Cagliari

Cagliari

Club History

Il Cagliari Calcio, meglio noto come Cagliari, è una società calcistica italiana con sede nella città di Cagliari. Fondata nel 1920, è l’unica squadra della Sardegna ad avere militato in Serie A o in Serie B.

Ha vinto, prima squadra del Mezzogiorno, il campionato italiano di Serie A nel 1969-1970[1] dopo aver raggiunto la seconda posizione nel 1968-1969.[2] Ha vinto il campionato italiano di Serie B nel 2015-2016 e il campionato italiano di Serie C nel 1951-1952 .[3] Ha raggiunto il 2º posto nelle finali con “torneo all’italiana” della Coppa Italia 1968-1969,[4] e ha vinto la Coppa Italia Serie C nel 1988-1989.[5] In campo europeo ha raggiunto gli ottavi di finale di Coppa Campioni nel 1970-1971[1] ed è stato semifinalista della Coppa UEFA 1993-1994.[1]

Il Cagliari è al 17º posto su 65 squadre nella classifica della tradizione sportiva dei club che hanno giocato in A, al 14º posto nella classifica perpetua[6] e risulta inoltre la 8ª squadra d’Italia per numero di sostenitori.[7] Il giocatore simbolo del club, Gigi Riva, è il miglior marcatore della nazionale italiana con 35 reti in 42 partite,[8] ed è stato per tre volte capocannoniere della Serie A.[9] La formazione sarda è inoltre, insieme a GenoaBolognaNapoli e Verona, tra le sole squadre italiane ad aver vinto i campionati nazionali di primaseconda e terza serie.[10]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini (1902 – 1939)[modifica | modifica wikitesto]

Una delle prime formazioni del Cagliari nel 1920.

La prima partita riportata dalle cronache viene disputata nel 1902 tra un gruppo di studenti cagliaritani e una squadra di marinai genovesi, andata in scena a Piazza d’Armi e vinta dai liguri perché più forti e più abili.[1] Quasi otto anni dopo una compagine isolana, la Società Ginnastica Amsicora, si reca a Torino per giocare un torneo contro le più esperte squadre del continente, riuscendo a rimediare solo pesanti sconfitte, tuttavia quella esperienza getta le basi per la creazione di un club calcistico cagliaritano. Il 30 maggio 1920 il chirurgo Gaetano Fichera fonda il “Cagliari Football Club”: la prima gara della storia del sodalizio cagliaritano è datata 8 settembre 1920, quando sul campo dello stadio Stallaggio Meloni i cagliaritani affrontano e sconfiggono la Torres. Il neonato club successivamente prende parte al “Torneo Sardo” disputato contro la Torres, l’Ilva Maddalena e l’Eleonora d’Arborea. Il Cagliari, sotto la guida dell’allenatore-giocatore Giorgio Mereu, si impone vittoriosamente sulle altre compagini. Mereu, di professione avvocato, diventa successivamente il nuovo presidente del Cagliari succedendo a Fichera. Nel 1926 il Cagliari indossa per la prima volta la divisa con i colori rosso e blu.[1] Nella seconda metà degli anni 1920, dopo una lunga crisi finanziaria, la società viene riorganizzata dall’allora podestà della città Vittorio Tredici e dall’avvocato Carlo Costa Marras: viene deciso di utilizzare calciatori non isolani (militari e non), provenienti dal resto d’Italia. Nel 1928 la guida della squadra viene affidata all’allenatore ungherese Róbert Winkler, il quale si disimpegna anche come portiere o centrocampista.[1]

La formazione rossoblù nel campionato 1930-1931

Il primo torneo ufficiale a cui il Cagliari si iscrive è la Divisione Meridionale, nel girone laziale-umbro. La squadra raggiunge le finali, ma perde contro LeccePalermo e Foggia.[1] Dopo il 5º posto del 1930, arriva Ernest Erbstein, altro allenatore ungherese ma di stanza nella penisola già da diversi anni, e con lui in panchina il Cagliari vince il girone F di Prima Divisione e può così accedere per la prima volta al campionato di Serie B.[1]

A causa, però, della mancanza di risorse finanziarie, la società è obbligata a cedere i suoi pezzi migliori, tra cui proprio Erbstein. L’anno successivo è eletto presidente Aldo Pacca, ma la società fallisce: nel 1935, retrocesso sul campo in C, il Cagliari si scioglie a causa di molti debiti. Dalle sue ceneri nasce l'”Unione Sportiva Cagliari”, che raccoglie l’eredità sportiva della vecchia società, ripartendo dal Campionato Regionale Sardo.[1] Nel 1937 il club si iscrive al campionato di Serie C, sfiorando per poco la retrocessione. Nel 1938, l’allora presidente Mario Benditelli richiama alla guida della squadra Winkler, portando i rossoblù al quinto posto. Nel 1939, dopo il secondo addio di Winkler, la squadra si piazza al sesto posto grazie al centrocampista Mariolino Congiu, che svolge il ruolo di giocatore-allenatore, prima che la seconda guerra mondiale fermi i campionati di calcio. L’attività prosegue con tornei a carattere regionale, nel frattempo Banditelli abbandona la società.[1]

Il dopoguerra e la prima promozione in A (1945 – 1963)[modifica | modifica wikitesto]

I rossoblù ripresero a giocare nel 1945 in Prima Divisione regionale, e due anni dopo partecipano alla Serie B, terminando il campionato all’ultimo posto. La squadra s’iscrive quindi alla Serie C e viene acquistata da Domenico Loi, che avvia un progetto di rinascita. Nella stagione 1951-1952, grazie ai gol di Livio GennariRoberto Serone e Erminio Bercarich, il Cagliari vince il Campionato di Serie C e riesce a ottenere la promozione in Serie B dopo aver disputato gli spareggi con le finaliste degli altri gironi: PiacenzaToma Maglie e Vigevano; in quello stesso anno i sardi abbandonano il vecchio campo di via Pola, ritenuto inadeguato, e si trasfericono nel nuovo stadio Amsicora.[1]

Nel primo anno in Serie B la squadra si qualifica sesta, non rendendo pienamente giustizia alle proprie possibilità. L’anno successivo i rossoblù, finendo secondi in campionato, disputano gli spareggi per la promozione in A perdendo per 2-0 contro la Pro Patria. La metà degli anni 1950 sono caratterizzati da una girandola di presidenti e allenatori, tra questi spicca Silvio Piola. In quel periodo il Cagliari si piazza spesso a ridosso della zona promozione. Nel 1960 il Cagliari retrocede in Serie C,[1] l’anno successivo la squadra sotto la guida dell’allenatore Rigotti sfiora con il secondo posto la riconquista della Serie B, che arriva nella stagione successiva, che, grazie all’arrivo in panchina di Arturo Silvestri, si classifica primo davanti all’Anconitana.

Il Cagliari della prima promozione in Serie A nella stagione 1963-1964.

Nella prima stagione di nuovo tra i cadetti, i sardi terminano il campionato all’undicesimo posto. L’anno successivo la società sarda aggiunge alcuni importanti tasselli, tra i quali il futuro campione Gigi Riva.[1] Grazie a una squadra rafforzata, il Cagliari riesce a conquistare per la prima volta la promozione in Serie A, classificandosi secondo, dietro il Varese.[1]

La Serie A e la conquista dello scudetto (1964 – 1976)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1964-1965 il Cagliari disputa il suo primo campionato di Serie A, rimontando nel girone di ritorno e arrivando alla fine sesto in classifica con 34 punti.[1] Nel 1965-1966, l’ultima dell’allenatore Silvestri, il Cagliari arriva undicesimo mentre nel campionato seguente i rossoblù, sotto la guida di Manlio Scopigno, finiscono sesti a quota 40 punti. I costi della Serie A diventano sempre più insostenibili per la squadra e così, necessitato a dover far quadrare i bilanci, il presidente Enrico Rocca mette in vendita Riva, tuttavia la contrarietà della tifoseria porta Rocca a trasformare il Cagliari in una S.p.a.[1]

Le imprese Sir di Porto Torres, Cartiera di Arbatax, Tessili Beretta di Villacidro, Petrolchimica Macchiareddu di Assemini e Saras di Moratti si impegnano a versare un contributo annuale per la gestione economica della società.[11] Nel 1967-1968, con Ettore Puricelli la squadra si piazza nona, ma è con il ritorno di Scopigno che il Cagliari nella stagione 1968-1969 lotta per lo Scudetto insieme a Fiorentina e Milan[11] piazzandosi al secondo posto proprio dietro la squadra viola guidata da Bruno Pesaola. In quello stesso anno la squadra sarda arrivò fino in fondo anche in Coppa Italia, sfiorandone la vittoria, piazzandosi seconda nel girone finale alle spalle della Roma vincitrice dell’edizione.

