Hristo Stoičkov (Plovdiv, 8 febbraio 1966).

 

« Oggi Dio ha confermato di essere bulgaro »

(Motto preferito da Stoičkov).
Giocatore di ruolo trequartista e poi attaccante, è insignito del Pallone d’oro nel 1994. Milita per tredici anni nella Nazionale bulgara (che in seguito allena per tre anni) e raggiunge importanti successi nel Barcellona. È il più famoso calciatore bulgaro di tutti i tempi. È inserito da Pelè nella FIFA 100, la speciale classifica internazionale che riunisce i più grandi calciatori del mondo di tutti i tempi.è un allenatore di calcio ed ex calciatore bulgaro, oggi senza squadra.

Era noto col soprannome di Ayatollah, ai tempi del Barcellona, per via del suo gesto che consisteva nell’alzare le braccia al cielo, e di Kamata (“pugnale”).Tranne in rare occasioni, ha sempre indossato il numero 8 durante la sua carriera, sia con i club sia con la Nazionale bulgara. Durante il suo periodo in Spagna, riesce a legare rapporti d’amicizia con Romario,  che durante gli anni s’inasprisce e con Diego Armando Maradona.

Biografia

Nasce a Plovdiv da Stoichko, e da Penka, operaia, che decidono di dargli il nome del nonno, Hristo. Vive un’infanzia difficile. Arruolatosi nell’esercito, Stoičkov raggiunge il grado di maresciallo, riuscendo però a mantenersi da vivere grazie alla carriera da calciatore, guadagnando 2 milioni al mese. Ha una moglie, Mariana, e due figlie, Hristina e Mihaela.

Nei primi di luglio del 1995 va a Cosenza per il matrimonio dell’amico Gheorghe Hagi. Nel gennaio del 1996 fonda un istituto di credito assieme ad altri tre soci. Nei primi giorni di luglio 1996, è data notizia della morte del fratello di Stoičkov, Zanko, poi risultata falsa: il fratello, vivo, era però ricoverato a causa dell’ingestione di barbiturici.

Negli anni novanta i giornalisti spagnoli Paco Aguilar e Xavier Torres scrivono un libro su Stoičkov, dal titolo Ciento per ciento: il libro, pubblicato e tradotto in bulgaro, è acquistato dal presidente della federazione calcistica della Bulgaria, Hristo Danov, e i proventi sono devoluti in beneficenza a un orfanotrofio.

Caratteristiche tecniche

Trequartista o centravanti mancino dal carattere scontroso, era un talento, poi divenuto fuoriclasse nei suoi anni a Barcellona. Attaccante prolifico implacabile, potente, dal dribbling sopraffino e dal fisico imponente, si fa notare anche come assist-man, contribuendo al successo del gioco offensivo del Barcellona di Cruijff, dal quale è spesso schierato sulla fascia destra. Geniale dal punto di vista tattico,bravo sia con l’interno sia con l’esterno del piede e in grado di effettuare lanci precisi per i compagni, durante le partite alternava momenti di pigrizia ad altri più brevi dove giocava in modo molto rapido. Era inoltre uno specialista nei calci di punizione.

Carriera

Calciatore

Club 

CSKA Sofia

Cresciuto nel Maritsa Plovdiv, Stoičkov, mancino, si fece notare nelle file del CSKA Sofia (per un breve periodo questo club fu denominato CFKA Sredetz Sofia) con cui fu capocannoniere del campionato bulgaro 1988-1989 con 23 gol, e di quello successivo con 38 gol in 30 partite in cui vinse anche il campionato bulgaro, la Coppa di Bulgaria e la Scarpa d’oro. Nel 1985, Stoičkov realizza quattro gol nella finale d’andata della Coppa di Bulgaria contro gli storici rivali del Levski Sofia, incontro vinto per 5-0. Nella sfida di ritorno, scende in campo con il provocatorio numero 4: a fine partita è coinvolto in una rissa che costringe il partito comunista bulgaro a sciogliere le due società e a sanzionare i colpevoli, tra i quali anche Stoičkov, inizialmente radiato, Nella sfida di ritorno, scende in campo con il provocatorio numero 4: a fine partita è coinvolto in una rissa che costringe il partito comunista bulgaro a sciogliere le due società e a sanzionare i colpevoli, tra i quali anche Stoičkov, inizialmente radiato, ma infine punito con un anno di squalifica, poi ridotto a sei mesi, a causa del quale salta il Mondiale del 1986 in Messico. Nella Coppa delle Coppe del 1989 s’impone come capocannoniere con 7 marcature, portando il CSKA fino alla semifinale, persa per 6-3 nel doppio confronto contro il Barcellona di Johan Cruijff, che nota il giovane talento bulgaro.

