungendo un accordo con i promotori immobiliari, andati in bancarotta per via di un crollo del mercato.[16] Nella neonata Premier League l’andamento del Chelsea non fu convincente, sebbene la squadra raggiunse la finale della FA Cup del 1994. Ciononostante fu necessario attendere il 1996, con la nomina del Pallone d’oro 1987Ruud Gullit come allenatore-giocatore, perché le sorti del sodalizio londinese mutassero. L’olandese aggiunse all’organico molti calciatori di prima qualità, nazionali dei loro paesi, tra cui spiccava il nome dell’italianoGianfranco Zola. Il club fu in grado di vincere la FA Cup nel 1997 e di affermarsi nuovamente come una delle compagini di vertice del calcio inglese. Gullit fu rimpiazzato da Gianluca Vialli che, a sua volta nelle vesti di allenatore-giocatore, condusse la compagine alla vittoria della League Cup e della Coppa delle Coppenel 1998 a Stoccolma contro lo Stoccarda battuto per 1 – 0, sempre nel 1998 a Monaco il Chelsea vinse la sua prima Supercoppa Europea battendo per 1 – 0 il Real Madrid , il Chelsea conquistò in seguito la FA Cup nel 2000 e giunse ai quarti di finale della UEFA Champions League 1999-2000. Dopo il suo esonero, la guida della squadra fu affidata ad un altro italiano, Claudio Ranieri, che portò il Chelsea alla finale di FA Cup nel 2002.

I giocatori del Chelsea sfilano in pullman per festeggiare la vittoria della Premier League e della FA Cup 2009-2010

Nel giugno 2003, Bates vendette il club per la cifra di 140 milioni di sterline al miliardario russoRoman Abramovič, completando la vendita di un club inglese più costosa di tutti i tempi.[17] Dopo la sua prima stagione ai vertici della società, il neo proprietario rimase però deluso dai risultati successivamente ottenuti da Ranieri, decidendo così di sostituirlo col portoghese José Mourinho, vincitore della Champions League con il Porto. Nel 2005, centenario della società, i Bluesriconquistarono la Premier League a cinquant’anni di distanza dall’ultimo titolo nazionale, interrompendo così il dominio diArsenal e soprattutto Manchester United, che si spartivano la vittoria del campionato da dieci anni. La squadra vinse anche la League Cup (3-2 in finale contro il Liverpool). Nella stagione 2005-2006, dopo aver vinto il Community Shield, il Chelsea si confermò campione d’Inghilterra.[18] Nell’annata successiva la squadra non riuscì a difendere il titolo, ma primeggiò in FA Cupe League Cup.[19][20]

Il 20 settembre 2007, all’inizio della stagione 2007-2008, Mourinho rescisse consensualmente il contratto con il Chelsea e fu sostituito da Avraham Grant, già direttore tecnico.[21] Dopo un’annata caratterizzata da secondi posti in quasi tutte le competizioni, compresa la prima finale di Champions League, persa contro il Manchester United ai calci di rigore,[22] Grant abbandonò la panchina del Chelsea, venendo rimpiazzato da Luiz Felipe Scolari. Sotto la guida del brasiliano il Chelsea raccolse risultati deludenti, che indussero la dirigenza a sollevare il tecnico dall’incarico nel febbraio 2009. Con il nuovo allenatore Guus Hiddink, rimasto in carica fino all’estate 2009, il Chelsea vinse la sua quinta FA Cup.[23]

I giocatori del Chelsea celebrano la vittoria della prima Champions League nella storia del club londinese

Per la stagione successiva, la società ingaggiò come tecnico l’italianoCarlo Ancelotti,[24] il quale durante la sua prima annata portò la squadra alla vittoria del Community Shield e della Premier League, entrambi conquistati dopo quattro anni,[25] oltre che della FA Cup, realizzando così il double per la prima volta nella storia del club. L’anno successivo è avaro di soddisfazioni, con la sconfitta nel Community Shield, il secondo posto in campionato e l’eliminazione ai quarti di finale diChampions League, tutte per mano del Manchester United.