Il Cagliari campione d’Italia nella stagione 1969-1970.

Nella stagione 1969-1970 il Cagliari, sotto la guida di Scopigno, vince il suo primo e tuttora unico titolo nazionale. I sardi balzano al primo posto nella sesta giornata di campionato grazie alla vittoria sui campioni d’Italia a Firenze per 1-0, rimanendo in testa fino alla fine del torneo, benché incalzati dalla Juventus. Il 12 aprile 1970, mentre la Juventus è sconfitta in casa della Lazio, il Cagliari batte il Bari per 2-0 all’Amsicora, acquisendo la certezza matematica del tricolore con due giornate di anticipo. Mentre in Coppa Italia non riuscì l’impresa ai neocampioni d’Italia, che si posizionarono terzi alle spalle del Bologna, vincitrice del torneo, e del Torino, secondo. Nella Coppa delle Fiere, il cammino del Cagliari è meno fortunato, infatti i rossoblù vengono eliminati nei sedicesimi di finale dai tedesco-orientali del Carl Zeiss Jena.

Gigi Riva

Il campionato 1970-1971 inizia nello stesso modo del precedente. Il Cagliari, grazie alle vittorie all’Olimpico sulla Lazio per 4-2 e a San Siro sull’Inter per 3-1, dopo quattro giornate è già in testa alla classifica, ma l’infortunio riportato da Riva durante Austria-Italia 1-2 del 31 ottobre 1970 condiziona negativamente la stagione dei campioni d’Italia. I rossoblù terminano il torneo al 7º posto e anche l’avventura in Coppa dei Campioni è compromessa dall’assenza di “rombo di tuono”: il club sardo viene eliminato agli ottavi di finale dall’Atletico Madrid perdendo 3-0 la gara di ritorno al Vicente Calderón, dopo la vittoria per 2-1 dell’andata, con Riva ancora in campo e a segno, insieme a Gori.[12]

Robert Herbin e uno scudettato Pierluigi Cera prima della sfida tra Cagliari e Saint-Étienne (3-0) del 19 settembre 1970, storico esordio dei rossoblù in Coppa dei Campioni.

Nel 1971-1972 il Cagliari, trascinato dalle 21 reti di Riva, chiude il campionato al quarto posto, a quattro lunghezze dalla Juventus campione d’Italia; il piazzamento consente l’accesso alla Coppa UEFA 1972-1973, dalla quale i rossoblù vengono eliminati al primo turno dall’Olympiakos.[1] A fine stagione Scopigno non è confermato e al suo posto viene chiamato Edmondo Fabbri, ex commissario tecnico della Nazionale ai mondiali di Inghilterra del 1966, dove Riva era stato portato da “turista”. La squadra non riesce più a ripetere le prestazioni degli anni precedenti, rimanendo lontana dalla zona scudetto e terminando il campionato all’ottavo posto. Negli anni successivi, sulla panchina del Cagliari si alternano con esiti non sempre positivi molti allenatori, fra i quali Beppe ChiappellaLuigi Radice e Luis Suárez. L’irreversibile decadenza dei sardi culmina con la retrocessione in Serie B nel campionato 1975-1976,[1] nel corso del quale si aggiunge a metà stagione un grave infortunio a Riva, il che si traduce nel suo definitivo ritiro dal calcio giocato.

Declino e rinascita (1976 – 2000)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976-1977, sotto la guida di Toneatto, il Cagliari si piazza al secondo posto dietro il Vicenza di Paolo Rossi a pari merito con Atalanta e Pescara ma perde gli spareggi promozione disputati a Genova (Atalanta-Cagliari 2-1) e Terni (Pescara-Cagliari 0-0). Fu decisivo per le sorti dei quattromori un episodio che accadde durante un Cagliari-Lecce del marzo 1977 allorquando il calciatore salentino Cannito venne colpito al volto da un’arancia lanciata dagli spalti, la conseguente sconfitta a tavolino dei sardi[13] impedì di fatto di raggiungere la promozione diretta in A, infatti la partita poi si concluse con un 1-0 per il Cagliari e quei due punti “sottratti” risultarono decisivi, costringendo la compagine del presidente Mariano Delogu agli spareggi. In quel Cagliari si mise in luce un giovane Pietro Paolo Virdis, appena diciannovenne che mise a segno ben 18 reti. I sardi, guidati in panchina da Mario Tiddia, tornano nel massimo campionato due anni dopo nel 1979, insieme a Udinese e Pescara.

Formazione del Cagliari della stagione 1980-81

Il Cagliari resta altri quattro anni in A giocando un calcio piacevole con un attacco formato dal trio VirdisPiras e Selvaggi, sempre con Tiddia in panchina, ottenendo un settimo posto nel 1979-1980 e un sesto posto nel 1980-1981 e due tornei coincidenti con la gestione societaria di Alvaro Amarugi, culminati con la retrocessione del 1983 dove totalizzò 26 punti e si vide superare dall’Ascoli nello scontro diretto dell’ultima giornata: fu la prima volta che nei campionati a 16 squadre non furono sufficienti 26 punti per evitare la Serie B.

Dopo un’anonima stagione fra i cadetti, nel 1984 la società è rilevata dall’imprenditore edile Fausto Moi, ma i risultati sportivi sono deludenti: nel 1984-1985 la compagine, dopo un inizio disastroso, retrocede in Serie C1; nel 1985-1986 il parco giocatori è profondamente rinnovato allo scopo di tentare il ritorno in Serie A, tuttavia la stagione è ancora deludente, con la squadra che riesce a salvarsi solo all’ultima giornata; nel 1986-1987, infine, dopo essere riuscita a iscriversi in extremis, la società viene penalizzata di 5 punti per il suo coinvolgimento nel Totonero-bis, un handicap che i sardi non riescono a colmare, finendo col retrocedere in C1.[1] Mentre in campionato le cose andavano male, la squadra riuscì a raggiungere le semifinali di Coppa Italia, venendo sconfitta dal Napoli di Maradona.

Il Cagliari della stagione 1988-89, vincitrice della Coppa Italia di Serie C.

Il club sardo, appena acquistato dai fratelli Orrù, trascorse in Serie C1 due stagioni, la prima delle quali lo vede, ricostruito per via del rischio incombente di fallimento, evitare per un punto la retrocessione in Serie C2 sotto la conduzione del rientrante Mario Tiddia (subentrato a campionato in corso a Enzo Robotti).

Nel 1988-1989, con l’arrivo del tecnico Claudio Ranieri e del general manager Carmine Longo, la squadra viene ringiovanita, riuscendo a conquistare il ritorno nella serie cadetta vincendo il proprio girone e classificandosi prima con 45 punti; in quello stesso anno i sardi completano la stagione vincendo la Coppa Italia di Serie C, battendo nella doppia finale la SPAL 3-0 all’andata e 2-1 al ritorno.

Nel campionato 1989-1990 il Cagliari, ancora imperniato su svariati giovani emergenti, con 47 punti riesce a ripetersi, ottenendo la doppia promozione e approdando di nuovo in Serie A[1] dalla quale era assente da 7 anni.

Luís Oliveira

Al ritorno nella massima serie seguono due campionati conclusi con altrettante salvezze, potendo contare tra le sue file su calciatori di talento come l’uruguaiano Enzo Francescoli (appena qualche anno prima considerato il miglior giocatore sudamericano dell’anno[14]) e il sardo Gianfranco Matteoli, oltreché di Daniel Fonseca.

Nel 1992-1993 il Cagliari, acquistato da Massimo Cellino e allenato da Carlo Mazzone e con Luís Oliveira in attacco si piazza sesto in campionato con 37 punti e riesce a qualificarsi alla Coppa UEFA,[15] L’anno successivo i sardi arrivano fino alla semifinale della competizione europea affrontando l’Inter, con la quale i rossoblù vincono in casa per 3-2 e perdono nella gara di ritorno a Milano per 3-0, venendo eliminati. In campionato i sardi si piazzano dodicesimi, precedendo di un punto in classifica proprio l’Inter. [1][16]

Il Cagliari della stagione 1993-94, semifinalista di Coppa UEFA.