Barcellona

La sua maglia firmata il giorno del ritiro.

Fortemente voluto da Cruijff, Stoičkov viene acquistato dal Barcellona nell’estate del 1990. In Spagna, il trequartista bulgaro dimostra subito il suo temperamento: durante la finale di Coppa di Spagna contro il Real Madria, in seguito all’espulsione di Cruijff, Stoičkov da un pestone all’arbitro Urizar che, rimasto infortunato per qualche minuto, è medicato dal massaggiatore del Barcellona. A fine partita gli è comminata una squalifica di sei mesi, in seguito scontata a dieci incontri. Inoltre, non riesce ad ambientarsi: Cruijff decide di farlo seguire sia in campo sia fuori da Bakero, inoltre sembra che il bulgaro rubi nello spogliatoio ai suoi stessi compagni, voci non del tutto dissipate dallo stesso Stoičkov.

Dopo qualche anno diviene l’idolo dei tifosi Blaugrana e leader indiscusso della squadra, sfiorando anche il Pallone d’oro 1992, vinto da Van Basten. All’inizio della stagione 1992-1993 decide di ridursi l’ingaggio di 300 milioni, realizzando 20 gol in 34 partite e piazzandosi al terzo posto nella classifica marcatori. Durante la stagione seguente realizza 25 gol in 50 partite in tutte le competizioni: in una sfida di campionato contro il Siviglia, giocata nel maggio del 1994, pochi giorni prima della finale di Champions League contro il Milan, il bulgaro realizza una doppietta, ottenendo la palma di migliore in campo.

In finale, nonostante le assenze di Franco Baresi e di Billy Costacurta in difesa, la squadra italiana batte il Barcellona con un netto 4-0. Alla fine dell’anno solare 1994, Stoičkov, favorito, vince nettamente il Pallone d’oro 1994. A fine anno, durante un incontro di beneficenza, regala 50 milioni all’UNICEF. Successivamente, annuncia d’aver prolungato il contratto con gli Azulgrana fino al 1998,allungando di due anni il precedente contratto che scadeva nel 1996. Termina la sua prima esperienza Bluagrana vincendo quattro scudetti ed una Coppa dei Campioni, nel 1992.

Parma

Nonostante nel corso degli anni sia rimasto un suo grande estimatore, durante il 1992 i rapporti tra Cruijff e il bulgaro s’incrinano fino a deteriorarsi nel 1995, a causa dei continui atteggiamenti conflittuali e di alcune distrazioni tattiche da parte di Stoičkov, quando a luglio, messo sul mercato, è acquistato dal Parma il 2 luglio per 12 miliardi di lire, firmando un triennale da 3 miliardi di lire a stagione, che lo usa anche come uomo-sponsor della Parmalat negli USA ed eventualmente anche nell’Europa orientale a fine carriera. 

Durante un’amichevole precampionato s’infortuna ad una gamba. Nevio Scala decide di usarlo come centravanti nel 4-3-3  ma, fin dalla sua prima presenza, Stoičkov è relegato a “riserva d’onore” di Filippo Inzaghi e Gianfranco Zola, non riuscendo ad incidere all’esordio contro l’Atalanta (1-1), nonostante segni anche un gol. Nel novembre del 1995 dona $ 100.000 ad un centro per lo sviluppo di Sofia. A metà stagione, ha trascorso quattro mesi altalenanti: non riesce ancora ad intendersi con Zola, è fuori forma, non ha resistenza, ma nonostante ciò, non ammette di essere in ritardo di condizione.