Nella stagione 2011-2012 la squadra viene affidata ad André Villas-Boas,[26] fresco vincitore dell’Europa League col Porto. I risultati però non soddisfano la dirigenza, benché i blues siano ancora teoricamente in corsa su tutti i fronti. Il tecnico è quindi esonerato il 4 marzo 2012 e la panchina viene affidata a Roberto Di Matteo,[27] l’allenatore in seconda. La squadra di Londra si distingue in Champions League, rimontando negli ottavi di finale il 3-1 subito al San Paolo contro il Napoli nella gara d’andata: nel ritorno allo Stamford Bridge, i Blues trionfano ai supplementari per 4-1. Superato ai quarti il Benfica con un complessivo 3-1, il Chelsea elimina in semifinale il favorito Barcellona, vincendo a Londra 1-0 con gol di Drogba e pareggiando al Camp Nou grazie alle reti di Ramires e Fernando Torres, nonostante l’iniziale 2-0 degli spagnoli. In attesa della finale del torneo continentale, il 5 maggio 2012 il Chelsea ottiene la sua settima FA Cup battendo 2-1 il Liverpool, mentre conclude con un deludente sesto posto la Premier League. Il 19 maggio2012, all’Allianz Arena, contro il Bayern Monaco, la squadra di Di Matteo conquista la sua prima Champions League, diventando la prima squadra di Londra a vincere il torneo. Dopo l’1-1 alla fine dei tempi supplementari (pareggio di Drogba dopo il momentaneo vantaggio di Müller), il Chelsea trionfa 4-3 ai calci di rigore, con rete decisiva dell’attaccante ivoriano.[28] Con la vittoria del trofeo, il Chelsea accede alla fase a gironi della UEFA Champions League 2012-2013.

La stagione successiva, inizia però male per il Chelsea. Il 31 agosto allo Stade Louis II di Monaco i blues perdono la Supercoppa UEFA contro l’Atlético Madrid per 4-1. A dicembre poi il club viene eliminato dalla Champions, chiudendo il proprio girone al terzo posto dietro la Juventus e lo Shakhtar diventando la prima squadra detentrice del trofeo a non passare la fase a gironi. Intanto il 21 novembre Roberto Di Matteo era stato sostituito in panchina da Rafael Benítez, il quale, il 16 dicembre, all’International Stadium di Yokohama perse la finale del Mondiale per club per 0-1 contro i brasiliani del Corinthians. A fine stagione però arriva la primaEuropa League nella storia del Chelsea, vinta per 2-1 contro il Benfica nella finale dell’Amsterdam Arena. I Blues entrano così nella cerchia dei club vincitori di tutte le competizioni UEFA per club e diventano anche l’unica squadra ad essere contemporaneamente detentrice della Champions League e dell’Europa League, anche se solo per pochi giorni.[29]

L’estate del 2013 vede il ritorno in panchina del portoghese Josè Mourinho. Il 30 agosto 2013 perde la Supercoppa UEFA contro il Bayern Monaco ai rigori (2-2 nei tempi regolamentari), dopo esser stata in vantaggio due volte. Il Chelsea viene eliminato in semifinale di Champions League dagli spagnoli dell’Atlético Madrid(pareggio per 0-0 a Madrid, sconfitta per 1-3 allo Stamford Bridge), mentre conclude il campionato al terzo posto, dopo un’accesa lotta con il Manchester City, poi campione, ed il Liverpool. Nella stagione 2014-2015 la squadra di Mourinho viene eliminata agli ottavi di finale di Champions League dai francesi del Paris Saint-Germain (1-1 a Parigi e 2-2 a Londra), senza aver però mai perso alcuna partita nella competizione. Il 1º marzo 2015 arriva la conquista della Coppa di Lega, grazie al 2-0 inflitto al Tottenham in finale. Il 3 maggio, in seguito alla vittoria per 1-0 contro il Crystal Palace a Stamford Bridge, il Chelsea si laurea campione d’Inghilterraper la quinta volta nella sua storia.

Il 17 dicembre 2015, dopo la sconfitta esterna nei confronti del Leicester, Josè Mourinho viene sollevato dall’incarico.

olori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
La maglia delcentenario fu l’ultima realizzata da Umbro
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
I colori originari del Chelsea, utilizzati dal 1905al 1912

Sebbene quasi in tutta la sua storia il Chelsea abbia sempre indossato maglie blu scuro, all’inizio esse erano più tendenti all’azzurro, usato per via dei colori di scuderia dell’allora presidente, Conte di Cadogan. Attorno al 1912 le divise divennero blu reale, e furono affiancate da pantaloncini bianchi e calzettoni ancora blu.[30] Negli anni sessanta, con Tommy Docherty nuovo allenatore, colori di pantaloncini e calze si invertirono, ossia i primi divennero blu e i secondi bianchi: questo perché il tecnico d’allora voleva rendere la divisa della sua squadra unica, diversa da tutte quelle delle altre formazioni inglesi. Questo nuovo kit venne indossato per la prima volta nella stagione 1964-1965.[31]Da allora, i colori casalinghi del Chelsea rimasero invariati, se non per alcuni accorgimenti stilistici.