Nel 1994-1995 i rossoblù, sotto la guida di Óscar Tabárez, giungono noni, mancando per tre punti una nuova qualificazione alle coppe europee. Nel 1996-1997 il Cagliari retrocede in Serie B dopo aver perso lo spareggio con il Piacenza (1-3). L’anno successivo, i sardi con Gian Piero Ventura allenatore ritornano in Serie A ottenendo nel 1998-1999 una tranquilla salvezza esprimendo un calcio piacevole e divertente; l’anno successivo al termine del campionato 1999-2000 la squadra retrocede ancora una volta in Serie B sotto la guida di Renzo Ulivieri.[1]

Terzo millennio (2000 – oggi)[modifica | modifica wikitesto]

Il Cagliari trascorre le successive tre stagioni nel campionato cadetto, senza riuscire a ottenere la promozione nella massima serie. Solo al quarto anno, nel 2003-2004, sotto la guida tecnica di Edoardo Reja, con Gianfranco Zola in campo e con in squadra giocatori come David SuazoMauro Esposito, l’esuberante Antonio Langella e con il ritorno del sardo Gianluca Festa, i rossoblù vengono promossi in Serie A, disputando un campionato con 24 squadre, il più lungo della storia della Serie B, e arrivando secondi in classifica, a pari punti con il Palermo che si classificherà primo per miglior differenza reti. Nella stagione successiva il Cagliari, con in panchina il debuttante Daniele Arrigoni e trascinata dal fantasista di Oliena, gioca un campionato dai due volti, fortissimo in casa e fragile in trasferta, rimanendo a lunghi tratti nella parte alta della classifica salvo poi crollare alla fine; la squadra rossoblù chiuderà al 12º posto e raggiungerà per la terza volta nella sua storia la semifinale di Coppa Italia. Nelle stagioni successive la società sarda riesce a mantenersi nella prima divisione nazionale raggiungendo salvezze tranquille, a parte qualche eccezione come nella stagione 2008-2009 con in panchina Massimiliano Allegri e in rosa giocatori come Daniele ContiAndrea Cossu e Jeda, la squadra sfiora la qualificazione in Europa League classificandosi al nono posto.

Andrea Cossu

Il 10 giugno 2014, dopo ventidue anni di presidenza, Cellino cede la totalità delle azioni del club alla Fluorsid Group dell’imprenditore milanese Tommaso Giulini, il quale diventa il nuovo proprietario della squadra.[17] Il presidente Giulini affida la panchina del Cagliari all’allenatore boemo Zdeněk Zeman, nella speranza di vedere un calcio offensivo e divertente; la rosa viene stravolta e ringiovanita in base alle scelte del neo allenatore. Purtroppo la stagione si rivela fallimentare, il tecnico boemo viene esonerato a metà campionato e al suo posto viene chiamato Zola, per poi essere richiamato dopo solo sei giornate. Il 17 maggio 2015, dopo la sconfitta casalinga 0-1 contro il Palermo, il Cagliari retrocede matematicamente in Serie B dopo aver disputato undici campionati consecutivi in Serie A. Al termine della stagione lasceranno i colori rossoblù il capitano Daniele Conti che lascerà il calcio giocato e il fantasista cagliaritano Andrea Cossu che passa all’Olbia.

L’obiettivo della stagione 2015-2016 è la pronta risalita in Serie A, la fascia da capitano viene ereditata da Daniele Dessena; il Cagliari, sotto la guida dell’allenatore Massimo Rastelli, vince il suo primo campionato di Serie B ritornando dopo solo un anno di assenza in massima categoria. A partire dalla nuova militanza in Serie A, nell’estate 2016 la rosa si arricchisce di nuovi nomi, tra i quali figurano il campione d’Europa Bruno AlvesMarco Borriello e Artur Ioniță. Dopo un buon girone di andata, con ottime prestazioni soprattutto in casa, nonostante un calo nella tornata conclusiva i sardi ottengono anticipatamente e senza patemi la matematica salvezza piazzandosi all’undicesimo posto finale.

La società per la stagione 2017-2018 si prefigge di migliorare il piazzamento della passata stagione ma con grande sorpresa negli ultimi giorni di calcio mercato si assiste all’addio al Cagliari di Marco Borriello, rimpiazzato subito dall’attaccante Pavoletti, prelevato dal Napoli e rientra in squadra Andrea Cossu dopo un’esperienza di due anni all’Olbia. L’inizio della stagione non è dei migliori; già all’ottava giornata, dopo una serie di uscite negative, l’allenatore Massimo Rastelli viene esonerato e al suo posto subentra l’uruguaiano Diego Luis López. Le prestazioni però non cambiano; la squadra viene eliminata dalla Coppa Italia dal Pordenone, mentre in campionato i risultati sono altalenanti. Il Cagliari riesce a ottenere la salvezza solo all’ultima giornata, grazie alla vittoria contro l’Atalanta e, nella precedente partita, contro la Fiorentina.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Cagliari Calcio
  • 30 maggio 1920 – Fondazione del Cagliari Football Club da parte del professor Fichera.
  • 1920-21 – Inizio dell’attività calcistica con la partecipazione a vari Tornei sardi. Prima partita ufficiale l’8 settembre 1920 contro la Torres
  • 1921-22 – 2º nel torneo del Cagliari FbC.
Partecipa al “Torneo Sardegna”.
  • 1922-23 – Unica iscritta al primo campionato sardo Terza Divisione e quindi vincitrice d’ufficio. (1º titolo)
Partecipa al Torneo Sardegna, ma la competizione viene sospesa per motivi di ordine pubblico.
  • 1923-24 – 1º nel campionato sardo di Terza Divisione. (2º titolo)
  • 1924 – Dalla fusione fra il “Cagliari F.C.” e l'”Unione Sportiva Italia” nasce il Club Sportivo Cagliari, che continua la partecipazione ai campionati sardi di Terza Divisione.
  • 1924-25 – 1º nel campionato sardo di Terza Divisione. (3º titolo)
Partecipa al Torneo Sardegna.
  • 1925-26 – Partecipa al campionato sardo di Terza Divisione che viene sospeso per motivi di ordine pubblico.
Partecipa al “Torneo Sardegna”.
  • 1926-27 – Partecipa al campionato sardo di Terza Divisione.
Primo turno di Coppa Italia.
Vince il Torneo Campana Mutilati.

  • 1930-31 – 1º nel girone finale Sud della Prima DivisionePromosso in Serie B.
  • 1931-32 – 13º in Serie B.
  • 1932-33 – 14º in Serie B.
  • 1933-34 – 12º nel girone A della Serie B. Riammesso per ampliamento del torneo.
  • 1934-35 – 9º nel girone A della Serie BRetrocesso e finanziariamente fallito.
  • 1935 – Il sodalizio del Club Sportivo Cagliariviene sciolto per dissesto finanziario e poi rifondato con la nuova denominazione Unione Sportiva Cagliari ripartendo dal campionato regionale del Direttorio XVIII Zona.
  • 1935-36 – 1º nella Divisione Unica Sarda.
  • 1936-37 – 1º nella Divisione Unica Sarda. Ammesso in Serie C.
  • 1937-38 – 13º nel girone E della Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.

  • 1940-41 – A causa dello scoppio della guerrae delle conseguenti difficoltà nelle trasferte sul continente, la società abbandona la Serie C e partecipa alla Prima Divisione Sarda, separata dagli altri tornei italiani per cause belliche, arrivando 4º.[18]
  • 1941-42 – 6º nella Prima Divisione Sarda.
  • 1942-43 – 5º nella Prima Divisione Sarda.
  • 1943-44 – Attività sospesa per cause belliche per l’invasione angloamericana della Sardegna.
  • 1944-45 – 1º nel girone A del campionato misto sardo.
  • 1945-46 – 1º nella Prima Divisione Sarda.
  • 1946-47 – 3º nella Prima Divisione Sarda. La FIGC reinserisce la Sardegna nei campionati italiani, e ammette d’ufficio la società in Serie B.
  • 1947-48 – 18º nel girone A della Serie BRetrocesso in Serie C.
  • 1948-49 – 15º nel girone C della Serie C.
  • 1949-50 – 6º nel girone C della Serie C.

Primo turno di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale della Coppa Mitropa.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale della Coppa Mitropa.
Fase a gironi della Coppa delle Alpi.
2° in Coppa Italia.
Ottavi di finale della Coppa Mitropa.
3º in Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa delle Fiere.

Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa dei Campioni.
  • 1971 – La società cambia denominazione in Cagliari Calcio.
  • 1971-72 – 4º in Serie A.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
Coccarda Coppa Italia LegaPro.png Vince la Coppa Italia di Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.

Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa UEFA.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1996-97 – 15º in Serie ARetrocesso in Serie B dopo la sconfitta nello spareggio a Napoli contro il Piacenza.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa Italia.

Fase a gironi di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Semifinale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.

Quarto turno di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

A sinistra: articolo de L’Unione sarda del 9 gennaio 1921; nella cronaca della gara contro l’Ilva si legge «Zorzan […] segna in favore dei rosso-bleu il primo goal», a testimonianza di come già dalla fondazione i colori sociali del Cagliari fossero il rosso e il blu.
A destra: la divisa nerazzurra fugacemente usata dal club tra il 1925 e il 1928.

I colori sociali del Cagliari sono sin dalla fondazione il rosso e il blu,[19] i colori della città, riportati anche nel gonfalone e nella bandiera comunale[1], mentre i colori della maglia da gioco videro una storia più trevagliata. Il primo completo indossato dai sardi era di colore bianco. Il fondatore Gaetano Fichera, infatti, essendo un medico chirurgo riadattò dei camici bianchi, che vennero utilizzati come maglia da gioco[1][20][21]. Tali divise furono utilizzate per disputare la prima sfida nella storia del Cagliari, contro la Torres.[22]

Dai quotidiani regionali dell’epoca si apprende che per i primi cinque anni di vita si utilizzarono maglie rossoblù sotto varie forme (partitapalata con strisce ciclicamente di diverse larghezze, o rossa con bordini blu) alternate ad altre maglie bianche[19][23].

Il 25 gennaio 1925, in una partita contro una selezione della 46º Fanteria, comparve per la prima volta una maglia a strisce nere e azzurre, con la quale poi il Cagliari FBC disputerà il campionato regionale sardo. Tale colorazione venne adottata fino al 1928. Nella primavera di quell’anno tornò il rossoblù, che rimase poi in pianta stabile dal Campionato Meridionale 1928-1929.[24].

La tradizionale maglia casalinga del Cagliari, comunemente detta «a quarti»[21] rossoblù.

Dagli anni 1930 in poi il completo di casa del Cagliari è quindi tradizionalmente rossoblù, con una maglia comunemente definita «a quarti»[21] — seppur impropriamente, essendo in realtà una divisa «partita»[25] —, ovvero rossa a destra e blu a sinistra, e generalmente con maniche a contrasto; sul dorso i colori sono invertiti. Sul lato sinistro, in corrispondenza del cuore, è inoltre presente lo stemma della squadra che per lungo tempo è rappresentato semplicemente da uno scudo bianco con i quattro mori, simbolo della Sardegna. Con l’ammodernamento dell’abbigliamento tecnico e con il variare degli sponsor tecnici, la maglia cagliaritana ha subito dagli anni 1980 delle leggere variazioni che comunque non hanno stravolto la sua struttura classica, come la divisa realizzata dalla Ennerre per il campionato1985-1986, che presentava le maniche completamente bianche e una grande “C” nel petto sotto lo sponsor principale (utilizzata però solo nel girone di andata).[26] Negli anni 2000 gli sponsor tecnici che si sono succeduti realizzano divise che si discostano dalla tradizione per la presenza nella maglia di vari inserti bianchi o dorati. Negli ultimi anni la Kappa ha realizzato divise più classiche e tradizionali interamente rossoblù.[27]

I pantaloncini sono generalmente blu con inserti rossi e bianchi (raramente bianchi per non generare confusione con squadre avversarie). I calzettoni sono blu con risvolto rosso (solo nel biennio 1996/1998 a strisce orizzontali rossi e blu).[27]

La maglia del secondo completo del Cagliari è bianca con i risvolti rossi e blu. Anche questa maglia risente molto nel tempo degli sponsor tecnici, specialmente nel corso degli ultimi anni, con vari inserti sempre di colore rossoblù. Tuttavia, proprio una storica divisa di cortesia cagliaritana divenne, a suo tempo, più famosa di quella casalinga. La più celebre casacca nella storia del club è infatti, sicuramente, quella sfoggiata per la prima volta sul finire degli anni 1960: bianca, con un profondo scollo rossoblù chiuso da laccetti; al tempo, questa uniforme risultò più utilizzata del primo completo, fu la maglia per antonomasia di Gigi Riva, quella che portò in Sardegna lo storico scudetto del 1969-1970 –,[28] e per tutto il corso degli anni 1970 rimane sempre tale.[21] Nei primi anni 1980 la seconda divisa rimane bianca, con degli inserti rossoblù nelle spalle e nelle maniche, presentando la peculiarità di avere lo stemma con i quattro mori nella spalla sinistra.

Precedentemente, negli anni 1950, vennero utilizzate divise con fascia orizzontale rossoblù;[21] in particolare, la maglia della stagione 1959-1960 reca al centro della banda il simbolo dei quattro mori. Pantaloncini e calzettoni sono sempre a bordi rossoblù oppure completamente bianchi.

Il Cagliari dell’annata 1982-83; lo stemma dei quattro mori è sulla manica sinistra invece che, come da tradizione, sopra al cuore.

Negli anni 1960, periodo della prima promozione in Serie A, e nel biennio 2000/2002, la seconda maglia del Cagliari è bianca con sbarra rossoblù, soluzione ripresa dallo sponsor tecnico Kappa nella stagione 2013-2014.[29]

Nella stagione 2015-2016 per la prima volta la maglia bianca non ha le maniche bianche. I colori rossoblù infatti non si limitano ai risvolti ma occupano l’intero braccio, rossa la destra, blu la sinistra.[30]

L’insolita divisa della stagione 1985-1986, con maniche bianche e una grande “C” sul petto.

Il terzo completo del Cagliari, da quando questo viene introdotto, subisce numerose variazioni a seconda dello sponsor tecnico. In questo senso, il primo a uscire dai canoni del rosso e blu si ritrova nel periodo della gestione di Claudio Ranieri, a cavallo tra il 1988 e il 1990, con una maglia rossa contraddistinta da una banda orizzontale bianca e blu. La divisa rossa (biennio 2003/2005 e dal 2008 a oggi) – ritenuta anch’essa, come la bianca dell’epoca di Riva, molto fortunata[21] – è la più utilizzata dalla società sarda dopo l’introduzione in pianta stabile di una terza uniforme negli anni 1990; a questa segue il completo azzurro (biennio 1996/1998 e stagione 2002-2003), il completo arancione (1998/2000), il giallo (2000/2002), la maglia grigia con pantaloncini rossi e calzettoni grigi (2005/2006), la maglia acquamarina con pantaloncini e calzettoni rossi (2006-2007), e il completo oro (2007-2008).[31][32]

Nel 2011-2012 con l’arrivo della Kappa, oltre il consueto completo rosso, la squadra avrà a disposizione anche un quarto completo di colore blu. Nella stagione 2015-2016 ritorna dopo 15 anni la maglia di colore arancione, che verrà comunque utilizzata anche dai portieri.[30]

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Bandiera dei quattro mori.

Lo stemma coi quattro mori è il simbolo del Cagliari sin dalle origini nonché simbolo della Sardegna perlomeno dai tempi del dominio aragonese e, dal 1952, è anche la bandiera ufficiale della regione Autonoma della Sardegna. Dalla fondazione della società nel 1920 fino al campionato 1992-1993, con poche interruzioni all’inizio di questo arco di tempo ma poi con costanza dagli anni 1950 in poi, nelle maglie da gioco figurava solamente lo scudetto con i quattro mori pur esistendo già degli stemmi ufficiali della società, rarità per il calcio italiano. Tuttavia, nel 2012, i quattro mori hanno fatto ritorno parzialmente nelle divise: dapprima nel secondo completo, in una versione stilizzata e con le teste rivolte a sinistra, appena sotto il main sponsor[1], e in seguito, nelle due stagioni successive, vengono reintrodotti nella seconda maglia bianca, al posto dello stemma societario.

Evoluzione dello stemma
(1/6)

Lo stemma dell’Unione Sportiva Cagliari utilizzato fino al 1971.