Durante quella che è considerata la miglior partita stagionale del bulgaro, contro l’Inter (team che tra l’altro aveva cercato di soffiarlo ai ducali), dopo aver segnato la rete del vantaggio nei primi minuti viene sostituito a partita in corso da Scala, consentendo agli avversari di raggiungere l’1-1.A fine stagione conta 23 partite e 5 gol (più 2 gol in Coppa delle Coppe), vivendo una stagione incolore e sotto le aspettative. Durante il mese di marzo, criticando la società e il calcio italiano, decide di essere ceduto nell’estate del 1996. A fine stagione conta 23 partite e 5 gol (più 2 gol in Coppa delle Coppe), vivendo una stagione incolore e sotto le aspettative. Durante il mese di marzo, criticando la società e il calcio italiano, decide di essere ceduto nell’estate del 1996.

Il ritorno al Barcellona e gli ultimi anni

Ritornato a Barcellona per circa 4,5 miliardi di lire (il contratto stipulato col Parma nell’estate del 1995, prevedeva una penale di 13 miliardi di lire nel caso in cui la società italiana avesse ceduto Stoičkov nella stagione successiva a un’altra squadra italiana o a una spagnola) il 14 luglio 1996, il bulgaro riesce ad intendersi con Ronaldo, nonostante parta frequentemente dalla panchina. Dopo aver avuto dei dissapori con van Gaal, alla scadenza del biennale, nel gennaio del 1998 torna in patria, al CSKA Sofia, dove colleziona poche presenze prima di trasferirsi prima in Arabia Saudita, con l’Al-Nasr, e poi in Giappone, vestendo la maglia dei Kashiwa Reysol: nel paese del Sol Levante, totalizza 28 presenze e 13 reti, vincendo una Coppa dell’Imperatore. Chiude la carriera negli Stati Uniti d’America, disputando due stagioni con i Chicago Fire (17 gol in 51 partite di campionato) ed una con i D.C. United, con i quali vinse un campionato statunitense. Si ritira dal calcio giocato nel 2003.

Nazionale

Fu convocato per la prima volta in Nazionale  nel 1986. Da quel momento in poi ne è il capitano e punto di riferimento per i successivi tredici anni. Il miglior risultato lo coglie nel 1994, anno del campionato del mondo 1994  negli Stati Uniti. Mantiene la promessa di devolvere il premio ottenuto in caso di qualificazione ai Mondiali di $ 100.000. Inserita nel gruppo D, la Bulgaria inizia perdendo 3-0 contro la Nigeria: molti pensano che l’esperienza della squadra bulgara fosse già finita, la vittoria per 4-0 contro la Grecia, con Stoičkov autore di due gol su calcio di rigore, rimette in discussione la qualificazione.

I successivi tre punti ottenuti contro l’Argentina per 2-0 (con Stoičkov ancora a segno) consentono ai bulgari di passare il primo turno. In seguito, Stoičkov rimedia uno stiramento che gli impedisce di prendere parte agli allenamenti. Agli ottavi di finale la Bulgaria pareggia 1-1 contro il Messico grazie a un’altra realizzazione di Stoičkov: ai rigori i centroamericani cedono 3-1. Ai quarti di finale i bulgari sconfiggono 2-1 in rimonta la Germania, grazie anche ad un altro gol di Stoičkov, che segna su punizione. Alla fine di questa partita ottiene $ 1.000 come migliore in campo, decidendo di donare i soldi a un orfanotrofio di Sofia. Alle semifinali un suo gol su rigore non cambia il risultato di sconfitta contro l’Italia (2-1 il punteggio). Nella finale per il 3º e 4º posto la Bulgaria perde per 4-0 contro la Svezia. Insieme al russo Oleg Salenko, Stoičkov è il capocannoniere di quell’edizione dei Mondiali con 6 gol, 3 dei quali su rigore. Il quarto posto finale è il miglior risultato della storia della sua Nazionale. Durante il Mondiale, si esprime nei confronti del suo CT, Dimitar Penev, che giudica essere migliore sul piano psicologico rispetto a quello tattico.