Per quanto riguarda la divisa da trasferta, il colore tradizionale del club è quasi sempre stato il giallo, anche se ci sono state molte variazioni negli anni, a cominciare proprio dalla prima maglia fuori casa adottata: infatti, essa era a strisce bianche e nere. Per una sola partita (ovvero la semifinale di FA Cup contro lo Sheffield Wednesday), invece, similmente all’Inter, la squadra utilizzò strisce nere e azzurre, ancora una volta negli anni sessanta con Tommy Docherty in panchina.[32] Altre divise diverse da quella gialla furono tre: una verde menta negli anni ottanta, un’altra a quadretti bianchi e rossi e una di color grigio-arancio, tutte e due negli anni novanta. Dal 2008-2009, poi, fu scelto il nero come colore principale della maglia utilizzata in trasferta: per quella stagione, infatti, la divisa fu interamente nera, mentre nel 2009-2010 vide l’intervallarsi di strisce orizzontali gialle e nere, e infine nel 2010-2011 vennero inserite delle sottili linee bianche sul petto (simili a quelle già sperimentate nel 2006-2007), assieme al colore arancio per alcune parti della divisa come i simboli di club e sponsor.

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Fin dalla sua fondazione il Chelsea ha avuto cinque stemmi molto diversi l’uno dall’altro. Nel 1905 la società adottò come primo logo il cosiddetto “pensionato di Chelsea”, che contribuì alla nascita del soprannome Pensioners e rimase per il mezzo secolo successivo, nonostante non sia mai apparso sulla maglietta. Tale figura fu ispirata dagli ospiti dell’Ospedale Reale di Chelsea, struttura presso la quale alloggiavano ex membri della British Army, che all’epoca costituiva una sorta di simbolo del quartiere.[33]

Nell’ambito del suo progetto di modernizzazione, Ted Drake insistette per rimuovere lo storico simbolo, sostituito per un anno (1952) da un altro emblema, che riportava semplicemente le iniziali del club: C.F.C.[33] Nel 1953 lo stemma cambiò radicalmente in un leone rampante che guarda dietro di sé e tiene uno scettro, simbolo adottato nei successivi tre decenni: questo particolare logo traeva origine dall’emblema dei Conti di Cadogan,[34] allora proprietari del club. In esso comparivano tre rose, che simboleggiavano l’Inghilterra, e due palloni da calcio; fu il primo scudetto che comparve sulle magliette, dato che questa consuetudine iniziò a prender piede nei primi anni sessanta.[33]

Nel 1986, poi, il leone rampante abbandonò temporaneamente il Chelsea, per essere rimpiazzato da uno ruggente, colorato di giallo e che simbolicamente era posto a guardia del club, ancora rappresentato dalle iniziali C.F.C.[33] Successivamente, con l’impulso del neoproprietario Roman Abramovich, la società, per festeggiare il centenario nel 2005, ripristinò il leone con bastone adottato nel 1953, ma rimodernandolo e aggiungendovi tutt’intorno scritte in oro: il nuovo logo riproponeva la storica cornice blu con all’interno due palloni da calcio e due fiori, entrambi dorati. Infine, il simbolo mutò un’ultima volta l’anno seguente, togliendo le scritte esterne e cambiando il colore delle figure nella cornice da oro a rosso.[33]

Inno[modifica | modifica wikitesto]

La canzone storicamente associata al Chelsea è Blue Is the Colour, pubblicata da Daniel Boone e Rod McQueen il 26 febbraio 1972 e sottoposta ai vertici del club nella stagione 1971-1972. Questo singolo venne ufficialmente adottato in concomitanza con la finale di Carling Cup contro lo Stoke City. La canzone è stata inoltre interpretata parecchie volte anche dai membri della formazione del Chelsea che si sono susseguiti negli anni.[14]

Altri canti relativi al club e intonati dai tifosi nello stadio sono Carefree, We all follow the Chelsea, Ten Men Went to Mow, Zigga Zagga, Hello! Hello! e Celery.[35]