All’epoca dell’Unione Sportiva Cagliari (dalla metà degli anni 1930 fino agli anni dello Scudetto), lo stemma ufficiale era uno scudo sannitico partito rossoblù con una bandiera dei quattro mori quadrata posta sulla parte blu e una fascia bianca in cima recante la denominazione “U.S. CAGLIARI”. Con il cambio di denominazione in Cagliari Calcio lo stemma venne modificato leggermente ingrandendo la bandiera sarda quadrata e centrandola nella partitura, vennero aggiunti dei dettagli in oro come le bordature. i mori e la fascia che recava la scritta “CAGLIARI CALCIO” o a volte semplicemente “CAGLIARI”.

Nella stagione 1993-1994 ci fu il primo restyling dello stemma societario, che per la prima volta venne riprodotto anche nelle divise da gioco. Si passa a uno scudo gotico sempre partito rosso e blu ma arrotondato in punta e bombato ai fianchi, i mori ritornano neri e il quadrato si rimpicciolisce, in cima un rettangolo bianco recante la denominazione societaria e alla base una fascia tricolore ondulata in onore dello Scudetto e corredato della scritta “1969/70”.

Tale stemma viene ulteriormente ammodernato soltanto tre stagioni dopo. Esso infatti viene notevolmente semplificato ma soprattutto, per via dell’allora sponsor tecnico Reebok, viene inserito all’interno di un ovale anch’esso partito ma con rossoblù invertiti rispetto allo scudo. Per la prima volta inoltre, alla base dello scudo, compare l’anno di fondazione della società (1920). Questo logo rimarrà immutato fino alla stagione 2014-2015, seppur con qualche piccola modifica nel corso degli anni.

Nell’estate 2015 viene presentato l’attuale stemma, creato dalla nuova dirigenza guidata dal presidente Tommaso Giulini. La principale novità è il ritorno allo scudo triangolare, con un vistoso ingrandimento dei quattro mori, che per la prima volta sono l’elemento portante dello stemma, mentre la partizione rossoblù è limitata al contorno dello scudo in cui appare la dicitura semplice della città “CAGLIARI”, senza anno di fondazione e senza nome esteso della società. La seconda novità è che per la prima volta nella storia i quattro mori si adeguano alla Legge Regionale del 1999 che riformò la bandiera sarda: anch’essi infatti ora guardano verso destra e hanno la benda in fronte e non sugli occhi per simboleggiare il futuro nel senso di lettura latino.[33]

Inno[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 agosto 2014, in occasione della presentazione ufficiale della stagione 2014-2015, la prima dell’era Giulini, in un evento in sostegno della candidatura della città di Cagliari a Capitale europea della cultura 2019, venne presentato all’Arena Grandi Eventi il nuovo inno ufficiale cantato dai Sikitikis e intitolato Cagliari nel nostro cuore, il quale è cantato sulla musica di Voglio dormire con te, uno dei loro più grandi successi.[34]. L’inno comunque venne utilizzato dalla società, di fatto, solo per quella stagione e abbandonato successivamente. Nella stessa annata venne trasmessa anche la canzone No potho reposare nella versione cantata da Andrea Parodi, e lo stesso esperimento venne ripetuto nelle prime partite della stagione 2019-2020.[35]

Questo inno sostituì il vecchio inno intitolato Voleremo, nato da un progetto di Elena Ledda e ispirata dalle sonorità di Andrea Parodi — e alla cui realizzazione parteciparono gli artisti sardi de le Balentes, i Menhir, Silvano Lobina, Mariangela Ledda e i Blacksoul —, il quale venne presentato il 2 settembre 2007 in occasione della partita Cagliari-Juventus ma che venne anch’esso scarsamente utilizzato sia prima delle gare dei rossoblù sia negli eventi collaterali. Precedentemente all’inno di Elena Ledda il vecchio inno era Cagliari Grande di Mario Fabiani.

Ancor prima di questi, nel periodo della stagione 1993-1994 l’inno fu Sardi nel Mondo, scritta da Piero Marras e cantata in collaborazione con altri artisti sardi come i Tazenda. Negli anni 1970 venne incisa Lo scudetto in Sardegna, un canto sardo a chitarra in italiano cantato da Serafino Murru, nata inizialmente per festeggiare appunto lo Scudetto del 1970, e successivamente considerato de facto un inno del club.

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Stallaggio MeloniStadio AmsicoraStadio Nino ManconiStadio Sant’EliaStadio Nereo RoccoStadio Is Arenas e Sardegna Arena.

Lo stadio di Via Pola

Il primo campo interno del Cagliari fu lo Stallaggio Meloni, uno spiazzo posto tra viale Trento e viale Trieste, dove erano state montate delle porte da calcio: il Cagliari vi esordì l’8 settembre 1920, battendo la Torres per 5-2.[1]. Nell’ottobre 1924 iniziò la costruzione del nuovo stadio Comunale Via Pola[1],utilizzato dalla società a partire dal 1928 fino al 1951, anno in cui la squadra si spostò allo stadio Amsicora. Fu in questa struttura che il Cagliari, nella stagione 1969-1970, vinse lo storico scudetto. Erano stati frattanto avviati i lavori di costruzione di un’arena ancora più grande e moderna, lo stadio Sant’Elia, che sotto la supervisione dell’ingegnere Giorgio Lombardi venne completato nell’estate del 1970 e inaugurato già nel mese di settembre. Capace di circa 70 000 persone (compresi gli spettatori in piedi, all’epoca ammessi), l’impianto costò 1,9 miliardi di lire, dei quali un quarto venne coperto dal CONI attraverso un credito sportivo di circa 550 milioni erogato in due tranche. Lo stadio ospitò nel 1990 alcune partite del Campionato del Mondo. La nuova struttura soffrì tuttavia fin da subito di deficienze infrastrutturali: le vie d’accesso erano infatti insufficienti a reggere adeguatamente il volume di pubblico della struttura e il parcheggio, in un primo momento, era capace di soli 200 stalli per autovetture. A tali problemi venne tuttavia progressivamente posto rimedio, ampliando le arterie viarie e gli spiazzi di sosta.

Lo stadio Amsicora

Dal settembre al dicembre 2003 il Cagliari dovette momentaneamente trasferirsi allo stadio Nino Manconi di Tempio Pausania, onde consentire l’esecuzione di alcuni lavori di adeguamento al Sant’Elia: in questo periodo diverse tribune vennero chiuse e sostituite da altre in acciaio a carattere posticcio, erette all’interno del “catino” degli spalti sopra la pista di atletica leggera (ormai caduta in disuso). Con l’addentrarsi nel terzo millennio lo stadio vide crescere la sua obsolescenza: dall’aprile all’agosto 2012 esso venne dichiarato inagibile, obbligando il Cagliari a giocare le sue gare casalinghe allo stadio Nereo Rocco di Trieste.[36][37][38]

Lo stadio Sant’Elia negli anni 1970.

Dinnanzi a quest’ultimo rovescio, il Cagliari si risolse ad abbandonare il Sant’Elia, decidendo di trasferirsi allo stadio Is Arenas, nel comune limitrofo di Quartu Sant’Elena,[39]. Tale piccolo impianto, fino a quel momento utilizzato dalle squadre locali del Sant’Elena e del Quartu 2000 (a carattere dilettantistico), venne strutturalmente rivoluzionato: in poco più di cinque mesi vi vennero erette tribune supplementari in ferrotubi prefabbricati (alcune delle quali già in uso al Sant’Elia), elevandone la capienza a 16 500 spettatori[40]. L’accordo col comune quartese prevedeva la concessione esclusiva di Is Arenas per tre anni al club rossoblù, previo versamento di un canone annuale di 30 000 euro.[41] Tuttavia lo stadio così allestito non riesce a ottenere la piena agibilità: diverse partite si disputano infatti a capienza ridotta o a porte chiuse. Nella stagione seguente, dopo un ennesimo diniego del certificato di agibilità per l’impianto di Quartu Sant’Elena, il Cagliari opta per ritornare al Sant’Elia, che viene ristrutturato parzialmente e messo in sicurezza per consentirne l’agibilità.[42] Le tribune provvisorie vennero poi rimosse dall’Is Arenas, che venne riportato allo stato d’origine. A seguito della formalizzazione del progetto definitivo per la costruzione di un nuovo stadio nella città di Cagliari, il Sant’Elia è stato infine definitivamente dismesso e avviato alla demolizione al termine della stagione sportiva 2016-2017. In sua sostituzione, la società ha optato per costruire uno stadio provvisorio in ferrotubi rivestiti (del tutto simile al già citato Is Arenas) nell’area dei parcheggi del vecchio impianto: nasce così la Sardegna Arena, capace di 16 233 posti a sedere, che dal biennio 2017-2018 serve da campo interno dei rossoblù. Non appena il nuovo stadio di proprietà (destinato a sorgere sul sito del vecchio Sant’Elia) sarà stato ultimato e omologato, la Sardegna Arena sarà demolita e riadibita a parcheggio[43].

