Oggi compie 42 anni, ma c’è chi lo vorrebbe vedere ancora in campo ad incantare la platea. Alessandro Del Piero è la bandiera bianconera per eccellenza, con 19 stagioni di percorrenza in maglia Juve, ma il talento di San Vendemiano è stato amato anche dai tifosi delle squadre avversarie in Italia e nel mondo. Tanti i primati scritti durante la lunga storia d’amore con la Vecchia Signora, mai sopita nemmeno durante le sue parentesi di fine carriera in Australia e India.

La percorrenza nelle file bianconere del talento di Del Piero è qualcosa di irripetibile: 705 partite disputate con la bellezza di 289 reti segnate e l’onore di aver indossato la fascia di capitano dal 2001 al 2012, guidando i bianconeri in tre stadi casalinghi differenti (Delle Alpi, Olimpico e Juventus Stadium).

Nelle menti dei tifosi bianconeri rimangono le sue innumerevoli magie col pallone, le reti diventate «alla Del Piero» con quella parabola a girare che andava ad infilarsi all’incrocio dei pali più lontano: un marchio di fabbrica che trascinò la Juve ad innumerevoli trionfi, su tutti la Champions League conquistata il 22 maggio 1996. Poi, il gol vittoria a Tokyo che qualche mese dopo annientò il River Plate e spedì i bianconeri sul tetto del mondo, trasformando il numero 10 in un’icona sul mercato asiatico.

Senza dimenticare l’incredibile conclusione al volo che sancì la rimonta della Juve sulla Fiorentina (da 0-2 a 3-2) nel dicembre 1994 o quelli di tacco nel derby del 2002 vinto per 4-0 o nella finale di Champions persa contro il Borussia nel 1997, fino ad arrivare alla più recente doppietta contro il Real Madrid che gli regalò la standing ovation di tutto il Bernabeu nel novembre 2008. E poi le tantissime marcature su calcio di punizione, mix letale di precisione e potenza, come ad esempio quella da distanza siderale realizzata nel settembre del 2008 allo Zenit San Pietroburgo nel giorno del rientro della Juve sul massimo palcoscenico europeo.

Speciali furono anche la rete del febbraio 2001 contro il Bari con la rabbiosa esultanza successiva per scaricare tutta l’emozione tenuta dentro in seguito alla scomparsa di qualche giorno prima dell’amato papà Gino e quella in acrobazia contro il Piacenza nel gennaio 2003 con dedica speciale all’appena scomparso Giovanni Agnelli, che aveva inventato il suo soprannome: Pinturicchio.

E l’Avvocato era anche colui che l’ha più punzecchiato nei momenti più bui, ribattezzandolo Godot quando non riusciva più ad essere Pinturicchio dopo il crack al ginocchio sinistro nella partita contro l’Udinese di quel maledetto 8 novembre 1998. Eppure, tornò più forte di prima e, dopo essersi laureato campione del mondo nel 2006 con la Nazionale italiana, Del Piero non abbandonò la Juve nemmeno quando venne spedita in Serie B, riportandola a suon di gol laddove meritava e conquistando un ultimo scudetto, prima di salutare, in una giornata commovente allo Juventus Stadium, tutta la tribù bianconera il 13 maggio 2012.

Nella sua vita juventina, ha collezionato 6 scudetti (più i 2 cancellati da Calciopoli), una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, quattro Supercoppe Italiane, una Coppa Italia ed ha vinto due volte il titolo di capocannoniere in campionato: prima in Serie B (2006/2007 con 20 gol) e poi l’anno successivo in Serie A (2007/2008 con 21 gol). Non stupisce che, nel mare dei social network, un’ondata di auguri abbia travolto le pagine social di Del Piero, campione amato in campo per le sue magie e fuori per la sua integrità.

 

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