Mascotte[modifica | modifica wikitesto]

Un altro simbolo del Chelsea, stavolta abbastanza recente, è la sua mascotte ufficiale, chiamata Stamford the Lion (in italianoStamford il Leone), in onore dello stadio di proprietà del club. Come dice il suo nome, si tratta di un leone che indossa ogni anno la maglia corrente della squadra. I suoi compiti sono principalmente quelli di divertire i tifosi facendo il giro del campo prima delle partite casalinghe della formazione londinese, e di tifare la stessa durante ogni incontro, esibendosi inoltre in buffe esultanze ad ogni suo gol.[36]

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stamford Bridge.

Chelsea vs.West Bromwich Albion allo Stamford Bridge il 23 settembre 1905; il Chelsea vinse 1-0

Il Chelsea ha sempre avuto un solo stadio, lo Stamford Bridge, dove gioca sin dalla fondazione. L’impianto fu ufficialmente aperto il 28 aprile 1877. Per i primi 28 anni della sua esistenza fu utilizzato esclusivamente dal London Athletics Club come arena per le gare di atletica e non per il calcio. Nel 1904 il campo fu rilevato dall’imprenditoreGus Mears e dal fratello Joseph, che aveva precedentemente acquistato un ulteriore pezzo di terreno (precedentemente un grande orto) con l’obiettivo di impiegare l’intera area di 51 000  per la costruzione di uncampo da calcio.[37]

Lo Stamford Bridge fu progettato per la famiglia Mears dal famoso architetto Archibald Leitch.[38] La stessa famiglia propose poi di affittare lo stadio al Fulham, che però rifiutò la proposta. A causa di ciò, i proprietari decisero di fondare personalmente una nuova squadra, la quale si sarebbe servita dello stadio appena realizzato. Questo fatto rappresentò una grossa novità, poiché molti dei club nati prima avevano cercato soltanto in un secondo momento un terreno su cui poter giocare. Ad ogni modo, dato che nel quartiere c’era già un club di nome Fulham, i fondatori, dopo aver escluso nomi come Kensington FC, Stamford Bridge FC e London FC,[39] decisero di adottare per la nuova squadra il nome del quartiere adiacente, Chelsea.

Inizialmente, lo Stamford Bridge aveva la forma di un ovale aperto, era provvisto di tribuna coperta e aveva una capienza di circa 100 000 spettatori.[37] Gli anni trenta videro poi la costruzione di una gradinata nella parte sud e di una copertura che riparava un quinto di essa. Con il tempo, a quest’ultima venne attribuito il nome di Shed End, divenendo oltretutto il principale punto di ritrovo dei tifosi del Chelsea più fedeli e più caldi, specialmente durante gli anni sessanta, settanta e ottanta. Si suppone che questo soprannome fosse stato determinato facendo riferimento al tetto, somigliante ad una lamiera di ferro ondulata.[37]

La East Stand durante un match del2006. I costi di costruzione di questa tribuna furono alla base di molti dei problemi finanziari del Chelsea durante gli anni settanta e ottanta

Durante gli anni sessanta e settanta, i proprietari del club avviarono la modernizzazione che prevedeva 50 000 posti a sedere.[37] I lavori cominciarono sulla East Stand negli anni settanta, ma i costi elevati gravarono moltissimo sull’economia del club, il quale si ritrovò così costretto a vendere la proprietà fondiaria a promotori immobiliari. Dopo una lunga battaglia legale, i lavori di rinnovamento furono ripresi a metà degli anni novanta, assicurando al Chelsea un futuro nel proprio stadio d’origine.[37] Le parti nord, ovest e sud del terreno furono poi convertite in tribune con posti a sedere e avvicinate di più al campo, un processo completato nel 2001.