Centro di allenamento[modifica | modifica wikitesto]

Il centro di allenamento, eretto nel 1995[44], si trova nella località Sa Ruina, nel comune di Assemini, e fino all’estate 2014 era intitolato a Ercole Cellino, padre dell’ex presidente rossoblù Massimo[45]; dopo l’acquisto della società da parte di Tommaso Giulini, il centro sportivo ha preso il nome di Asseminello[46]. Qui, oltre a essere sede degli allenamenti della prima squadra, si allenano e disputano le partite dei rispettivi campionati la Primavera e alcune formazioni giovanili quali gli Allievi Nazionali, la Juniores e i Giovanissimi Nazionali. Il centro ha 3 campi in erba di dimensioni regolari, un campo sintetico di dimensioni regolari, uno in erba di dimensioni quasi regolari, una palestra e una gabbia in sintetico[45]. Nel centro sono presenti una sala stampa, un centro benessere e un hotel con 15 stanze di cui dieci doppie e cinque singole, una President Suite e una Junior Suite[45]. È presente inoltre una sala conferenze che può ospitare da un minimo di 20 persone a un massimo di 150, e un ristorante che offre anche cucina internazionale[45].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Tommaso Giulini, presidente del club sardo dal 2014

Il Cagliari Calcio è una società per azioni controllata da un consiglio di amministrazione presieduto attualmente da Tommaso Giulini, il 100% delle quote azionarie appartiene a Fluorsid Group.[47] Il bilancio al 30 giugno 2018 è stato chiuso per il quarto anno consecutivo in positivo, con un utile di 2 182 739 euro rispetto alla stagione precedente; il fatturato è di 74 148 455 euro, con una crescita del 10% rispetto al 2017, mentre il costo del personale è pari al 40% del valore della produzione.[48]

I vicepresidenti sono Stefano Filucchi, in questo ruolo dal 2014 con l’insediamento della presidenza Giulini, cui si è affiancato dal 2019 Fedele Usai.[49]. Dal 18 dicembre 2019 l’ex calciatore e bandiera rossoblù Gigi Riva ricopre il ruolo di presidente onorario, mentre il figlio Nicola è membro del consiglio di amministrazione; nell’organo è presente anche Massimo Delogu, figlio di Mariano, quest’ultimo presidente del club dal 1976 al 1981 oltreché ex sindaco di Cagliari.[50]

Organigramma societario[modifica | modifica wikitesto]

Organigramma aggiornato al 18 dicembre 2019.[51]

Staff dell’area amministrativa
Organigramma
  • Luigi Riva – Presidente onorario
  • Tommaso Giulini – Presidente
  • Stefano Filucchi – Vicepresidente
  • Fedele Usai – Vicepresidente
  • Carlo Catte – Amministratore delegato
  • Mario Passetti – Direttore generale
  • Stefano Melis – Direttore commerciale
  • Andrea Alessandro Muntoni – Dirigente servizio ASQ

Consiglio di amministrazione
  • Massimo Delogu
  • Pasquale Lavanga
  • Nicola Riva
  • Stefano Signorelli

Collegio sindacale
  • Luigi Zucca
  • Giovanni Pinna Parpaglia
  • Piero Sanna Randaccio

Organismo di vigilanza
  • Mario Marchetti – Presidente
  • Diego Loy – Componente
  • Pier Gabriele Carta – Componente

Organizzazione esecutiva
  • Matteo Stagno – Segretario generale sportivo
  • Marcello Carli – Direttore sportivo
  • Andrea Cossu – Area tecnica prima squadra
  • Roberto Colombo – Area tecnica prima squadra
  • Alessandro Steri – Team Manager
  • Riccardo Guffanti – Responsabile Scouting
  • Pierluigi Carta – Responsabile settore giovanile
  • Daniele Conti – Coordinatore tecnico Primavera e U17
  • Martino Melis – Coordinatore tecnico U16
  • Oscar Erriu – Coordinatore tecnico U15, U14 e U13
  • Bernardo Mereu – Responsabile Cagliari Football Academy
  • Sergio Fadda – Responsabile attività di base
  • Federica Vargiu – Responsabile marketing e comunicazione
  • Alessandro Cinellu – Responsabile Store, Licensing & Ticketing
  • Elisabetta Scorcu – Resp. eventi e iniziative, Supporter Liaison Officer
  • Danila Fenu – Responsabile contabilità e personale
  • Mauro Congia – Responsabile amministrativo e reporting
  • Franco Marongiu – Responsabile infrastrutture e sicurezza
  • Andrea Muggianu – Delegato sicurezza stadio

[modifica | modifica wikitesto]

I marchi pubblicitari sulla maglia del Cagliari comparvero dal 1980, con l’acquisto della società da parte di Alvaro Amarugi e la contemporanea rimozione del divieto di sponsorizzazione sulle divise da parte della FIGC. Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor.[52][53]

Oreste Lamagni indossa una delle prime maglie sponsorizzate del Cagliari.

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali

Legenda: 1: sponsor principale fronte maglia · 2: sponsor secondario fronte maglia · 3: sponsor retro maglia · 4: sponsor manica · 5: sponsor pantaloncino

Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]

Gianluca Festa, dal vivaio all’Europa con il Cagliari

Il settore giovanile del Cagliari Calcio è composto dalle selezioni che militano nei campionati nazionali Primavera[67]Under 17[68]Under 16[69] e Under 15[70] e dall’Under 14 che milita sotto età nel Campionato Provinciale U15. È presente poi la cosiddetta Attività di base con le formazioni dall’Under 13 all’Under 8[71]. Sotto la gestione Giulini è stato avviato anche il settore giovanile femminile, con le squadre Under 17, Under 15, Under 12 e Under 10: queste, dal 2020, disputano anche il campionato senior di Eccellenza[72].

La principale peculiarità del settore giovanile cagliaritano è stata storicamente quella di essere formato quasi esclusivamente da giocatori nati e cresciuti in Sardegna. Dagli anni settanta ci fu un progressivo aumento di giocatori importati dall’Italia e a metà novanta si assistette all’acquisto anche di giocatori stranieri. Un ritorno alle origini ci fu a metà anni Duemila, quando un “nuovo” modello organizzativo fu creato e studiato dall’ex responsabile del settore giovanile Gianfranco Matteoli, ex giocatore di ComoIntere Cagliari, il quale prevedeva la presenza di soli ragazzi sardi[73]. Questo approccio rimase in vigore per tutto l’ultimo decennio della presidenza Cellino. Con la cessione del club a Tommaso Giulini la società, sotto la gestione di Mario Beretta inizialmente e di Pierluigi Carta poi, ha ripreso ad acquistare ragazzi continentali, pur mantenendo una forte connotazione sarda.[74]

Diffusione nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda la televisione celebre è la parodia dei tifosi del club sardo di Aldo, Giovanni & Giacomo durante Mai dire Gol.[75]

La rivista ufficiale del club, diretta da Roberto Montesi, è Cuore Rossoblù: fondata nel settembre del 2006 con il formato magazine, dall’ottobre 2018 esce ogni primo venerdì del mese in formato berlinese abbinato al quotidiano L’Unione Sarda. Firme fisse del giornale sono Luca Telese e Darwin Pastorin[76].

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori del Cagliari Calcio e Presidenti del Cagliari Calcio.

Di seguito l’elenco di allenatori e presidenti del Cagliari dall’anno di fondazione a oggi.

