terremoto dell’Irpinia e del Vulture del 1930 fu un sisma di magnitudo 6,7 (X grado della Scala Mercalli) che si verificò il 23 luglio 1930 con epicentro in Irpinia,  tra Lacedonia e Bisaccia. Il terremoto prese anche il nome dal monte Vulture,  alle cui pendici si verificarono ingenti danni, e comunque colpì diffusamente la Basilicata, la Campania e la Puglia,  provocando i suoi massimi effetti distruttivi nell’area appenninica compresa fra le province di Potenza, Matera, Avellino, Benevento e Foggia.  Il terremoto causò la morte di 1 404 persone prevalentemente nelle province di Avellino e Potenza, interessando oltre 50 comuni di 7 province.

Il sisma fu aggravato dalla scarsa qualità dei materiali usati per le costruzioni e dalle scadenti caratteristiche dei terreni su cui sorgevano gli abitati. Il terremoto colpì l’area montuosa al confine fra l’Irpinia e il Vulture, caratterizzata all’epoca da un’agricoltura povera e da scarse infrastrutture, con abitazioni di un solo vano a pian terreno, poste talvolta al di sotto del livello stradale e a cui si accedeva per mezzo di gradini in pietra. Le famiglie di ceto più elevato risiedevano in case di due o tre vani anche su due piani. Entrambe le tipologie abitative erano, generalmente, costruite con ciottoli fluviali o con pietre vulcaniche legate da malte di bassa qualità o da fango essiccato.

 

Mussolini affidò l’opera di soccorso e di ricostruzione ad ARALDO di CROLLALANZA, Ministro dei Lavori Pubblici, il “fascista gentiluomo”, che in solo TRE MESI, riuscì ad edificare 3.746 case ed altre 5.190 furono riparate. E Lui visse in un vagone ferroviario per controllare i lavori. Il Duce salutò di Crollalanza, al termine della Sua opera, con queste parole : “…..ECCELLENZA, LO STATO ITALIANO VI RINGRAZIA NON PER AVERE RICOSTRUITO IN POCHI MESI PERCHE’ ERA VOSTRO PRECISO DOVERE, MA VI RINGRAZIA PER AVERE FATTO RISPARMIARE ALL’ERARIO 500mila LIRE…..”.
L’inaugurazione avvenne il 28 ottobre. Nel 1980 ci fu un nuovo devastante terremoto in quel territorio e gli edifici costruiti nel 1930 furono gli unici a resistere : fatti bene e senza tangenti.
OGNI PARAGONE…..SAREBBE UNA BESTEMMIA…..
C’E’ STATA UN’ITALIA MIGLIORE!

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