Il campo dello Stamford Bridge, la proprietà fondiaria, i tornelli e i diritti sul nome Chelsea appartengono al Chelsea Pitch Owners, un’organizzazione no-profit creata per assicurarsi che lo stadio non sarebbe stato mai più venduto ad altri promotori, dato che i suoi azionisti sono proprio i fan del club. Inoltre, nel caso in cui la squadra venisse spostata in un altro stadio, i nuovi acquirenti non potrebbero più usare lo stesso nome.[40]

Negli ultimi tempi, il club si è detto favorevole ad aumentare la capienza dell’impianto, per portarla ad oltre 50 000 spettatori. Ad ogni modo, poiché lo stadio è collocato in un’area con molti edifici, di fronte ad una via principale e accanto a due lineeferroviarie, i fan possono avere accesso all’impianto solo attraverso l’entrata di Fulham Road, e dunque un’espansione si rivelerebbe molto difficile da attuare.[41] Per questo motivo si è vociferato di un possibile spostamento dello stadio del Chelsea presso altre aree, come l’Earls Court Exhibition Centre, la centrale elettrica di Battersea,[42] o le Chelsea Barracks, caserme dismesse dal Ministero della Difesa, ma il club ha espresso il desiderio di rimanere nella sua sede attuale.[43]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Roman Abramovich, presidente del F.C. Public Limited Company e patron del Chelsea

Il Chelsea Football Club è gestito interamente dal Chelsea F.C. Public Limited Company, società controllata dal miliardario russo Roman Abramovich.[1]

Le strutture e i beni fondiari del club, come ad esempio lo stadio di Stamford Bridge e il Chelsea Training Ground sono di proprietà delChelsea Pitch Owners, società gestita dai tifosi del club.

Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]

Come altre società, anche il Chelsea, soprattutto negli ultimi anni, si è adoperato nel sociale, specialmente nella lotta contro il razzismo: nota è, infatti, la sua adesione a campagne ufficiali della UEFA quali Kick Racism Out of Football (in italiano Calcia il Razzismo fuori dal Calcio) e Show Racism the Red Card (Mostra al Razzismo il Cartellino Rosso).[1]

Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]

Come ogni società professionistica, anche il Chelsea ha il proprio settore giovanile. La squadra delle riserve del club, la quale fa da tramite tra la formazione principale e la primavera della società, milita nella divisione sud della FA Premier Reserve League, il massimo campionato inglese a livello giovanile, senza essere però mai riuscita a vincerlo. La rosa delle riserve consiste in calciatori Under-21 provenienti sia dal vivaio dei Blues sia da altri club, rimpiazzati occasionalmente in vista di un incontro (soprattutto a causa di un infortunio) da membri della prima squadra non convocati dal proprio manager. Dall’agosto 2009, il loro allenatore è Steve Holland, e dall’11 maggio 2007 giocano le proprie partite casalinghe nello stadio di Griffin Park.[45]

La primavera del club, invece, è conosciuta a livello internazionale per aver sempre ottenuto dei buoni risultati fin da prima della rivoluzione apportata da Roman Abramovich e José Mourinho. Infatti, sono molti i calciatori cresciuti nelle giovanili del Chelsea, tra i quali ricordiamo l’attuale capitano della formazione londinese,John Terry. Al contrario delle riserve, la squadra primavera è allenata da Dermot Drummy, e gioca i propri incontri casalinghi nel Chelsea Training Ground aCobham. L’intero settore giovanile dei Blues è sotto l’egida del danese Frank Arnesen, direttore sportivo del club londinese.[46] Inoltre, i giovani del club hanno conquistato tre FA Youth Cup (1960, 1961 e 2010), e sono arrivati secondi nelle edizioni del 1958 e del 2008.

Miglior giocatore della storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 dicembre 2007 un sondaggio promosso dalla Professional Footballers’ Association ha insignito l’italiano Gianfranco Zola del premio come miglior giocatore che abbia mai vestito la maglia dei Blues.[52] Magic Box, chiamato così dagli ex tifosi londinesi,[53] già votato giocatore dell’anno per due volte, col Chelsea ha vinto due FA Cup, una Carling Cup, una Coppa delle Coppe e unaSupercoppa Europea.[52]

Giocatori dell’anno[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine di ogni mese di maggio dal 1967, il Chelsea premia quello che, secondo i pareri di dirigenti e tifosi, è stato il tesserato che più di tutti ha fatto la differenza durante la stagione appena trascorsa. Con le sue tre vittorie datate 2004, 2005 e 2009, è Frank Lampard il giocatore a cui è stato consegnato più volte in assoluto questo premio.[54]