Allenatori
Presidenti
  • 1920-1921 Italia Gaetano Fichera
  • 1921-1922 Italia Antonio Zedda
  • 1922-1923 Italia Angelo Prunas
  • 1923-1926 Italia Agostino Cugusi
  • 1926-1928 Italia Vittorio Tredici
  • 1928-1929 Italia Carlo Costa Marras
  • 1929-1931 Italia Enzo Comi
  • 1931 Italia Giovan Battista Bosazza
  • 1931-1932 Italia Guido Boero
    Italia Vitale Cao
  • 1932-1933 Italia Vitale Cao
    Italia Enrico Endrich
  • 1933-1934 Italia Pietro Faggioli
  • 1934-1935 Italia Aldo Vacca
  • 1935-1940 Italia Mario Banditelli
  • 1940-1944 Italia Giuseppe Depperu
  • 1944-1946 Italia Eugenio Camboni
  • 1946-1947 Italia Umberto Ceccarelli
  • 1947-1948 Italia Umberto Ceccarelli
    Italia Emilio Zunino
  • 1948-1949 Italia Emilio Zunino
    Italia Domenico Loi
  • 1949-1952 Italia Domenico Loi
  • 1952-1953 Italia Domenico Loi
    Italia Sforza (commissario)
  • 1953-1954 Italia Pietro Leo
  • 1954-1955 Italia Efisio Corrias
  • 1955-1957 Italia Ennio Dalmasso
  • 1957-1958 Italia Ennio Dalmasso
    Italia Giuseppe Meloni
  • 1958-1960 Italia Giuseppe Meloni
  • 1960-1968 Italia Enrico Rocca
  • 1968 Italia Giorgio Lombardi (commissario)
  • 1968-1971 Italia Efisio Corrias
  • 1971-1973 Italia Paolo Marras
  • 1973-1976 Italia Andrea Arrica
  • 1976-1981 Italia Mariano Delogu
  • 1981-1984 Italia Alvaro Amarugi
  • 1984-1986 Italia Fausto Moi
  • 1986-1987 Italia Gigi Riva
    Italia Lucio Cordeddu
  • 1987-1991 Italia Antonio Orrù
  • 1991-1992 Italia Ninnino Orrù
  • 1992-2005 Italia Massimo Cellino
  • 2005 Italia Bruno Ghirardi
  • 2005-2014 Italia Massimo Cellino
  • 2014-oggi Italia Tommaso Giulini

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori del Cagliari Calcio.

Hall of fame[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito l’elenco dei membri della hall of fame del Cagliari.

Luigi Piras

Mario Martiradonna

Di seguito è riportata la Top 11 rossoblù – I più forti di sempre, la formazione votata dai tifosi comprendente i migliori rossoblù di sempre.[77]

Nené

Capitani[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito l’elenco dei capitani del Cagliari dall’anno di fondazione a oggi.[78]

Enrico Spinosi

Aldo Firicano

Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Campioni del mondo

Contributo alle Nazionali[79][modifica | modifica wikitesto]

Enrico Albertosi, portiere titolare dell’Italia ai mondiali di Messico 1970.

Il primo giocatore della società cagliaritana a giocare in Nazionale azzurra è Gigi Riva, che esordisce il 27 giugno 1965 in Italia-Ungheria (1-2): l’attaccante veste la maglia dell’Italia sino al 1974, segnando 35 reti in 42 presenze (primo cannoniere azzurro di tutti i tempi), vincendo il campionato d’Europa 1968 e arrivando secondo al campionato del mondo 1970. Nel periodo successivo all’approdo del club in massima serie, vestono l’azzurro anche Francesco RizzoPierluigi CeraRoberto BoninsegnaSergio GoriComunardo NiccolaiEnrico Albertosi e Angelo Domenghini: nella lista dei convocati per il Mondiale messicano del 1970 ci sono ben sei elementi rossoblù, freschi campioni d’Italia. Il 19 aprile 1981, nell’amichevole Italia-Germania Est, anche Franco Selvaggi esordisce in Nazionale.[80] Tra i convocati degli anni 2000 vi sono Mauro EspositoAntonio LangellaPasquale FoggiaDavide BiondiniAndrea Lazzari e Federico Marchetti: quest’ultimo sostituisce tra i pali Gianluigi Buffon in occasione del campionato del mondo 2010.[81] In anni più recenti si sono avute le convocazioni di Andrea Cossu[82]Davide AstoriMarco SauLuca RossettiniMichael AgazziNicolò BarellaAlessio Cragno e Leonardo Pavoletti. In tutto sono 21 i giocatori rossoblù convocati nella nazionale italiana dal 1965 al 2017.[83] Sono invece 5 i giocatori andati a segno almeno una volta nel periodo di militanza con il Cagliari: Riva (35 in totale), Rizzo (2), Domenghini (2), Astori (1), Barella (2) e Pavoletti (1) .

Negli anni 1990 la collaborazione tra la società e il procuratore sportivo Paco Casal porta numerosi calciatori dell’Uruguay a giocare in Sardegna: tra i più famosi, Enzo Francescoli (tre volte campione sudamericano, dal 1983 al 1995), Fabián O’NeillDarío SilvaJosè HerreraLuis Alberto RomeroDiego Luis LópezNelson AbeijónJoe Bizera e Fabián Carini.

Franco Selvaggi, campione del mondo con gli azzurri a Spagna 1982.

Tra i giocatori africani, si ricordano: David NyathiEric Tinkler (Sudafrica), Jason Mayélé (RD del Congo), Mohamed Kallon (Sierra Leone), Patrick Mboma (Camerun). Tra i più importanti giocatori americani, ricordiamo invece: Julio César Dely Valdés (Panama), David SuazoEdgar Álvarez (Honduras), Víctor Ibarbo (Colombia), Mauricio Pinilla (Cile).

Per quanto riguarda i giocatori europei, Radja Nainggolan e Luís Oliveira hanno difeso i colori del BelgioAgim Ibraimi quelli della Macedonia, mentre Albin Ekdal[84][85] e Robin Olsen hanno vestito la maglia della Svezia. Agli Europei 2016 il neo acquisto rossoblú Bruno Alves vince il titolo con il Portogallo, mentre il difensore Bartosz Salamon, dopo le prestazioni con la maglia rossoblù è tornato a vestire la maglia della Polonia[86].

Anche l’attaccante nordcoreano Han Kwang-Song ha vestito la maglia della nazionale, facendo il suo esordio il 13 marzo 2017 durante la gara di qualificazione alla Coppa delle nazioni asiatiche 2019 contro Hong Kong.[87]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Semifinalista: 1993-1994
Secondo posto: 1968-1969
Secondo posto: 1968-1969 (girone finale)
Terzo posto: 1969-1970 (girone finale)
Semifinalista: 1986-19871999-20002004-2005
Secondo posto: 1963-19641978-19792003-2004
Terzo posto: 1953-19541989-19901997-1998

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie A 40 1964-1965 2019-2020 40
Serie B 29 1931-1932 2015-2016 29
Campionato Meridionale 3 1928-1929 1930-1931 14
Serie C 9 1936-1937 1961-1962
Serie C1 2 1987-1988 1988-1989

Campionati dilettantistici[modifica | modifica wikitesto]

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
R Campionato Sardo 9 1926-1927 1946-1947 9

Partecipazione alle coppe nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Competizione Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Coppa Italia 61 1935-1936 2019-2020 63
Coppa Italia Serie C 2 1987-1988 1988-1989

Partecipazione alle competizioni UEFA[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cagliari Calcio nelle competizioni internazionali.
Competizione UEFA Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Coppa dei Campioni d’Europa 1 1970-1971 3
Coppa UEFA 2 1972-1973 1993-1994

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

Daniele Conti

In 88 stagioni sportive a partire dall’esordio ufficiale di lega, risalente al 1928, il Cagliari Calcio ha disputato 39 campionati di massima serie, tutti in Serie A, piazzandosi tra i primi sei posti in sette occasioni (1965196719691970197219811993), vincendo il titolo nel 1969-1970, arrivando secondo nel 1968-1969, quarto nel 1971-1972. È al secondo posto tra le squadre del mezzogiorno d’Italia per numero di partecipazioni in Serie A dopo il Napoli, e al 14º posto su un totale di 60 squadre nella classifica perpetua della Serie A.[6]

Il Cagliari ha partecipato in tre occasioni a competizioni europee organizzate dall’UEFA, in Coppa dei Campioni nel 1970-1971 e due in Coppa UEFA; inoltre vanta cinque partecipazioni in altri tornei europei, tre in Coppa Mitropa, una in Coppa delle Fiere e una in Coppa delle Alpi.

