1 settembre 1939, Hitler invade la Polonia. Ha inizio l’inferno

 

Le mire espansionistiche di Hitler avrebbero dovuto essere chiare già dall’invasione della Cecoslovacchia nel marzo 1939, quando occupò la Boemia e la Moravia lasciando alla Slovacchia la facoltà di separarsi e di divenire indipendente, nonostante ciò lo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale ebbe inizio con l’invasione della Polonia, il 1 settembre 1939.

A tale data precedettero sia una minuziosa preparazione bellica e strategia della Germania, sia la preparazione politica dell’evento. Infatti la Germania dovette accordarsi con la Russia e insieme concordarono di stipulare un patto di non aggressione e pianificarono la spartizione della Polonia. Il 23 agosto 1939 i rispettivi ministri degli esteri, Ribbentrop per la Germania e Molotov per la Russia, firmarono a Mosca il patto.

Hiltler e Stalian non si fidavano l’uno dell’altro ma il patto stilato si mostrò vantaggioso per entrambi. Pochi anni più tardi Hitler violerà il patto di non aggressione e cercherà invano, proprio come fece Napoleone, di conquistare la grande Russia.

Il mondo che non reagì alla conquista della Cecoslovacchia, lasciata a se stessa, il 1 settembre 1939, ovvero il giorno in cui la Germania invase la Polonia, dovette prendere atto della ferocia di Hitler.

Fu questo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che divenne il più grave conflitto armato della storia.

La follia di un uomo contagiò una Nazione ed il nazionalismo sfrenato diede inizio al disfacimento dell’intera Europa.

È importante non dimenticare per non ripetere tali follie.

 

Settantasette anni fa, all’alba del 1° settembre, le sbarre del confine tra Germania e Polonia vengono tranquillamente alzate dai soldati nazisti e il loro esercito si riversa in Polonia. È questo il preludio ad una guerra disastrosa, capace di infliggere milioni di morti, spaventose sofferenze e terribili distruzioni a gran parte dell’umanità con modalità mai viste nelle guerre precedenti.

Le responsabilità della guerra furono certamente da addebitare alla Germania nazista, ma anche le potenze occidentali ebbero le loro colpe, proprio perché inizialmente, sulla base della politica dell’appeasement, per evitare la guerra, fecero continue concessioni al Reich tedesco, tollerando:

  1. la rimilitarizzazione della Renania (marzo 1936);
  2. L’Anschluß, l’annessione “pacifica” dell’Austria da parte della Germania, orchestrata con notevole abilità e terrorismo psicologico da Hitler (marzo 1938);
  3. La soluzione della questione dei Sudeti, con la fine della Cecoslovacchia, sancita prima dalla Conferenza di Monaco (settembre 1938) e poi dall’occupazione nazista della Boemia (marzo 1939), che venne trasformata in protettorato, mentre la Slovacchia dichiarava l’indipendenza.

Questo atteggiamento delle potenze occidentali rese Hitler sempre più spavaldo, dandogli la sensazione di poter tutto osare sulla base della presunta debolezza dell’Inghilterra e della Francia, intimorite dallo spauracchio della guerra.

In realtà Hitler non voleva una guerra mondiale perché sapeva che la Germania non era per il momento in grado di affrontarla, avendo ancora bisogno di qualche anno per poterla condurre con buone possibilità di vittoria; del resto, egli non era interessato ad espandersi a danno dell’Inghilterra, ma, come con lucida follia aveva scritto nel suo Mein Kampf, guardava alle pianure dell’Europa orientale, che dovevano costituire il granaio del suo impero.

Egli aveva elaborato una politica dell’azzardo, che aveva il suo precedente più illustre nel re di Prussia Federico II il Grande, il condottiero da lui scelto come modello di strategia e di coraggio.

Quando le potenze occidentali si resero conto che la Germania stava diventando troppo forte e che, se l’avessero lasciata continuare nella sua politica di espansione, sarebbe diventato impossibile combatterla, probabilmente tranquillizzati su quello che sarebbe stato l’atteggiamento degli Stati Uniti in caso di guerra, optarono per la “guerra preventiva”.

Si arriva così, dopo il “patto scellerato” Molotov-von Ribbentrop, all’ultimatum della Germania alla Polonia: Hitler era sicuro di non avere problemi a Oriente e nei confronti delle potenze occidentali pensava di poter giungere ancora una volta ad un accordo in extremis, come era successo precedentemente. Ma l’aria era cambiata e fu la guerra, che, ironia della sorte, fu voluta proprio dalle potenze che avrebbero in origine desiderato di evitarla.

Entrambi gli schieramenti usarono, per giustificare propagandisticamente le loro mosse tese a raggiungere gli scopi che si erano prefissi, motivi non veri o addirittura creati: i nazisti con la rivendicazione del corridoio di Danzica, – retaggio del Trattato di Versailles, che, con le durissime condizioni imposte alla Germania, è considerato da alcuni storici come la prima e maggiore causa della Seconda Guerra mondiale – e poi con la preparazione, ad opera del Sicherheitsdienst (SD), di un assalto alla stazione radio tedesca di Gleiwitz, alla frontiera tedesco-polacca, compiuto da membri delle SS in divisa di militari polacchi la sera del 31 agosto 1939.

Dal canto loro l’Inghilterra e la Francia sbandierarono la necessità di proteggere la Polonia per onorare il patto di difesa anglo-polacco stipulato il 25 agosto, cioè solamente due giorni dopo quello nazi-sovietico, che garantiva alla Germania la neutralità dell’Unione Sovietica in caso di attacco alla Polonia. Quanto fosse sincero l’interesse di Francia e Inghilterra per la martoriata nazione polacca si vide subito, quando, meno di quindici giorni dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, esse si guardarono bene dal dichiarare guerra anche all’Unione Sovietica, che, così come aveva fatto la Germania, invadeva la Polonia secondo gli accordi segreti del patto Molotov- von Ribbentrop; inoltre, alla fine della guerra nessuno si preoccupò di chiedere a Stalin di restituire i territori occupati nel 1939 e i poveri polacchi si trovarono completamente in balia dei sovietici.

Fu una guerra maledetta (lo sono tutte le guerre, ma questa molto più delle altre), perché da una parte e dall’altra furono commessi veri e propri crimini contro l’umanità: appena ne ebbero semplicemente la possibilità, gli uni e gli altri contendenti si scatenarono, a dimostrazione della veridicità dell’aforisma “homo homini lupus” di Hobbes, che lo aveva ripreso da Plauto.

Cominciarono i nazisti con i bombardamenti terroristici su Varsavia, Rotterdam, Londra, Coventry, la furia contro gli ebrei e il loro successivo sterminio e continuarono gli Alleati, che a loro volta poterono procedere con eccezionale larghezza di mezzi, distruggendo in maniera scientifica le città senza tener conto della presenza di civili inermi, anche quando non ci sarebbe stata alcuna necessità di esercitare un qualsiavoglia terrorismo su un nemico già stremato e impossibilitato a reagire: penso ad esempio a Dresda o a Nagasaki, ammesso che si possa giustificare Hiroshima.

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