Anno Vincitore
1967 Inghilterra Peter Bonetti
1968 Scozia Charlie Cooke
1969 Inghilterra David Webb
1970 Inghilterra John Hollins
1971 Inghilterra John Hollins
1972 Inghilterra David Webb
1973 Inghilterra Peter Osgood
1974 Inghilterra Gary Locke
1975 Scozia Charlie Cooke
1976 Inghilterra Ray Wilkins
1977 Inghilterra Ray Wilkins
1978 Inghilterra Micky Droy
1979 Inghilterra Tommy Langley
1980 Inghilterra Clive Walker
1981 Jugoslavia Petar Borota
1982 Inghilterra Mike Fillery
Anno Vincitore
1983 Galles Joey Jones
1984 Scozia Pat Nevin
1985 Scozia David Speedie
1986 Galles Eddie Niedzwiecki
1987 Scozia Pat Nevin
1988 Inghilterra Tony Dorigo
1989 Inghilterra Graham Roberts
1990 Paesi Bassi Ken Monkou
1991 Irlanda Andy Townsend
1992 Inghilterra Paul Elliott
1993 Giamaica Frank Sinclair
1994 Scozia Steve Clarke
1995 Norvegia Erland Johnsen
1996 Paesi Bassi Ruud Gullit
1997 Galles Mark Hughes
1998 Inghilterra Dennis Wise
Anno Vincitore
1999 Italia Gianfranco Zola
2000 Inghilterra Dennis Wise
2001 Inghilterra John Terry
2002 Italia Carlo Cudicini
2003 Italia Gianfranco Zola
2004 Inghilterra Frank Lampard
2005 Inghilterra Frank Lampard
2006 Inghilterra John Terry
2007 Ghana Michael Essien
2008 Inghilterra Joe Cole
2009 Inghilterra Frank Lampard
2010 Costa d'Avorio Didier Drogba
2011 Rep. Ceca Petr Čech
2012 Spagna Juan Mata
2013 Spagna Juan Mata
2014 Belgio Eden Hazard

Legends[modifica | modifica wikitesto]

In un elenco presente sul proprio sito internet, il Chelsea ha decretato quali tra i suoi ex giocatori sono universalmente riconosciuti come Legends (Leggende) del club.[55]

Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Campioni del mondo[modifica | modifica wikitesto]

Qui sono riportati i giocatori che, durante il loro periodo al Chelsea, hanno vinto un campionato mondiale:[56]

Campioni d’Europa[modifica | modifica wikitesto]

Qui sono riportati i giocatori che, durante il loro periodo al Chelsea, hanno vinto un campionato europeo:

Il Chelsea e le Nazionali di calcio[modifica | modifica wikitesto]

Essendosi affermato soltanto in epoca recente come club di vertice nel panorama calcistico mondiale, prima degli anni novanta il Chelsea non ha mai annoverato tra i propri ranghi molti giocatori convocati dalle rispettive Nazionali, come testimoniano anche i risultati che in pochi hanno ottenuto con le proprie selezioni. I calciatori dei Blues campioni del mondo furono l’inglese Peter Bonetti (Inghilterra 1966) e i francesi Marcel Desailly e Frank Lebœuf (entrambi a Francia 1998).[56] In ambito continentale, invece, campioni d’Europa furono gli stessi Desailly e Lebœuf, insieme al connazionale Didier Deschamps, a Belgio e Paesi Bassi 2000,[57] e gli spagnoli Fernando Torres e Juan Mata a Polonia e Ucraina 2012, mentre vincitore della Coppa America fu soltanto il brasiliano Alex (Venezuela 2007).[58] Infine, vincitori della Confederations Cup furono di nuovo i transalpini Lebœuf e Desailly, col compagno William Gallas. Il primo trionfò solo a Corea del Sud e Giappone 2001, l’ultimo a Francia 2003 e il secondo in entrambe.[59]

Anche dai dati statistici delle vittorie in ambito internazionale si evince che, oltre che alla Nazionale inglese, il Chelsea ha principalmente fornito giocatori pure a quella francese. Inoltre, essendo da anni una squadra tradizionalmente composta anche da calciatori di diversi Stati, ha tutt’oggi o ha avuto un buon numero di rappresentanti brasiliani, spagnoli, italiani, ivoriani, olandesi, portoghesi e serbi.