In base alle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria del Cagliari è il 7-0 del 3 ottobre 1948 contro la Pistoiese, mentre la peggiore sconfitta è il 6-0 subito contro la Gallaratese il 22 aprile 1948.[89]

Il Cagliari detiene il record di minor numero di gol subiti in un campionato a 16 squadre (11), registrato nella stagione dello Scudetto. Altri primati che riguardano la squadra sarda sono i 49 gol segnati nel campionato 1998-1999, maggior numero di gol segnati dal Cagliari in un campionato a 18 squadre, le 17 vittorie del la stagione 1969-1970, maggior numero di vittorie in un campionato, due sconfitte subìte nella stessa stagione (contro Inter e Palermo), minor numero di sconfitte in un singolo campionato e i 76 gol subiti nel 2016-2017, record negativo di gol subiti dal Cagliari in un campionato di Serie A.[90]

L’acquisto più dispendioso nella storia del Cagliari è quello di Nahitan Nández dal Boca Juniors, nell’estate 2019, per 18 milioni di euro;[91] sempre della stessa sessione di mercato è la cessione più remunerativa, quella di Nicolò Barella all’Inter per 37 milioni di euro.[92]

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore che detiene il record di presenze nei campionati con la maglia rossoblù è Daniele Conti, con 434 presenze (333 in Serie A, e 101 in B), cui seguono Mario Brugnera con 328 presenze (227 in A, 101 in B) e Gigi Piras con 320 presenze (132 in A, 188 in B); il primato per quanto concerne la sola Serie A spetta ancora a Conti con 333 presenze, seguito poi da Nené con 311 presenze, e da Gigi Riva con 289.[93]

Il giocatore che ha segnato più reti con la maglia della squadra isolana è Riva con 164 gol (156 in Serie A, 8 in B) dal 1963 al 1976. Seguono l’honduregno David Suazo con 94 centri (44 in A, 50 in B) e Piras con 87 reti (31 in A, 56 in B).[9] Riva detiene anche il record di gol nella sola Serie A, mentre Suazo il record di maggior numero di gol in un singolo campionato, con 22 reti nel 2005-2006.[94]

Il portiere con più presenze con la maglia e del Cagliari è Mario Ielpo con 205 presenze tra A, B e C1, mentre il record d’imbattibilità appartiene ad Adriano Reginato con 712 minuti di porta inviolata stabilito nella stagione 1966-1967.[95] Alessandro Matri in coabitazione con Riva detiene il record di maggior numero di gol consecutivi con la maglia del Cagliari con 7 centri.[96] Infine i giocatori che sono riusciti a realizzare una tripletta in Serie A sono Riva (per due volte) MancinPirasDely ValdésOliveiraMbomaÂnderson Miguel da Silva “Nenê“, LarriveyPinillaIbarbo[97] ed Ekdal.[98]

Di seguito i record presenze e marcature in campionato dei giocatori del Cagliari dall’anno di fondazione a oggi.[99][100]

Record di presenze[93]
Record di reti[9]

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Nell’ultima rilevazione ufficiale della Lega Serie A, risalente al 2013, il Cagliari Calcio è risultata l’8ª squadra d’Italia per numero di tifosi, con 446.376 sostenitori.[101] Un sondaggio indipendente effettuato dallo “Studio Grizzaffi”, azienda specializzata in ricerche di mercato, e pubblicato dalla stessa il 3 ottobre 2015, colloca invece il Cagliari all’11º posto, a pari merito col Torino, e in riferimento alla stagione 2014-2015.[102]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un’immagine della Curva Nord della fine degli anni 1980

Le prime forme di tifo organizzato apparvero negli anni 1960 grazie ad alcuni supporter guidati da Mario Sardara, meglio noto con il soprannome di Marius, il quale nel 1967, nel suo omonimo bar in piazza Yenne a Stampace nel centro storico di Cagliari, fondò il primo Cagliari Club. Il tifo organizzato da Marius era caratterizzato anche dalla presenza di una piccola banda musicale e da trombettieri. Fu lui, tra le varie attività, a ideare la vestizione di rossoblù della Statua di Carlo Felice nella stessa piazza, in occasione della vittoria dello Scudetto del 1970 e successivamente per altri risultati prestigiosi della squadra. La sua presenza durò fino alla metà degli anni 2000 e animò prima il settore Distinti e poi la Curva Sud dello Stadio Sant’Elia. I club di tifosi progressivamente crebbero fino a raggiungere sedi in quasi ogni paese della Sardegna ma anche in Italia e all’estero grazie alla presenza dei tifosi emigrati. Nel 1989 aprì in via Ariosto la sede del Centro Coordinamento Cagliari Club, luogo in cui sono custodite, tra le altre cose, memorabilia dei tifosi e del club.[103][104]

Negli anni 1970 invece si sviluppò, come in Italia, il movimento ultras. Il primo gruppo fu fondato nel 1977 con il nome di Brigate Rossoblù, a cui si affiancò la Fossa Ultrà, con questi ultimi che nei primi anni 1980 progredirono fino a seguire la squadra anche in “Continente” e ad incontrarsi con altre tifoserie avversarie. Tuttavia il fenomenò scemò anche a causa della parabola discendente della squadra in quel decennio dopo i fasti dello Scudetto. Nacquero comunque il Commando Ultrà Young Supporters che poi si fuserò con gli Ultrà Cagliari. Nel febbraio del 1987 alcuni dei membri di questi gruppi diede origine agli Sconvolts a cui si unirono un gruppo già esistente, gli Eagles. Due anni dopo, nel 1989, nacquero anche i Furiosi. Questi due gruppi monopolizzarono il tifo più acceso in tutti gli anni 1990 e inizio anni 2000, mai legando come avvenuto ai precedenti gruppi e anzi arrivando ad una lotta interna che portò nel 2004 allo scioglimento dei Furiosie portò il gruppo degli Sconvolts ad essere tuttora unica frangia ultras rimasta nella Curva Nord dei vari stadi succedutisi in questi anni.[105]

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Uno scatto della nave Nomentana della Tirrenia di Navigazione in partenza per Napoli nel 1997 trasportante i tifosi rossoblù in occasione dello spareggio salvezza contro il Piacenza nel campionato di Serie A 1996-1997, dal quale poi scaturì la rivalità con i tifosi partenopei

Sebbene non siano presenti gemellaggi pubblici, presenti o passati, che vadano oltre le dinamiche del mondo Ultras, sono due le rivalità che travalicano le dinamiche delle frange più accese: una con la Torres di Sassari e l’altra è con il Napoli. Sebbene contro la Torres i rossoblù non abbiano disputato tante partite nella loro storia, se non nei primi anni di campionati sardi dopo la fondazione del 1920 (e l’ultima risale al campionato di Serie C1 nel 1989), la rivalità è causata dalle classiche dinamiche del campanilismo isolano, essendo Cagliari e Sassari storicamente le due città più importanti della Sardegna. Questa, esacerbata anche dalla nascita dei gruppi ultras precedentemente menzionati proprio in quegli anni 1980 in cui un decaduto Cagliari incrociò diverse volte in terza serie i torresini, ha generato periodicamente diversi tumulti anche per motivi pretestuosi come un’amichevole dei cagliaritani nel nord della regione o incontri dei sassaresi nel sud dell’isola durante la loro militanza nei campionati regionali.[106][107]

La rivalità con il Napoli, a dire il vero non troppo corrisposta a parti inverse, ha origini negli anni 1990. Un primo screzio avvenne con la vendita del nazionale uruguagio Daniel Fonseca ai partenopei nell’estate del 1992. Al ritorno al Sant’Elia l’attaccante venne sonoramente fischiato, e ciò si ripeté anche la stagione successiva, al punto che dopo un gol esultò provocando l’intero stadio con un gesto dell’ombrello verso le tribune. La rivalità esplose definitivamente nel giugno 1997: il Cagliari dovette giocare lo spareggio salvezza contro il Piacenza e Napoli fu scelta come città ospitante. Al porto e allo Stadio San Paolo i tifosi, anche quelli non appartenenti alle frange più estreme e potenzialmente più volente, ma famiglie anche con bambini, vennero aggrediti dai tifosi locali, che oltretutto poi sostennero gli emiliani durante la partita[108]. Da lì in poi nacque un’acerrima rivalità che sconfinò pure in ambiti extracalcistici come nel 2008 quando si generarono dei tafferugli a causa della crisi dei rifiuti in Campania la Regione Sardegna decise di accogliere parte dei rifiuti nell’isola e il gruppo degli Sconvolts lo utilizzò come pretesto per aggredire la casa dell’allora presidente regionale Renato Soru[109].