Con la sua selezione Stoičkov disputa anche il campionato d’Europa 1996 in Inghilterra (3 gol in 3 partite e un gol annullato contro la Spagna) mancando per poco l’accesso i quarti di finale. Gioca il campioanto del mondo 1998 in Francia senza però ottenere i risultati precedenti e venendo anche multato dopo essere rientrato in ritardo al ritiro con il compagno Ljuboslav Penev  e dopo esser stato coinvolto in una rissa con Emil Kostadinov. Complessivamente Stoičkov ha giocato con la sua Nazionale 81 partite e segnato 36 gol. Occupa il terzo posto nella classifica dei marcatori della Nazionale della Bulgaria.

Allenatore

Nel 2003 Stoičkov inizia la carriera da allenatore. Inizia ad allenare squadre giovanili e poi il 15 dicembre diviene assistente tecnico del Barcellona. Dopo le tre sconfitte consecutive agli Europei del 2004 il CT della Nazionale bulgara Plamen Markov si dimette ed il 15 luglio dello stesso anno Stoičkov è scelto per sostituirlo, firmando un biennale. Nel settembre del 2005 accusa il presidente dell’UEFA Lennart Johanssson d’aver truccato l’incontro Svezia-Bulgaria, conclusosi 3-0, a favore dei padroni di casa, venendo denunciato dal dirigente svedese.

Pochi giorni dopo la federazione bulgara è costretta a fare delle scuse ufficiali a Johansson. Il 10 aprile 2007 Stoičkov si dimette a causa dei risultati negativi e diviene il nuovo allenatore del Celta Vigo. A fine stagione, nonostante la retrocessione in Segunda Division, Stoičkov è riconfermato, rimanendo in carica solo fino all’8 ottobre 2007,  quando è esonerato a causa di un inizio di campionato negativo. Dopo l’esonero comincia a lavorare come opinionista sportivo della televisione catalana.

Il 29 giugno 2009  è nominato allenatore del Mamelodi Sundowns, ma il 16 marzo 2010 non rinnova il contratto che lo lega alla squadra sudafricana, abbandonandola. Il 5 gennaio 2012 è ingaggiato dal Litex Lovech in sostituzione di Atanas Dzambazki. Durante il suo periodo al Litex Lovech, minaccia pubblicamente il presidente della federazione calcistica della Bulgaria Borislav Mihajlov, venendo multato di circa € 2.500. Rimane alla guida fino al 31 maggio 2013. Il 5 giugno 2013 è chiamato alla guida del CSKA Sofia, ma decide di dimettersi l’8 luglio, dopo solo un mese di gestione, avendo anche pensato di acquistare la proprietà del club, che ha diversi debiti.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

CSKA Sofia: 1986-1987; 1988-1989; 1989-1990
CSKA Sofia: 1984-1985; 1986-1987; 1988-1989; 1989-1990
CSKA Sofia: 1989
Barcellona: 1990-1991; 1991-1992; 1992-1993; 1993-1994
Barcellona: 1991; 1992; 1994; 1996
Barcellona: 1996-1997
Chicago Fire: 2000
D.C. United: 2003

Competizioni internazionali

Barcellona: 1991-1992
Barcellona: 1992; 1997
Barcellona: 1996-1997
Al-Nasr: 1998

Individuale

  • Capocannoniere del campionato bulgaro: 2
1989 (23 gol); 1990 (38 gol)
  • Capocannoniere della Coppa delle Coppe UEFA: 1
1988-1989 (7 gol)
1990 (38 gol)
1994
1994 (6 gol)
1994 (6 gol)
1989; 1990; 1991; 1992; 1994
1992
1994

Fuori dal campo

Interpretò il ruolo di se stesso, con altre celebrità del pallone, in una serie televisiva del 1998 di Gary Lineker (diretta da Lloyd Stanton) dal titolo “Golden Boots”.

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