Il Chelsea nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1930, il Chelsea partecipò ad uno dei primi film sul calcio, The Great Game.[60] Jack Cock, un attaccante del club londinese di quei tempi, fu la star della pellicola, le cui scene vennero girate più volte a Stamford Bridge, specialmente sul campo, nella sala conferenze e negli spogliatoi. Comparvero anche altri giocatori famosi come Andrew Wilson, George Mills e Sam Millington.[61] Il Chelsea ha anche figurato in vari film sugli hooligan, il più recente The Football Factory.[62]

Fino agli anni cinquanta, il club mantenne pure accordi di lunga durata per spettacoli di music-hall, grazie ai quali riuscì ad ingaggiare diversi attori, come ad esempio George Robey.[63] Questa collaborazione culminò con l’uscita nel 1933 di una canzone demenziale intitolata ironicamente On The Day That Chelsea Went and Won The Cup (Il giorno in cui il Chelsea vincerà la Coppa), nella quale vengono narrate divertenti situazioni dell’ipotetico giorno in cui il team avrebbe vinto laFA Cup.[9]

Per quanto riguarda altre canzoni, la famosa Blue Is the Colour venne pubblicata per la prima volta nel 1972, grazie anche alla collaborazione di alcuni calciatori della squadra, i quali prestarono la propria voce per la sua realizzazione. Appena uscito, il nuovo inno ufficiale della formazione londinese riuscì a raggiungere il numero cinque nella classifica dei single inglesi del tempo.[64] La stessa canzone, divenuta così molto popolare, venne cambiata in White is the Colour daiVancouver Whitecaps, che la adottarono in questa forma come proprio inno.

In occasione della finale di FA Cup del 1997, la canzone Blue Day venne cantata dal noto Suggs, cantante dei Madness, e dai membri della squadra, raggiungendo stavolta il ventiduesimo posto nella classifica inglese.[65]

La rockstar canadese Bryan Adams, grande tifoso del Chelsea, ha dedicato al club la canzone We’re gonna win presente nell’album 18 til I Die.[66]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Il Chelsea può esibire in bacheca il maggior numero di trofei internazionali, cinque, conquistati da una squadra londinese. Inoltre, è uno dei club attualmente settimi nella classifica dei vincitori del campionato inglese, potendo vantare cinque titoli nazionali, due dei quali consecutivi (2004-2005 e 2005-2006). Il Chelsea, poi, durante tutta la sua storia si è aggiudicato 7 FA Cup, piazzandosi nella stagione 2011-2012 al quarto posto nella classifica dei plurivincitori della competizione, al pari di Aston Villa e Liverpool. Per quanto riguarda la Carling Cup, invece, la formazione londinese ha conquistato tale trofeo cinque volte, raggiungendo nel 20142015la seconda posizione tra i vincitori di tutti i tempi, assieme all’Aston Villa e dietro solo al Liverpool. Infine, il Chelsea si è imposto per quattro volte nel Charity Shieldora Community Shield, senza mai giungere a condividerlo con una delle squadre affrontate. Dopo l’ultimo successo all’inizio della stagione 20092010, ha raggiunto ilWolverhampton Wanderers al sesto posto tra i pluridetentori della supercoppa inglese. Nella stagione 2009-2010 è stato il settimo club inglese a centrare il double, ovvero la vittoria contemporanea del campionato e della FA Cup.

Secondo l’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, che aggiorna i propri dati il 31 dicembre di ogni anno, il Chelsea occupa il terzo posto tra le top 20 dell’annata 20082009, ed è decima nella classifica dei migliori club del mondo dal 1991 al 2008.[67]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1954-1955, 2004-2005, 2005-2006, 2009-2010, 2014-2015
1969-1970, 1996-1997, 1999-2000, 2006-2007, 2008-2009, 2009-2010, 2011-2012
1964-1965, 1997-1998, 2004-2005, 2006-2007, 2014-2015
1955, 2000, 2005, 2009
1985-1986, 1989-1990

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

2011-2012
1970-1971, 1997-1998
2012-2013
1998

  • International Champions CUP:3 (2004,2005,2009)

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

1959-1960, 1960-1961, 2009-2010, 2013-2014
2014-15

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionato inglese
Secondo posto: 2003-2004, 2006-2007, 2007-2008, 2010-2011
  • Coppa d’Inghilterra
Finalista: 1914-1915, 1966-1967, 1993-1994, 2001-2002
  • Coppa di Lega inglese
Finalista: 19711972, 20072008
  • Community Shield
Finalista: 1970, 1997, 2006, 2007, 2010, 2012, 2015
19831984, 19881989
Finalista: 2012, 2013
Finalista: 2007-2008
Finalista: 1937
  • FA Youth Cup
Finalista: 1957-1958, 2007-2008
Finalista: 2012